… Verso il sommo bene …

Se il tuo amore sarà un amore puro, libero e conforme al volere di Dio, sarai affracanto dalla schiavitù delle cose. Non desiderare ciò che non ti è lecito avere; non volere ciò che ti può essere di impaccio, privandoti della libertà interiore.
(…) Se tu andrai cercando queste cose o quest’altro; se vorrai essere qui oppur là, per conseguire maggiormente il tuo comodo e il tuo piacere, non sarai mai in pace, libero da angosce; perchè in ogni cosa ci sarà qualche difetto e
dappertutto ci sarà una che ti contrasta. (…)
Non sarà certo un luogo che ti darà sicurezza, se ti manca il fervore spirituale. Non sarà una pace cercate fuori di te che reggerà a lungo, se ti manca quello che è il vero fondamento della fermezza del cuore: vale a dire se tu non sei
saldamente in me. Puoi trasferirti altrove quanto vuoi; ma non puoi migliore te stesso. Se affacciandosi un’occasione, la coglierai, troverai ancora, e ancora di più, quello che avevi fuggito.

Dall’ Imitazione di Cristo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8..

XXXIV Domenica ordinario C – Gesù Cristo re dell’Universo – Ricordati di me …

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Parola del Signore
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Gesù Re? Spodestato, abbandonato, nessuno combatte per Lui, insultato dai sacerdoti e dai membri del Sinedrio, che ha tramato per la sua morte.
Troppo scomodo questo profeta che si assurge addirittura a Dio.

Proviamo per un attimo a pensare a quali sono i vari Re che in qualche modo ci vengono proposti oggi. Dei grandi re come ci presentava la storia in senso tradizionale non è che ve ne siano più tanti e se vi sono non lo sono come in passato. Oggi vi sono però altri re! I potenti della terra, quei miliardari, una decina o poco più che influenzano il mondo dal punto di vista economico e politico. Quelli che riempiono gli stadi correndo dietro una palla e a un mucchio di interessi economici, quelli del gossip che settimanalmente sono sulle copertine patinate delle riviste, quelli dei grandi concerti che riempiono anche quelli gli stadi. Continue reading

Il ponte.- La morte sotto un’altra prospettiva, racconto di Bruno Ferrero

Un contadino e il suo bambino erano in cammino verso un paese vicino, per la fiera annuale. La strada passava sopra un ponticello di pietra sgretolato e traballante per il fiume in piena.
Il bambino si spaventò. “Papà, pensi che il ponte reggerà?”, domandò.
Il padre rispose: “Ti terrò per mano, figlio mio”.
E il bambino mise la sua mano in quella del padre. Con molta cautela attraversò il ponte a fianco di suo padre e giunsero a destinazione.
Ritornarono che calava la sera. Mentre camminavano, il piccolo chiese: “E il fiume, papà? Come faremo ad attraversare quel ponte pericolante? Ho paura”.
L’uomo forte e robusto prese in braccio il piccolino e gli disse: “Resta qui fra le mie braccia e sarai al sicuro”. Continue reading

XXXIII ordinario C – Giudizio e il fine della storia

Dal libro del profeta Malachìa

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
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Di fronte agli accadimenti che accompagnano la storia, anche di questi giorni davvero ci sembra di dover dire, ma cosa sta accadendo? Sembra davvero “la fine del mondo”, le letture, però ci orientano in modo diverso.

Il profeta Malachia pure con toni che incutono un po’ di timore ci dice che ci sarà un giudizio. Quelli che commettono ingiustizie, nefandezze e quanto altro di cose non buone, non belle avranno una fine miseranda, mentre quelli che avranno agito secondo la logica e il pensiero di Dio, la sua volontà li attende una fine gloriosa, illuminati dalla luce di Dio.

Fissiamo, ora la nostra attenzione sul Vangelo! Ci sono queste persone che si fermano ammirate davanti agli splendori del tempio di Gerusalemme. A volte accade anche a noi davanti alle bellezze che ci sono e che incontriamo, il Signore, però mette in guardia: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». , Luca, quando scrive con ogni probabilità ha in mente la distruzione del Tempio avvenuta nel 70 d.C. ad opera dei romani, un dramma per gli ebrei ed anche per le prime comunità cristiane. Nonostante il tono cupo con cui Gesù descrive l’anticiparsi di questo tempo, ma anche di quei tempi in cui la nostra storia è attraversata da fatti catastrofici, e il tempo che viviamo non ne è risparmiato il Signore ci dice non vi terrorizzate, perché sarà proprio in questi momenti i suoi discepoli saranno chiamati a rendere testimonianza. È come se Gesù ci dicesse che certamente vi sono nella storia dell’uomo momenti brutti, di dolore, di sofferenza, ma la storia è nelle mani di Dio ed è proprio lì che Dio vuole realizzare il suo progetto, sia che sia la storia globale, sia quella personale.
La storia, perciò se è da salvare è anche un luogo benedetto in cui il Signore sta agendo, operando ed è proprio lì che è stato piantato il grande seme della salvezza quando Gesù è venuto in mezzo a noi, diventando il Dio con noi e per noi, facendo della nostra vita, della nostra storia, la sua vita e la sua storia. Continue reading

XXXII Domenica ordinario C –Credere nella risurrezione e nella vita eterna

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni Sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
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La risurrezione è il cuore della fede cristiana, oggi ci viene offerta una buona occasione per riflettere se vi crediamo e quanto ci crediamo

Di fronte la morte sempre ci poniamo più o meno consapevolmente la domanda: cosa ci sarà dopo, se vi sarà qualcosa e come sarà?
Le letture di oggi danno una risposta a queste domande. Continue reading

Solennità di tutti i Santi

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore
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Girando in questi giorni e guardando le vetrine vedevo tutte queste zucche, più o meno decorate. Anche ieri sera mentre ero seduto in un locale vedevo i bambini, ma anche le mamme che li accompagnavano mascherate da streghe o ammenicoli vari, ma anche dei papà.
Per noi invece non è la festa dei morti, ma dei vivi, perché i santi sono i vivi, anzi quelli che vivono la vera vita nella gloria e nella contemplazione di Dio in Paradiso.
Non guasta forse ricordare l’origine di questa festa. Intanto occorre dire che non è americana, ma di origine irlandese, quando i celti celebravano il loro capodanno nel passaggio stagionale. Ma cosa c’entrano le zucche con tutto questo?

L’usanza di intagliare le zucche, invece, non deriva dai celti, ma da una leggenda irlandese, nota come “Jack’ o’ lantern” che parla del patto fra un uomo e il diavolo; con questo patto Jack riuscì a ingannare il diavolo; evidentemente chi ha coniato il detto “la donna ne sa una più del diavolo” non conosceva questa leggenda
Jack era un fabbro, aveva la fama di uomo astuto, avaro, ubriacone e scommettitore e riuscì ad ingannare il diavolo che era sceso sulla terra per prendergli l’anima.
Ma il fabbro giocò uno scherzetto a Belzebù in maniera da avere la meglio.
Jack si trovava a bere in una taverna, ma, nonostante fosse ubriaco, escogitò un espediente: chiese di fare un’ultima bevuta prima di scendere agli inferi, dopo di che, al momento di pagare, si lamentò di non avere soldi e implorò il diavolo di trasformarsi in moneta per aiutarlo.
Il dio del male acconsentì, ma una volta trasformatosi in moneta, Jack l’afferrò Il dio del male acconsentì, ma una volta trasformatosi in moneta, Jack l’afferrò e la mise nella tasca dove c’era un crocifisso d’argento. Il simbolo cristiano, come vuole tradizione, paralizza il diavolo il quale, implorando di essere liberato, offrì a Jack di prolungare la sua vita 10 anni, e l’uomo accettò.

Trascorsi dieci anni il diavolo si materializzò nuovamente davanti a Jack durante una passeggiata nelle campagne in preda ai fumi dell’alcool, pretendendo la sua anima.

Anche stavolta Jack riuscì ad ingannare il maligno con un escamotage: gli chiese di arrampicarsi per raccogliergli una mela dall’albero. Il diavolo accettò, così Jack fu in grado di bloccarlo di nuovo, incidendo con un coltello una croce sul tronco della pianta. In cambio della liberazione del diavolo, l’uomo ottenne la promessa che il malvagio avrebbe lasciato libera la sua anima.

Jack morì, la notte del 31 ottobre; a causa della sua vita dissoluta non venne accettato in paradiso, ma nemmeno all’inferno perché il diavolo, ancora offeso dai torti subiti, si rifiutò di aprirgli le porte. Tuttavia, il demonio gli diede un tizzone ardente per illuminare il suo cammino. Per non far spegnere la fiamma che gli permetteva di orientarsi nell’oscurità, Jack scavò un cavolo rapa e pose il tizzone all’interno, a mo’ di lanterna. Da quel momento fu costretto ad errare da solo per l’eternità. Continue reading

XXXI Domenica ordinario C – Contro il puntare il dito la tenerezza di Dio

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore

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commento vangelo xxxi domenica tempo ordinario anno c – don lucio  d'abbraccio

Un altro personaggio con cui ci incontriamo oggi nel Vangelo, dopo quelli delle domeniche precedenti: Zaccheo.
Se volessimo descrivere con delle caratteristiche dei nostri giorni potremmo proprio dire che Zaccheo è un leader, un arrivato dal punto di vista economico, visto che ha ricevuto l’incarico di riscuotere le tasse da parte dell’invasore romano. Un grande astuto come i coccodrilli dell’alta finanza che non si fanno scrupoli di fronte a nessuno. Guardate che ci sono ancora oggi e hanno nomi e cognomi. Eccone alcuni, conosciuti e altri meno:
I PIÙ RICCHI DEL MONDO CLASSIFICA 2022
ELON MUSK
JEFF BESOS
BERNARD ARNAULT
BILL GATES
WARREN BUFFET
LARRY PAGE
SERGEY BRIN
LARRY ELLISON
STEVE BALLMER
MUKESH AMBANI

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) – Come pregare …

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore
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Domenica scorsa attraverso la vedova che chiedeva giustizia a quel giudice, che non temeva nessuno ci richiamava all’importanza della preghiera e di pregare senza stancarsi, oggi il Signore, attraverso questi due personaggi, quello del Fariseo e del Pubblicano ci fa riflettere su come deve essere la nostra preghiera, quale atteggiamento deve avere.
Scrive un commentatore: “Non raccontiamoci storie: sopravvivere nella fede, in questi fragili tempi, richiede una costanza e una determinazione degna di un martire. I ritmi della vita, le continue spinte che ci allontanano dalla visione evangelica, un certo sottile scoraggiamento ci impediscono, realisticamente, di vivere con serenità il nostro discepolato ( per chi si mette in cammino al seguito di Gesù. Ndr.).
Un cristiano adulto con moglie e figli, se riesce a sfangarsi dall’organizzazione della vita quotidiana (lavoro,scuola, spesa …), difficilmente riesce ad organizzarsi una vita interiore che vada al di là della messa domenicale.
Eppure se riusciamo, quotidianamente, a trovare uno spazio, seppur piccolo, di preghiera e interiorità, non riusciremo a conservare la fede. (Curtaz) Continue reading

XXIX Domenica C “ Pregare sempre senza stancarsi mai”

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
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“Il Figlio dell’uomo troverà ancora fede sulla terra?” Bella domanda Gesù.
La guerra, la situazione economica che stiamo attraversando, con
l’aumento dell’energia, per tanti l’impossibilità di far fronte a bisogni fondamentali come, ad esempio potersi scaldare quando arriverà l’inverno, o poter mangiare. Di fronte a palesi ingiustizie dove alcuni percepiscono retribuzioni eccessive e altri nemmeno da sopravvivenza.
Che dire poi della malattia, della morte di chi ci è caro, ma che anche noi dovremo sperimentare!
Credere non è né scontato, né facile così la nostra fede può vacillare, per non dire poi della sofferenza dei piccoli dei bambini quando vengono presi da mali incurabili, perché la Dea scienza è impotente.
Vero le difficoltà, il dolore, ci fa mettere in discussione Dio! “Se Dio c’è perché permette …” Si sente spesso dire. Continue reading

XXVIII Domenica ordinario C – Guariti o salvati? Gratitudine

Dal Vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore
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Noi crediamo in un Dio buono, tenero, di misericordia, ma quando ci incontriamo con il grande mistero del dolore, della sofferenza, della malattia, della morte stessa tutto questo può accadere che rivenga messo in discussione, da chi ci ascolta, ma a volte anche da noi stessi. Proviamo a pensare quando ti possono diagnosticare una malattia grave come un cancro, e la fiammella delle fede, che già fra le complesse vicende di questo mondo vacilla, sembra spegnersi del tutto.
Oggi la Parola di Dio ci fa incontrare, forse anche scontrare con questo grande mistero. Naaman il siro della prima lettura e i dieci lebbrosi del Vangelo ci devono far prendere consapevolezza della nostra fragilità e spesso anche impotenza di fronte alla malattia e al decadimento fisico che per nostra natura umana accompagna la nostra esistenza.
Il vangelo ci presenta questi lebbrosi che gridano, come è il grido di tanti che si trovano ad affrontare la malattia. Mi vengono in mente i bimbi che sono ricoverati nei reparti di oncologia pediatrica e delle loro famiglie.
Certo essere guariti è importante, me è più grande essere guariti o essere salvati da ciò che spaventa di più ciascuno di noi, cioè la morte definitiva,
l’annientamento di quella vita per sempre che noi agogniamo, che desideriamo? Continue reading