È quello che capita nel cuore la vera svolta di tutto. L’igiene del cuore dovrebbe essere la nostra prima vera preoccupazione. È lì che si gioca veramente il nostro destino.
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo».
Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». (Mc 7, 14-23)
“Poi, chiamata la folla a sé, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete: non c’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa contaminarlo; sono le cose che escono dall’uomo quelle che contaminano l’uomo. [Se uno ha orecchi per udire oda.]»”. La rivoluzionaria considerazione che Gesù pronuncia nel Vangelo di oggi è come una sorta di rivoluzione copernicana nella visione religiosa non solo di Israele ma anche di ciascuno di noi. Infatti Gesù afferma che la vita non è buona o cattiva a seconda di ciò che c’è fuori di noi e che entra in noi.
E il riferimento non è solo a ciò che Israele considera puro o impuro nei cibi. Lo stesso discorso vale a livello esistenziale per tutto e tutti. Infatti non è il problema esterno che aggiusta o rovina la mia vita. Non è il dolore o la gioia che mi capitano a decidere il destino della mia esistenza. Ciò che conta di più è la posizione del cuore che io ho davanti a ciò che c’è fuori di me. È il cuore la discriminante ,e non le circostanze o le cose fuori di noi. «È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo». Dovremmo quindi smetterla di dare la colpa a ciò che ci è successo, a ciò che c’è fuori, a ciò che incontriamo e domandarci con che cuore stiamo vivendo la nostra vita. È quello che capita nel cuore la vera svolta di tutto. L’igiene del cuore dovrebbe essere la nostra prima vera preoccupazione. È lì che si gioca veramente il nostro destino. In fondo basta pensare alla storia del re Davide: quando fu scelto, il profeta Samuele aveva vagliato tutti gli altri suoi fratelli, ma fin da subito Dio aveva avvertito Samuele: “Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, io guardo il cuore”. Dio non ha mai smesso di ragionare così, noi invece dovremmo iniziare ad adeguarci a questo. (Mc 7, 14-23)
don Luigi Maria Epicoco in Aleteia