Con la lettera apostolica in forma di Motu proprio Summa familiae cura, papa Francesco rifonda l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. L’istituto voluto dal santo papa polacco fu definito nel 1982 e affidato, come primo preside, alle cure del cardinale Carlo Caffarra, oggi apparentemente cambia solo il nome, in realtà muta anche l’orizzonte di riferimento.
LA LINEA DI AMORIS LAETITIA
Le parole del Motu proprio chiariscono subito che come Giovanni Paolo II diede seguito al Sinodo sulla famiglia del 1980 con la costituzione dell’Istituto, così ora, dopo il doppio sinodo sulla famiglia del 2014 e 2015, papa Francesco ritiene di rifondarlo e rinominarlo. Non sarà più Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ma è Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, legato alla Pontificia Università Lateranense.
Il doppio sinodo sfociato nell’esortazione Amoris laetitia, si legge nel testo, «ha portato la Chiesa a una rinnovata consapevolezza del vangelo della famiglia e delle nuove sfide pastorali a cui la comunità cristiana è chiamata a rispondere». Secondo i cardini della «conversione pastorale» e della «trasformazione missionaria della Chiesa», indicati in Evangelii gaudium, il documento programmatico del papato di Bergoglio, «anche a livello di formazione accademica, nella riflessione sul matrimonio e sulla famiglia non vengano mai meno la prospettiva pastorale e l’attenzione alle ferite dell’umanità».
E’ l’approccio presente in Amoris laetitia, quello di una maggiore attenzione alle sfide per una “Chiesa in uscita”, piuttosto che alla dottrina. Questo, in estrema sintesi, è il nuovo orizzonte che il Papa ha voluto indicare all’Istituto rifondato. «Il cambiamento antropologico-culturale, che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato, non ci consente di limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato».
AMPLIAMENTI
«Sono venuto alla deliberazione di istituire un Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, ampliandone il campo di interesse», scrive papa Francesco, «sia in ordine alle nuove dimensioni del compito pastorale e della missione ecclesiale, sia in riferimento agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita».
Sarà molto importante capire come i nuovi statuti che dovranno essere approvati specificheranno meglio quali siano queste «nuove dimensioni del compito pastorale» e a quali «sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica» si farà riferimento. Per ora queste parole sono sufficientemente vaghe per potervi intendere molte realtà e significati, tutti da scoprire nei futuri programmi e insegnamenti.
Secondo quanto dichiarato da monsignor Vincenzo Paglia, il Gran Cancelliere dell’Istituto, quello di papa Francesco è un rilancio che amplia la prospettiva, passando da una focalizzata solo sulla teologia morale e sacramentale, ad un’altra che includa anche quella «biblica, dogmatica e storica, che tiene conto delle sfide contemporanee».
Se leggiamo oggi le parole che papa Francesco scrisse nell’estate 2016 nel chirografo riservato a monsignor Paglia per la doppia nomina a Gran Cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II e a presidente della Pontificia Accademia per la Vita, possiamo capire come il progetto di rifondazione dell’Istituto abbia una genesi tracciata da tempo. «Dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi», scriveva Francesco a Paglia, «il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. È mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea».
ALCUNE CARATTERISTICHE
All’art. 3 si sottolinea «lo speciale rapporto del nuovo Istituto Teologico con il ministero e il magistero della Santa Sede» che sarà « avvalorato dalla privilegiata relazione che esso stabilirà, nelle forme che saranno reciprocamente concordate, con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e con la Pontificia Accademia per la Vita».
Il “nuovo” istituto teologico «ha la facoltà di conferire iure proprio ai suoi studenti i seguenti gradi accademici: il Dottorato in Scienze su Matrimonio e Famiglia; la Licenza in Scienze su Matrimonio e Famiglia; il Diploma in Scienze su Matrimonio e Famiglia».
In La NBQ