Ci sono esperienze nella vita che cambiano radicalmente la nostra prospettiva. Quelle che prima consideravamo granitiche certezze, possono sciogliersi come neve dinanzi all’insorgere di una malattia. È ciò che è successo a Sylvie Menard, classe ’47, ricercatrice oncologica francese trapiantata in Italia. Da tre anni è in pensione, dopo aver lavorato all’Istituto dei tumori di Milano ed esser stata direttrice del Dipartimento di oncologia sperimentale.
Allieva del prof. Umberto Veronesi, era favorevole all’eutanasia, poiché era convinta che la vita, in determinate condizioni debilitanti, non fosse degna di essere vissuta. “Poi improvvisamente ho incontrato la morte, ci siamo guardate negli occhi e solo allora ho capito quanto prezioso fosse ogni singolo istante della vita”, rivela a In Terris. Continue reading