1 Maggio 2015: Giuseppe, il lavoro, Maria sede della sapienza

 

Letture della Messa nella memoria di S. Giuseppe lavoratore.

Mettiamo davanti a noi le figure di Giuseppe e di Gesù da una parte, e di Maria dall’ altra,  in questo inizio del mese di maggio, mese mariano, dedicato alla preghiera del Rosario.

Il 1 maggio, festa del lavoro,  è una festa laica, nata nel 1889 a ricordo di una sanguinosa repressione avvenuta a Chicago tre anni prima durante un corteo operaio. Questa festa  ci rammenta la complessa realtà del lavoro, difficile anche oggi nonostante tutto il cammino che si è fatto, e ancora oggi messa così in discussione anche di recente,  la Chiesa ci rammenta una dimensione spirituale del lavoro, almeno per il cristiano. Riflettere dal punto di vista della fede su questa realtà ponendoci davanti  la figura stessa di Gesù e di Giuseppe, che hanno condiviso  con noi questa realtà nell’ esercizio della professione del falegname/carpentiere dice il Vangelo, che abbiamo sentito.

Ancora una volta il modo di agire di Dio ci spiazza. In quella immersione totale nella nostra umanità, in Gesù   Continue reading

Mese di Maggio: Il rosario.

Perché il rosario si chiama così?

Leone XIII ha ricordato che viene chiamato “rosario” per esprimere il profumo delle rose, le Ave Marie recitate, in parallelo con la fioritura delle rose in questo periodo dell’anno, e la grazia della corona. Anticamente il rosario era chiamato anche il “salterio” della Madonna, perché erano 150 le invocazioni alla Vergine, proprio come sono i Salmi del Salterio. Dopo l’integrazione avvenuta nell’ottobre dell’anno 2002 per opera del Santo Padre Giovanni Paolo II, ora sono 200 le invocazioni, ma tutte orientate alla contemplazione ai misteri di Cristo, in cui Maria è compartecipe attiva, dall’Incarnazione alla Passione/ Risurrezione, passando attraverso la vita pubblica di Gesù, (misteri della Luce).

Il rosario è stato anche indicato con la stessa espressione con cui erano indicate le raffigurazioni delle cattedrali, cioè: “ La Bibbia dei poveri”, perché   Continue reading

Il Buon Pastore. Gv10,11-18, omelia con i bambini.

Domenica IV di Pasqua: delle pecore o del buon Pastore?

Il Vangelo ci pone davanti l’immagine del Pastore, che è un po’ lontana da noi oggi, come ho già detto altre volte, forse anche quella delle pecore. Non so quanti di voi bimbi abbiano mai visto una pecora?

Vi è una cosa, però, sulla quale penso siate tutti d’accordo con me: “ A nessuno  piace essere chiamato pecora”. Pensiamo subito di essere considerati dei fifoni, delle persone deboli, che non hanno il coraggio di dire le cose come si dovrebbero dire, di essere persone che non sanno far valere le proprie ragioni, di non essere liberi.

Eppure noi tante volte ci comportiamo proprio come delle pecore, che sono animali sensibili e miti, ma che hanno questa caratteristica: il bisogno di vivere assieme alle altre, è un animale sociale, quindi vivendo assieme alle altre le imita.

Allora proviamo a fare uno sforzo, immaginiamo per un attimo di essere delle “pecore”, senza per questo sentirci offesi. Siccome abbiamo bisogno di un pastore come lo verremmo?

Oggi succede che   Continue reading

NON POSSO DIRE PADRE NOSTRO SE …

Non posso dire Padre, se non mi comporto da figlio.

Non posso dire nostro, se vivo chiuso nel mio egoismo.

Non posso dire sia santificato il tuo nome, se non ti onoro e non ti amo.

Non posso dire venga il tuo Regno, se penso soltanto ai miei interessi.

Non posso dire sia fatta la tua volontà, se non  l’accetto quando non combacia con la mia.

Non posso dire dacci oggi il nostro pane quotidiano, se non mi importa di chi ha fame.

Non posso dire rimetti i nostri debiti, se continuo a conservare rancore.

Non posso dire non ci indurre in tentazione se ho intenzione di continuare a peccare

Non posso dire liberaci dal male, se non combatto ciò che non è buono.

Non posso dire amen, se non prendo sul serio le parole del Padre Nostro.

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P. Pellegrino: Un Dio sorprendente, Torino 1998

Dove stiamo andando? … Verso il Paradiso!

Avete mai osservato la gente che cammina per la strada? Di corsa, nessuno guarda nessuno; nessuno ha un sorriso da scambiare, un’ attenzione da rivolgere. Ma dove sta andando? A casa, a scuola, al bar, al supermercato, al centro commerciale … o … non si sa bene dove.

E tu, e io dove stiamo andando? Verso dove stiamo camminando?

Quando lo chiesero a don Bosco, quasi senza pensarci, disse: “ Dove sto andando? In Paradiso!” La nostra vita è un cammino verso il Paradiso. Molti, però, non lo sanno, non se ne rendono conto, alcuni pensano di essere già arrivati, altri pensano di crearsi il loro “paradiso” in terra. Alcuni sono tristi e si chiedono: “Perché vivere?”

E tu, e io ne siamo consapevoli? E siamo consapevoli che Gesù sta camminando con noi per indicarci la strada? Ce ne siamo accorti o, come i discepoli di Emmaus, non riconosciamo il Signore che sta facendo strada con noi?

Signore apri i nostri occhi perché sappiamo riconoscerti, apri il nostro cuore perché sappiamo amarti amando chi fa strada con noi!

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Liberamente tratto da: Ragazzi in preghiera – LDC

La paura, la pace, la misericordia, lo Spirito, la fede, la missione … (II Domenica di Pasqua)

Gv 20,19-31

La paura, la pace, la misericordia, lo Spirito, la fede, la missione …

Sei parole nelle quali possiamo sintetizzare? Riassumere? Condensare?  Il messaggio della Parola che abbiamo proclamato e ascoltato. Anche se non  dobbiamo mai dimenticare che  la Parola del Signore dice sempre molto di più e che lo Spirito Santo agisce e opera nel cuore dei credenti che si affidano a lui con una fede sincera e li guida per attualizzare in ciascuno di loroil Vangelo non come lettera morta, ma Parola di vita.

La paura!

Siamo alla sera di Pasqua. Dopo la conclusione tragica del Calvario i discepoli se ne stanno ben chiusi in casa. Hanno paura a farsi riconoscere come i seguaci del maestro/profeta di Nazareth … La paura li paralizza, come è successo a Pietro nel cortile del sommo sacerdote: “Forse anche tu sei uno  dei discepoli di quest’ uomo? “non lo conosco”, risponde Pietro.  Continue reading

Apparve in mezzo a loro e disse: “ Pace a voi” *

Hai augurato: “Pace a voi!”. Di che cosa è fatta la tua pace, Signore? No, non è soltanto l’assenza della guerra, la soluzione dei conflitti, la pazienza di chi manda giù senza ribellarsi, il cinismo di chi sostiene che tanto non cambierà mai nulla. Questa è la pace degli uomini, che non porta la gioia e, quasi sempre, non dura a lungo.

La tua pace va oltre. Varca i confini del cosmo, cala nell’intimo del cuore. Penetra gli abissi dell’anima, sfida i potenti dai loro troni.

È lo spazio dell’ascolto dell’altro.   Continue reading

Pasqua di Risurrezione *

Cristo è risorto, è veramente risorto alleluja

 Venerdì santo: la passione, la croce, il dolore, la morte … tutto sembra terminare lì, ma il Signore ama sorprenderci, come sempre.

Allora, quasi ubbidendo a un invito sussurrato dal cuore, siamo rimasti a vegliare e abbiamo ascoltato la notte. Una notte che ci ha parlato di un amore grande, che non può essere contenuto nei limiti del tempo e della storia; di un amore tenace che non teme di andare oltre … di andare fino alla fine.

Notte di vita, di speranza, di gioia perché ciò che angoscia di più l’ uomo : la morte, conseguenza del peccato e del nostro separarci da Dio,   che fa’ morire sono stati sconfitti. La morte non  diventa così l’ ultima parola, ma la penultima sulla vita dell’ uomo l’ ultima è la vita eterna e la risurrezione.

In questa notte   Continue reading

Veglia Pasquale nella notte Santa* , notte di gioia, notte di speranza, notte di salvezza! omelia.

La notte è una realtà polivalente. Realtà che si carica di significati diversi.

Vi sono notti cattive, ostili all’ uomo, in cui all’ orizzonte della mente si affacciano pensieri bui e  immagini tenebrose, che ci intimoriscono e ci fanno paura. Riaffiorano colpe ed episodi che pensavamo di avere rimosso da sempre!

Vi sono le notti dello sballo per fuggire dal vuoto profondo che invade il cuore dell’ uomo alla ricerca di significato.

Notti in cui insegui un sogno che vorresti vedere realizzato e che insegui una speranza.

E quante notti di sofferenza e di solitudine nella vita dell’ uomo.

Non mancano, neppure, le notti   Continue reading

L’ ora delle tenebre …Venerdì Santo *

Perché Malco ( il servo del sommo sacerdote ndr ) non capisce? Perché Pietro non capisce? Perché nessuno capisce? Perché questa è “l’ ora delle tenebre”. Ma poiché egli resiste e sta col cuore aperto e continua a chiamare “amici” i Giuda e ricompone l’ orecchio ai Malco di ogni tempo, poiché il suo amore non diserta e la sua grande bontà resta inchiodata sulle nostre diserzioni, una grande luce spacca questo tremendo mistero dell’ ora delle tenebre.

 La sua bontà non fu arrestata dalla nostra cattiveria, la quale inchiodandogli le mani, non gli chiuse la braccia, sbrecciandogli il cuore ne fece straripare l’ amore …

 Primo Mazzolari

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*2015