III Domenica di Quaresima anno B, 2018 – La fede non si mercanteggia …

 

Vi è una frase, quella che conclude il Vangelo di oggi che mi fa un po’ tremare: “Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.”

Mi fa tremare perché davanti a Gesù io sono nudo. Egli conosce ogni mio pensiero, ogni mia intenzione, se è sincera, se ha un doppio senso, se quanto faccio è veramente nella linea del bene e della verità alla ricerca di compiere la sua volontà. Egli vede in ciascuno di noi dove nessun altro può vedere e con Lui non si bara, difficile invocare scuse e fraintendimenti.

Vede e sa se cerco di osservare i comandamenti nella mia vita con sincerità, perché: “ I suoi comandamenti non sono gravosi”, oppure se non hanno incidenza in quello che vivo. A questo proposito tutti dovremo rileggere i comandamenti e scopriremo che trasgredirne anche uno solo implica il non rispetto anche di tutti gli altri.

Oggi, il concetto di libertà viene rivendicato con forza, ma anche in modo improprio per cui la libertà dell’uomo non deve avere vincoli e divieti, così anche i comandamenti diventano una difficoltà nel vivere la fede, perché vengono sentiti come una limitazione e un’ingerenza di Dio nella nostra vita, eppure con essi ci dovremmo confrontare più spesso. Essi, infatti, non sono contro di noi, ma sono per noi. Vengono dati al popolo di Israele in un contesto di un cammino di liberazione.

“Non ci tolgono o limitano la nostra libertà, piuttosto ci liberano. Quello che ordinano non è un capriccio di qualcosa che non è gradito a Dio, ma un progetto di vita che rende possibile lo sviluppo umano e un sano rapporto con gli altri” (cardinale Norberto Rivera Carrera).

Quello che noi potremmo sentire come una costrizione o una indebita ingerenza di Dio nella nostra vita per il popolo di Israele era un dono fatto da Dio.

Allora il Vangelo di oggi con la cacciata dei venditori dal tempio, nel modo in cui ci viene anche descritta, mi spinge a riflettere,  a ripensare sulla sincerità del mio rapporto con Gesù, sulla qualità e sulla verità della mia fede e sull’ accettazione di questi doni, i comandamenti, appunto, nella mia vita

Che ci fossero cambiavalute, perché nel tempio non poteva essere usato il denaro romano che portava l’effige dell’imperatore e venditori di animali sacrificali non ci deve scandalizzare. I pellegrini arrivavano da ogni dove e chi di loro si sarebbe portato dietro un animale per il sacrificio? Cosa vorrà dirci Gesù con questo gesto così forte?

Stai attento a non mercanteggiare con Dio! Qual’ è il tuo atteggiamento quando preghi? É un volere comprare dei favori
da Dio? Che non esclude la preghiera di richiesta, che va accompagnata dalla preghiera di accettazione della sua volontà, assieme a quella di: “Gesù confido in Te”. Esprimendo, così, la volontà di abbandonarci alla sua volontà, certi che il Signore non ci lascerà soli!

Consapevoli che Dio non è un funzionario da blandire con una quantità innumerevoli di Parole o promettendo chissà quali cose, ce lo ricorda Gesù stesso.
“Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole.”
(Mt 6,7) Aggiunge ancora: “il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.” (Mt 6,8)

Guardando al gesto di Gesù nel tempio, tutti siamo invitati, a fare una purificazione del cuore, di tutta la nostra persona, e non solo quella interiore e spirituale, e della vita. Perché se Gesù, con la sua passione e la sua Risurrezione, è il nuovo tempio tramite il quale noi possiamo rendere culto a Dio in Spirito e Verità. Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto ricorda: “(1Cor 6,19) Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi… (2Cor 6,16) Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente…”

In questa riconversione del cuore riesaminiamo, quindi, se vi sia una vera relazione con Gesù, che significa un rapporto continuo, costante con Lui o se il nostro rapporto sia a fasi alterne dove lo “spento” prevale sull’ “acceso”.

Certo la fede in Gesù è impegnativa, non semplice perché vi è uno scandalo da accettare: quello della Croce di cui parla Paolo nella seconda lettura. La Croce, il momento della solitudine,
dell’abbandono e della sconfitta, della derisione: “(Mt 27,42) Ha salvato altri e non può salvare sè stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui.”

Il cristianesimo non è una filosofia, ma è testimonianza del Figlio di Dio, Dio, venuto in mezzo a noi crocifisso e risorto. Anche oggi, come al tempo di Paolo vi è sempre la tentazione e il pericolo di condurre l’evento cristiano a una concezione intellettuale, a un insegnamento elevato come i greci che ricercavano una sapienza fondata sulla ricerca razionale. Il cristiano si ferma davanti alla contemplazione e all’ annuncio del crocifisso, un condannato a quella morte riservata agli schiavi e a quelli che erano i terroristi dell’epoca. Di fronte a ciò
l’irrisione, che accade ancora oggi e lo scandalo. Se Dio è Dio non può manifestarsi così! Eppure quel crocifisso che si staglia fra la terra e il cielo salva l’uomo, è il preludio alla risurrezione e a quella domanda di vita e di salvezza che l’uomo da sempre ricerca. Ecco perché Paolo può dire che: “Il Cristo crocifisso è potenza di Dio e sapienza di Dio”

Alla luce della Parola del Signore diventi questo cammino quaresimale vera occasione di purificazione per il nostro credere e agire di conseguenza, chiediamo a Gesù di purificare il nostro credere da tutte quelle scorie che ancora ci impediscono di abbandonarci a Lui come un bimbo sereno fra le braccia della madre.
(Slm 131,2)

Deo gratias, qydiacdon

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“I 10 comandamenti non limitano la nostra libertà, ci liberano”

Meditazione del cardinale Norberto Rivera Carrera

I dieci comandamenti sono per l’uomo, non contro l’uomo. Non ci tolgono o limitano la nostra libertà, piuttosto ci liberano. Quello che ordinano non è un capriccio di qualcosa che non è gradito a Dio, ma un progetto di vita che rende possibile lo sviluppo umano e un sano rapporto con gli altri”.

Con queste parole, il cardinale messicano Norberto Rivera Carrera ha spiegato una delle letture della Messa domenicale e ha affermato che il decalogo deve essere un’opzione per la vita: “Io metto davanti a te la vita e la morte, il bene e il male, e ti ordino di osservare i comandamenti perché tu possa vivere. I dieci comandamenti devono essere il punto di riferimento, il punto di partenza della vita morale”, ha dichiarato.

Il porporato ha precisato che in Israele non si parlava della Legge come di un peso o di un’imposizione, ma di un dono che Dio ci ha fatto, come luce per i nostri passi. “Abbiamo stretto un’alleanza con Dio e i comandamenti sono il segno della nostra appartenenza a Yahvè, sono la proclamazione del fatto che siamo popolo eletto”.

Il cardinale ha quindi affermato che non siamo soli di fronte alla Legge, con la nostra debolezza e impotenza di compierla. “Tra noi e il decalogo c’è Cristo Gesù, morto e risorto. Egli è il potere di Dio, ci dà il suo Spirito; è venuto a darci una nuova legge che non si limita a proclamare il bene, ma lo realizza dentro di noi”.

Circa il Vangelo in cui Gesù scaccia dal tempio i mercanti e i cambiavalute, il cardinale Rivera ha considerato che “è necessario un progetto per rinnovare nella nostra arcidiocesi le celebrazioni liturgiche, soprattutto la celebrazione dell’Eucaristia, in cui si veda chiaramente che si tratta di celebrazioni sacre, celebrazioni di un popolo che partecipa, in cui davvero i fedeli si nutrono spiritualmente e in cui brilla la gloria di Dio e si esprime la nostra cattolicità. Queste celebrazioni, però, devono essere unite alla vita e alle situazioni di tutti i giorni”.

“Se le nostre mani sono macchiate di sangue o di violenza, o se non cerchiamo la giustizia e non soccorriamo gli oppressi, Dio ci dirà: ‘Non voglio i tuoi sacrifici, e le tue celebrazioni non mi sono gradite’. Se non onoriamo nostro padre e nostra madre, ma li abbandoniamo nella loro vecchiaia e non li aiutiamo nelle loro necessità e nella loro solitudine, quando arriveremo al suo tempio Dio ci dirà: ‘Non presentarmi offerte inutili, non gradisco il tuo culto, sono stanco delle tue celebrazioni’”.

“Se la nostra vita si sviluppa tra menzogne e inganni, Dio ci dirà: ‘Smetti di presentare sacrifici inutili, non sopporto delitto e solennità’. Se la nostra vita sessuale si lascia trascinare da deviazioni perverse e non ci fermiamo neanche davanti all’adulterio, Dio ci dirà: ‘Non voglio le tue solennità, le detesto, non proseguire in oblazioni vane’”, ha concluso.

Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti
In Aleteia

II Domenica di Quaresima B – Anche noi trasfigurati in Cristo.

Fermiamoci un attimo a riflettere sulla prima lettura in cui Dio chiede ad Abramo di sacrificare suo figlio. Questo figlio avuto avanti negli anni, il suo unico figlio, amato.Abramo viene indicato come “Padre dei credenti”, così nel Canone Romano della Messa, perché è disposto a giocarsi tutto fidandosi di Dio, da quando lascia la sua terra per partire verso un luogo che non conosce, come ora che gli viene chiesto quanto gli è di più caro. Come ha detto qualcuno, egli scommette tutto su Dio. Continue reading

Potenti citazioni della Bibbia che aiutano a livello spirituale

Trovate qui la Parola di Dio per il vostro cuore

Avete bisogno di coraggio?
“Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza” (Salmo 137, 3).

“Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove” (Efesini 6, 10-13).

Avete bisogno di protezione?
“Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi” (Salmo 90, 9-11).

“Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra” (Salmo 120, 5).

Vacillate di fronte alla vita?
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3, 16).

“E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1 Giovanni 5, 11-13).

State vivendo un periodo di difficoltà economica?
“Temete il Signore, suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono. I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla” (Salmo 34, 10-11).

“Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù” (Filippesi 4, 19).

Avete bisogno di perdono?
“Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno” (Ebrei 4, 14-16).

State cercando uan direzione nella vostra vita?
“Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3, 5-6).

Siete depressi?
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Salmo 22, 1-4).

Avete bisogno di pazienza?
“Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Romani 8, 28-29).

Desiderate la pace?
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Giovanni 14, 27)

Volete vincere la tentazione?
“Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Corinzi 10, 13).

Siete stati disprezzati dalla gente?
“È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia” (1 Pietro 2, 19-23).

Vi sentite deboli?
“Ed egli mi ha detto: ‘Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza’. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Corinzi 12, 9-10).

Aleteia
Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti

1 Domenica di Quaresima B – Quaranta giorni nel deserto …

Mercoledì scorso abbiamo iniziato questo tempo di rinnovamento e di Grazia, tempo di preparazione alla più grande delle feste che è la Pasqua e venivamo esortati ad indossare “le armi della penitenza” (colletta) per vincere il combattimento contro lo Spirito del male”.

Gesù stesso ci diceva, poi, quali sono queste armi: l’elemosina, che rappresenta le opere di carità fraterna, la preghiera e il digiuno. Ci metteva anche in guardia dal pericolo dell’ipocrisia, cioè dal praticare queste opere per noi stessi, per sentirci un po’ come i primi della classe, per poterci presentare davanti al Signore dicendo: “vedi come sono stato bravo!”, oppure per cercare l’ammirazione degli uomini.
È il grande pericolo dell’ipocrisia.

Oggi Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto e vi rimane per quaranta giorni. Troviamo questo numero quaranta che appare spesso nella Bibbia: quaranta giorni è durato il diluvio, di cui ci parla la prima lettura, Noè aspettò quaranta giorni dopo il diluvio prima di toccare la terra ferma, quaranta anni dura il cammino del popolo di Israele nel deserto, Mosè starà sul Sinai quaranta giorni e quaranta notti, quaranta giorni fanno penitenza gli abitanti di Ninive dopo la predicazione di Giona, quaranta giorni impiega il profeta Elia, perseguitato dalla regina Gezabele per raggiungere l’Oreb … Quaranta sono i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di inviare lo Spirito (At 1,3). Dopo questo tempo ascende al cielo e invia lo Spirito Santo. Continue reading

Mercoledì delle Ceneri – anno B – 2018 Cammino di libertà verso la terra promessa, verso la Pasqua di Cristo, verso la vita eterna e la Risurrezione.

Siamo qui, ancora una volta, ad accogliere il dono del cammino quaresimale, tempo di grazia, tempi di rinnovamento, tempo di manifestare una vera volontà di cambiamento della nostra vita per orientarla decisamente a Dio. É anche il tempo in cui, attraverso il severo rito delle ceneri ci viene ricordato che la nostra vita terrena passa è quindi necessario accogliere qui ed ora quella offerta di salvezza, che nella sua generosità Dio ci offre nella Pasqua del suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo.

Spesso si paragona la vita dell’uomo ad un cammino. La quaresima ci riporta ai quarant’ anni del cammino del popolo di Israele nel deserto verso la terra promessa. In questo cammino egli sperimenta tutta la sua debolezza: l’infedeltà, la sfiducia, il ritorno agli idoli, il peccato, ma questo non accade anche a noi nella nostra vita? Continue reading

VI Domenica ordinario B – Gesù ha compassione … la guarigione del lebbroso

La Bibbia possiamo dire che è il grande libro della “compassione di Dio”. Dio non abbandona l’uomo dopo il peccato, non abbandona il popolo d’ Israele, non abbandona neanche quando l’uomo ancora una volta lo rifiuta mettendo in Croce Gesù.

Il Dio della Bibbia non è un Dio freddo, che si disinteressa di noi, che è cieco, sordo e muto alle nostre necessità, ma è un Dio compassionevole che non fa mancare il suo aiuto agli uomini che vogliono accettarlo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo: “In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!”

Gesù ha compassione di questa persona, meglio si arrabbia per la sua condizione di malattia, perché vede in quella condizione ciò che non è la volontà di Dio, non è secondo il suo progetto e quel disegno che Dio aveva nella creazione e che l’ uomo ha sciupato con il peccato stende la mano e lo guarisce. Continue reading

Meditazione sulla Preghiera Mc 1,35 nella 40ma giornata della vita

“Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.” 

 Marco con questa frase richiama una realtà con la quale tutti siamo chiamati a confrontarci e a riflettere, la presenza della preghiera nella nostra vita.

L’ annunciare, l’agire di Gesù, nella “giornata di Cafarnao” è accompagnato dalla preghiera. Questo dialogo intimo profondo che Egli ha con il Padre.

A me sembra che molti pretendano di essere cristiani senza dare spazio alla preghiera, senza dialogare con Gesù. La preghiera innerva e sostiene tutta la vita cristiana, non può essere un optional, qualcosa di poco importante: che ci sia o non ci sia non cambia poi molto.

Io spero che tutti sappiate almeno le preghiere fondamentali del cristiano: Padre Nostro, Ave Maria, Angelo di Dio, Gloria, …

 Ma proviamo a pensare: cosa vuol dire pregare? Cos’è per me?

 Qualcuno ha scritto: “pregare è per un attimo mettere da parte i tuoi dubbi e dirgli: “ti faccio compagnia” e ritrovarsi poco dopo migliori”.

Qui troviamo già delle risposte: pregare è stare assieme a Gesù, essere in sua compagnia. Confidarsi con Lui e nello stesso tempo ascoltarlo, proprio come si fa con gli amici che si ritrovano e si scambiano confidenze. Continue reading

V Domenica ordinario B – Una giornata molto intensa

L’ evangelista Marco, continua oggi a descriverci la giornata di Gesù a Cafarnao. Una giornata molto intensa passata in Sinagoga dove si è speso per annunciare l’imminenza del regno di Dio e con esso, attraverso anche il segno che ha compiuto: la liberazione
dell’ indemoniato, che la liberazione dell’ uomo è vicina. Nella Sinagoga ha insegnato.

Ora si reca in casa di Simone e Andrea, ci sono anche Giacomo e Giovanni è lì trova la suocera di Pietro che è a letto con la febbre.
Gesù cosa fa?
Attenzione tre azioni che non dovrebbero mai mancare nelle nostre relazioni, nell’ incontro con l’altro: Continue reading

L’ uomo oggi c’è e domani non lo si vede più …

“Chi sei tu mai, per aver paura di un uomo mortale ?” (Is 51,52). L’ uomo oggi c’è e domani non lo si vede più. Temi Iddio, e non ti sgomenterai di ciò che può farti paura da parte degli uomini. Che cosa può un uomo contro di te, con parole e improperi?  Egli nuoce a se stesso, più che a te; né potrà sfuggire al giudizio di Dio, chiunque egli sia. Per quanto ti riguarda, tu tieni fissi gli occhi in Dio, e “non volere opporti a lui, con parole di lamento” (2Tm 2,14). Continue reading