Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
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Carissimi noi siamo mandati per rendere presente il Vangelo, come sentivamo anche Domenica scorsa, vi è, però, un pericolo che è sempre in agguato, esattamente come fa il dottore della legge ed è quello di separare la fede dalla vita o di ridurre l’impatto e le conseguenze del Vangelo nella vita pratica. C’è un libro della Bibbia che è il libro del Levitico in cui leggiamo: “Non mantenere odio contro un fratello … Non vendicatevi contro i vostri connazionali. Ciascuno di voi deve amare il suo prossimo come sé stesso” (19,17s). Il prossimo erano i connazionali, i fratelli. Stranieri e infedeli non erano tali e quindi non rientravano in questo comandamento.
Anche per noi, pur non essendo scontato, potrebbe essere amare quelli di casa, quelli della cerchia delle nostre amicizie.
La risposta del dottore della legge, applicandola a noi oggi può rappresentare una certa categoria di persone. I cristiani che identificano che credere sia rispettare un complesso di norme, di leggi. Quelli che pensano un Dio impegnato a dettare comportamenti morali, e lo fa, che ne discutono e poi mica ne sono convinti, non si lasciano coinvolgere, pensano che il cristianesimo sia solo il rispetto di certe regole, dalle quali poi si può anche derogare. Appaiono, questi, anche puntigliosi e onesti, ma non considerano la libertà di Dio riducendolo solo a dotte considerazioni morali, ma Dio è più grande, come l’Amore è più grande.
Nella risposta del dottore della legge vi è anche la presunzione del sapere. Se io ho risposto bene, secondo la legge allora sono a posto. Ho studiato continuo a fare come prima, ma in modo un pò subdolo la domanda: “Chi è il mio prossimo?”.
La risposta è quella della Parabola!
Con questa parabola Gesù ci dice non chiederti chi è colui che tu devi amare, ma chiediti tu sei disposto ad amare? E chi? Qui allora bisogna, come discepoli che vogliono seguire il maestro mettersi in gioco. Non si può fare finta di niente. Chiediamoci: “Sappiamo riconoscere in una persona un fratello?” Siamo disponibili a fermarci accanto a lui quando è nel momento del bisogno, della difficoltà stando accanto a lui?
Sappiamo farci anche noi buoni Samaritani?
Concludo con quello che ha scritto un commentatore:
“Possiamo annunciare Gesù così, mettendoci accanto, guardando negli occhi le persone che muoiono, cambiando stile di vita, se questo serve a farci prossimo. La grande differenza tra Gesù e il dottore è tutta qui: Gesù si metterà in gioco. Gesù sa amare, sa come amare. Il dottore no, o non ancora. Gesù Samaritano dell’umanità, si piega su di noi e ci consola.
Concludo con una preghiera che è stata trovata scolpita su una pietra del caravan serraglio tra Gerusalemme e Gerico, tuttora esistente da un pellegrino del medioevo: “Amico se leggi, se persino sacerdoti e leviti passano oltre la tua angoscia, sappi che Cristo è il buon samaritano, che avrà sempre compassione di te e, nell’ ora della tua morte, ti porterà alla locanda eterna”.
Deo gratias,qydiacdon