Come un prisma che divide la luce nei suoi componenti, così il Natale illumina diverse realtà. Dopo la contemplazione, la meditazione, della notte e del giorno di Natale, dopo la concretezza della testimonianza di fede che il neonato di Betlemme è il Messia, unico Salvatore, oggi contempliamo il fascio di luce che il Natale dirige su una realtà importante, preziosa, come quella della famiglia. Realtà che il Figlio di Dio ha voluto condividere pienamente con noi, con le sue ansie, le sue fatiche, le sue perplessità. Anche se la famiglia di Nazareth è speciale, evidenzia ai nostri occhi quella che è una famiglia naturale, normale,fondata sul matrimonio. Quella composta da un uomo, una donna, un figlio, quella che oggi viene attaccata, contestata, derisa.
Perché il peccato, l’ egoismo dell’ uomo che giustifica tutto ha pensato che vi possano essere altre forme di relazioni che possano essere equiparate alla famiglia. Proprio ieri, frequentando la rete, mi è capitato di vedere un video. In un asilo i bambini rappresentavano attraverso il disegno la loro famiglia e il Natale. Poi la giornalista, presumo, andava in strada e chiedeva ai passanti di commentare i disegni dei bambini. Tutti positivi, famiglia felice, serena, gioiosa, poi a qualcuno viene fatto notare che nel disegno vi sono due papà, due mamme, e le persone non trovavano poi così strana questo tipo di famiglia, basta che siano contenti è il commento!
Il video è quello di un’ associazione che si batte per il riconoscimento delle famiglie omosessuali.
Ma non è questa la famiglia che ci è stata consegnata nel disegno del Creatore, e non è questa la famiglia che il Natale mette davanti a noi come modello. Vorrei qui riprendere le parole profetiche di Giovanni Paolo II, ( citate dal cardinal Comastri):
“ Stanno attaccando l’umanità dell’ uomo, cioè il progetto di umanità così come è scritto chiaramente nel libro della vita: le conseguenze saranno tragiche, perché nessuno può cambiare il progetto di umanità così come lo ha pensato Dio. Chi lo fa si autodistrugge”. È vero che l’ uomo nella sua libertà può anche distruggere le pagine meravigliose scritte da Dio nel grande libro della vita, ma è altrettanto vero che tutto verrà sconvolto e l’ umanità imboccherà la strada della morte e non quella della vita. Allora, non vi saranno né vincitori, né vinti, ma tutti saremo in qualche modo vittime. Del resto quello che sta avvenendo con il clima ne è una piccola anticipazione.
La prima lettura ci aiuta a capire che i figli non possono essere un diritto, il frutto di desideri frustrati. Non possono neanche essere commissionati e fabbricati, ma sono dono di Dio. Proprio per questo devono essere accolti con amore, con responsabilità e gli deve essere offerto tutto quello che è necessario perché possano crescere al meglio e in modo armonioso attraverso l’ affetto di un padre e una madre che siano veramente tali nella totalità della loro persona.
Se i figli sono dono di Dio a Dio vanno ricondotti, ecco il compito dei genitori. Fare memoria del Dono, parlare di chi lo ha donato, farlo conoscere, nella consapevolezza che i figli non sono nostri … noi li abbiamo in affido!
È faticoso accettare questa realtà, del resto traspare anche nell’ episodio del Vangelo. Questo Gesù che fa stare in pena i suoi genitori, che lo cercano angosciati, ma ai quali risponde che “ deve occuparsi delle cose del Padre suo”. Parola difficile da accettare, anche da parte di Maria, ma che non la rifiuta e “ la custodisce nel suo cuore”. Mentre Gesù “venne a Nàzareth e stava loro sottomesso. …E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.” Ed è bellissimo anche questo, che Gesù, pur consapevole che deve occuparsi delle “cose del Padre” non misconosce la realtà di essere figlio crescendo e stando sottomesso.
Vedete che l’immagine della Santa Famiglia non è quella certamente poetica di certe raffigurazioni, probabilmente ispirate dai Vangeli apocrifi, ma che è certamente quella di mettere la volontà di Dio al centro, di realizzarla giorno per giorno attraverso quel progetto particolare che il Signore ha su ciascuno dei componenti della famiglia.
Come cristiani, come Chiesa non possiamo non difendere la famiglia come è stata pensata da Dio; difenderla vuol dire difendere la nostra umanità e per dire come questo sia indispensabile vorrei terminata con una testimonianza di madre Teresa di Calcutta riportata dal cardinal Comastri nel suo commento alla liturgia di questa festa.
“ Non ci sarebbe mai stata Madre Teresa di Calcutta se non ci fosse stato prima
l’ amore bello e vero dei miei genitori. Prima che me lo insegnassero al catechismo io capii che Dio è amore: lo capii guardando mio padre e mia madre. Il loro amore era così limpido e così forte, così autentico da farmi un giorno esclamare: dietro
l’ amore dei miei genitori c’è Dio! Pensate che una volta, dopo un lungo viaggio di lavoro, la mamma attese mio padre indossando ancora una volta, l’abito da sposa! Noi figli ridemmo e le dicemmo: “ Mamma, mica siete più fidanzati”. La mamma ci rispose: “sappiate che vostro padre io lo sposo ogni giorno!” Restammo sorpresi e capimmo che mio padre aveva gli stessi sentimenti: quel giorno io mi sentii una figlia straordinariamente felice!”
Che questo possa realizzarsi anche nelle nostre famiglie, in tutte le famiglie
Deo gratias, qydiacdon