Leggevo in questi giorni: “ Sia ben chiaro un fatto: quando aumenta il numero dei ciechi non smette di esistere il sole; e basta che uno lo veda e può legittimamente gridare a tutti la verità inoppugnabile di ciò che vede”, (Card. A. Comastri).
La festa dell’ Assunzione in corpo e anima al cielo di Maria, madre di Gesù, madre di Dio e madre di nostra ci dovrebbe fare prendere coscienza di una realtà di cui tutti noi abbiamo desiderio, ma che, nella pratica, sembra abbiamo dimenticato che è quella dell’ eternità.
Da sempre l’ uomo desidera l’ immortalità, il culto dei morti ce lo testimonia, e oggi più che mai si comporta come se tutto si dovesse esaurire nell’immediato, nel tutto qui adesso, subito, nel cogliere l’ attimo senza pensare che a quell’ attimo se ne aggiungeranno tanti altri, altri che condurranno ad un’ eternità beata.
Modelli di vita insensati fanno presa su giovani e giovanissimi, la cronaca di questi giorni purtroppo con la sua crudezza non esita a “buttarcelo in faccia”. La vita esaurita nella ricerca di un’evasione che deve andare oltre, sballare, esagerare. I ritmi sono stravolti e la notte non è più fatta per riposare, ma per perdersi in una pasticca, o nel frastuono, nell’alcol, salvo poi piangere, rattristarsi ed indignarsi quando succede l’irreparabile.
Tutto si perde e si esaurisce qui adesso. Non solo per i giovani, ma anche per noi adulti, tutti indaffarati a costruirci le nostre sicurezze e dimenticandoci di un oltre di cui ci ricorderemo, ma speriamo non sia così, solo quando non potremo fare più nulla.
Questa dimenticanza di eternità produce effetti terribili perché uccide la speranza nel cuore dell’ uomo.
Fermarsi a riflettere su Maria Assunta in anima e corpo al cielo, in questo periodo ci rammenta che la vita dell’ uomo non si esaurisce nel breve spazio della sua esperienza umana, terrena ma che è aperta all’ eternità. Questo non in modo parziale, cioè solo con la sua anima, ma con la totalità della sua persona.
Un’ occasione per farci riprendere coscienza dell’ uomo totale di questo sinolo, insieme di anima e corpo, del valore del corpo, mio e dell’ altro, , non solo per tenerlo in forma, bello pulito, atletico, ma sempre, anche quando non è più giovane, bello, piacevole gradevole, quando è caricato del peso degli anni, o della malattia perché è destinato alla risurrezione, ad essere, come lo è per Maria nell’ eternità di Dio.
S. Paolo ricorda:” Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito santo, che è in voi ( …) glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. (1 Cor 6,19)Un occasione ulteriore per riflettere quanto tempo diamo alla “cura del corpo” e quanto alla cura “ dello Spirito”, cioè alla nostra crescita spirituale, interiore.
Esattamente come ha fatto Maria.
“ Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” , leggiamo nel Vangelo,( Messa della Vigilia), è quello che ha fatto Maria nella sua vita, diventando la Madre del Cristo, ma crescendo nell’ ascolto della parola di Dio e nel viverla in quel quotidiano dei trent’anni a Nazareth e poi fin sotto il Calvario. Lei è la prima discepola di Gesù. La frase che Gesù dice è l’elogio di Maria, quella beatitudine di cui Gesù parla è quella che Maria ha vissuto ed è anche la via che ci viene indicata se anche noi, con lei vorremmo essere beati e vivere quella realtà di vita piena, totale in Dio che ella già vive.
Questa festa, oltre che innalzare lo sguardo al cielo ci interpella su come viviamo coerentemente sulla terra.
Se ci lasciamo assumere dalla Parola del Vangelo e su come la assumiamo concretamente nella vita facendola diventare la nostra vita.
Nel Vangelo della visitazione, ( Messa del giorno) nell’ incontro con Maria, Elisabetta rivolgendosi a lei dice: “Beata colei che ha creduto nell’ adempimento di ciò che il Signore le ha detto” . Il mondo oggi propone altre beatitudini: stare bene economicamente, avere successo, avere il potere, quello politico, quello economico, avere un bel corpo, ecc. ecc. Maria ha creduto alla proposta di Dio, ha creduto che la sua storia di donna non fosse completamente sua, solo nelle sue mani, ma che si sarebbe realizzata mettendola nelle mani di Qualcun’ altro e questo non ha significato passare la mano, ma se ne è assunta tutta la responsabilità rimanendo fedele fino in fondo. Ha creduto che Dio possa abbassarsi, farsi uomo per prenderci per mano e condurci “ al cielo”, mostrandoci che La logica di Dio è esattamente il contrario di quella dei potenti e affini. I potenti stanno ben attaccati ai loro troni, i superbi, pieni di sé e della loro vanità, volgono sguardi indifferenti ai poveri e ai sofferenti, chi ha la pancia piena non riesce a capire e comprendere il dramma della fame, chi è ricco desidera accumulare sempre di più.
La logica di Dio è “ quella che innalza gli umili”, quelli che come Maria si affidano a Dio perché cambi il cuore, il mio e di tutti gli uomini, in modo che anche i ricchi, i potenti, i superbi, diventino umili così che non vi siano più umiliati sulla terra.
“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”, questa festa riaccenda la speranza nei cuori di tutti gli “umiliati” della terra, mentre ciascuno di noi segua “nostra Signora dell’ umiltà”, come qualcuno ha definito Maria, per potere gioire pienamente in Paradiso!
Soli Deo Gloria
qydiacdon