Il Pane della Misericordia – XVII domenica anno B, Giovanni 6,1-15

 

“Nella Prima guerra mondiale era estremamente difficile ai reparti attraversare la terra di nessuno fra le trincee. Singoli soldati specializzati, però riuscivano nell’ impresa strisciando verso le postazioni nemiche e sorprendendo sentinelle isolate che, fatte prigioniere, sarebbero poi state sottoposte ad interrogatorio. Un tedesco, che in passato aveva già fatto molte volte con successo missioni del genere, riuscì, una notte, a superare abilmente la terra di nessuno e a sorprendere una sentinella nemica isolata nella sua trincea. Il francese, che in quel momento stava mangiando tranquillamente, si lasciò disarmare senza opporre alcuna resistenza. Aveva in mano solo un pezzo di pane e fu allora che offrì al nemico un po’ di pane. Il tedesco fu così colpito dal dono, da non riuscire a portare a termine la missione. Lasciò libero il prigioniero e se ne tornò indietro a mani vuote” ( S. Messina e P. Raimondi in Abbiate sale in voi stessi.)

 

Un piccolo pezzo di pane offerto ha suscitato la misericordia del nemico che è stato disarmato nelle sue intenzioni. Il miracolo  della “ moltiplicazione dei pani” accade per quella folla di ben cinquemila uomini.

Accade per noi oggi in ogni Eucaristia che celebriamo e per tutti gli uomini di ogni luogo, di ogni momento storico. Ci lasceremo anche noi disarmare del nostro peccato, dell’ egoismo, di ogni cattiveria ed ingiustizia, di ogni nostra incerta e fallace sicurezza e accettare quel dono del Pane vivo, ”disceso dal cielo”, che è Gesù stesso, cibo d’ amore e di misericordia per tutti quelli che se  ne nutrono.

 Se il piccolo dono della merenda di un ragazzo, cinque pani e due pesci hanno potuto fare molto di più di quello che si poteva fare con “ duecento denari” , che corrispondeva alla paga giornaliera di un centurione veterano, che cosa potrà fare il Signore con l’ offerta del dono della nostra vita?

Guardiamo ai santi e alla loro testimonianza, guardiamo a Maria!

Non sciupiamo nulla! Nel vangelo Gesù fa raccogliere quanto rimane, così ciascuno di noi non sciupi nulla di quanto Gesù dona in ogni Eucaristia, in ogni comunione. Ognuno di noi, lui stesso deve farsi portatore di nutrimento d’ amore e di misericordia nella sua persona, nei suoi gesti, nelle sue parole, perché gli uomini non cerchino Gesù come Colui che è venuto a dare risposta ad una semplice fame materiale, ma di quella “fame di Dio” che ognuno di noi porta in se, magari senza rendersene conto.

 Signore…
“Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano
e sazi la fame di ogni vivente.” ( Salmo 144 )

 Soli Deo Gloria
qydiacdon

AAA: Vacanza alternativa offresi … tour operator: Gesù – XVI Domenica anno B

Venite in disparte, riposatevi un po’ …
Sono le parole che abbiamo sentito nel Vangelo, rivolte ai discepoli che Gesù ha inviato in missione ad annunciare il Regno, la conversione e che sono tornati  e gli hanno raccontato “ tutto quello che avevano fatto ed insegnato”.

Esattamente come è per ciascuno di noi come cristiano inviato nel mondo come testimone e annunciatore del regno di Dio.

Fra le tante esigenze, che noi abbiamo come persone, per come siamo fatti vi è anche quella del riposo, che comunemente viene inteso come astenersi o sospendere un’attività per recuperare le forze, ritemprare. Alcune professioni sono poi particolarmente faticose sia fisicamente che mentalmente.
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Domenica XV ordinario B – Mc 6,7-13

 

” O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme … Per Cristo…”

 Concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme …

 

Coloro che si professano cristiani …
noi ci professiamo cristiani, tanti si professano cristiani, perché sono stati battezzati, cresimati, hanno fatto la prima comunione, la cresima e poi… Poi ci fermiamo qui! Il nostro non è un essere cristiani, tante volte e non per tutti per fortuna, ma è un dirci cristiani.

L’Essere, quello con la E maiuscola si inserisce profondamente nell’ identità personale di ogni singola persona e la caratterizza, la contraddistingue e cerca di renderlo quello che deve veramente Essere. 

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Si meravigliava della loro incredulità … ( Mc 6,1-6) – XIV Domenica anno B

 

Nel cammino che  stiamo facendo assieme a Gesù in queste Domeniche, è come se il Signore stesse componendo per noi un dittico! Da una parte la fede della donna afflitta dalle perdite di sangue, di Giairo, dall’ altra il dubbio, l’ incredulità, lo scandalo per chi, di fronte a Gesù, rimane solo al di fuori, all’ esteriorità.
L’ incredulità è quella degli abitanti di Nazareth, suoi compaesani, che presumono di conoscerlo bene. Conoscono i suoi parenti, pensano di sapere tutto ciò che lo riguarda e si scandalizzano perché ha la pretesa di porsi  davanti a loro come maestro che proclama la verità di Dio.

Come è difficile la fede.
La fede non è un fermarsi al “di fuori”, a ciò che presumiamo di sapere di Gesù, ma è  fare “ esperienza di Gesù”.

Quel conoscerlo intimamente, profondamente in un rapporto che non può rimanere a livello epidermico, ma che è unione intima, profonda, spirituale e perciò vitale.

Il grande male che colpisce i cristiani oggi    Continue reading

Chi è l’ uomo?

“… Facendoci conoscere il Padre, Gesù, ci porta anche alla migliore comprensione di noi stessi; ci fa conoscere chi siamo in realtà, quale sia lo scopo del nostro permanere sulla terra, quale ultima sorte ci attenda.
Così veniamo a sapere – e nessuna notizia è per noi più interessante e risolutiva di questa – che siamo stati chiamati ad esistere non da una casualità anonima e cieca, ma da un progetto sapiente e benevolo.
Veniamo a sapere che l’uomo non è un viandante smarrito che ignora donde venga e dove vada né perché si sia mai posto in viaggio, ma un pellegrino motivato, in cammino verso il Regno di Dio (che è diventato anche suo) e verso una vita senza fine.
Il dilemma fra l’ essere increduli e l’ essere credenti è in realtà il dilemma tra il ritenersi collocati entro un guazzabuglio insensato e il conoscere di essere parte di un organico e rasserenante disegno d’ amore. L’alternativa, a ben considerare, sta fra un assurdo che ci vanifica e un mistero che ci trascende; l’ alternativa che esistenzialmente diventa quella fra un fatale avvio alla disperazione e una vocazione alla speranza.
Perciò san Paolo  può ammonire i cristiani di Tessalonica a non essere malconci e sfiduciati come gli altri; “come gli altri – egli dice – che non hanno speranza” (1Ts 4,13).
Questa è dunque la sorte invidiabile di coloro che sono “di Cristo”; dal momento che “conoscono le cose come stanno”, non sono costretti ad appendere ai punti interrogativi la loro unica vita.
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liberamente tratto da: Giacomo Biffi, La fortuna di appartenergli, ESD

 

“ Chi sei tu, Signore?”. La domanda attraversa i secoli … *

“ Chi sei tu Signore?”. La domanda attraversa i secoli e raggiunge me. Oggi, in questo momento. Non posso affidarmi a risposte da manuale, né a un maldestro imparaticcio. La mia risposta deve venire dalla vita, prima ancora che dalle labbra. È vero che me la pongo tante volte, però non trovo mai una risposta che mi acquieti una volta per sempre. Devo essere un ostinato ricercatore, devo imparare a decodificare la tua identità dal messaggio del Vangelo, dalle sapienti aspirazioni dello Spirito, dalle persone che incontro, soprattutto quelle più bisognose, con le quali tu mi hai detto di identificarmi.
Rimane la tentazione di affidarsi a risposte da manuale, preconfezionate e pronte all’uso. Ma poi il passaggio
“all’usa e getta” è facile, quasi istintivo. Oppure sussiste il rischio di essere prigioniero di notizie acquisite che, se non ossigenate dal soffio del giusto aggiornamento, finiscono per sclerotizzarsi, diventando una gabbia.
Accettando il detto che “tutto ciò che vive si trasforma”, voglio mettermi in salutare ascolto della tua Parola, sentire gli echi della storia, quella vicina e quella lontana, vivere da protagonista la mia vita e percepire con il fremito il “ novum” che sei tu. Di volta in volta, le affermazioni perenni sulla tua identità avranno la fragranza della freschezza e l’ originalità dell’ inedito, perché saranno la mia mente e il mio cuore a percepirti come se fosse la prima volta.
È una grazia che ti chiedo, Signore, per me e per tutti.
Amen.

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Mauro Orsatti in Servizio della Parola – commento alla XIV Domenica ordinaria B

La mia figlioletta sta morendo: vieni … perché sia salvata e viva.

Vangelo di Marco 5, 21-43

Ha fiducia in te quel padre che ti supplica di salvare sua figlia. Tu lo segui, ma gli chiedi di continuare a fidarsi di te anche quando lo avvisano che la fanciulla è morta, perché nulla è irreparabile per te e non sarà certo la morte a pronunciare l’ ultima parola nella lotta tremenda che hai ingaggiato con essa.
Proprio per questo tu sei venuto, Gesù, per strappare alle sue mani uomini e donne di ogni età, di ogni razza e condizione. I segni che offri non sono che l’ anticipo di quanto accadrà alla fine dei tempi, quando finalmente scompariranno dalla faccia della terra la morte e il suo triste corteo di pene e di sofferenze, di malattie e di disagi, di dolori e di lutti.
In quel giorno, Signore, parteciperemo ad una pienezza di gioia che nulla potrà più minacciare o mettere in pericolo. Ma fin d’ora tu ci vieni accanto ed a noi come alla figlia di Giairo, prendendoci per mano, dici: “Alzati”, e ci doni la forza per andare avanti.

Roberto Laurita, in Servizio della Parola

“Talità Kum …” “ Talità … alzati “: Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. XIII Domenica annoB

Domenica scorsa mentre i discepoli attraversavano il “mare” ,si scatenava la tempesta. Essi, presi dalla paura di morire chiedevano a Gesù: ” Signore non t’ importa che siamo perduti?”. A noi e a loro egli poneva questa domanda: “Non avete ancora fede?”

Oggi il Vangelo ci mette di fronte a due situazioni che sono davvero quelle tempeste che appaiono nella vita degli uomini. Questa donna che da dodici anni è affetta da questa malattia.
Proviamo a pensare: una lunga malattia che non comporta solo una sofferenza fisica, ma anche la sofferenza di un’ esclusione  dalla vita sociale e religiosa, perché  chi fosse venuto in contatto con quella donna diventava impuro egli stesso.
Poi Giairo, un padre  che ha la figlia che sta morendo. Quale tempesta  si abbatte nella vita di questo padre. Difficile parlarne, perché non vi sono parole … quale dolore più grande da parte di un genitore!

Ricordo  di un genitore che purtroppo, passato attraverso la perdita del figlio,

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Maestro non t’ importa che moriamo?

La nostra domanda:
“ Quando avvertiamo il sibilo delle tempeste che assalgono la nostra vita, vorremmo che Tu
immediatamente comandassi al vento di tacere. Ma Tu, spesso, non lo fai. Ci sarà un motivo?

La risposta:
“ Quando sentite i primi sintomi delle malattie vorreste sconfiggerle subito senza pensare di risolvere le cause,
di rimettere in equilibrio il corpo che vi sta dicendo: “Rallenta”.
Quando incrociate chi è troppo pigro, sicuro di sé o, estraniato, si frappone ai vostri progetti, vorreste toglierlo di mezzo senza provare a vedere se nelle sue ragioni c’è uno scampolo di verità per voi.    Continue reading

“Passiamo all’altra riva” – XII domenica ordinario B

Passiamo all’ altra riva!
Il Signore Gesù ci ha chiamato e ci chiama ogni giorno ad essere suoi discepoli e anche a noi, che ascoltiamo  e spezziamo la Parola Domenica dopo Domenica, Eucaristia dopo Eucaristia, oggi fa questa proposta quello di fare “ una traversata”, in un’ ora un po’ insolita. Siamo verso sera, verso il finire del giorno, quando scende la notte e le cose non sono più così visibili.

Un po’ come quando nella nostra vita vi sono i momenti di difficoltà, i momenti di prova e d’incertezza; i momenti in cui sembra  che non solo tutti ci abbandonino, ma che  Dio stesso sia lontano, “ addormentato sul cuscino a poppa”. Quello che conta, però, è: accettiamo di compiere questa traversata, su “ un mare” che non è poi così limpido, perché di notte l’acqua non è cupa! La notte, il buio incutono sempre un po’ di timore. Continue reading