Se c’è una domanda che accompagna tutta la storia dell’ uomo e che almeno una volta è apparsa nel nostro cuore o nella nostra mente, forse in un’ occasione triste, luttuosa, come quella della scomparsa di una persona che ci è stata cara è: ” dove andiamo a finire? Alla fine che cosa ci attende?” Alla fine della nostra vita, alla fine della storia dell’ umanità che sarà? – Bella domanda! Quale risposta dareste?
Le letture di questa Domenica ci vengono incontro e danno una risposta a queste domande ed è una risposta di speranza, di luce nonostante il grigiore del momento storico che stiamo attraversando, nonostante le paure e le incertezze che possono esserci nei nostri pensieri e nel nostro cuore. Accogliamo quindi le parole di Paolo:
“ Il mio Dio, a sua volta colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù” … – Parole che forse non ci ricordiamo spesso o non ci ricordiamo più- Quindi non abbiamo paura come ripeteva S. Giovanni Paolo II.
La risposta che ci viene data oggi è un immagine: quella del banchetto! Il banchetto ci parla di festa, di gioia, di sazietà non ci mancherà nulla, anzi sarà molto di più di quello che possiamo immaginare e il nostro stupore sarà grande come la gioia!
E, come dice la prima lettura in quel “banchetto”, a cui il Signore chiama, non vi sarà più posto per la morte, per le lacrime, né per la vergogna, cioè quell’ umiliazione che viene inflitta al nostro desiderio di vita, ma anche dal peccato che sempre ci degrada come persone! Nel banchetto che il Signore Gesù ci prepara nella sua casa, come abbiamo pregato con il salmo tutte queste realtà saranno superate…
La questione fondamentale è: “Accettare o non accettare l’ invito?” I santi, i martiri, tanti quest’ultimi anche ai nostri giorni sono quelli che hanno accettato l’invito … e non sono mica solo suore, preti, frati, consacrati o ordinati, ma anche laici, gente comune, semplicemente cristiani come ciascuno di noi. Fanno parte di quelli che il Vangelo indica come “ tutti quelli che troverete, ai crocicchi delle strade”.
Noi abbiamo accettato l’ invito visto che ci ritroviamo qui a celebrare l’ Eucaristia-
Ma tanti, anche oggi, non accettano l’ invito del Signore, forse anche fra quelli che sono familiari con il Vangelo non accettano, rimandano, hanno altre “cose” da fare … ma riflettiamo un attimo! Come è possibile rifiutare l’ invito ad una festa che risponde a tutte le nostre aspettative di vita, di gioia, di felicità, per rimanere nell’ insoddisfazione, nell’ ansia di una ricerca di risposte che sembrano non approdare a nulla …
Quante volte parlando della partecipazione alla Messa domenicale mi sono sentito dire, ma sa abbiamo altre cose da fare è l’ unico giorno che … dopo il che mettete tutto quello che volete, ma non sedere a tavola con Gesù,… troppo indaffarati a partecipare ad altri banchetti mondani. Attenzione perché non accettare l’ invito del Signore significa perdere la festa vera, la festa autentica, quello che non termina mai!
E magari anche noi siamo fra il secondo gruppo di invitati, non per meriti speciali, non perché siamo più degni degli altri, ma solamente perché nella sala vi sono “ buoni e cattivi”, questa varia umanità che tutti ci rappresenta!
Nel finale della parabola vi è però quella particolare richiesta del re, quella dell’ abito nuziale. È vero, non si va ad una festa con un abito qualsiasi, in modo particolare poi ad una festa di nozze. Ma cosa rappresenterà quindi quell’ abito, che è importante perché non averlo esclude dal banchetto, dalla festa?
Io ritengo rappresenti il nostro desiderio di partecipare e di accogliere l’ invito che il Signore ci fa’, questo desiderio ci permette di camminare giorno dopo giorno in quel cammino di conversione vivendo l’ amore/carità che Gesù ci ha lasciato in modo tale che non rimango uguale senza aver fatto neanche un piccolo cambiamento.
In altri termini: la passione per il Signore, quell’ entusiasmo del credere che permette a Gesù di entrare nella mia vita e di trasformarla!
Un amore/carità che ci fa essere anche come quei servi mandati ai crocicchi delle strade, cioè verso quegli ultimi, quei semplici, quegli umili e diseredati che accolgono con maggior apertura quella salvezza, quell’ invito al banchetto che Dio ci offre.
Perché chi pensa di avere tutto molto spesso non riesce ad apprezzare nessun dono e perché la logica di Dio è quella di rivolgersi in modo particolare a quelli che il “mondo” emargina, disprezza. A questo proposito leggendo qua e la, preparando questa mia riflessione ho trovato un episodio raccontato da un prete: può essere utile a riflettere a proposito di inviti e di invitati.
Riferisce un episodio che risale a quando Giovanni Paolo II ( San) andò in visita a Reims in Francia. Si predispone per la celebrazione della messa papale e come di consueto vi è da scegliere un certo numero di persone per ricevere la comunione dalle mani del Papa. Quale criterio? L’ arcivescovo scelse il criterio delle rappresentanze delle parrocchie. Questo criterio aveva escluso, tra gli altri, una ricchissima nobildonna francese, presidente di una multinazionale dello champagne, che , urtata, aveva chiesto di essere tra i prescelti, stimolando la scelta con un sostanzioso assegno per le opere diocesane. Ma, grazie al cielo si mantenne fede ai criteri scelti. Quando si trattò di definire la lista una persona si ritirò perché ammalata. Con chi sostituirla? Il prete incaricato andò dall’ arcivescovo sottoponendogli il problema, L’ arcivescovo rispose: “faremo come dice il Vangelo: esci e la prima persona che incontrerai la inviterai a ricevere la comunione dal papa”. Così fece il prete incaricato, ma sapete che Dio è spiritoso, chi fu il cinquantesimo invitato? Fu André, il barbone che quotidianamente mendicava all’ uscita della cattedrale, il primo incontrato all’ uscita dall’ episcopio, che ricevette – stupito – la comunione dalle mani di Giovanni Paolo II. ( P: Curtaz in: La parola compiuta )
Chi aveva l’ abito nuziale? La presidente della multinazionale che pensava con una sostanziosa offerta di prenotarsi un posto o il barbone che nella schiera dei poveri di Dio non si sarebbe mai atteso una cosa del genere e si lascia stupire dal Signore?
Ognuno di noi dia la risposta, ma verifichi anche se manchi, in questo caso provvediamo, siamo ancora in tempo: è sufficiente mettersi in cammino.
Soli Deo gloria (qydiacdon)