Incontro di preghiera con i genitori e i bambini che celebreranno la 1 Comunione

+Nel nome del Padre ….

PREGHIAMO

Signore, questa sera ti ringraziamo per questi nostri figli che tra poco Ti  riceveranno nel Sacramento della Comunione. Tu li hai condotti per mano all’ incontro con Te e ora Ti riveli a loro nella Parola e nel Pane di Vita. Concedi che nel cammino che hanno davanti ti scelgano come cibo che nutre e come fonte che disseta e che compiano le azioni che vorresti fare Tu.

E a tutti noi qui riuniti dona il desiderio di cercarti e di trovarti qui e nelle nostre famiglie come guida e presenza indispensabile.

Il Guerriero

Un missionario della Nuova Guinea racconta d’essere riuscito a convertire un guerriero dall’aspetto feroce e alto due metri. Per prepararlo bene alla Prima Comunione lo fece attendere per un anno. Ma il guerriero desiderava tanto incontrarsi con Gesù! Allora, dopo che aveva assistito alla Messa, andava davanti al tabernacolo e stava in piedi dritto come una palma. Non diceva nulla, non faceva nulla. Stava semplicemente lì per mezz’ora. Dopo alcune volte, il missionario gli domandò: «Mi vuoi spiegare cosa fai?». Il guerriero rispose: «Tengo l’anima al sole!».

Un genitore 

Oggi ci siamo ritrovati qui insieme a Te, Gesù, perché i nostri bambini si preparino bene al giorno solenne della prima comunione. E’ così importante questo loro incontro con Te che anche noi, come il guerriero dell’incontro, vogliamo mettere “l’anima al sole”. Il sole vivo sei Tu, Gesù, presente in quel pane bianco che è l’Eucaristia. Vogliamo stare un po’ di tempo davanti a Te, guardarti e lasciarci guardare da Te, ascoltare le tue Parole d’ Amore per noi e per trovare parole d’amore per Te.

Alleluia

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore

Riflessione 

PREGHIERE DEI FEDELI

Alle invocazioni rispondiamo: ascoltaci Signore.

Gesù, in questi giorni abbiamo preparato il nostro cuore ad accoglierti. Aiutaci a custodirti nel cuore come un vero tesoro, noi ti preghiamo.

Gesù, è difficile perdonare quando qualcuno ci offende. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto. Rimani sempre con noi, e dona al tuo cuore i tuoi sentimenti di amore, noi ti preghiamo.

Gesù, a volte noi siamo egoisti non solo delle nostre cose, ma anche del nostro tempo. Facciamo fatica a donarci ai nostri fratelli. Aiutaci a scoprire la gioia di donarci con tutto il cuore, noi ti preghiamo.

Gesù, ti preghiamo per le nostre famiglie; fa’ che questo giorno riaccendi in loro lo Spirito cristiano, noi ti preghiamo

Gesù, perché noi possiamo sentirci tutti fratelli, figli di uno stesso Padre, noi ti preghiamo.

Gesù, siamo grati a Te per averci donato la tua mamma Maria, come guida e sostegno del nostro cammino. Non manchi mai la sua presenza di mamma nel nostro cuore, insieme alla Tua, noi ti preghiamo.

PADRE NOSTRO

PREGHIERA FINALE

Gesù, vogliamo ringraziarti, Tu dici: “Chi mangia di me, vivrà per me”. Eccoci, Gesù, ti abbiamo aperto la porta del nostro cuore.

Fa’ che il Pane della Vita, che ci donerai, nutra sempre il nostro cuore, affinché, con Te vicino, nulla possa sembrare impossibile, anche nei momenti di difficoltà.

Tu sei Dio…

 

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA

O Vergine Santissima, tu sei stata scelta da Dio quale Madre del Suo Figlio Gesù.

Noi ammiriamo la tua grandezza e invochiamo la tua materna bontà.

Noi sappiamo che ci guardi con tenerezza di Madre, perché anche noi siamo tuoi figli.

A Te dunque eleviamo il nostro cuore e a te ci consacriamo, perché tu vegli amorosa sul nostro cammino.

Accoglici, o Maria fra le tue braccia materne. Difendici da ogni male, conservaci sempre nell’amore del Tuo Gesù. AMEN

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Riflessione.

Gesù fa un discorso stranissimo, parla di mangiare e bere carne e sangue … ma allora siamo cannibali?

Bisogna capire bene questo discorso che Gesù fa’ a quelli che non volevano credere in Lui. Non chiede certo di diventare cannibali, ma di essere uniti a Lui in un modo del tutto speciale, pensate ad esempio a come è unito il bimbo alla sua mamma quando è ancora nella pancia… lo siete stati anche voi. Per incontrare Dio, il Padre dobbiamo essere uniti in un modo del tutto speciale a Gesù, stare con Lui, nutrirci di Lui, della sua presenza nell’ Ostia consacrata.

 Ma sì, come fa Gesù ad essere presente? E poi in tutte quelle ostie che ricevono tante persone e mica solo nella nostra chiesa? Sento già questa domanda.

Chi vuole la risposta deve fidarsi di Gesù. Qui non è questione di ragionamenti, ma di fiducia allo stato puro. Qualsiasi spiegazione io tentassi di dare è sempre scarsa di fronte al grande miracolo che il Signore compie ogni volta nella Messa.

Sì io mi fido di Gesù. Fatico, a volte, ma mi fido. So che Lui e il Padre sono una cosa sola, ho deciso già, da tempo, di seguire il volto pieno di luce di Gesù, ascoltandolo, seguendolo e cercando, per quello che riesco, di imitarlo, sempre chiedendo il suo aiuto. Così tutte le volte che faccio la Comunione ripeto sì, Signore, so che tu ci sei, mi fido di Te e con questa fiducia vado avanti cercando di portare qualcosa, una parola, un sorriso, un po’ di tempo da regalare alle persone che incontro, perché anche loro si accorgano di Te!

Grazie Signore Gesù, e siccome rimani sempre presente in quella piccola “casa” che è il tabernacolo, quando sarò un po’ stanco ed affannato, quando il cielo della mia vita sarà con un po’ di nuvole, voglio venire anch’io, come quel guerriero, e tenere sempre la mia anima al “ sole della tua presenza” (dqy)

 

 

 

 

La coppia cresce nella fede. – Incontro con i genitori di 5 elementare e 1 media

Si ritiene che , sul solco della tradizione giudaica, del resto i primi cristiani erano ebrei, questi avessero molto a cuore l’ educazione dei figli. Ed era il padre, in genere, ad essere colui che fungeva da tramite tra Dio e i famigliari.

Abbiamo celebrato questa settimana la festa di S. Giuseppe e un giornalista  Riccardo Cascioli in La nuova bussola.it scrive:

Ad ogni modo la stretta relazione tra crisi della famiglia e oscuramento della figura di San Giuseppe risulta più chiara se pensiamo che tanti psicologi sono concordi nel sostenere che uno dei principali problemi della nostra società è l’eclissi o l’assenza del padre. Mancano i padri e manca un modello di paternità, come invece san Giuseppe è stato per tante generazioni.

«San Giuseppe è la più bella figura d’uomo concepibile e che il Cristianesimo ha realizzato», diceva don Luigi Giussani, sottolineando che il padre putativo di Gesù era «un uomo come tutti gli altri, aveva il peccato originale come me».

Alcuni anni fa Vittorio Messori si era interrogato sui motivi per cui San Giuseppe è stato volutamente messo da parte da molti nella Chiesa, ed è interessante rileggere la sua riflessione: «Secondo alcuni avrebbe operato qui quella “rivolta contro i padri” che ha portato la cultura moderna a rifiutare lo stesso Padre Eterno; e ha portato, forse, certo mondo cattolico a rimuovere questa figura cui più che a ogni altra è legata l’idea della paternità umana. La contestazione della famiglia avrebbe poi reso poco simpatica ad alcuni quella notazione di Luca («Gesù tornò a Nazareth e stava loro sottomesso», 2,51) che dà avallo evangelico all’autorità, in senso forte, dei genitori. Anche i problemi legati a castità e verginità devono aver contribuito alla rimozione di questo sposo «al di là dell’eros». Difficile, sotto il bombardamento sessualista, capire la comunità di vita di Nazareth, implicante un amore pieno e profondo e al contempo non orientato al sesso. Una coniugalità nuova, anticipatrice della condizione escatologica (Lc 20,35), ma incompresa oggi da molti» (da La sfida della fede, SugarCo 2008).

 

È una grande responsabilità, oltre che un grande dovere, per Continue reading

I germi patogeni che inquinano le relazioni all’ interno della coppia. 3 incontro genitori 1 confessione

L’ incontro dell’ ultima volta aveva come tema: “ la manutenzione straordinaria” in famiglia nel contesto del cammino quaresimale ed abbiano anche accennato ad alcuni “ germi patogeni” che rovinano la relazione all’ interno della coppia e , conseguente anche all’ interno del contesto della famiglia. Quando vi sono delle tensioni all’ interno della relazione fra coniugi inevitabilmente questo si riflette sulla relazione e nel rapporto con i figli.

Ne abbiamo elencati alcuni se vi ricordate:

  • I conflitti non risolti
  • La routine della vita familiare
  • La critica
  • Le aspettative

Oggi vorrei aggiungerne altri.

Il primo è la gelosia!

 Chiedetevi se siete gelosi!

Facendo mente locale in un’ ipotetica scala da 1 a 10 provate a darvi un voto in gelosia?

Chiediamoci cosa significhi, da dove nasca, ma anche: Dio è un Dio geloso? Se lo è cosa vuol dire?

Che la gelosia procuri drammi è assodato. Ogni giorno le cronache riportano drammi della gelosia, spessissimo con conseguenze tragiche fino al’ omicidio. Oggi è stato inventato anche il termine femminicidio, ( allora quando viene ucciso un uomo si dovrebbe dire maschicidio?). Penso che usando il termine Uomo come sinonimo di persona questa sia una distinzione inadatta, anche se , purtroppo, le conseguenze della gelosia colpiscano in genere le donne.

Noi focalizziamo questo discorso all’ambito familiare di coppia, non ci occupiamo della 2gelosia” fra fratelli. Consapevoli che il termine ha una valenza più ampia perché investe le relazioni di carattere amicale, ma anche di carattere sociale-economico.

Qualche esperto dice che. “dietro i bisogni fondamentali di Identità e di Affettività, la Gelosia si manifesta in un io ferito ed immaturo che vive nell’ esasperazione di un sentimento di angoscia per l’ abbandono, che scaturisce dai primi anni dell’ infanzia e [dovuta] alla struttura educativa genitoriale”

 Altri dicono che: “ La gelosia può nascere da un’ immagine negativa di sé che vede nel comportamento dell’ altro un qualcosa che viene meno per se. Nascono allora i sospetti, le inchieste, i processi eterni, le fissazioni, il soffocamento delle più legittime libertà. Quando uno dei coniugi diventa geloso la relazione è in pericolo e occorre intraprendere la strada della pazienza e del dialogo vero, perché vengano alla luce e si chiariscono i veri motivi della sfiducia, e da parte dell’ altro coniuge vedere e riconoscere quali dei suoi comportamenti possa no alimentare la gelosia dell’ altro”. (Venite in disparte riposatevi un po’ . Comunità di Caresto, ed. Gribaudi)

Io ritengo la gelosia indice di una immaturità affettiva e di una mancanza di fiducia nell’ altro! Essa è limitativa dell’ altro, portandolo ad essere considerato come “proprietà”, dimenticando che la persona non si può “possedere” alla stregua di un oggetto. Ai miei alunni, quando ci confrontavamo su questo tema chiedevo: “ Ama di più la persona che permette all’ altro di realizzarsi, e quindi la lascia libera, si fida o chi la costringe, limitandone  la libertà?”. Ovviamente questo non preclude di consigliare, dialogare, confrontarsi, ma anche ad essere disponibili a far si che l’ altro abbia idee e sensibilità diverse dalle nostre.

Consideriamo cosa ci dice la Bibbia. Poniamoci una domanda, anzi due: Dio è un Dio geloso? Se lo è cosa significa?

 Occorre fare una premessa.

Noi usiamo spesso il termine gelosia nel senso anche di essere invidiosi. È importante capire come viene usato questo termine.

 Quando noi usiamo la parola “geloso”, lo facciamo nel senso di essere invidiosi di un’altra persona perché lui o lei hanno una bella automobile o una bella casa (beni materiali). Una persona potrebbe anche essere gelosa o invidiosa di un’altra persona a causa di qualche abilità o talento (ad esempio, capacità atletiche). Un altro esempio potrebbe essere di una persona gelosa o invidiosa della bellezza altrui.

Prendiamo in esame il testo di  Esodo 20,4-5   che dice: “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso…”  La “gelosia” di Dio è qui da intendere come un richiamo da attribuire a qualcun altro ciò che spetta giustamente a Lui.

 In questi versetti, Dio sta parlando alle persone che si fanno idoli e che si inchinano a loro per adorarli invece di dare a Dio l’adorazione che solo a Lui spetta . L’adorazione e il servizio  Gli appartengono. Adorare e servire qualsiasi cosa che non sia Dio è un peccato (come Dio dice in questo comandamento). Quando desideriamo, o siamo invidiosi, o siamo gelosi di qualcuno perché ha qualcosa che noi non abbiamo, ciò è peccato.

 La gelosia è un peccato quando è un desiderio per cose che non ci appartengono. Quindi, Dio è giustamente geloso quando l’adorazione, la lode e l’onore vengono dati a idoli. Questa è esattamente la gelosia di cui parla Paolo in 2 Corinzi 11,2 “Sono geloso di voi della gelosia di Dio…” (http://www.gotquestions.org/Italiano/Dio-geloso.html#ixzz3UugO0o3W).

 Nella Bibbia vi è anche un uso diverso di questo termine. Viene impiegato per  indicare sostanzialmente l’ interesse e l’ affezione di Dio per l’ uomo e dell’ uomo per Dio e non una patologia. Quando Dio è chiamato “Geloso” nella Bibbia lo  indica come Colui che ha cura del suo popolo.

La passione e il senso di appartenenza a Dio, che illumina la nostra identità di cristiani, mettendo nella giusta dimensione anche quelle che sono le patologie legate alla gelosia.

 Vi può essere anche una gelosia nei confronti dei nostri figli. Dicono sempre gli esperti:  Questo produce genitori ansiogeni,  proprietari e non custodi del bene dei figli. Per quanto concerne la trasmissione della fede non aiutano il cammino di libertà in Cristo, un po’ per accidia( disinteresse, pigrizia, indifferenza), un po’ perché frantumati fra le mille proposte mondane del nostro tempo. Diventa facile vivere due atteggiamenti che sono entrambi dannosi: il lassismo, da una parte e il fondamentalismo dall’ altra.

Più difficile, molto più difficile, ma più fecondo, per l’ equilibrio dei nostri figli vivere nell’ attenzione e nel senso di appartenenza a Dio, nell’ interesse e nell’ affezione di Dio all’ uomo e viceversa.

Un altro germe inquinante delle relazioni familiari è quella che qualcuno chiama l’ infedeltà “a piccole dosi”.

Senza arrivare a infedeltà particolari, come il tradimento esplicito del partner,  è il non avere a cuore l’ unità di coppia, in pratica agire come vivrebbe uno scapolo, due tu che coabitano, ma che non arrivano mai ad essere un noi, determinando in questo tempo la propria vita, le proprie scelte, il proprio tempo libero. Occorre essere molto attenti perché i ritmi che ci vengono imposti dal nostro modo di vivere, spingono molto in questa direzione.

Eppure vi è una fedeltà da vivere, certamente nei confronti del marito o della moglie, ma anche all’ impegno che si è assunti nel rendersi disponibili ad una grande sfida che è quella della realizzazione a un progetto di vita liberamente scelto. Una fedeltà a quella famiglia, ai tuoi figli.

Noi molto spesso ci commuoviamo di fronte ad esempi di fedeltà che ci offrono gli animali e se avete pazienza vi posso proporre anche due esempi.

Fido

“Era una fredda sera dell’inverno 1941 quando Carlo Soriani sentì un guaito…”. L’operaio sta tornando da San Lorenzo alla sua casa nella frazione di Luco. Nel greto di un torrente trova un cucciolo ferito. Lo porta a casa, diventa “suo”. Non è bravo a caccia, il cagnolino. Fido non sa nemmeno fare la guardia. Ma ogni mattina alle 5,30 sveglia il padrone, e assieme vanno alla corriera. Alla sera, alle 19, il cane è lì in piazza. A volte il padrone scherza, non scende dalla corriera. Il cane sale e lo va a cercare, nascosto dietro un sedile. Questo per due anni, fino alla sera del 30 dicembre, quando le bombe distruggono la fabbrica dove lavora il padrone. “Fido, fedele al suo appuntamento, era lì ad aspettare anche quella sera. Gli operai scesero in silenzio, con facce pallide… Fido esaminò uno ad uno tutti i viaggiatori poi saltò sulla corriera e invano cercò fra i sedili Carlo Soriani. Tornò a casa da solo e la famiglia Soriani capì che Carlo non sarebbe più tornato”.
In pochi giorni, nella piazzetta di Luco, tutti notano questo cane che aspetta. “Da allora, puntualmente, ripeté ogni pomeriggio per quasi quattordici anni questo suo viaggio da casa alla piazza. Il giorno lo passa sul cocuzzolo davanti a casa, con il naso in su, rivolto verso Borgo San Lorenzo. Anche negli ultimi anni di vita, quando le zampe non lo sorreggevano più, con gli occhi annebbiati, le orecchie ciondoloni, era sempre lì ad aspettare”.
Il sindaco di Borgo ordina che Fido sia esentato dalla tassa sui cani e che possa circolare liberamente senza museruola. Il 9 novembre 1957 il cane viene premiato con una medaglia d’oro, durante una cerimonia in Comune. L’annuncio della sua morte – avvenuta l’8 giugno 1958 – viene dato da “La Nazione” a quattro colonne. “Fido è morto. Sarà sepolto all’esterno del piccolo cimitero di Luco di Mugello dove riposano le spoglie del suo padrone”. “Fido è stato trovato morto sul ciglio di un podere ieri alle sedici, poco lontano dalla sua casa di Luco di Mugello. La scoperta l’hanno fatta due ragazzini che tornavano da scuola. Lo hanno riconosciuto subito e sono corsi a dare la notizia alla signora Soriani, che è scoppiata in lacrime. In breve, gli abitanti del borgo erano radunati quasi al completo intorno al povero corpicino inerte, semi nascosto dall’erba alta”. Pochi mesi dopo è stato inaugurato il monumento, opera dello scultore Salvatore Cipolla.

Toldo

Un legame indissolubile quello tra il gatto Toldo e il suo proprietario Renzo, scomparso a 71 anni. Un affetto che neppure la morte è riuscita a interrompere, tanto che l’animale ha continuato a tenerlo vivo vistando la tomba dell’amico ogni giorno. Una storia che strappa un po’ di commozione, in particolare in un piccolo paesino come Montagnana, a ridosso di Pistoia, dove i due vivevano felici.

Renzo e Toldo erano molto legati, un amore forte e sincero nato sin dal primo giorno dell’arrivo del micio. Il piccolo era stato adottato in una colonia felina a soli tre mesi, e crescendo aveva identificato nell’uomo la guida e la sua famiglia. Ma la scomparsa prematura di questo grande sentimento aveva spezzato la quotidianità, sacra per gli animali. Una ritualità importante che Toldo ha voluto proseguire, andando a salutare Renzo sulla tomba.

Piccoli doni semplici come foglie, rametti, sassolini, fazzoletti sono ciò che Toldo adagia quotidianamente sulla lapide. Più volte al giorno, aggirandosi indisturbato per il paesino fino a raggiungere il cimitero dove l’uomo riposa. E poi rimane lì, seduto sulla tomba a fare compagnia al suo amico umano. Forse alla ricerca di quel calore e di quelle parole che caratterizzavano le sue giornate.

Tanti i testimoni che rispettosamente osservano questa delicata processione quotidiana, non ultima la signora Ada, moglie del defunto. Spesso è lei che Toldo scorta per i sentieri del cimitero, fino a raggiungere insieme la tomba. Una compagnia silenziosa iniziata sin dalla cerimonia funebre, con il gatto dietro il carro funebre, fino ai primi rametti sulla tomba di Renzo.

Una storia che ha commosso ma anche incuriosito, tanto da catturare l’attenzione dei media che la signora Ada ha cortesemente respinto. Del resto è una storia privata, un sentimento intimo da rispettare con cura in silenzio.

Bene, se gli animali riescono a darci questi esempi di fedeltà, noi ci facciamo superare da loro?

Cosa dire poi della fedeltà a Dio? Già perché il Dio che Gesù ci fa conoscere è il Dio fedele al punto di dare la vita!

“ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici e voi siete miei amici …” Allora tutte le volte che guardiamo al crocifisso pensiamo alla fedeltà del Signore, questo ci aiuterà ad essere fedeli anche nei momenti in cui la fede diventa difficile.

Altro germe: il senso di superiorità.

Oggi è diffuso negli ambienti più disparati e contagia da subito anche i bambini. Nessuno ha più niente da imparare dall’ altro, tutti sanno, ma soprattutto tutti sono convinti di stare un po’ sopra all’ altro e a tutti gli altri.

Influenza anche l’ ambito dell’ educazione dei figli. Pensiamo a certi frasi che ricorrono, e quante volte le ho sentite nei colloqui con i genitori a scuola, del tipo: “ Ma sa mia moglie, gli concede, purtroppo io sono molto preso …” o viceversa, che sottende un pensiero che suona pressappoco così: “Lei / lui non sa mica trattarli … se ci sono io allora sì”. Ma i figli si educano in due. Siccome poi chi hai davanti è comunque dotato di una propria identità nessuno può dirsi arrivato e essere sicuro di avere lui la proposta vincente, perfetta, assolutamente sicura.

Un attenzione particolare deve essere riservata ai vari percorsi di fede all’ interno della coppia e nei confronti degli stessi figli. Nel cammino di fede nessuno può sentirsi superiore ad un’ altro, anzi questo potrebbe diventare un impedimento all’ altro per una crescita personale. Si tratta piuttosto di un accompagnare, di un camminare insieme, mentre si cresce anche personalmente. Ben contenti se l’ altro/a, i figli spiccheranno il volo e sapranno innalzarsi verso l’ infinito.

Abbiamo cercato di abbozzare quelli che sono gli inquinanti delle relazioni nella coppia e nella famiglia, allora vorrei concludere con questa preghiera che richiama tutti alle nostre responsabilità nel educare alla conoscenza e all’ amore del Signore.

 

Cristo non ha mani

ha soltanto le nostre mani

per fare il suo lavoro oggi.

Cristo non ha piedi

ha soltanto i nostri piedi

per guidare gli uomini

sui suoi sentieri.

Cristo non ha labbra

ha soltanto le nostre labbra

per raccontare di sé

agli uomini d’oggi.

Cristo non ha mezzi

ha soltanto il nostro aiuto

per condurre gli uomini a sé.

Noi siamo l’unica Bibbia

che i popoli leggono ancora.

Siamo l’ultimo messaggio di Dio

scritto in opere e parole.

Follereau, scritti vari

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(dqy)

 

Annunciare Gesù, buona notizia per tutti, anche per gli adolescenti (3 incontro con i genitori dei cresimandi)

L’ ultima volta, se ricordo bene abbiamo parlato dell’ importanza del gruppo dei pari, nell’ esperienza di crescita che  fa l’ adolescente nel suo percorso oggi vorrei iniziare il nostro incontro con un immagine, che dice bene quale sia il difficile compito educativo del genitore.

E una donna che stringeva un bambino al seno disse: Parlaci dei figli

 

I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la vita ha di sé.
essi vengono attraverso di voi, ma non da voi.
E benché vivano con voi, ciò nonostante, non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete dare alloggio ai  loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che
neppure in sogno potrete visitare.
Potete cercare di essere simili a loro,
ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non si attarda  sopra il passato.

Voi siete gli archi da cui i figli come frecce vive  sono scoccati.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e con la Sua

forza vi tende perché le frecce vadano veloci e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’ Arciere;

poiché Egli, come ama la freccia che vola,così ama l’ arco che è saldo.

 ( da: Il profeta di Kahlil Gibran)

 

L’ immagine dei figli come “frecce” è  descritta anche nella Bibbia al salmo 127: “ Ecco dono del Signore sono i figli è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza. Beato l’ uomo che ne ha piena la faretra …”

 Perché ho voluto mettere il testo di Gibran all’ inizio del nostro incontro? 

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Preparare la Pasqua (La famiglia, Chiesa domestica 2 – incontro con i genitori dei bimbi che si preparano alla Comunione)

La casa di Zaccheo e il Cenacolo

Riprendiamo il nostro discorso, sulla famiglia Chiesa domestica. La volta scorsa abbiamo ricordato la dimensione profetica, regale e sacerdotale della famiglia, che trae la sua origine  dal  nostro Battesimo. Questa dimensione in un discorso di comunione familiare dovrebbe dilatarsi e crescere in ciascuno dei suoi componenti per poi dilatarsi all’ interno della comunità familiare, e, all’ esterno, nei vari ambiti della nostra vita!

Vi sono tante case nella Bibbia, io oggi ve ne propongo, fra le tante due: una è la casa di Zaccheo e l’ altra è il cenacolo.

Voi dove  e come  trascorrerete la Pasqua? Sapete che

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Quaresima tempo di manutenzione straordinaria … incontro con i genitori dei bimbi della 1 confessione

La volta scorsa abbiamo riflettuto sul tema del perdono, abbiamo preso consapevolezza di quanto sia difficile, di come non sia sufficiente il chiedere scusa, perché per arrivare al perdono occorre percorrere un itinerario che richiede:

  • Mettersi in cammino verso l’altro
  • Prendere consapevolezza del male fatto
  • Esserne sinceramente dispiaciuti
  • Impegnarsi e promettere di non farlo più
  • Non tenere tutto dentro di se, ma esprimerlo in modo esplicito all’ altro.

 

Siamo vicini al tempo Quaresimale, che è un tempo importante, mercoledì prossimo sarà il Mercoledì delle Ceneri. Con il segno delle ceneri, che ci ricorda la nostra pochezza: “ricordati uomo che sei polvere e in polvere ritornerai”, e il digiuno che fra le altre valenze ci rammenta qual’ è l’ essenziale a cui dobbiamo tornare …

L’ uomo ha bisogno del nutrimento materiale, certo gli è necessario per vivere, ma se andiamo a leggere il brano delle tentazioni nel Vangelo di Matteo leggiamo: “ Non di solo pane vive l’ uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio”,  così iniziamo il grande cammino di preparazione alla Pasqua.

Quello quaresimale è anche un itinerario di ritorno alla relazione con il Signore, di riavvicinamento a Lui, di ripensare al nostro rapporto con Lui, ma siccome  il nostro rapporto con il Signore passa poi concretamente attraverso il nostro rapporto con il prossimo, e il prossimo più prossimo sono quelli con cui vivo giorno per giorno assieme al cammino di riavvicinamento con il Signore, magari togliendo un po’ di erbacce che possono essere cresciute, perché è tanto che non ripercorriamo il sentiero che ci avvicina a Lui: preghiera, lettura del Vangelo, confessione, Messa, opere di carità, perché non ripensare a come viviamo le relazioni all’ interno della coppia e della famiglia, per ravvivarle, riaccordale, se vogliamo un immagine presa dal mondo della musica?

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Il gruppo dei pari nell’ età dell’ adolescenza. ( incontro con i genitori dei cresimandi)

Facciamo il punto! Nell’ incontro precedente ci siamo fermati a riflettere sui modelli di riferimento dell’ età adolescenziale, quelli che il nostro modo di vivere, i mezzi di comunicazione, i personaggi comunicano esplicitamente o implicitamente ai nostri ragazzi. Oggi vorrei riflettere con voi sul gruppo dei pari. Facciamo però, prima il punto della situazione.

CHI SONO I RAGAZZI

Identità

Gestire un corpo che cresce e si trasforma.

Maturazione sessuale.

Voglia e paura di crescere: momenti di regressione.

Bisogno di autonomia e libertà

Relazioni

Il gruppo degli amici: nuovo punto di riferimento.

Rapporto conflittuale con i genitori.

Conoscenza

A motivo dello sviluppo del pensiero formale, impara a formare concetti più astratti e più esatti a classificarli in categorie.

Capacità di interiorizzazione

Impara a considerare i suoi pensieri e i suoi sentimenti come prodotto di un’attività soggettiva interiore e non li vede più come rappresentazione della realtà oggettiva. In questo modo è in grado di distinguere fra il pensiero e la percezione, tra il credere e il sapere.

Domande di senso

Riemergono nuove domande di senso

Concezioni religiose

Dipendenza dal gruppo di riferimento (gruppo parrocchiale ecc.)

Presenza di conformismo ma anche progressivo distacco dai modelli trasmessi dall’educazione religiosa.

I mutamenti del corpo

Fanno sentire continuamente i ragazzi in  out, tagliati fuori, su ogni particolare si possono sentire

trionfanti o addolorati. L’abbigliamento poi diviene un estensione del corpo e si pasa tempo a parlarne. Sul corpo investe molto sia per esaltarsi che per denigrarsi.

Ruolo dell’educatore: essere bravi a mantenere uno sguardo intero sul ragazzo e non giudicarlo sull’ esteriorità: orecchino, cresta,… non è quell’elemento che lo renderà infelice. Saper apprezzare e comunicare lo sviluppo corporeo, per aiutarli a vedersi in modo positivo.

Maturazione sessuale

Area di paure, attese, desideri. Due accorgimenti:

1 – stare vicini al ragazzo non implica fare discorsi su massimi sistemi o raccontare della propria vita sessuale. È interessarsi al suo mondo in modo semplice, come sostegno all’esperienza che si vive.

2- i discorsi sulla sessualità ne hanno fatti e sentiti molti a quest’età. Ci sono parole che si possono però pronunciare serenamente e che non sono passate di moda: il controllo, l’attesa, la rinuncia. Si tratta di atteggiamenti base dell’intelligenza interpersonale e intrapersonale. Il non restare centrati su di sé, non conoscere veramente l’altro, il non togliere all’altro dignità, non ingigantite i propri bisogni… sono cose importanti da dire anche ai più grandi, senza pretesa di essere obbediti ma per lasciare che interiorizzino degli argini che poi scopriranno essere preziosi.

 

Amicizia:

esperienza centrale, bisogno di appartenenza e di identificazione.

Identità sessuale: essere grandi-essere ancora piccoli.

Industriosità e stasi. Gestione degli impulsi: tra violenza e tenerezza.

Prime esperienze di amore.

 

Vi propongo alcuni testi  sull’ amicizia, che nell’ età dell’ adolescenza ha un ruolo molto, molto importante e penso che  voi ve ne siate già accorti. Nella scala delle relazioni quella con gli amici è certamente al primo posto e il gruppo dei pari ha un ruolo non secondario!

 

Dalla Bibbia

Ci sono compagni che si rovinano a vicenda,

ma anche amici più affezionati di un fratello. ( Pr 18,24)

 

Tieniti lontano dai tuoi nemici

e guardati anche dai tuoi amici. ( Sir 6,13 )

 

Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:

come è lui, tali saranno i suoi amici. (Sir 6,17 )

 

Dal Piccolo Principe

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: «Per favore… addomesticami», disse. «Volentieri», disse il piccolo principe, «ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose». «Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!». ( da il piccolo Principe di S. Exupèry)

 

Cos’ è il gruppo dei pari?

Se

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I doni dello Spirito Santo

Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio

Sapienza : dal latino: “sapere”, che significa avere sapore. Come il sale rende più saporito ogni piatto, con il dono della Sapienza diamo sapore, gusto alla nostra vita e a quella degli altri, attraverso l’ amore, come insegna Gesù. Ma è quella Sapienza un po’ diversa da come la pensiamo noi, che spesso la confondiamo con la conoscenza di nozioni, informazioni, competenze. È la Sapienza che viene da Dio, dal nostro impegno di assomigliare a Gesù nel dire di sì e vivere il bellissimo progetto di vita che il Signore ci propone, cioè fare la sua volontà, come preghiamo nel Padre nostro.

Dalla sapienza veniamo arricchiti.

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Testimonianze e modelli nell’ età dell’ adolescenza – incontro con i genitori dei cresimandi

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire;
c’è un tempo per piantare e un tempo per sradicare il piantato;
c’è un tempo per uccidere e un tempo per curare; c’è un tempo per demolire e un tempo per costruire,
c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere (Qo 3,2-4).

L’autore sacro scandisce il dipanarsi della vita per polarità contrapposte, legge e interpreta bene la nostra attuale cultura di vita. La nostra è la cultura dell’immediato e dell’effimero, del tutto e subito, dell’attimo fuggente, della toccata e fuga. È questa una forma sottile di pensare e di atteggiarsi, che sottende tante realtà della nostra vita. (Nico Dal Molin).

Il Sacramento della Cresima, quello che i vostri ragazzi celebreranno quest’anno, l’ ultimo dei Sacramenti dell’ iniziazione cristiana!
“ Finalmente, era ora …” frasi che a volte si sentono bisbigliare o che i genitori ripetono fra loro, magari attenti che non vi siano nelle vicinanze il don o i catechisti, ma che poi i figli spiattellano bellamente negli incontri, dicono gli stati d’ animo che accompagnano il percorso di preparazione immediata alla celebrazione del Sacramento e che più o meno consapevolmente viene trasmesso ai ragazzi.

Atteggiamenti che sintetizzo così:   Continue reading

Educare all’ Attesa

Incontro con i genitori di 1 media e 5 elementare!

Una provocazione dal libro dei proverbi …

 

… Ascolta figlio mio, l’ istruzione di tuo padre e non disprezzare l’ insegnamento di tua madre, perché saranno corona graziosa sul tuo capo e monili per il tuo collo. Figlio mio se i malvagi ti vogliono sedurre, tu non acconsentire! Se ti dicono: “Vieni con noi, (…)”, figlio mio non andare per la loro strada, tieniti lontano dai loro sentieri! I loro passi corrono verso il male … ( Pr 1, 8-11. 15-16a)

 Immagino che come genitori tutti voi, nel rapporto educativo con i vostri ragazzi vi troviate in una situazione ottimale,  oppure sta iniziando a cambiare qualcosa …?  Allora vorrei proporvi di fare un’ attività di questo genere dirci, se ci riusciamo, cosa trovate di cambiato,  nei vostri ragazzi, al di là di quelli che sono i cambiamenti evidenti esterni che si possono cominciare a notare in modo particolare nelle ragazzine, ( bimbe).

Perché questa proposta?

Perché i vostri figli, i nostri ragazzi, stanno entrando in un periodo che è quello della mutabilità. Per alcuni inizia per altri inizierà, nelle ragazzine in genere prima che nei maschi. Mutabilità che riguarderà non solo l’ aspetto fisico, ma anche quello cognitivo, quello psicologico, quello sessuale affettivo, quello morale religioso e quello relazionale.

 

Nel progetto della Diocesi di Brescia  intitolato: “ I primi Passi dei nuovi Cristiani” leggevo a proposito dei  fanciulli di questa età, che sono poi i nostri:

* Fra il termine della fanciullezza e l’inizio dell’adolescenza (verso gli 11-12 anni) si verificano importanti sviluppi, sia dal punto di vista fisico che sul piano dell’attività intellettuale, i quali  hanno molteplici riflessi non soltanto  sull’attività scolastica ma anche sulla vita affettiva ed emotiva, sui rapporti con i coetanei e il mondo degli adulti.

Non è facile descrivere in breve in che cosa consistano tali “progressi”; cercheremo tuttavia  di dare alcune indicazioni.

L’acquisizione della capacità di sviluppare un ragionamento e la crescente esigenza di affermazione possono avere dei riflessi di grande importanza oltre che sul piano scolastico anche su quello dei rapporti con i familiari, con gli insegnanti, o con gli adulti in genere.

Può svilupparsi nel ragazzo il bisogno  di elaborare delle convinzioni personali, oltre che sulla base del proprio vissuto anche attraverso l’attiva ricerca di nuove esperienze.

Un ragazzo di questa età può dunque facilmente venirsi  a trovare –  per quanto riguarda i suoi rapporti con quell’insieme di abitudini, di convinzioni e di atteggiamenti che formano il suo ambiente familiare – in una situazione di “marginalità”, caratterizzata da un periodico alternarsi di volontarie “uscite” da tale ambiente e di “rientri” pure volontari.

Da una parte, infatti, egli incomincia   Continue reading