Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, la nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
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II Domenica di quaresima, Domenica della trasfigurazione. Su un monte Gesù ai suoi amici mostra, anche se temporaneamente, il suo vero volto, svela il suo mistero, la sua gloria, la sua santità. Molto di più di essere un grande uomo, un grande maestro, come molti che non riescono a fare il salto della fede pensano. Come chi non riesce a scoprire, ad accettare che vi è un oltre, un aldilà che supera la nostra dimensione umana, terrena. Una grande realtà sorprendente e inaspettata che attende ciascuno di noi.
Nella seconda lettura è ciò di cui parla S. Paolo e che diventa per noi una grande speranza anche in questi giorni grigi e tristi che procurano a tutti nessuno escluso sofferenza e dolore.
Quando ancora insegnavo chiedendo ai ragazzi chi eravamo saltava fuori
l’espressione “cittadini del mondo”. S. Paolo ci dice che cittadini del mondo è troppo poco, noi siamo cittadini del Cielo, cioè cittadini di una realtà più grande di quella chi viviamo nel nostro cammino terreno in cui anche la nostra umanità è ancora segnata dalla limitatezza, dalla fragilità, dal peccato. Certo tutto questo se noi accettiamo il grande mistero che Gesù ci svela sul monte Tabor oggi.
Ma qual è il passaporto, per così dire, che occorre per accedere a questa grande realtà?
In primis accettare il mistero grande di Dio, ma non una vaga e generica idea di Dio, come fanno anche tante filosofie – religioni orientali. Dio esiste, c’è ed è più vicino a noi di quanto noi possiamo credere e si è fatto conoscere a noi attraverso Gesù. Quale la conseguenza? Semplice la conseguenza è quella che ci viene detta in quella frase del Vangelo: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Ascoltatelo! Questo appello accorato che risuona non solo in questa Quaresima, ma nella nostra vita. Ascoltiamo Gesù, non solo con l’udito, ma con il cuore e soprattutto con le nostre scelte mettendo in pratica quello che il Signore ci dice. Cercare di vivere il Vangelo cambia la nostra vita, il nostro cuore, ma cambia anche il mondo, le relazioni fra gli uomini che non si basano più sulla misura della potenza, della forza, ma dell’amore di cui tanto si parla, che è così impegnativo vivere, ma anche bello e entusiasmante.
Purtroppo, come Pietro e i suoi compagni anche noi spesso ci addormentiamo e quando ci svegliamo ci sembra di avere vissuto un sogno stupendo e meraviglioso. Sembra che le porte di quella patria di cui parla Paolo si siano dischiuse per un pò e non vogliamo più andarcene
Gesù parla con Mosè e con Elia del suo Esodo, cioè della sua Pasqua, ma anche noi dobbiamo compiere ciascuno il proprio Esodo, come il popolo di Israele che ha camminato per quarant’anni nel deserto per entrare nella terra promessa. Qual è? È passare dalla nostra mentalità a quella di Dio, che ama , accoglie, benedice, perdona e si dona totalmente e completamente per noi.
Ma questo che potremmo, definire come un flahsback , richiede che noi prendiamo nella nostra vita, nella nostra storia, nella nostra casa quel Gesù lì e non delle caricature o delle nostre idee su Gesù: “restò Gesù solo”.
Gesù solo, ma non è poco è tutto ed è ciò che basta. S. Teresa diceva:” Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, tutto passa, Dio non cambia, la pazienza tutto ottiene; chi ha Dio non manca di nulla solo Dio Basta”
Gesù è Dio; Dio che fa strada con noi, con Lui affrontiamo l’ Esodo della nostra quaresima per essere introdotti nella terra promessa dalla Pasqua.
Deo gratias, qydiacdon