V Domenica Ordinario C – Sulla tua Parola

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore

V domenica del Tempo Ordinario – Anno C- 7 febbraio 2016 | Parrocchia S.  Timoteo - Termoli (CB)

Immaginiamo la scena che ci descrive Luca, Gesù che dalla barca di Simone insegna alle folle. Queste folle che sono affamate non tanto di una voce diversa, affamate di avere risposte sulla loro vita, su Dio, sul Messia che è atteso. Folle che hanno percepito che in Gesù vi è qualcosa di nuovo, di unico, di mansuetudine.

Noi spesso pensiamo alla mansuetudine come debolezza in realtà e qualcosa di molto diverso.
“La mansuetudine è una virtù gloriosa che ha molti effetti buoni e benefici, di grande importanza per noi nel nostro servizio e nelle relazioni con il nostro prossimo. La pazienza ci rende capaci di agire nel modo giusto in ogni genere di tribolazioni e difficoltà. La mansuetudine ci rende capaci di fare ciò che è giusto nel nostro servizio e qualsiasi cosa facciamo.” (G. Skerosen in Cristianesimo Attivo)

Anche oggi il Signore continua ad insegnare dalla barca che è la sua Chiesa e la manda a gettare le sue reti nel grande mare del mondo. Una barca che magari ha anche bisogno di restauri, di lavori di manutenzione per fare brillare la verità del Vangelo e solo quella, senza lasciarsi sedurre dalle vanità del mondo e senza cedere e seguire le passioni dettate dall’ egoismo e dai “pruriti” degli uomini. Continue reading

Signore allontanati da me che sono un peccatore (Lc 5,1-11)

Perché proprio a me che sono peccatore? Te l’ho chiesto tante volte, Signore, sentendomi inadeguato davanti alle richieste dei fratelli, che vedono in me un uomo di religione, un esperto di catechesi, una persona buona.

Mi vergogno profondamente dei miei molteplici errori, dei momenti di ira e di orgoglio, dei vizi insuperabili e della distanza della mia vita dal tuo Vangelo.

Mi sento sbagliato quando mi assalgono dubbi sulla fede e ne trovo più in un bambino che in me, quando scarico le mie frustrazioni sugli altri, quando difendo idee che non riesco a condividere appieno.

Vorrei raccontare a tutti che io non sono migliore di nessuno, che la mia vita a volte è un inferno, per colpa mia, che conosco le soluzioni ma non riesco ad attuarle.

Non ho bacchette magiche, non sono un modello, non ho trovato e forse non troverò le risposte a tutti i miei perché.

Anch’io, come Pietro, ti chiedo di allontanarti. E tu assurdamente, ti avvicini. Accetti la sfida. Anzi, sai che a
partire dall’umiltà e dalla verità si può iniziare a costruire.

Anzi riconosci di essere venuto proprio per questo: guarire chi sente il bisogno di essere guarito, salvare chi sente il bisogno di essere salvato.

Anzi elargisci il tuo Spirito per ricucire quella stoffa che si è logorata col tempo, per consolare quell’anima trafitta dalle intemperie, per sostenere il percorso che è, necessariamente, cammino.

Per questo ti chiedo di poter continuare a incontrare la gente chinando la testa, a porgere le mie esperienze dal basso verso l’alto, a ricordarmi di essere una matita impugnata da mani ben più salde, le tue.

[S. Messina –P. Raimondo in suo padre uscì a supplicarlo]

 

 

IV Domenica ordinario anno c, meditazione- All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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Gesù non viene accettato, questo accade ancora oggi e con Lui il suo messaggio che conferma per tanti l’incredulità non solo della fede, ma anche dell’umanità che rifiuta la verità su se stessa e non solo da un punto di vista religiosa, ma umano.

Ma perché gli abitanti di Nareth si arrabbiano con Gesù e vogliono addirittura toglierlo di mezzo?

Danno troppo per scontata la conoscenza di Gesù: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Non riescono ad aprirsi davanti al mistero della sua persona. È accaduto a tanti storici o pseudo storici che lo hanno voluto ricondurre ad una figura umana certamente anche significativa, riducendo il suo insegnamento ad un insegnamento puramente morale elevato così da essere ridotto per certi aspetti ad un’utopia.

Al contrario il suo messaggio è un’occasione di rinnovamento della nostra vita dal male, dalla nostra incapacità di amare in modo vero, per il credente da ciò che allontana da Dio: il peccato, e per tutti di crescita nella fraternità, nella giustizia, nella speranza e nella verità sull’uomo, sulla vita e sulla morte. Continue reading

III Domenica tempo ordinario – Sono venuto a proclamare…

Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
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Quello che viene descritto nel Vangelo, quello che Gesù dice nella sinagoga di Nazareth appare come un sogno. Isaia annuncia il ritorno del popolo di Israele dall’Esilio di babilonia, è un brano che proclama liberazione, salvezza, gioia. Chi non vorrebbe sentire, in modo particolare di questi tempi, un annuncio lieto e non sempre annunci che spaventano, che rendono schiavi sempre di più gli uomini della paura e anche di regole che vanno a ledere i diritti e le libertà personali.
Tutti vorremmo la liberazione dei prigionieri che i ciechi riacquistassero la vista, anche quelli che pur credendo di vedere in realtà non vedono, che tutti coloro che sono oppressi e calpestati fossero liberati e avere un tempo di pace, di fraternità, di giustizia, di amore. Continue reading

Domenica anno C – A Cana di Galilea meditazione – 16 Gennaio 2022

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

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In questa II Domenica del tempo ordinario in cui siamo chiamati ad approfondire il mistero della fede nella quotidianità del nostro vivere, sperare ed amare, dopo il Battesimo di Gesù con quella teofania, cioè una manifestazione sensibile della divinità, ecco ancora ci viene presentata una manifestazione particolare del divino legata alla persona di Gesù. Questo perché anche in un tempo incerto come quello che stiamo trascorrendo non rimaniamo smarriti, non venga meno il coraggio e per i credenti la Fede. Ritroviamo Gesù in contesto che non gli è estraneo, come ci testimoniano i Vangeli seduto a tavola, ad un banchetto. Egli non ha paura, come accadrà, delle critiche che può suscitare e di essere additato come un beone e un mangione. Non è estraneo alle pratiche di digiuno e di preghiera, ma che fa nella notte, in luoghi deserti, fuori da ogni esibizionismo religioso; accetta di essere come tutti in pubblico apprezzando la buona cucina e il buon vino. Continue reading

Festa del BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C) – Umiltà

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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Questa festa che chiude il ciclo natalizio e ci introduce nel tempo ordinario, certamente richiama e dovrebbe farci pensare al nostro Battesimo, una realtà che molti di noi non hanno vissuto in modo consapevole, ma che è stato dopo quello della vita un supplemento di un altro dono da parte dei nostri genitori. Come un seme che viene messo nel cuore e nella vita
dell’uomo che deve crescere, germogliare e produrre frutti. I genitori, però, come il contadino, non sanno se questo seme crescerà, se darà frutti e quando: si semina nella speranza. Nella speranza di una consolazione

Anche oggi nella lettura del profeta un troviamo un invito alla speranza e alla consolazione: “Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme Continue reading

EPIFANIA DEL SIGNORE 2022 – tornarono per un’altra strada

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore
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L’ uomo è sempre stato affascinato dalle stelle e non vi niente di così bello come un cielo sereno e stellato d’inverno. Facendoci riflettere sulla piccolezza e sulla finitezza dell’uomo esse ci introducono al mistero.
Se l’uomo si fermasse più spesso a guardare il cielo, la terra sarebbe migliore. Nelle vicende della storia umana, anche la nostra, non mancano i momenti di buio. Quanti ce ne ricorda la storia, probabilmente anche quello che stiamo vivendo sarà etichettato così, ma oggi in questa festività dell’Epifania, cioè di una manifestazione di Dio, per chi crede, ci viene dato un messaggio di speranza attraverso le parole del profeta Isaia.
“Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.” Continue reading

II Domenica dopo Natale

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

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In questa seconda Domenica dopo Natale ci viene riproposta la lettura del prologo del Vangelo di Giovanni. L’ evangelista vuole rivolgersi a noi cristiani, noi che siamo qui in Chiesa e non pensiamo, come potrebbe accadere, che voglia rivolgersi ai non credenti o a chi ha fatto scelte diverse da quella di accettare Gesù nella propria vita. Dio lascia libero ognuno di accettarlo oppure no. Quindi di fronte alla rappresentazione grande e bellissima del Prologo chiediamoci se noi con la nostra vita, con quanto facciamo, scegliamo siamo coerenti o se ci accade di fare come fanno tanti personaggi, anche pubblici che si riempiono la bocca di parole, poi nella concretezza della vita puntualmente smentiscono quello che dicono.
“E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi”
Tutti gli anni nella lettura del prologo sentiamo questa frase, ma abbiamo mai pensato a cosa può significare?
Voi sapete certamente che vi sono molte teorie sull’ origine dell’universo. Continue reading

1 Gennaio 2022, Maria SS. Madre di Dio

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore
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Siamo nell’ ultimo giorno dell’ottava di Natale, questi otto giorni che costituiscono un tutt’uno nella contemplazione della grande realtà e nel tempo stesso del Natale. Anche noi, come i pastori del Vangelo abbiamo ascoltato nelle varie celebrazioni cosa ci è stato detto di questo Bambino, di questo evento che non solo celebriamo, ma al quale partecipiamo.
L’ annuncio degli Angeli è: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” Quell’ oggi non è solo riferito all’ oggi che stanno vivendo i pastori, ma anche al nostro oggi. Il Signore è nato e rinasce continuamente se noi gli apriamo il nostro cuore, la nostra vita, la nostra storia. Nasce in ogni Eucaristia e in ogni Sacramento, nasce nella e per la
l’umanità e la Chiesa che Lui ha edificato. Continue reading

Natale del Signore 2021 –Messa dell’ aurora: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva l’universo e la notte nella sua rapida corsa era giunta nel mezzo del suo cammino, il Verbo onnipotente, dagli altissimi cieli, balzò dal suo trono regale” (Liturgia).

Dal Vangelo secondo Luca

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
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Innanzi tutto buon Natale.
Natale deriva dal latino natalis «natalizio, che riguarda la nascita», così in tutto il mondo, che ne siamo o meno consapevoli celebrare il Natale significa celebrare una nascita, speciale, particolare, anche per i non credenti perché comunque ha segnato in due la storia, per i cristiani perché quel bambino che nasce pur essendo simile a tutti gli altri è molto, molto di più é: l’ Emmanuele, che significa il Dio con Noi.

Del Natale sono state date molte accezioni, ve ne propongo alcune.
 Festa della speranza e dell’ attesa . Ed è vera. Mai come la nascita di un bimbo è depositaria di attese e speranze. Per i genitori, per quello che quel bambino diventerà, per quello che i genitori desiderano si realizzi su di lui. Non solo, però, ma anche delle attese della collettività per questo suo nuovo membro che ne viene a fare parte. Quale contributo darà alla storia del mondo del suo tempo. Anche al tempo di Gesù vi erano attese e speranze di Colui che era stato annunciato dalle profezie e che avrebbe salvato il popolo di Israele. Penso, però, che anche ciascuno di noi abbia delle attese e della speranza nel proprio cuore, ognuno le proprie, assieme alla richiesta della forza di superare i momenti della prova che la vita ci presenta e spesso così numerosi. Allora che il Natale sia anche festa di luce, cosi come lo ha definito un bimbo di una scuola materna: Gesù è disceso per noi dal cielo… E’ luce in ogni cuore. Anche per chi non avendo il dono della fede si abbandona e cerca di vivere quell’insegnamento, quei valori che quel piccolo bimbo nato a Betlemme come un seme ha messo nella storia dell’umanità. Continue reading