Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Parola del Signore
“Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.”
In Quaresima anche i credenti, come Gesù, sono sospinti dallo spirito nel deserto. Come Gesù saranno tentati. Il Signore invita alla conversione, i tempi sono compiuti e la sua Parola risuona per tutti noi
Un religioso, Carlo Carretto nel 1954 scriveva: “Vado nel deserto per disintossicarmi da una vita nella quale non trovo più Dio” Nel suo libro: Lettere dal Deserto racconta che laggiù, nel deserto ritrova la forza di tornare a guardare le stelle, il cielo, il sole, il tramonto… insomma ritrova la capacità di rimettersi, di ritrovare il messaggio delle cose, ma soprattutto ritrova la pace, ritrovando la compagnia di Dio. Non praticamente il deserto deve essere un luogo, ma possono essere anche spazi di silenzio che ritroviamo, che ricerchiamo per confrontarci con Dio, su come viviamo la nostra fede, su come facciamo spazio alla presenza di Dio nella nostra vita. Questo poi significa anche ritrovare quello che siamo; uomini deboli e fragili, perché il deserto è anche il momento in cui l’uomo sperimenta la sua debolezza e fragilità Nel deserto l’acqua è pressoché inesistente e senza acqua si muore. Il sole, fonte di vita, diventa nemico e può condurre alla morte. Il deserto è anche il luogo del silenzio, che fa paura. Se noi proviamo a fare silenzio, anche se noi non parliamo e siamo soli la nostra mente e il nostro cuore cominciano a popolarsi di pensieri, di sogni, di paure che credevamo mandate via, ma che riaffiorano. Ecco perché il deserto e il silenzio fanno paura.
Gesù nel deserto è tentato!
Sì perché il deserto è anche il luogo, a volte, del potere di satana, del peccato, della morte. Lì Gesù incontra il divisore fra Dio e l’uomo: satana e le tentazioni a cui è sottoposto Gesù sono quelle che incontrerà nella sua vita terrena, ma sono anche quelle che incontriamo noi: essere fedeli al Signore o fare come pare a noi, facendoci Signori di noi stessi, esattamente come accadde ad Adamo ed Eva che istigati da satana mangiando il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male pensavano di diventare come Dio.
Anche noi possiamo scegliere di essere fedeli al Signore e di ubbidire o di disobbedire, tutto è lasciato alla nostra libertà. Se Gesù nel deserto è stato fedele al Padre e non ha accettato le provocazioni di satana e le ha vinte anche a noi è data questa possibilità attraverso il sacrificio di Gesù, la sua Pasqua e il compito che ha affidato alla sua Chiesa. Il tempo del Deserto diventa anche il tempo della scelta, e il cammino della quaresima diventa il tempo in cui noi meditiamo questa scelta.
Se scegliamo il modello Gesù noi possiamo vivere l’esperienza della riconciliazione, cioè di essere rappacificati con Dio, con il prossimo, ma anche con il creato e le sue creature. Questo l’Evangelista Marco l’esprime descrivendo la convivenza pacifica tra Gesù e gli animali selvatici.
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il tempo della decisione per Gesù o diversamente è questo che stiamo vivendo, non abbiamo bisogno di nuovi messia, Dio ci ha dato già tutto donandoci Gesù. Noi non viviamo più un tempo di attesa dove tutto rimarrà sempre uguale, ma possiamo renderlo nuovo, diverso, vivo della consolazione e della speranza perché il Signore si è fatto vicino e cammina insieme a noi.
Allora basta ai se e ai ma che tanto spesso paralizzano la vita di credenti tiepidi, il tempo è compiuto, cambiamo la nostra vita e crediamo: svegliamoci!
Deo gratias, qydiacdon