5 modi per respingere la rabbia malsana in questa Quaresima

Per cominciare, non fatevi coinvolgere dall’ira altrui

Al giorno d’oggi, l’ira ci circonda. L’emozione dell’ira in sé non è una cosa negativa. San Tommaso d’Aquino diceva addirittura che non rispondere a qualcosa con ira può essere un vizio perché a volte la ragione richiede la rabbia di fronte all’ingiustizia e al peccato.

L’ira, però, è un’emozione volatile e pericolosa, che i cristiani devono fare molta attenzione a indirizzare in modo sano. Sant’Agostino avvertiva del fatto che “se mette radici nel cuore, la collera diventa odio”, e che “è senza confronto più utile per la nostra salvezza non aprire il santuario del nostro cuore all’ira”. Tommaso d’Aquino ha scritto che l’ira può diventare un peccato mortale se “trascende tanto da rompere la carità verso Dio e verso il prossimo”.

Il che è il motivo per il quale è inquietante che tanti cristiani scusino così facilmente le dimostrazioni poco caritatevoli d’ira ricordando Gesù che ha rovesciato i tavoli dei cambiavalute nel Tempio e Nicola ha dato un pugno ad Ario al Concilio di Nicea (cosa che probabilmente non è mai accaduta). Di tutti i peccati mortali, infatti, l’ira sembra essere quello considerato meno serio dalla maggior parte dei cristiani (almeno a giudicare dai social media!)

Nel mondo odierno, se si è come me e si ha la tendenza ad arrabbiarsi facilmente bisogna fare molta attenzione a discernere quello a cui permettiamo di entrare nei nostri occhi, nella nostra mente e nel nostro cuore, e la Quaresima è un’ottima occasione per implementare pratiche che ci allontanano dall’ira furiosa e ci guidano verso la pace e la carità di Cristo.

Ecco alcuni modi in cui in questa Quaresima potete lasciarvi alle spalle l’ira malsana:

1. Non fatevi coinvolgere dall’ira altrui. Una persona ha detto di recente che “la vita è troppo breve per farsi travolgere dall’ira degli altri”. Questa semplice frase motivazionale mi ha aiutata moltissimo. Attenendomi a questa regola, non ho seguito molta gente sui social media, persone che mi piacciono e ammiro mai i cui post mi fanno inalberare regolarmente o mi buttano giù di morale, anche se concordo con loro. Certe persone gravitano sempre intorno alle cose controverse, e questo va bene finché non porta al peccato, ma gli attacchi divisivi costanti su altre persone o altri gruppi (il Presidente Trump, papa Francesco, i liberali, i conservatori… scegliete il vostro nemico!) non sono utili e non ci portano alla santità. Va bene tenersi aggiornati, ma non attraverso persone piene di rabbia o fonti di notizie che ci spingono intenzionalmente verso un’ira malsana. È meglio ottenere notizie da fonti rispettabili, sentirne parlare a cena o non sentirle affatto. Non abbiamo bisogno di conoscere ogni cattiva notizia.

2. Reindirizzate la vostra ira per “riformarvi”. Clemente Romano ha scritto che l’ira giusta è quella per la quale “una persona si indigna con se stessa e si accusa per le cose in cui ha sbagliato”. In altre parole, meglio arrabbiarsi per i propri peccati! Fate sì che la vostra ira per gli eventi che avvengono nel mondo sia una motivazione che vi spinga a controllare quello che potete controllare con la grazia di Dio, ovvero il vostro comportamento. Come ha detto una volta il beato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, “evitate chi vuole cambiare a cominciare dagli altri. La vera riforma inizia dicendo ‘Mea culpa’”. Trovate le persone nella vostra vita e online che abbiano l’umiltà di dire “Mea culpa” anziché puntare il dito.

3. Digiunate dai social media. I social media e l’attività online sono probabilmente la più grande occasione di ira malsana della nostra vita. State lontani dai social media in questa Quaresima per concedervi più tempo con Dio (può farvi arrabbiare ma vi guarirà anche!) I digiuni dai social media sono come qualsiasi altro digiuno: ci aiutano a diventare più moderati nel nostro uso. Spesso, quando ritorno da un digiuno dai social media, ho la mente più sgombra e non vengo risucchiata tanto facilmente in discussioni, scandali e pettegolezzi, sporcizia e negatività.

4. Non rispondete subito. Secondo il Libro dei Proverbi, “lo stolto manifesta subito la sua collera” (12, 16). E allora, quando siete arrabbiati e sentite che dovreste rispondere immediatamente a qualcuno di persona o online, NON FATELO. Fermatevi e pregate. Secondo Efrem il Siro, “le virtù si formano con la preghiera”, e “la preghiera sopprime l’ira”. In altre parole, la preghiera ci aiuta a diventare più pazienti e a lavorare attraverso la nostra rabbia prima che diventi peccaminosa. Meglio non dire niente che dire qualcosa che si dovrà poi riferire in confessione.

5. Andate alle radici della vostra ira. Le persone perennemente arrabbiate spesso hanno questioni irrisolte che emergono nella loro vita quotidiana. Per tutti noi, indipendentemente dal fatto che siamo naturalmente gentili o irascibili, l’ira è una risposta all’immediato, ma spesso è collegata a qualcosa di più profondo. A volte, quando sono arrabbiata, vado in cappella e dico a Gesù: “Sono arrabbiata, perché?” È sorprendente la rapidità con cui risponde (e quanto raramente lo faccia io considerando il modo in cui mi ricompensa). Chiedete a Gesù di aiutarvi a estirpare le radici della vostra rabbia. Spesso, quando perdiamo completamente la pace riguardo a qualcosa, c’è qualcos’altro che Dio ci sta invitando a portare a Lui perché possa guarire le nostre ferite.

In questa Quaresima, se tutti lavorassimo sull’esprimere la nostra ira in modi più sani, le nostre famiglie, la nostra Chiesa e tutto il nostro mondo sarebbero un molto molto migliore.

 

Suor Theresa Aletheia Noble in Aleteia

 

Mercoledì delle Ceneri 2017 – Ritorniamo al Signore

Anche quest’ anno iniziamo il nostro itinerario quaresimale, un cammino di speranza, come ci ricorda l’antifona d’ ingresso:
“Tu ami tutte le tue creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono
e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio.” (cf. Sap 11,23-26)

Questi due versetti, tratti dal libro della Sapienza ci ricordano l’amore di un Dio che è Padre e ama i suoi figli, pronto a dimenticare i peccati.

Come il figliuol prodigo, che ha preso consapevolezza della sua condizione di povertà e di miseria, ci mettiamo in cammino verso la “casa” del Padre, dove ci verrà restituita la nostra condizione di figliolanza, di dignità piena, di una nuova umanità per partecipare alla grande festa della nostra redenzione, la mattina della Risurrezione, il giorno di Pasqua.

È un cammino di conversione, come ci ricordava la preghiera di colletta all’inizio, è un appello che il Signore ancora ci rivolge attraverso le parole del profeta: “Così dice il Signore:
«Ritornate a me con tutto il cuore, …” e dell’apostolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.” Continue reading

VIII Domenica ordinario A – A quale padrone serviamo?

Se è vero, e lo è che nella vita tutti abbiamo necessità di avere una scopo, di vivere per qualcuno, ( o per qualcosa, che non è esattamente lo stesso), è altrettanto vero che quando escludiamo Dio nella nostra vita mettiamo altro al suo posto. Altro che spessissimo sono cose e fra tutte quella che sempre ha più attratto la persona è la ricchezza.

Siamo ormai prossimi alla quaresima, questa pagina di Vangelo ci aiuta a prepararci al cammino quaresimale in cui siamo chiamati a verificare a chi siamo disposti a servire, chi sta al centro del nostro cuore. Noi che siamo abili nell’ arte del compromesso e nel volere sempre tenere il piede in due staffe rimandando la scelta radicale. La parola che ci viene rivolta da Gesù oggi non lascia adito ad interpretazioni machiavelliche, ma è di una limpidezza cristallina.

Chi amiamo di più il Signore o “mammona d’ iniquità”, cioè quella ricchezza che va contro Dio, e non è solo la ricchezza dei cosiddetti “paperoni”, può essere anche il denaro di chi avendone a sufficienza per il piacere di averne sempre di più, di accumularlo, lo lesina alla propria famiglia per ciò di cui ha bisogno.
Il pericolo della ricchezza, chi poco o chi tanto, insidia tutti come un Moloch che mangia i propri figli, questa divinità cananea alla quale venivano sacrificati i bambini.     Continue reading

Gesù non ha porto l’altra guancia, e non dovresti farlo neanche tu. È ora di parlare del dovere di “resistere al male” di PADRE ROBERT MCTEIGUE, SJ *

 

 

“Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra …”  
Noi crediamo che queste siano le parole che la Divina Scrittura, la Tradizione e la fede ci hanno trasmesso e che effettivamente siano Parola del Signore, come professiamo al termine della lettura del Vangelo.  L’ articolo non vuole toccare la questione dell’autenticità delle parole pronunciate da Gesù, ma dell’interpretazione che ne viene data.

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Qual è il secondo passaggio più incompreso della Scrittura? (Il primo è: “Non giudicate, per non essere giudicati” in Matteo 7:1, citato dagli analfabeti (o indifferenti) scritturali come una sorta di pseudo-benedizione al relativismo morale). Direi che il secondo posto va a Matteo 5:39, “se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra“.

Non comprendere questo passaggio ha portato a pregare pubblicamente per i “nostri cosiddetti ‘nemici’”, come se Cristo e la Sua Chiesa non abbiano nemici, sia umani che spirituali. Non comprendere questo passaggio ha portato ad auspicare un pacifismo letteralmente inerte, che avrebbe lasciato perplesso papa Pio V (che ha convocato la Lega Santa per resistere all’invasione dell’Europa da parte dell’Impero Ottomano, nella battaglia di Lepanto).

Sollevo la questione non solo per proporre un enigma biblico sulla falsa riga di “Adamo ed Eva avevano l’ombelico?”. Sembrerebbe che Cristo richieda il completo disarmo di fronte al male morale, spirituale e fisico. Abbiamo dunque il diritto di chiederci: “Come potrebbe essere vera una cosa del genere?”    Continue reading

7 Domenica Ordinario A – Amare i propri nemici?

Domenica scorsa Gesù richiamava ad avere” una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei”, cioè ad avere una prospettiva e un orizzonte nuovo nella nostra vita, nel nostro modo di essere e di agire.
Pur confermando la Legge di Mosè, quindi i comandamenti con quel “è stato detto, ma io vi dico …” spalancava una finestra dalla quale contemplare un nuovo panorama di vita, di relazioni con gli altri, ma anche con noi stessi, invitando a guardarci dentro. Su cosa c’è nel nostro cuore e su cosa anima la nostra esistenza.

Oggi il Signore prosegue esortando ancora a superare i confini di una visione puramente umana, anche se ragionevole ad un primo sentire, arrivando poi a proiettarci ad un’altezza che va ben oltre portandoci alla misura e alle altezze di Dio: “… siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste…” Una proposta utopica! Potremo mai giungere a tanto? Come davanti a una grande cima da scalare ci lasciamo prendere dallo scoraggiamento e diciamo impossibile senza neanche metterci in cammino. Fortunatamente abbiamo una guida forte, affidabile che non ci abbandona e che tende la mano per sollevarci.     Continue reading

C’è sempre nella vita un Giovanni che indica il luogo ove Cristo si nasconde…

Ho camminato per lunghissimi anni come nel buio di un tunnel alla ricerca di un Dio che avesse il volto della verità e della misericordia. Ma un giorno ho incontrato un povero cui ho dato un pezzo del mio pane. Lui mi ha guardato e mi ha detto: “cercalo nel tuo cuore lì è nascosto ciò che non riesci a trovare”.
L’ho cercato negli angoli nascosti del cuore e l’ho trovato: era proprio lì. È allora che la colomba si è messa a volare intorno a me e davanti a me è comparsa una grande pianura luminosa.
C’è sempre nella vita un Giovanni che indica il luogo ove Cristo si nasconde e aspetta che lo cerchi. Anche oggi, Signore, si è ripetuta in me la stessa meravigliosa scoperta.
Ti ho trovato nella parola che ho ascoltato, nella liturgia che ho celebrato, nel tuo corpo che nel cuore ho ospitato, nel perdono che ho ricevuto, nello sguardo fraterno dei miei vicini.
Anche oggi, o Signore, ho scoperto di nuovo come tutto e tutti mostrano te, Dio della verità e
dell’amore, perché tutto hai creato con un pezzo del tuo cuore.
Non finirò mai, Signore, di dirti grazie.
Amen.

Averardo Dini

VI Domenica ordinario A – Se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei Farisei …- Omelia con i ragazzi del catechismo e i loro genitori

Gesù nel Vangelo che abbiamo ascoltato tiene bene a chiarire una cosa che la Legge data a Mosè non viene abolita, non è cancellata, per cui i comandamenti, che ne sono una sintesi sono tutt’ora in corso, non sono scaduti, ma fa anche una precisazione: Egli è venuta a portarla a compimento. Cioè a rivelare, a farci conoscere in modo pieno, completo quella che è la volontà di Dio che proprio la legge vuole indicare

Vi è una frase, però, che mi ha fatto molto pensare: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. E io, non so voi, ci tengo ad essere “nel regno dei cieli”.

Cosa vorrà dirci Gesù quando dice così?   Continue reading

Ricondurre tutto a Dio

“Nulla di ciò che è buono devi ascrivere a te; nessuna capacità, devi attribuire ad un mortale. Riconosci, invece, che tutto è di Dio, senza del quale nulla ha l’uomo.
Tutto è stato dato a me, tutto voglio riavere; e chiedo con forza che l’uomo me ne sia grato. È questa la verità, che mette in fuga ogni inconsistente vanteria.
Quando verranno la grazia celeste e il vero amore, allora scompariranno l’invidia e la grettezza del cuore; perché l’amore di Dio vince ogni cosa e irrobustisce le forze dell’anima.
Se vuoi essere saggio, poni la tua gioia e la tua speranza soltanto in me. Infatti “nessuno è buono; buono è soltanto Iddio” (Lc 18,19).
Sia egli lodato, al di sopra di ogni cosa; e sia in ogni cosa benedetto.

Dall’ imitazione di Cristo versione di U. Nicolini

V Domenica tempo ordinario A- Che fine ha fatto il Vangelo? … omelia con genitori e i bambini del catechismo.

Oggi voi siete venuti a catechismo, immagino che abbiate parlato di Gesù o comunque di qualcosa che abbia a che fare con Gesù. Adesso siamo qui per la Messa, ci incontriamo con Lui, ascoltiamo quello che dice, per farne poi che cosa?…

A proposito vi ricordate che cosa diceva il Vangelo Domenica scorsa? Domenica scorsa Gesù ci parlava di felicità: beati, diceva, ma lo diceva dicendo che erano beati delle persone un po’ strane! I poveri, quelli che cercano la giustizia, quelli che piangono, quelli che sono perseguitati … ma Gesù ha proprio un modo strano di parlare a volte …

Oggi poi ci parla di sale e di luce dicendo, poi che noi dobbiamo essere questo sale e questa luce … ma cosa vorrà mai dirci dicendo così?
Provo a spiegarlo in questo modo…     Continue reading

IV Domenica ciclo A, 2017: Le beatitudini, … indicazioni per i ricercatori di felicità?

La chimera è un animale mostruoso della mitologia greca, con testa e corpo di leone, una seconda testa, di capra, sulla schiena e un serpente per coda; in più sputava fuoco. Un animale fantastico per questo motivo il termine nella lingua passò ad indicare qualcosa che non esiste, un illusione, una fantasticheria.

Ciascuno di noi è un ricercatore di felicità. Ogni giornata che iniziamo è un passo di più in questa nostra ricerca, in cui non mancano prove e delusioni, a volte tristezza e lacrime allora la felicità , la gioia sono possibili o diventa questa chimera che l’ uomo non potrà mai avere se non per breve, per poi ritrovarsi da capo a rimettersi in cammino? Eppure il desiderio di felicità è uno dei bisogni essenziali dell’ uomo come l’ aria, l’ acqua, il cibo …

Così continuiamo giorno per giorno la nostra ricerca, ma bisogna vedere quale direzione indica l’ ago della bussola della nostra vita.    Continue reading