Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini:Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”
Nel vangelo di oggi il Signore ci parla del tempo. Ma ci siamo fermati mai a riflettere sugli aspetti che ha il tempo?
Vi è un tempo trascorso, quello passato, quello di ieri, quello di quando ero bambino, ma ora sono adulto, quello di domani quando spunterà un nuovo giorno. Questi tre aspetti del tempo ci coinvolgono tutti, voi bimbi, gli adulti e noi che abbiamo i capelli e la barba bianca.
Siamo all’inizio del Vangelo di Marco e Gesù parla di un tempo compiuto. Ma qual è questo tempo di cui parla Gesù? É il tempo dell’Antico Testamento, il tempo delle promesse, degli annunci dei profeti. Anche in questo tempo Dio ha parlato e chiamato. Domenica scorsa abbiamo sentito come Dio chiami Samuele che risponde” Eccomi, Signore, il tuo servo ti ascolta”.
Oggi nella prima lettura il Signore chiama Giona perché vada a Ninive, ma Giona non è mica tanto pronto a rispondere, anzi cerca in pratica di dire di no. Vuole andare in tutt’altro posto: a Tarsis. Dire di no al Signore che chiama e manda è un po’ rischioso, cosi dopo un pò di peripezie ecco che Giona si reca a Ninive a fare quello che il Signore gli ha indicato: predicare un grande cambiamento della condotta dei suoi abitanti, una grande conversione. Gli abitanti di Ninive ascoltano e si convertono.
Giona non è però contento, se la prende con il Signore, ma anche lui si deve convertire al modo di fare di Dio, deve cambiare il suo modo di vedere su come il Signore agisce riguardo al modo di punire e di perdonare.
Con la venuta di Gesù inizia un tempo nuovo, diverso. Noi tutti abbiamo tante speranze che, a volte, non si realizzano come vorremmo noi e la più grande speranza è quella di una vita per sempre nella gioia e nella pace. Con Gesù questo tempo è arrivato. In questo tempo ancora il Signore chiama, si fa vicino e chiede di fidarsi di Lui e di seguirlo, di stare con Lui, perché, conoscendolo, possiamo parlarne e annunciarlo ad altri. Il Signore vuole che noi collaboriamo con Lui, non vuole che siamo delle persone passive, ma dei suoi sostenitori e annunciatori.
Il Signore chiama a seguirlo e non richiede titoli speciali solo la nostra disponibilità a metterci in cammino assieme a Lui. Oggi ci sono molti che cercano di chiamare a seguirli su strade e sentieri che non portano a nulla, non è così per Gesù che chiama per donare e non per prendere come accade oggi. Vorrei farvi notare, magari se avessimo un evidenziatore e i foglietti della Messa potremmo evidenziarlo: “E subito lasciarono le reti e lo seguirono.”
Quel subito è importante, niente tentennamenti, ma disponibilità.
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
In questo tempo risuona la chiamata di Gesù per tutti noi, ma c’è un futuro che ci attende che è quello in cui il Signore tornerà e vorrà vedere come abbiamo impiegato i talenti che ci ha donato.
“Ognuno di noi oggi è invitato a chiedersi su come accoglie la chiamata di Gesù nel quotidiano. Se vive accorgendosi che il Signore lo chiama a seguirlo e ad andare oltre …” Qual è la nostra risposta?
Qydiacdon, Deo gratias