Oggi il Signore ci indica , rispondendo al dottore della legge che gli chiede qual’ il comandamento più grande l’ amore. «Il primo [comandamento] è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi»
Il Signore ci parla di amore. È facile parlarne più difficile è amare davvero.
Ma vi siete mai chiesti dove abita l’amore? Vi voglio raccontare una storia.
Il cuore più bello del mondo
C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto.
Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: «Beh, a dire il vero… il tuo cuore è molto meno bello del mio.» Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dove dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: «Starai scherzando!», disse. «Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.»
«E’ vero!», ammise il vecchio. «Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone…e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.
Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?»
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Gesù ci ha amato con un cuore come quello del vecchio e anche noi dobbiamo amare Lui perché tante volte è stato ferito offeso ed è morto per noi sulla croce Ecco l’ amore a Dio!
Ma perché bisogna amare il prossimo? Questo prossimo che qualche volta può essere anche antipatico, addirittura scorbutico, anche prepotente?
Si ama il prossimo perché è immagine e somiglianza di Dio (ricordiamo il capitolo 25 del Vangelo di Mt: avevo fame. avevo sete, ero nudo, malato, in carcere … ecc.). Amiamo, poi, Dio che ci dà la forza di amare il prossimo quando non è così amabile. Dio e il prossimo non possono essere messi uno contro l’ altro, ma riuniti assieme e senza darli mai scontati
Oggi il mondo ci propone tanti surrogati dell’amore, chiediamo al Signore in questa Eucaristia di donarci tutto quello che ci è necessario per amare veramente Dio e il prossimo, attuando cosi il grande comandamento che Gesù ci indica per poterci anche noi sentire dire: “non sei lontano dal Regno di Dio”.
DGNeS, qydiacdon.