Siamo verso la fine dell’anno liturgico, è un piccolo segmento della nostra storia collettiva e personale, di una storia in cui per certi aspetti sembrano davvero concretizzarsi le parole del Vangelo, che nella sua prima parte parlano di catastrofi immani. Di questi catastrofi, naturali e non siamo stati tutti testimoni in questi tempi. Pensiamo alle alluvioni, al crollo del ponte di Genova, commemorato anche di recente, a tutte le notizie di violenza che i media riportano ogni giorno verrebbe davvero da dire: “É la fine del mondo”.
O meglio, è la fine di questo mondo? Questi disastri, però, non è il Signore che li manda, ma sono frutto del’ uomo, del suo peccato.
L’ evangelista Marco ci descrive tutto questo con immagini che ci fanno venire un po’ di paura, in realtà questa immagini ci vogliono dire che la storia degli uomini, pur essendo quella che è, non è in balia di sé stessa e non è in cammino verso l’annientamento, ma noi siamo in cammino verso
l’incontro definitivo con il Signore del tempo e della storia. Continue reading
meditazioni
La Beata Clelia Merloni e gli angeli
Clelia Merloni è stata beatificata a Roma nella basilica di san Giovanni in Laterano il 3 novembre 2018.( ….) Madre Merloni morì a Roma il 21 novembre 1930. Madre Clelia riguardo agli spiriti celesti così scrisse alle sue suore: Continue reading
XXXII Domenica ordinario B – 2018: Donare … donare tutto
“Non sei lontano da Regno di Dio”, diceva, la scorsa Domenica, Gesù allo scriba che lo aveva interrogato su quale fosse il primo e più grande dei comandamenti a cui Gesù aveva risposto: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
Anche oggi la Parola che abbiamo ascoltato ci porta a riflettere e quella parolina: Tutto fra le righe emerge con forza.
Elia incontra questa vedova in un momento difficile della sua vita perché è in fuga dalla regina Gezabele che vuole la sua morte. A questa vedova chiede da mangiare, ma ella non ha che un pugno di farina e un po’ d’ olio. È tutto quello che ha, eppure non esita a metterlo a disposizione dell’uomo di Dio. Continue reading
Il comandamento più grande- Meditazione con i bambini del catechismo sulla XXXI Domenica ordinario B- 2018
Oggi il Signore ci indica , rispondendo al dottore della legge che gli chiede qual’ il comandamento più grande l’ amore. «Il primo [comandamento] è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi»
Il Signore ci parla di amore. È facile parlarne più difficile è amare davvero.
Ma vi siete mai chiesti dove abita l’amore? Vi voglio raccontare una storia.
Il cuore più bello del mondo Continue reading
Meditazione nella commemorazione dei fedeli defunti, 2 Novembre 2018
Ci ritroviamo qui oggi, nel cimitero, che significa dormitorio, per prolungare in un certo senso quello che abbiamo già vissuto ieri quando abbiamo celebrato la festa di Ognissanti. Una comunione, cioè, che lega noi e quanti hanno già varcato quella che è una soglia che si apre su una realtà più grande che è quella della vita eterna, della gioia piena, di quella felicità che l’uomo ricerca nella sua vita, magari sbagliando anche strada, ma che è per coloro che hanno accettato di vivere la comunione con il Signore e con i fratelli.
Allora noi ci troviamo a pregare e ad offrire quanto vi è di più grande e prezioso che è l’Eucaristia, la Messa, per tutti coloro che pur avendo già varcato soglia della fine della nostra vita terrena hanno ancora bisogno di purificazione prima di accedere a quella pienezza di vita e di gioia che la festa di tutti i Santi ci ha fatto contemplare.
Questo ritrovarci qui, però, assieme ai nostri cari defunti, ai quali siamo ancora legati e non solo con un ricordo intellettuale o sentimentale, ma con un legame di amore vero, sincero, profondo ci invita a riflettere su come viviamo. Se la nostra vita è orientata alla ricerca di quelle che sono chiamate “le realtà” ultime. Continue reading
XXX Domenica ordinario B -2018 (Mc 10,46-52): La speranza e la fede (omelia con i ragazzi e i genitori del catechismo parrocchiale)
Ci siamo mai chiesti se noi dovessimo spiegare a qualcuno che cos’è la speranza cosa diremmo? Perché oggi voglio parlarvi della speranza? Perché sia nella prima lettura che nel Vangelo se andiamo a vedere troviamo questa cosa, strana, ma mica tanto che si chiama speranza, che è poi quella che permettere a ciascuno di noi, quando è trascorso un giorno un po’ difficile( ET ) di pensare e vedere il domani con occhi nuovi.
Per Geremia e per il popolo di Israele è il ritorno dall’esilio, e Geremia è felice di poterlo annunciare al popolo, per Bartimeo è la speranza di poter riacquistare la vista.
Tanti hanno cercato di dare definizioni della speranza. Io ve ne dico due, anzi tre.
Quando il mondo dice, “Rinuncia”, la speranza sussurra, “Prova ancora una volta.”
(Anonimo)
Non c’è medicina come la speranza, nessun incentivo così grande, e nessun tonico così potente come l’attesa di qualcosa che accada domani.
(Orison Swett Marden)
Un poeta francese, Peguy la descrive così: La Fede è una Sposa fedele. La Carità è una Madre.La Speranza è una bambina da nulla. (…) La piccola speranza avanza tra le sue due sorelle grandi e non si nota neanche…e dice che la gente crede che siano le due sorelle più grandi a trascinare quella più piccola, in realtà la più piccola, che sta nel mezzo, tira le altre due.
Insomma sembra proprio che sia la speranza che mandi avanti la vita delle persone e anche la storia del mondo.
Vi voglio raccontare una piccola storia … che si racconta in Africa:
La favola del colibrì Antica leggenda africana Continue reading
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». – 29 Domenica ordinario B – 2018
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
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«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo».
Giacomo e Giovanni sono “furbi” diremmo noi. Ancora prima di chiedergli quello che vogliono veramente cercano di carpire a Gesù una benevolenza ad acconsentire a quello che gli chiederanno, piccole astuzie che adoperano gli uomini quando sono consapevoli che, forse, quello che chiederanno non potrà essere concesso!
Ed ecco la vera richiesta: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Non è che chiedano poco questi due. È quella ricerca dei primi posti che sempre agita il cuore dell’uomo, che in fin dei conti è la ricerca della propria autoaffermazione a scapito degli altri. Gli altri dieci infatti “si indignano” forse perché avevano anche loro la stessa ambizione. Pur essendo così intimi a Gesù nessuno lo ha ancora capito e continuano a leggere la vicenda di Gesù in un’ottica puramente e semplicemente umana. Pensano ancora ad un regno terreno cercando di prenotarsi per le cariche migliori. Continue reading
Sapete cosa vi chiederanno il giorno della vostra morte?
Una bellissima testimonianza
O che gioia quando si entra in una cappella, in un oratorio in cui è esposto Gesù Sacramentato, e la si trova piena di adoratori. Hanno una grande devozione, e pregano in silenzio. Amano Gesù Sacramentato e sono lì per Lui. In genere in quei momenti prego: “Signore, dai loro ciò che ti chiedono”.
Quanto mi sento piccolo e ignorante alla presenza di Dio! Egli è immortale, io mortale. È l’Amore, e io amo a malapena come dovrei. Egli è misericordia e mi chiede di essere misericordioso.
Molti anni fa, durante un’Eucaristia il sacerdote parlò dell’amore nell’omelia. Ci disse: “Il giorno in cui ve ne andrete da questo mondo e vi troverete alla presenza di Dio vi farà un’unica domanda: ‘Hai amato?’” Continue reading
28 Domenica ordinario B – tutte queste cose le ho seguite fin dalla mia giovinezza …
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
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L’ episodio del Vangelo ha molti motivi di riflessione, che nello spazio di un’omelia non si possono sviluppare tutti, ne accenno solo ad alcuni.
Quello che emerge immediatamente è il rapporto con la ricchezza. Il giovane che incontra Gesù ha molti beni, è ricco! Ricco come lo sono tanti giovani, ma anche tanti ragazzi al giorno d’oggi, che hanno molte possibilità, molti beni che non si sono procurati, che si sono trovati e che ostentano senza comprenderne pienamente il valore e magari anche il sacrificio che sono costati.
La domanda del giovane, “che possiede molti beni”, ci dice però che c’è qualcosa che va oltre, e quei beni non soddisfano un’ansia, un desiderio che è nel cuore dell’uomo, che è il desiderio di una vita che non sia a termine: “Maestro buono che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” Continue reading
XXVII Domenica ordinario B- L’ uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
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Di fronte a Gesù e al suo messaggio l’uomo, noi, siamo chiamati a prendere posizione, implicitamente o esplicitamente. Anche chi decide di non pronunciarsi come, gli agnostici, di per sé una decisione l’hanno presa! Quella della tiepidezza, decisione estremamente pericolosa come ci ricordano le parole dell’Apocalisse: “Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” Ap 3,16).
La mentalità mondana, quella dell’uomo orizzontale, quello che naviga a vista con gli occhi fissi sulla terra, sulla materialità, senza mai innalzare lo sguardo al cielo, quello che nega la dimensione del trascendente, di ciò che va oltre il sensibile, il materiale, che nega la dimensione della fede e dell’esistenza di Dio dice e opera cose che non sono proprio specchio dei valori evangelici. Continue reading