1 Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, scelti 2secondo il piano stabilito da Dio Padre, mediante lo Spirito che santifica, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in abbondanza. […] 4Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo …
( 1 Lettera di Pietro)
Ho scelto questo testo perché vorrei che in questo incontro, che si colloca all’ interno del nostro cammino quaresimale in quel’ ottica di “rientrare in noi stessi” per riscoprire quella parte intima, profonda in cui Gesù può parlare ai nostri cuori. Per fare questo, per dargli la possibilità di parlare dobbiamo far tacere rumori che ci agitano.
Che agitano il nostro cuore, la nostra vita con ansie, timori, i dubbi, incertezze che accompagnano i nostri giorni. Speriamo che vi siano anche delle gioie e non solo delle trepidazioni.
È come se nel computer spingessimo il tasto reset. La quaresima diventa alloro il tempo in cui siamo chiamati a riassestare, riordinare e ricaricare per ripartire con rinnovata energia.
Vi è un versetto del testo che vi ho letto: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”,
in cui appare la parola casa, come ricordava anche l’Arcivescovo nel ritiro del clero che abbiamo avuto.
Vorrei partire da questo versetto per riflettere sulla casa/ sulla famiglia come piccola Chiesa. Anche perché i vostri ragazzi stanno parlando della Chiesa.
È difficile far passare questo modo di “pensare” la famiglia. Anche perché chissà qualè l’ immagine che appare nella nostra testa quando sentiamo questa espressione. [Sarebbe interessante saperlo, si può chiedere se i genitori si esprimo condividendo assieme].
Forse si pensa: “ma dovrei avere un altarino”, come vi era però in tante famiglie del secolo scorso in contesto culturale molto diverso dall’ attuale. Andando a benedire in qualche famiglia se ne trova ancora. Oppure: “Chissà quanti rosari dovrò recitare!” Qualche volta non farebbe male! “Pregare insieme è difficile, si fa prima a guardare un film o un avvenimento sportivo.” Pregare assieme in famiglia non è cosa scontata se non nasce da una consuetudine, che però deve essere iniziata e da chi se non dai genitori nei confronti dei loro figli?
La “casa” nella Bibbia Continue reading →