Ci sono casi, che più e meglio di qualsiasi discorso, mostrano come i numeri siano destinati a cambiare non solo la demografia, bensì anche le usanze, i costumi, le tradizioni e addirittura il volto delle nostre comunità e della nostra gente.
Siamo in Germania, a Kassel, città appartenente al Land dell’Assia. Qui circa il 12% dei residenti è straniero; per esser più precisi, è nato proprio all’estero.
Così le autorità municipali, senza alcun preavviso e senza essersi prima confrontate con le famiglie, hanno deciso: qui non vi sarà più il Natale. Abolito, cancellato, rimosso dai programmi della scuola pubblica materna Sara-Nuẞbaum-Haus. Per decisione unilaterale del Comune, che ha pertanto avvertito della novità la direzione dell’istituto. Quest’anno niente alberi di Natale e niente canti natalizi. Anzi, qualsiasi cosa possa richiamare anche lontanamente lo spirito del Natale dev’essere assolutamente bandita da quelle aule.
La “ragione” è sempre quella: il rispetto della «diversità». A quella scuola sono iscritti tanti alunni musulmani, in alcune classi sono addirittura la maggioranza. Ed ecco qua, il gioco è fatto: anche se le tradizioni cristiane appartengono da sempre alla terra che li ospita, esse vengono cancellate con un colpo di spugna. Per lo stesso motivo i bambini tedeschi erano già stati privati della carne di maiale nella mensa.
Furibondi ovviamente i genitori del posto, rivoltisi anche alla stampa ed, in particolare, al giornale locale on line Hna.de, per ottenere giustizia, deplorare le nuove disposizioni mai concordate con alcuno, nonché per denunciare l’assurdità di dover rinunciare ai riti della propria tradizione cristiana in nome di questo – diciamo – malinteso senso d’”integrazione”. Riti, che ovviamente altrove fanno regolarmente parte del programma didattico, senza che nessuno si scandalizzi.
La protesta è però servita a ben poco: l’ente locale ha dovuto rivedere la propria posizione di chiusura totale, questo è vero; ha dovuto ammettere, bontà sua, che anche il Natale «svolge un proprio ruolo»; ma non è arrivato sino alla conclusione più logica di questo semplicissimo discorso ovvero a restituire il “maltolto”. Ha deciso, infatti, di reintrodurlo, ma «non in senso stretto». Decisione, che fa tornare alla mente “valzer delle lampadine”, “feste della luce” ed altre assurdità di questo tipo, invenzioni astruse in cui resta, sì, il senso della festa, ma non se ne capisce più il motivo, perché manca totalmente il Festeggiato
(fonte: No Cristianofobia).