L’Assessorato alla Famiglia è diventato, dopo l’elezione di Chiara Appendino a sindaco di Torino, Assessorato alle Famiglie. E in tutti i moduli dell’amministrazione comunale il termine “famiglia” sarà sostituito con “famiglie”, per fare capire che di famiglia non c’è solo quella composta da uomo e donna, ma anche quella omosessuale.
Tanto è vero che a capo del nuovo assessorato è stato messo Marco Giusta (nella foto insieme alla Appendino) ex presidente dell’Arcigay il quale così commenta la mutazione linguistica: “È un cambio di approccio, che segna il passaggio dal concetto di famiglia a quello plurale di famiglie. Non è solo una questione nominalistica, ma un atto politico che consiste nel dare un nome alle cose, a quelle realtà che già esistono e che non trovano un riconoscimento nemmeno nel linguaggio”.
Poi Giusta fa sapere che stanno valutando la possibilità di inserire nella modulistica dell’amministrazione le diciture “genitore 1 e genitore 2” e il riconoscimento formale della “famiglia omogenitoriale”. A dir poco strampalato – ma assolutamente coerente con l’ideologia gender – affidare l’assessorato alle famiglie ad una persona omosessuale e pluralizzare una realtà che per natura è univoca nella sua intima struttura.
Da: L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ
Niente di nuovo, forse non tutti gli aderenti al movimento hanno letto bene quello che intendeva la Casaleggio &C come famiglia e politiche famigliari nello “statuto” del movimento. (dqy)