“Con l’Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all’intera umanità, con la visita solenne, l’offerta di doni altamente significativi e l’adorazione dei Magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo.” (Wikipedia), così con sfumature diverse, a seconda dei commentatori, viene descritta questa solennità.
Vi sono molte leggende sui Magi che sembrano per certo non essere Re e, forse nemmeno astrologi. Quella che forse ci aiuta a capire come questa festa cristiana venga poi associata alla vecchia che porta i regali ai bambini, e che forse non tutti sanno è questa.
“I Magi, diretti a Betlemme con i doni, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni a un’anziana. La quale, nonostante le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al Bambino, restò ferma. Salvo poi dopo pentirsi della sua riluttanza. Per questo preparò un cesto di dolci, uscì e cercò i re. Ma non li trovò. A quel punto decise che si sarebbe fermata a ogni casa lungo il suo cammino, donando qualcosa ai bimbi, sperando che uno di essi fosse Gesù.”
Ma al di là delle leggende cerchiamo di riflettere su chi rappresentano i magi oltre ad un’umanità in cui consapevolmente alcuni cercano Dio, altri lo escludono dalla loro vita, alcuni sono dapprima indifferenti, ricordiamo la leggenda, altri hanno paura e timore che Dio venga a regnare e ad inficiare il potere umano, Erode.
Benedetto XVI nell’omelia della solennità dell’Epifania del 2011, dice: «erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare»
Vediamo, quindi, come essi siano i rappresentanti di tutti gli uomini di buona volontà che in ogni luogo e tempo sono alla ricerca di Dio. Sono anche i nostri rappresentanti perché anche “noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la bellezza della tua gloria”, come abbiamo pregato nella colletta dobbiamo essere dei continui ricercatori della venuta del Signore nella nostra vita.
Molti paragonano la vita ad un viaggio. Pensando a questa festa meditando mi veniva spontaneo pensare che il viaggio dei magi è il mio viaggio che dura tutta la vita fino a quando io mi prostrerò davanti a Lui.
E’ vero io ha già avuto la fortuna di incontrare il Signore nella fede, anche se attraverso un cammino un po’ tortuoso, fatto anche di tante cadute e il Signore mi ha sempre tirato su, come ha fatto con Pietro, quando andandogli incontro sulle acque cominciò ad affogare.
L’ho incontrato nella Scrittura come dicono i Sacerdoti e i capi del popolo ad Erode. Lo incontro nell’ Eucaristia, nei Sacramenti, nella preghiera.
Quando nella mia pochezza riesco a fare un po’ di bene per gli altri con il suo aiuto. Lo incontro in coloro che sono emarginati e poveri. Lo incontro nella Chiesa, questa così com’è fatta di uomini e ministri che sono anche loro peccatori e hanno bisogno di redenzione, ma il mio viaggio non è ancora finito.
Devo sempre uscire e rivolgere il mio sguardo al cielo e ritrovare quella stella che mi condurrà all’ incontro definitivo con il Signore che non ha la forza, la potenza, la ricchezza, il potere, anche violento, ma la piccolezza di un bambino, ma che, guardandomi, mi dice di essere il più grande. Più grande di me, della mia storia, dei potentati di questo mondo: economici e politici, che tentano di asservire i popoli.
I magi si prostrano silenziosi e anche io non potrò che rimanere in silenzio di fronte alla grandezza di questo mistero che mi sfugge e mi rassicura allo stesso tempo. Mistero non riservato ad un élite, ma a tutti coloro che iniziano il loro viaggio, come hanno fatto i Magi che portano oro, incenso, e mirra. Il significato di questi dono lo conosciamo: “il significato dei tre doni: la mirra è l’olio tradizionalmente utilizzato per la sepoltura e allude alla Passione di Cristo, l’oro è simbolo di regalità, l’incenso è riservato a Dio.”
Proviamo a riflettere cosa portiamo al Signore in questo giorno e quando arriveremo alla fine del nostro viaggio.
Portiamo un cuore ricercatore del Signore? Desideroso di Lui e di poterlo incontrare? Quali saranno i nostri doni? Oro perché abbiamo saputo servire come Lui ci ha insegnato? Il nostro rimanere assieme a lui anche quando nella nostra vita viene attraversa dal mistero del dolore e della sofferenza, la mirra? L’ incenso di una vita di preghiera?
Coraggio cercatori di Dio continuiamo a camminare per essere illuminati dal Dio bambino.
Deo gratias, qydiacdon.