Si è aperta a Milwaukee la Convention Democratica per ufficializzare la candidatura di Biden. Religiosi progressisti che sposano la causa dei “nuovi diritti” saranno alla Convention. I vescovi americani invitano a scegliere sulla base dei principi non negoziabili.
Aperta la fiction della Convention Democratica che incoronerà il tandem Biden-Harris, un passaggio più elettorale e mass mediatico che una vera e propria disfida per la candidatura, visti i ritiri di tutti i contendenti, tra insulti al nemico Trump e preghiere solidaristiche. La Chiesa Cattolica statunitense, non partecipa e rinvia i propri fedeli a valutare attentamente la coerenza tra gli insegnamenti evangelici ed i propositi dei due candidati Biden e Trump.
Il gruppo democratico dei ‘leader interreligiosi’ tenta di presentare le proprie ragioni per il sostegno a Biden. Un tentativo poco autorevole, vano, infondato e francamente evanescente. La Chiesa Cattolica il 14 agosto, dopo che nei giorni precedenti una dipendente della sua struttura aveva dichiarato pubblicamente le proprie simpatie per Kamala Harris, ha rilasciato una durissima nota stampa. “In nessun momento il personale della Conferenza è stato autorizzato a parlare a nome dei vescovi a sostegno o in opposizione ai candidati alle cariche elettive. Siccome i commenti in questione potrebbero avere portato alla confusione dei fedeli, è bene essere chiari: come cattolici, ognuno di noi è chiamato a valutare i candidati alle cariche pubbliche in base a quanto le loro politiche si allineano con i principi del Vangelo, come espresso dai vescovi statunitensi nel Forming Consciences for Faithful Citizenship”.
Il documento del 2016 richiama esplicitamente una corretta formazione delle coscienze per i fedeli nella partecipazione alla vita pubblica e alla vita politica della nazione. Le indicazioni dei Vescovi americani pescano a piene mani dalla Dottrina Sociale della Chiesa e della Nota Dottrinale del 2002, ricordando sin dall’introduzione che le sfide attuali riguardano la promozione della vita umana sin dal concepimento e la distruzione di milioni di vite con l’aborto, il dramma del suicidio assistito e l’abbandono dei malati ed anziani all’eutanasia, la promozione della famiglia naturale e la ‘ingiusta’ ridefinizione del matrimonio a favore degli LGBTI, i pericoli di limitazioni imposte alla libertà religiosa, della coscienza personale come delle opere di carità dei religiosi. Un documento chiaro, una bussola funzionante che indica chiaramente la direzione alla quale le scelte di cattolici devono guardare. Tutto è chiaro per i cattolici, soprattutto dopo gli impegni presi da Biden con le multinazionali dell’aborto e i propositi e le azioni che Kamala Harris ha da sempre intrapreso contro i pro life e a favore delle lobbies LGBTI.
Non a caso, gli unici due religiosi presenti alla assise democratica saranno il gesuita pro gay Padre James Martin e Suor Simone Campbell, già sostenitrice di quell’Obamacare che ha causato moltissime pene agli ospedali e case di cura cattoliche del paese per non aver permesso la pratica degli aborti. Tra i leader religiosi pro Democratici presenti (alcuni dei quali interverranno durante l’assise politica): il Rex Lee Jim (Presidente della Nazione Navajo), Neelima Gpnuguntla (della Comunità induista di Dallas), alcuni vescovi metodisti ed episcopaliani, il leader degli islamici di Milwaukee Imam Noman Hussain, il Vice Presidente della comunità evangelica latinoamericana Jeanette Salguero e il Rabbino Sharon Kleinbaum di una congregazione newyorkese. Tutti quanti, ovviamente, condividono la liberalizzazione dell’aborto, l’ideologia LGBTI+, matrimoni ed adozioni gay e un malsano sentimento solidaristico tanto evanescente, quanto infondato sul comune riconoscimento della Paternità di Dio e della conseguente dignità di tutti gli esseri umani dal concepimento alla morte naturale.
Oltre ai distinguo venuti dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici americani, gli attacchi recentissimi di 150 organizzazioni e lobbies di sinistra (sostenitrici di Biden e Harris) per chiedere la chiusura totale della Anti Defamation Legue, organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti dei cittadini e comunità ebraiche negli Usa e nel mondo intero, sono altro segno evidente della intolleranza ‘democratica’ verso le comunità e i valori giudaico cristiani . Un ennesimo passo falso dei Democratici e del tandem Biden-Harris che potrà anch’esso pesare in vista del voto di novembre. Anche a causa di tutto ciò, si comprendono gli insulti minacciosi e il crescere delle polemiche nei confronti del nemico Trump, ormai considerato, un obiettivo da abbattere e non un avversario politico da sconfiggere elettoralmente grazie a proposte convincenti.
La Convention Democratica si chiuderà il prossimo giovedì 20 agosto, sarà un crescendo di attacchi senza precedenti verso Trump ed i Repubblicani, si farà di tutto pur di alzare polveroni violenti e nascondere i successi delle politiche a favore della libertà religiosa ed educativa, pro life e pro family di Trump. E’ indispensabile, per il duo Biden-Harris (come lo è per Obama e Clinton), distogliere i cittadini americani dalla propria immoralità socialista e democratica e dagli esiti delle indagini e conseguenti incriminazioni che il Dipartimento di Giustizia comunicherà nelle prossime settimane sul Russiagate che ha martoriato sin dall’inizio la presidenza di Trump. Tra qualche settimana, gli americani potrebbero non solo prender atto della palese immoralità religiosa dei Democratici, ma anche degli evidenti abusi di potere istituzionale di tutto l’establishment democratico e di molti mass media USA. Un’inaffidabilità, morale ed istituzionale, al limite della delinquenza, che diverrà sempre più evidente (nonostante la manipolazione della informazione globale) con lo scorrere delle settimane.