Non è vero che mons. Luigi Negri è solo. La sua lettera ai giovani dopo la strage di Manchester ha provocato durissime reazioni soprattutto di un certo mondo che ha voluto equivocare le parole accorate di un pastore ad una generazione senza punti di riferimento che non sa più perchè vive e quindi non sa nemmeno perché muore. Il vescovo di Ferrara-Comacchio è stato accusato delle peggiori nefandezze. Ma a torto. A ringraziare Negri invece c’è un esercito di testimoni. Che sono soprattutto giovani, come dimostra questa lettera inviata al prelato da alcuni giovani della diocesi dalla quale domani si congeda come vescovo titolare.
Eccellenza Reverendissima, siamo giovani e desideriamo manifestarLe affetto e gratitudine al termine di questi anni di cammino insieme.
La ringraziamo per essere giunto nella nostra Diocesi con grande umiltà e disponibilità, con l’apertura e la fiducia di un vero padre. Grazie per aver voluto incontrarci e conoscerci sin dal suo arrivo, per aver creato occasioni per ascoltare e comprendere le nostre problematiche, per aver posto l’urgenza educativa tra le Sue priorità e aver dato voce al nostro bisogno di valori, di famiglia, di verità, di Dio, di senso nella vita.
Grazie perché in questa difficile epoca di relativismo, disordine morale e mancanza di certezze, Lei è stato il nostro punto di riferimento. Grazie per averci aiutati a comprendere noi stessi, la nostra umanità e la nostra spiritualità. Per averci fatto conoscere e amare la Chiesa e il Santo Padre, per averci sempre orientati verso la meta che è Cristo senza aggiunte e senza sconti al Vangelo.
Grazie per aver sofferto e offerto per noi, per aver preferito il nostro bene al consenso pubblico, per averci ricordato che il male esiste, per averci aiutato a riconoscerlo, per averci trasmesso la fortezza per resistervi e il coraggio di denunciarlo senza timore o compromessi con alcun potere.
Ma soprattutto grazie per aver annunciato con grande passione il bene, per aver difeso la vita dal suo concepimento alla morte naturale, per l’attenzione ai nostri fratelli cristiani perseguitati e a coloro che subiscono ingiustizia, povertà e violenza. Per averci educati all’amore umano vero che è responsabilità e dono totale di sé.
Grazie per aver alimentato con sapienti insegnamenti la nostra vita cristiana e aver nutrito di entusiasmo il nostro quotidiano impegno in famiglia, in parrocchia, a scuola, nell’università, nel lavoro.
Grazie per le proposte culturali che ha ideato e introdotto con originalità nella nostra Diocesi dove sono state accolte da credenti e non credenti con grande stima e partecipazione.
Grazie per le Sue numerose iniziative di carità materiale e spirituale, per averci esortati al servizio cristiano e all’impegno sociale, per averci illuminati sulle peggiori delle povertà: la mancanza di Dio, di fede, di dignità umana, di rispetto umano.
Grazie per averci insegnato il metodo cristiano di giudizio sulla realtà. Per averci educati alla libertà che è sempre scelta del bene, per averci donato strumenti per non smarrirsi dietro false e comode ideologie, per averci formati alla pace e alla fraternità universale reale, concreta e reciproca secondo l’insegnamento di Gesù.
Grazie per lo sguardo limpido e profondo con cui i Suoi occhi chiari ci hanno sempre amorevolmente guardato. Grazie per essersi accorto di noi, dello stato di salute dei giovani e della società, per non averci lasciato allo sbando o in balìa di interessi più grandi di noi. Grazie per averci parlato pubblicamente, ed anche a tu per tu, con altrettanta chiarezza e limpidezza.
Grazie per aver pianto con noi quando coetanei perdevano la vita per droghe, incidenti e malattie. Per averci sostenuto nel lutto con le ragioni della fede, con la speranza che non muore mai ed anzi è certezza della Resurrezione e dunque di una nuova vita insieme.
Grazie per aver gioito con noi, per la Sua simpatia, l’ironia, le battute, i sorrisi e gli abbracci, le strette di mano, le pacche sulla spalla, per la bellezza dei momenti di vita fraterna, per la Sua amicizia.
“Quando uno ha il cuore buono non ha più paura di niente. È felice d’ogni cosa, vuole amare solamente.” Questo canto, che Lei ben conosce, è il ritratto di Lei che abbiamo impresso nel cuore. La gioia del Signore continui ad essere Sua compagna. Dio la Sua fortezza. Con profonda stima e gratitudine. Commossi e sempre uniti in Cristo.
Giovani della Diocesi di Ferrara-Comacchio