Dal Vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
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Questa Domenica ci porta a riflettere, attraverso Gesù a quello che dovrebbe essere una cosa che coinvolge ogni bambino, ogni uomo e donna. Che è l’esperienza della famiglia. Padre, madre, figlio/a. Questa cellula base della società a parole così valorizzata, ma nei fatti, spesso non sostenuta da interventi di sostegno adeguati. Una famiglia così umana, come quella di cui ci narra il Vangelo, alle prese con un figlio che pur rimanendo a loro sottomesso ci rammenta una realtà più grande a cui tutte le famiglie devono guardare. “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Così anche noi ci occupiamo delle cose di Dio? Sia a livello di singoli che come famiglia? È bello quando in chiesa si vedono famiglie, papà, mamme assieme ai loro bimbi e il nostro cuore si riempie di gioia. Il nostro cuore si vela di tristezza quando vediamo solo i bimbi senza avere accanto i loro genitori. Poi crescendo i figli faranno le loro scelte che potranno anche non essere in sintonia con le attese che avevamo, ma non per questo loro cessano di essere nostri figli e noi genitori. Continue reading