5 titoli per la Vergine Maria che non vi aspettereste – Non sono quelli con cui chiamereste in genere vostra Madre

Il titolo più antico per la Beata Vergine Maria è semplicemente quello di “madre”. Era il nome che usava Gesù, ed è quello che i cristiani hanno sempre utilizzato.

Il nome “madre” descrive il ruolo di Maria nella nostra vita come madre spirituale che veglia su di noi e si prende cura di noi nelle nostre necessità.

Nel corso dei secoli, tuttavia, santi, vescovi e papi hanno dato alla Madonna tutta una serie di nomi, come si può verificare nella Litania di Loreto. Questi nomi in genere sono autoesplicativi, ma ce ne sono altri che non ci si aspetterebbe. Ad esempio, perché Maria viene paragonata a una torre? O a un vello?

Ecco cinque di questi titoli, insieme a una breve spiegazione che spero getterà qualche luce su questi appellativi meno noti della Beata Vergine Maria.

Torre di Davide

La prima menzione di questo titolo si rinviene nel Cantico dei Cantici, in cui Dio viene ritratto come un amante che descrive la bellezza dell’amata. Nel testo leggiamo: “Come la torre di Davide il tuo collo, costruita a guisa di fortezza. Mille scudi vi sono appesi, tutte armature di prodi” (4, 4).

Maria è vista spesso come un simbolo della Chiesa, la sposa di Cristo, e allora il titolo indica innanzitutto questo aspetto spirituale del ruolo di Maria nella storia della salvezza.

In secondo luogo, il re Davide costruì una torre nella città di Gerusalemme per difendere gli abitanti dall’assalto dei nemici. Maria è una madre che protegge e farà tutto ciò che deve per difendere i suoi figli spirituali. È una fortificazione vigorosa, un luogo di rifugio nella guerra per la nostra anima. Il titolo ci incoraggia ad avvicinarci a lei per ricevere protezione e a vedere in lei l’immagine della perfetta Sposa di Cristo.

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Egli chiama le pecore una ad una – ( Il buon pastore, preghiera della sera)

La mia preghiera, questa sera, è un grazie Signore. A volte abbiamo il dubbio che tu sia troppo indaffarato e distante, per amarci singolarmente.
Invece le parole del tuo Figlio sono chiare: uno ad uno, chiamando ogni individuo per nome. Tu ricordi non solo il nostro nome, ma anche le nostre storie; non solo ciò che conosciamo di noi stessi, ma anche ciò che ci è oscuro. Continue reading

Emmaus, Lc 24,13-35,meditazione con i bambini/ragazzi del catechismo

Vorrei chiedervi se sapete cosa vuol dire la parola sconforto.
Se andiamo a vedere sul vocabolario leggiamo: Stato di grave avvilimento, di profondo abbattimento morale, conseguente a evento spiacevole, a insuccessi, a gravi preoccupazioni …

Ascoltate allora:
C’era una volta un pesciolino che viveva in un piccolo laghetto. Lì era nato e lì si era svolta da sempre la sua vita di pesciolino. Conosceva benissimo quel laghetto. C’erano i suoi amichetti pesciolini, i suoi genitori, i suoi parenti. Era un po’ come una piccola famiglia. Conosceva benissimo quel laghetto, i suoi confini, l’esatta profondità dell’acqua in ogni suo punto, le rocce. C’era una cosa sola che non conosceva, perché i suoi gli avevano sempre impedito di avvicinarsi: una piccola fessura, stretta e buia. Chissà perché gli avevano sempre impedito di avvicinarsi, chissà perché tutti si tenevano a debita distanza da questa fessura. Vista da vicino non era poi così stretta, e poi in fondo ad essa si intravedeva qualcosa di misterioso, che non si riusciva ad identificare precisamente. Fu così che decise di passarvi in mezzo. “Mi butto”, pensò, e così fece. Iniziò a nuotare velocemente, perché aveva paura e tutt’intorno il buio si era fatto più pesto. Le pareti sembravano circondarlo, era proprio difficile nuotare in quelle condizioni. Fu preso dallo sconforto e dalla paura, ora sì rimpiangeva il piccolo laghetto nel quale, sebbene con qualche difficoltà, riusciva a nuotare più liberamente. La fatica era diventata davvero tanta e il nostro amico pesciolino era quasi sul punto di tornare indietro. Continue reading

È possibile ancora pregare dopo Auschwitz?

Di fronte al male insensato e alla sofferenza dei piccoli e degli innocenti, si reagisce spesso con una forma di rigetto nei confronti di Dio

Nel 1967, il filosofo ceco Milan Machovec chiese al teologo cattolico tedesco Johann Baptist Metz se i cristiani potessero ancora pregare dopo Auschwitz. Metz rispose: “Possiamo pregare dopo Auschwitz perché la gente ha pregato ad Auschwitz” . Quindi, sì è possibile pregare perché ebrei e cristiani sono morti recitando lo Shema’ Jisra’el ed invocando il Padre nostro. Continue reading

7 citazioni di Edith Stein che ogni donna dovrebbe leggere

1. Essere madre è nutrire e proteggere la vera umanità e farla sviluppare (Significato del valore intrinseco della donna nella vita nazionale)

2. Ogni professione in cui l’anima della donna si realizza e che può essere formata dall’animo femminile è un’autentica professione della donna (L’ethos delle professioni femminili)

3. L’anima della donna è modellata come un rifugio in cui altre anime possono dispiegarsi (Principi fondamentali dell’educazione femminile) Continue reading

III Domenica di Pasqua 2017 – Da Gerusalemme ad Emmaus … e ritorno – Lc 24,13-35

Tutti momenti della Messa sono importanti, certamente il cuore palpitante è la Consacrazione delle specie eucaristiche e la S. Comunione, ve ne è uno, però, che viene spesso trascurata, se non per tirare un sospiro di sollievo quando la celebrazione è stata un po’ troppo lunga e l’omelia noiosa: quella del congedo!

Questa parte è importante perché, forse nessuna si ferma a riflettere, ci troviamo esattamente nella stessa situazione dei discepoli di Emmaus. Come loro, nella Messa, abbiamo partecipato alla Pasqua di Gesù: alla sua Passione-Morte-Risurrezione, abbiamo sentito l’ annuncio di un Signore che è vivo, ma, forse anche il nostro cuore dubita, perché non lo vediamo come abitualmente vediamo ciò che ci circonda, le persone che incontriamo e non abbiamo ancora compreso la Scrittura e quanto ci ha detto Gesù stesso, che cioè per giungere alla Risurrezione occorre passare attraverso la porta stretta del dolore, dell’ abbandono, dell’ incomprensione, della solitudine del Calvario, della Croce. Continue reading

Ricevete lo Spirito Santo a chi perdonerete … – II Domenica di Pasqua 2017, o della Divina Misericordia

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei …

Il cuore dei discepoli è angosciato e impaurito, sì proprio loro che sono stati così vicini al maestro per tre anni così vicini in un’esperienza unica. Hanno visto Gesù compiere cose straordinarie.
Guarigioni: ciechi che vedono, storpi guariti, lebbrosi sanati, demoni scacciati, morti che riprendono a vivere. Poi quell’ ultima settimana!
L’ ingresso a Gerusalemme, quella cena pasquale così particolare, quindi i tragici eventi: dal tradimento alla cattura di Gesù, alla sua Passione e la morte infamante della Croce. Tutto è precipitato nel buio. Ve ne è, davvero, abbastanza per rimanere annichiliti e timorosi di poter fare la stessa fine. Continue reading

Il cuore cherubico ( interiorità-vita spirituale)

In ciascuno di noi c’è qualcosa di simile ad un cherubino, qualcosa di somigliante all’angelo divino dai molti occhi, come una coscienza.
Ma questa somiglianza non è esteriore, né apparente. La somiglianza con il cherubino è interiore, misteriosa e nascosta nel profondo dell’anima.
E’ una somiglianza spirituale. C’è un grande cuore cherubico nella nostra anima, un nucleo angelico dell’anima, ma esso è nascosto nel mistero ed è invisibile agli occhi della carne.
Dio ha messo nell’uomo il suo dono più grande: l’immagine di Dio. Ma questo dono, questa perla preziosa, si nasconde negli strati più profondi dell’anima: chiuso in una rozza conchiglia, fangosa, giace sepolto nel limo, negli strati più profondi dell’anima. Continue reading

Lunedì dell’ottava di Pasqua

Ieri eravamo davanti ad un sepolcro vuoto che ci interpellava!
Oggi assieme alle donne lasciamo il sepolcro, ma non la verità della Risurrezione, di cui, come ci ha ripetuto ancora una volta Pietro siamo testimoni!
Abbandonare il sepolcro non significa poter tornare facendo finta che poi non sia cambiato nulla, come le donne abbiamo anche noi un annuncio urgente da fare risuonare nel mondo e nella Chiesa!

Allora abbiamo bisogno di incontrarci con il Signore, come stiamo facendo in questa Eucaristia, ma, come sempre, il Signore ci precede, è Lui che viene incontro a noi. E chi viene incontro è il risorto, il vivente, Colui che ha sconfitto il peccato e la morte. Dovremmo rammentarlo ogni giorno quando siamo chiamati ad affrontare sia le giornate gioiose, sia le giornate difficili della nostra vita. Continue reading

Il Signore è risorto rallegriamoci ed esultiamo … – meditazione della Domenica di Pasqua 2017- Messa del giorno

Se c’è qualcosa che ha cambiato la storia e la vita dell’uomo è quanto avviene in questo giorno ed è storicamente avvenuto nella storia dell’ umanità: Il Signore è risorto, Gesù è risorto, è questo l’ annuncio che risuona per tutti, cristiani e no, in questo giorno di Pasqua.

Allora sono andato a fare una piccola ricerca fra quelli che gli storici hanno annoverato fra i fatti che hanno cambiato la storia. 

La cosa che mi ha stupito di più è che fra tutti i personaggi non si accenni mai a Gesù Cristo, al contrario di un Budda, di un Confucio, una Maria Teresa di Calcutta, un S. Giovanni Paolo II, di un Ghandi che aveva in grande considerazione l’ insegnamento di Gesù e rimproverava di non testimoniarlo … tanti che certamente hanno contribuito in positivo, o forse no, se si scorre tutta la casistica, per la storia dell’ umanità, ma che rimangono pur sempre uomini!    Continue reading