Anno B
Gesù entra a Gerusalemme fra ali di folla a dorso d’asino. La folla Osannante lo riconosce come: “Colui che viene nel nome del Signore … Benedetto” e riconosce la venuta del regno”…
Tutto sembra terminare nel migliore dei modi, è un successo, un trionfo …
Noi già sappiamo che non sarà così.
La folla è mutevole … come il cuore degli uomini. Ne sanno qualcosa i grandi “Capipopolo” che hanno costellato la nostra storia umana. Mutevole come il cuore dell’ uomo che ti applaude, ti acclama quando tutto va secondo quelli che sono i desideri e le aspettative del momento! Quando ogni cosa va secondo i desideri e le speranza attese, ma pronto ad insultarti, a rinnegarti, a metterti sul patibolo e a maledirti quando non lo assecondi, o dramma nel dramma, di andare controcorrente, con scelte difficili e coraggiose.
Questa folla prima osannante e, dopo, del crocifiggilo rappresenta ognuno di noi, rappresenta il cuore dell’ uomo di fronte a Gesù che chiede di essere accettato e riconosciuto. Questo Dio insolito che si manifesta a noi nella debolezza, nel servizio, nel non chiamarci: “ Servi”, ma amici!
Ed ecco allora il cuore di questa variegata umanità.
Vi è un cuore indeciso e nello stesso tempo superbo e altezzoso, quello di Pilato, forte con i deboli e debole con i forti, insoddisfatta che ricerca un onore e un prestigio personale.
Quello fragile, di Pietro che non resiste, non riesce ad essere fedele, ad andare fino in fondo.
Quello di Giuda, orgoglioso, questo male, l’ orgoglio, così diffuso oggi, che si insinua e produce effetti devastanti.
Poi i sommi sacerdoti, dal cuore indurito, arroganti nel loro potere, che anziché piegarsi a Dio vogliono usare di Dio.
Ma vi è anche il cuore di Maria, sotto la croce. Il cuore di una madre che è trafitto e partecipa alla sofferenza del figlio, vittima innocente, ma che ripete il suo sì, pur tra le lacrime e la prostrazione di un dolore indicibile.
Ma questo è anche il mio cuore di fronte a Gesù, a Gesù crocifisso e che attraverso il mistero della sua croce e risurrezione viene a mettere una luce, una speranza, una realtà nuova nella mia vita, nei dolori e nelle croci che tormentano ancora la nostra umanità?
Di fronte al crocifisso e alla Passione del Signore, stringendo fra le mani un ramo d’ ulivo, come fosse un fiore e non un amuleto magico, stiamo muti, ma interiormente chiediamoci qual’ è il nostro rapporto con Gesù, se lo accettiamo come principio e fine della nostra vita, come unica via che guida il nostro rapporto con Dio.
Chiediamoci se il nostro cuore è disposto a riconoscere, come il centurione ai piedi del crocifisso il Figlio di Dio, amico fedele e Salvatore dell’ uomo.
Soli Deo Gloria
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