Il parroco di Bonassola a favore del Gender

Da qualche giorno è in corso un’accesa polemica a Bonassola, piccolo comune in provincia di La Spezia, a seguito delle parole pronunciate dal parroco locale don Giulio Mignani su una chat di parrocchiani.

Su questo gruppo il giovane prete ha esternato palesemente la sua opinione a favore dell’omosessualità, criticando lo sportello anti-gender voluto da Toti per la Regione Liguria, definendolo “una caccia alle streghe”. Non si è inoltre tirato indietro dallo schierarsi contro le c.d. “differenze di genere” costituitesi nella società:

«Nessun attacco a Toti e, soprattutto, nessuna pretesa di avere la verità in tasca. In questa chat nata per organizzare eventi a sostegno di un comune del centro Italia colpito dal terremoto, proponiamo anche iniziative e le discutiamo: una di questa è stata proprio la petizione ‘Rainbow’ che ho consapevolmente firmato perché contrario a qualsiasi azione volta ad incentivare l’omofobia».

Ma non è tutto, poiché don Mignani rivela pure, e senza pudore, di aver partecipato ad una “unione civile” di due Continue reading

Il prof. di psicologia Jordan B. Peterson e la “guerra del gender”

La “guerra del gender” non conosce confini e non risparmia nessuno. Se in Italia. in queste settimane è il turno della psicologa torinese Silvana De Mari, ad ogni latitudine, chiunque si azzardi a proferire parola contro il “gender diktat” finisce immediatamente nel tritacarne LGBT.

In questo senso, recentemente in Canada hanno suscitato grande scalpore le dichiarazioni di Jordan B. Peterson, professore ordinario di psicologia presso l’Università di Toronto e psicologo clinico, il quale ha osato esternare pubblicamente le proprie ragionevoli perplessità nei confronti della sempre più invasiva “agenda gender”.    Continue reading

Guerra aperta tra la dottoressa Silvana De Mari e il mondo LGBT: le parole della discordia La chirurga sostiene che sia erotismo e non sesso quello tra gay

Silvana De Mari, medico e scrittrice, autore di decine di libri fantasy, nel ciclone per alcune affermazioni contro l’omosessualità. In sostanza lei sostiene che non esiste e che i gay siano persone asessuate e omoerotiche.

La vicenda sta spopolando in questi giorni sui social network e l’Ordine dei Medici ha avviato un’indagine sulle sue affermazioni. Ma vediamo di ricostruire la vicenda che ha coinvolto la dottoressa De Mari.

Medico chirurgo, specializzato in endoscopia dell’apparato digerente e psicologia cognitiva, la De Mari – una cattolica fervente – ha un blog e un profilo Facebook sui quali espone le sue idee. Ha un seguito importante, tanto che sul più popolare dei social vanta oltre diecimila follower.

IL LEGAME SACRO TRA MADRE E NASCITURO

In un post sul blog del 28 dicembre, ad esempio, spiega da un punto di vista clinico perché l’unico legame naturale sia quello tra madre e nascituro, contestando le teorie pro utero in affitto e adozioni gay.

«Sulla gravidanza, il periodo in cui il feto e la madre condividono i neurotrasmettitori si fa tutto l’adattamento epigenetico, l’adattamento che permette la sopravvivenza della specie (…) Il legame madre figlio è sacro. Quando il legame con la madre è spezzato il bambino per tutta la vita esprime ormoni da stress, sempre, anche quando sembra tranquillo e moltiplica il rischio di sviluppare una depressione grave, oppure una malattia fisica. Stesso discorso per la madre. Chiunque lo spezzi volutamente questo legame commette un crimine».    Continue reading

Il dramma dietro i lustrini: ecco come vive un trans

Che cosa sia davvero la carità è una domanda da cui è difficile fuggire di fronte al più ampio sondaggio effettuato in America sulla popolazione che si identifica come transessuale. A pubblicare in questi giorni i risultati dell’analisi effettuata nel 2015 è una delle organizzazioni maggiormente attive nel campo dei cosiddetti “diritti transgender”, il National center for transgender equality (Ncte) che si prefigge lo scopo di “cambiare le leggi, le politiche e la società”.

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Vietato parlare dei drammi trans: cronista alla gogna

La caccia alle streghe è appena cominciata e c’è da scommettere che sarà lunga. Ma dato che chi ben comincia è a metà dell’opera sarà bene mettere subito giù i termini della questione: è in corso un attacco intimidatorio che punta a chiuderci a bocca limitando la libertà di espressione e di esercizio della professione. Le cosiddette lobby gay acquistano potere sfruttando lo strumento della minaccia mediatica. Come? Segnalando agli ordini professionali i comportamenti di quei professionisti giudicati secondo il loro metro omofobi. Così a cadere nella tagliola Lgbt questa volta sono state due donne, due professioniste e due cattoliche. Che cos’hanno fatto? Hanno, rispettivamente nel loro campo, quello medico e quello giornalistico, detto la verità su alcuni aspetti dell’omosessualità.     Continue reading

Thibaud Collin: Amoris laetitia produce interpretazioni opposte

Il filosofo francese Thibaud Collin (nella foto) scrive un primo bilancio della recezione dell’esortazione Amoris laetitia nel mondo cattolico, lo fa sulla rivista L’Homme nouveau.

Nel tracciare questo bilancio il filosofo considera due punti di vista che possono essere considerati paradigmatici di come i passaggi più controversi dell’esortazione sono stati recepiti.
Il primo è quello dei vescovi argentini della regione di Buenos Aires, per cui lo stesso Papa Francesco ha detto che “non c’è altra interpretazione”.     Continue reading

L’islam è la prima causa di oppressione dei cristiani

Open Doors, Porte aperte, l’organizzazione non governativa che dal 1955 aiuta i cristiani perseguitati e ne raccoglie le testimonianze di fede, ha appena pubblicato il suo annuale rapporto che, come di consueto, comprende l’elenco degli stati in cui “la fede costa di più”: 50 paesi, 650 milioni di cristiani oggetto di discriminazioni, abusi, attentati, aggressioni, limitazioni alla libertà di culto.
Per il 2016 la persecuzione è stata classificata estrema in 10 stati, grave in 20 – per un totale di circa 215 milioni di cristiani colpiti – e moderata in altri 20. Le vittime dell’intolleranza nel 2016 sono state 1.207, le chiese danneggiate o distrutte 1.239: un netto calo rispetto al 2015, anno in cui i morti erano stati 7.100 e 2.400 le chiese attaccate.
La diminuizione dei casi di violenza estrema si deve in gran parte ai successi registrati nella lotta a Boko Haram, i jihadisti nigeriani, e all’Isis, lo Stato Islamico. Ma conta anche il fatto che centinaia di migliaia di cristiani, specie in Nigeria e in Medio Oriente, hanno abbandonato le regioni controllate dai jihadisti, mettendosi in salvo, motivo per cui però patiscono privazioni e la dolorosa incertezza dello status di profughi. Inoltre, avverte Open Doors, le persecuzioni in realtà si sono estese e intensificate, hanno assunto forme più subdole.

L’islam resta la principale causa di oppressione per i cristiani. Ne è infatti responsabile in 35 stati su 50. Sono islamici otto dei primi dieci paesi, quelli in cui la persecuzione è definita estrema. Sono gli stessi del 2015 con due variazioni: la Libia è passata dal 10° all’11° posto, lo Yemen, 11° nel 2015, si trova adesso in nona posizione. Ci sono Stati a maggioranza musulmana, come la Somalia, la Tunisia, l’Egitto e l’Indonesia, in cui a minacciare i cristiani sono gruppi di estremisti islamici. In altri, ad esempio il Sudan e l’Arabia Saudita, la repressione è opera dei governi, con leggi che limitano in parte o del tutto la possibilità per cristiani di praticare la fede. In altri ancora i fedeli sono minacciati sia dalle leggi dello Stato che dai jihadisti e da una parte della popolazione influenzata da gruppi integralisti molto potenti: in Pakistan i cristiani subiscono attentati, abusi, discriminazioni e vivono sotto la minaccia della “legge nera”, la legge contro la blasfemia.     Continue reading

IL TEOLOGO TARCISIO STRAMARE: «AMORIS LAETITIA, IL PROBLEMA ESISTE. INUTILE FAR FINTA DI NO»

«Amoris Laetitia? Testo confuso, necessari chiarimenti. Legittimi i Dubia». Lo sostiene in questa intervista a La Fede Quotidiana Tarcisio Stramare, teologo, oblato Giuseppino.

Padre Stramare, Amoris Laetitia suscita pareri contrastanti sul capitolo 8. Qual è la sua idea?
«Effettivamente si presta ad interpretazioni divergenti e diverse, lontane da qual sano criterio della Chiesa secondo il quale i documenti devono essere ispirati alla logica del sì-sì o no-no».

Quale la causa?
«Penso che sia un documento certamente ispirato a buone intenzioni, ma frutto di sintesi e di compromesso e come tale ha una certa ambiguità di fondo che si presta ad interpretazioni e prassi diverse. Penso che i reali problemi siano sia per i confessori che per gli stessi penitenti».

Perché?
«Detto che Amoris Laetitia è frutto di un compromesso dovuto adun Sinodo non unanime, sostengo che i confessori non sempre sanno come regolarsi. In quanto ai penitenti possiamo trovare, anzi è successo, che casi uguali siano trattati in modo differente da luogo a luogo, a seconda della rigidità o meno del confessore. La confusione derivante da Amoris Laetitia è forse figlia di un modo di fare che predilige la pastorale alla dottrina e alle norme del diritto canonico».

Ben 4 cardinali hanno avanzato Dubia…
«Non vedo alcun motivo di scandalo o di indignazione ed è lecito chiedere chiarimenti su aspetti dottrinali e penso che sia bene rispondere. Ritengo che il Papa lo farà. È necessario un chiarimento interpretativo. Il problema esiste, inutile far finta di no».

Esiste confusione nella Chiesa oggi?
«Questo Papa, che io apprezzo, guarda alla persone più che al diritto o alla dottrina. Io ritengo che esista una certa confusione dottrinale in questo momento storico e possiamo parlare di una situazione insidiosa».

Papa Francesco ha voluto un Sinodo sulla misericordia, categoria che da sempre è al centro del suo Magistero…
«Fa sicuramente bene a rimarcare il valore della misericordia, ma trovo che al momento vi sia in tanti esponenti un eccesso di misericordismo. La Chiesa è madre, ma non dimentichiamo che assieme alla madre è bene far capire il ruolo del padre. Accanto al perdono materno bisogna associare la giustizia paterna, far comprendere la gravità del peccato e la necessità di ripararvi. A volte del peccato si parla poco e bisognerebbe richiamarlo maggiormente. Con questo sistema rischiamo di rovinare tutto facendo intendere che alla fine si aggiusta tutto. Manca quel tradizionale et-et cattolico».

Un telegramma su Amoris Letitia?
«La reputo figlia un lodevole afflato pastorale, ma pericolosa ed insidiosa nella prassi. È opportuno dare dei chiarimenti».

di Bruno Volpe da «La Fede Quotidiana»

LA STRANA TEOLOGIA DI WALTER KASPER (DAL «DIZIONARIO ELEMENTARE DEL PENSIERO PERICOLOSO»)

KASPER, WALTER

Walter Kasper nasce a Heidenheim nel 1933 da famiglia cattolica, entra ancora giovane in seminario dove compie gli studi superiori e viene ordinato sacerdote nel 1957. Studia nelle università di Tubinga e Monaco, consegue la laurea in teologia nel 1961 e la libera docenza nel 1964. Insegna teologia dogmatica a Munster dal 1964 al 1970 e a Tubinga dal 1970 al 1989. In questo periodo diviene membro della Commissione Teologica Internazionale e consulente teologico della Conferenza episcopale tedesca. Nel 1989 viene nominato vescovo di Rottenburg. Nel 1994 diventa copresidente della Commissione internazionale per il dialogo tra luterani e cattolici; il lavoro in campo ecumenico gli vale, nel 1999, la nomina a segretario del pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, a seguito della quale Kasper si trasferisce a Roma.
Nel concistoro del 21 febbraio 2001 viene elevato alla dignità cardinalizia e poi nominato presidente del medesimo pontificio Consiglio, nonché Presidente della Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei. Il 1º luglio 2010, il papa Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia all’incarico per motivi d’età.

Tra le sue opere principali ricordiamo: L’Assoluto nella storia. Nella tarda filosofia di Schelling (1964); Per il rinnovamento del metodo dogmatico (1967); Il Dogma sotto la Parola di Dio (1968); Fede e storia (1970); Mistero uomo (1973); Cristologie, oggi (1974, con Arno Schilson); Gesù, il Cristo (1974); Teologia del matrimonio cristiano (1977); Il Dio personale. Risposta al mistero dell’uomo (1978); Presenza dello Spirito. Aspetti della Pneumatologia (1979); Il Dio di Gesù Cristo (1982); Teologia e Chiesa (1987); Sacramento dell’unità. Eucaristia e Chiesa (2004).

Ha detto

● «Come già si osservava, Gesù non si è arrogato esplicitamente né la qualifica di Messia né quella di Figlio di Dio» (Gesù il Cristo, Queriniana, Brescia 2013, p. 225).

● Riguardo al concepimento verginale del Figlio di Dio nel grembo di Maria santissima, Kasper dapprima scrive dei «difficili problemi teologico-biblici che la tematica del concepimento verginale solleva», per cui la verginale maternità di Maria è «ancora aperta sul piano biblico» (ibid., pag. 353, n. 69), poi riconosce che «ogni negazione della dottrina ecclesiale di fede pone fondamentalmente in questione lo stesso principio della tradizione» (ibid.).     Continue reading

AMORIS LAETITIA, IL TEOLOGO WOODALL: NESSUNO SI SENTA AUTORIZZATO A METTERSI AL DI SOPRA DEL VANGELO

“La Amoris Laetitia è un testo ambiguo che crea difficoltà ai confessori. Giusti i Dubia dei cardinali. Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana don George Woodall, teologo morale, canonista e docente al Regina Apostolorum di Roma.

Professor Woodall, quattro cardinali hanno rivolto al Papa Dubia su Amoris Laetitia e in particolare sul capitolo 8, è corretto?
“Quei Dubia sono del tutto fondati ed è opportuna, persino necessaria, una operazione di chiarezza, ritengo che il Papa dovrebbe rispondere. Non vedo nulla di scandaloso nell’aver posto dei quesiti da parte dei cardinali, anzi penso che sia una opera di carità e di amore sia verso la Chiesa che verso il Papa, non un atto ostile. Solo la ricerca di chiarezza e basta”.     Continue reading