In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».( Lc 10,38-42)
“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.” ( Ap. 3,20)
Leggiamo nel libro dell’ Apocalisse. Anche oggi, Gesù, in questa Eucaristia, lui, il buon Samaritano del mondo, ancora una volta, bussa alla porta del nostro cuore e della nostra vita gli apriremo, lo accoglieremo?
Oggi sentiamo parlare quasi ogni giorni di accogliere, di accoglienza di fronte ad una migrazione di cui non sappiamo quali saranno gli esiti per la nostra società e la nostra vita di domani. Tutti parlano di accoglienza e danno consigli e ricette su come dovrebbe essere, ma accogliere non è facile, non è scontato, spesso ci troviamo disorientati.
Questo può accadere anche nei confronti del Signore, che si avvicina a noi e ci interpella e ci mette in crisi con le sue proposte, ma soprattutto con la strada che ci chiama a percorrere. L’ altro aspetto è che il Signore rimane sempre per noi un po’ “straniero”, perché più grande di noi. Lui Creatore, Signore, noi, se pur amati, creature. Oggi la Parola che abbiamo ascoltato ci propone tre modi con cui accogliere il Signore che passa nella nostra vita. Continue reading