Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria – Chiusura mese di maggio

 

Festa della visitazione, come accade alla chiusura di ogni mese di Maggio. Ancora una volta in questo mese mariano, Maria si è messa in viaggio, come ha fatto con Elisabetta per incontrarci in quella che è la preghiera della contemplazione per eccellenza: il Rosario.

Nel Rosario noi contempliamo tutti i misteri della vita di Gesù e di Maria, la sua recita, non dovrebbe essere una cosa meccanica, come purtroppo può accadere. Vi è a questo proposito un bell’aneddoto della vita di S. Giuseppe da Copertino.
Quando S. Giuseppe da Copertino era ancora un giovane frate usciva ogni giorno dal convento, insieme ad un confratello, per la questua. Andare a piedi verso il paese era un tragitto lungo che poteva risultare noioso dopo averlo percorso tante volte, così ché quel giorno il confratello suggerì a Giuseppe di recitare, ognuno per proprio conto e silenziosamente, tante Ave Maria finché fossero arrivati.
Giunti in paese il fraticello disse: “Io sono arrivato a cento Ave Maria, così tante ne ho dette durante il tragitto e tu? Quante ne hai recitate tu?”. Il confratello chiedeva, ma Giuseppe non rispondeva. Dietro le numerose insistenze dovette cedere e, abbassando la testa umilmente disse. “Non ho ancora finito la prima!”.
Il fatto è che Giuseppe, ogni volta che vedeva o parlava con la “cara mamma sua” come chiamava la Madonna entrava in estasi!
L’ estasi è un dono che viene concesso, ma meditare e contemplare possiamo cercare di farlo tutti.     Continue reading

Lottare e disprezzare le suggestioni del diavolo.

 

Segno di virtù e di grande merito, è questo: lottare quando si affacciano i cattivi impulsi dell’animo, e disprezzare le suggestioni del diavolo. Dunque non lasciarti turbare da alcun pensiero che ti venga dal di fuori, di qualsiasi voglia natura. Saldamente mantieni, invece i tuoi propositi, con l’ animo diretto a Dio.
Non è vana illusione che, talvolta, tu sia d’un tratto portato fino all’ estremo rapimento, per poi ritornare subito alle consuete manchevolezze spirituali; queste infatti non dipendono da te, ma le subisci contro tua voglia. Anzi fino a che tali manchevolezze ti disgustano, e ad esse resisti, questo è cosa meritoria, non già rovinosa per l’anima.
Sappi che l’ antico avversario tenta in ogni modo di ostacolare il tuo desiderio di bene, distogliendoli da qualsiasi esercizio di devozione; distogliendoti cioè dal culto dei santi, dal pio ricordo della mia Passione, dall’ utile pensiero dei tuoi peccati, dalla vigilanza del tuo cuore; infine dal fermo proponimento di progredire nella virtù.

(Dall’ Imitazione di Cristo, versione di Ugo Nicolini)

Corpus Domini 2016 – Ciclo C

 

Celebrare la festa del Corpo e del sangue di Cristo, significa riconoscere la presenza reale di Gesù nel Sacramento dell’ altare, fonte e culmine di tutta la vita della chiesa e di ogni cristiano. Questo implica da parte nostra delle responsabilità!

La presenza reale di Gesù nell’ Eucaristia obbliga a confrontarci con Gesù e se il nostro modo di essere, di agire, di parlare, di vedere e di avvicinarci agli altri è quella di Gesù.
Gesù non ci ha lasciato un codice di comportamento, e basta, ma molto di più, un modo di essere e di porci nel mondo e nei confronti del Padre, di Dio, che deve sempre più assomigliare al suo. Nella seconda lettura, Paolo trasmette quella che è l’ istituzione dell’ Eucaristia, fondamento e anima della vita della Chiesa. Lo fa non in una discussione teologica astratta, ma rivolgendosi ad una comunità concreta, reale, divisa e agitata su tante questioni: il rapporto fra la sapienza del mondo e la sapienza che nasce dalla fede, un caso di incesto e la relazione fra matrimonio e verginità, la fornicazione, tant’è che Paolo arriverà a dire:
“ Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il Regno di Dio”.
I Corinti, credendosi dei “sapienti” e degli illuminati venivano a trascurare quello che è l’ evento fondante dell’ essere cristiani: la Pasqua di Cristo alla quale noi partecipiamo in ogni Eucaristia. Può essere che questo accada anche oggi per tanti di noi.
Papa Paolo VI afferma: “ Nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino hanno cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il sangue adorabile del Signore Gesù”( Paolo VI, Professione di fede del 30.6.1968).      Continue reading

Gesù pane nei deserti della vita- (Corpus Domini 2016)

 

Nei deserti della vita, Gesù noi avanziamo a fatica, e passo dopo passo proviamo quanto sia difficile procedere tra l’ ostilità e l’ incomprensione, in mezzo ai conflitti e ai pregiudizi.
Nei deserti della vita, Gesù, noi sperimentiamo ogni giorno la nostra fragilità: spesso vacilliamo e cadiamo e non ce la facciamo a rialzarci per riprendere il cammino.     Continue reading

Dio, nessuno lo ha mai visto – Santissima Trinità C (2016)

 

“Dio, nessuno lo ha mai visto”, dice l’ evangelista Giovanni nel suo prologo, eppure noi professiamo la fede in un Dio che diciamo, pur essendo un Dio unico, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Se ci pensiamo bene, tutta la nostra vita di fede è intrisa dalla Trinità, a cominciare dal segno di croce che viene tracciato sulla fronte del bambino che verrà battezzato e che sempre facciamo all’ inizio di ogni preghiera; lo abbiamo fatto anche adesso all’ inizio della Messa, professiamo la fede nella Trinità quando al termine della consacrazione il sacerdote alzando il pane e il vino dice: “ Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te Dio Padre onnipotente nell’ unità dello Spirito santo ogni onore a gloria per tutti e secoli dei secoli…”
Ripercorriamo la professione di fede, il Credo che recitiamo, che è Trinitaria.

Se la Parola della Scrittura ci fa scoprire Dio come mistero di comunione di persone, “il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.”      Continue reading

Dell’ amore verso Dio …

 

L’amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime, virile e sempre dimentico si sé: chè se uno cerca se stesso esce fuori dall’ amore.
L’amore è attento, umile e sicuro; non fiacco, non leggero, , né intento a cose vuote; sobrio, casto, costante, quieto e vigilante nei sensi.
L’amore è sottomesso, basso e disprezzato ai suoi occhi propri; devoto e grato a Dio. In Dio confida e spera sempre, anche quando non lo sente vicino, perché non si vive nell’amore senza dolore. Colui che non è pronto a soffrire ogni cosa e ad ubbidire al suo Diletto, non è degno di essere chiamato uomo d’amore; questi deve abbracciare con slancio tutte le avversità e le amarezze per il suo diletto, senza da ciò deflettere, qualsiasi evenienza si frapponga.

Dall’ imitazione di Cristo

Un Gesù d’ accordo con tutto e con tutti?

 

Un Gesù che sia d’ accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la scrittura, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del “ Vangelo” dove non esiste più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con il Vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre”. Il perdono è esigente e chiede ad entrambi – a chi lo riceve e a chi lo dona – una presa di posizione che concerne l’ intero loro essere. Continue reading

Arriva lo Tsunami- Pentecoste 2016 anno C – Meditazione con i cresimandi

 

Domenica scorsa Gesù diceva ai suoi: “ Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo ad ogni creatura … battezzate, chi crederà sarà salvo, chi non crederà …” Brutta cosa non credere, perché quando l’ uomo non crede, cioè non accetta di vivere nella fede combina un sacco di pasticci.

La prima lettura della messa della vigilia ce lo ricorda.
… Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Quando l’ uomo non crede da un “po’ di matto,” pensa di essere come Dio, esattamente come fanno quegli uomini nell’ episodio della torre di Babele. Vogliono fare una grande torre per scalare il cielo e sappiamo che nella Bibbia il cielo indica non tanto un luogo, ma contrapposto alla terra, indica quella realtà dove è Dio, ( la “dimora” di Dio). Vogliono prendere il posto di Dio! E guardate i risultati … non ci si capisce più. Viene una grande confusione, un grande caos. L’ uomo non capisce più il suo prossimo. È quella grande tentazione che è sempre presente nella storia degli uomini, quella che sta all’ inizio della Bibbia: quella dell’ uomo che vuole mettersi al posto di Dio. Tutti noi lo facciamo, prendiamo il posto di Dio quando non ascoltandolo, non accogliendolo vogliamo fare di testa nostra, decidere da soli.

Gesù ci dice: Ama Dio, ama il prossimo! Io invece amo solo me stesso, degli altri non mi importa nulla, del Signore ancora meno! Gesù ci dice non vendicarti, perdona, ma noi non solo non perdoniamo, ma ci vendichiamo abbondantemente.
Allora vi è bisogno di parlare un linguaggio nuovo, diverso, che è quello che ci ha insegnato Gesù, ma per fare questo abbiamo bisogno di un maestro, di un maestro speciale, questo maestro è lo Spirito Santo.

È Lui che ci insegna il linguaggio del saperci donare come …. In quell’ episodio in cui …    Continue reading

Prenderemo dimora presso di lui ( Pentecoste)

 

È forse questa la santità, Signore? Lasciare che tu metta le tende nel nostro territorio, permettere che tu ammorbidisca il nostro cuore di fronte ai presunti nemici, avere l’ abitudine di ascoltarti e fare in modo che le nostre voci diventino una sola … È brutto, ma a volte la parola “santo” ci fa paura. Abbiamo in mente storie al limite del possibile, con esempi di totale dedizione e di sofferenze atroci, oppure di doni estremi che vediamo distanti da noi nello spazio e nel tempo.
Eppure tu ci ricordi che la santità è un dono che viene offerto a tutti: lo Spirito Santo, che misteriosamente opera in noi, se diamo retta alla sua voce e gli consentiamo di agire.   Continue reading

“Prendi la bicicletta e pedala …” Ascensione del Signore – C, (2016)

 

Quando in una famiglia nasce un bambino tutta la storia di quella famiglia subisce un cambiamento un svolta, entra in una dimensione nuova … così accade con la storia umana con la Risurrezione di Gesù, alla quale la festa dell’ Ascensione che noi stiamo celebrando è strettamente unita…. Siamo nel tempo ultimo di questa storia quel tempo in cui il Signore Gesù è presente/assente.
Assente, perché non viviamo più l’ esperienza di una presenza visibile, come quella che sperimentiamo fra noi quando ci incontriamo, quando ci salutiamo, ci parliamo.
Presente nella sua Chiesa a cui ha affidato il compito di annunciare e testimoniare la sua Pasqua, di “ predicare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”.
La Chiesa a cui ha affidato i Sacramenti, che ne costituiscono il tesoro, perché sono la presenza del Signore stesso in fra noi, presenza misteriosa, ma reale, vera; La Chiesa a cui ha insegnato a vivere il comandamento dell’ amore/Carità.
Questa Chiesa qui, che è fatta di uomini e donne in cammino, fragili, deboli, peccatori, non perfetti lanciata nel mondo e investita di un compito che non è mica terminato. L’ l’ annuncio del Vangelo è ancora la prima carità, il primo gesto d’ amore per l’ uomo di ogni tempo e di ogni situazione storica.      Continue reading