È questa la tua domanda di oggi, Signore: hai imparato a conoscere le tentazioni che portano via luce e gioia dalla vita, tua e altrui?
È passato il tempo in cui le tentazioni erano le scorpacciate di nutella o l’ acquisto di una smisurata di figurine per concludere l’album dei calciatori Panini. Le tentazioni sono difficili da riconoscere, proprio perché vivono subdolamente a cavallo della menzogna, della doppiezza e dell’ ambiguità.
Se una voce della mente suggerisce un atteggiamento, immediatamente un’ altra porrà il dubbio e troverà mille scuse per limitare la nostra azione, o per giustificare il sentiero più facile. La tentazione si adagia sulla vita quotidiana, spingendo a rimandare, a tollerare, a subire.
La tentazione diventa un’abitudine, vizio che si spaccia come indispensabile, piccolo contrappeso ai disagi della vita. La tentazione sospende la tua azione, spigandoti che hai già fatto abbastanza, che adesso tocca a qualcun altro. La tentazione ti chiude gli occhi, spegne i sensi, risveglia il tuo sonno.
La tentazione ti spinge a non esserci, ad anticipare il tuo ultimo viaggio, o ad ancorarti nel passato, tra i ghiacci e le notti che sono state, quando è il tuo presente ad avere bisogno di te.
Ognuno ha le sue tentazioni, compresa quella di credere di esserne immune, di avere fatto tutto il possibile, o di essere un povero peccatore che non potrà mai cambiare e crescere, alla sua età!
Per questo ti chiediamo lo Spirito che viene da te: Lui sarà il nostro faro e la nostra energia, come lo fu con te nel deserto, per darci mente lucida e risposta pronta, animo santo e forza illuminante, e tutti ne guadagnano.
S. Messina e P. Raimondo in Suo Padre uscì a supplicarlo- ed. Effatà