Discorso finale della Presidente della Marcia per la Vita Virginia Coda Nunziante

Cari amici, Siamo arrivati alla fine di questa straordinaria giornata e voglio innanzitutto ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno accompagnato da piazza della Repubblica fino a qui. Molte sono le persone da ringraziare e principalmente quelle che per tanti mesi hanno lavorato e lavorano nell’ombra.Molti dei presenti sono venuti da molto lontano per essere oggi con noi.

Ringrazio in particolare i numerosissimi ospiti stranieri e in particolare i partecipanti al Rome Life Forum, che come ogni anno si è tenuto a Roma alla vigilia della Marcia. Il Rome Life Forum è divenuto un appuntamento internazionale che quest’anno raccoglie i rappresentanti di circa 100 organizzazioni Pro-life, provenienti da oltre 20 Paesi di tutti i continenti!

Ringrazio tutti i nostri relatori di oggi.

Ringrazio le migliaia di amici venuti da tutta Italia, da Udine a Palermo, da Torino a Lecce, in pullman, in treno in macchina, in aereo, sopportando spese, fatica e disagi. Continue reading

Un gesto di fiducia nella provvidenza

Il rinnovarsi dell’evento della Marcia per la Vita è un avvenimento di grande significato non solo per coloro che responsabilmente l’hanno indetta e per le migliaia di persone che parteciperanno, ma è significativo per l’intera società.

Nella nostra tradizione occidentale – e non soltanto cattolica – la Vita è sempre stata considerata un dono gratuito di Dio cui l’uomo era chiamato a rispondere con la totalità della propria vita, dell’intelligenza e dell’affezione. La Vita, pertanto, era indisponibile a qualsiasi istanza od istituzione di potere ma, in quanto espressione della grazia misericordiosa di Dio, fondamento e sollecitazione per un’autentica responsabilità. “L’uomo supera infinitamente l’uomo” perché le sue radici sono nel mistero stesso di Dio ed è questa Presenza, misteriosa e reale e che circonda l’uomo, a rendere la Vita intensamente e suggestivamente drammatica. La Vita umana, come espressione della libertà e dell’intelligenza dell’uomo, acquista il valore di un’opera d’arte: l’opera d’arte che il singolo uomo tende ad inserire nell’unica e grande opera d’arte che è la vita di Dio. La gloria di Dio è l’uomo che vive nel mondo. Continue reading

Intervista esclusiva al Cardinale Caffarra: “Quanto mi ha scritto Suor Lucia si sta adempiendo oggi”

La veggente di Fatima gli disse: “Verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia”

CITTÀ DEL VATICANO – Le parole profetiche di Suor Lucia sullo “scontro finale” tra il Signore e Satana, che avrebbe riguardato il matrimonio e la famiglia, “si stanno adempiendo oggi”, ha dichiarato ad Aleteia il Cardinale Carlo Caffarra.

Nel pomeriggio di venerdì 19 maggio il cardinale italiano è intervenuto al quarto incontro del “Roma Life Forum“, un appuntamento annuale che riunisce più di 100 esperti su vita e famiglia da oltre 20 nazioni per discutere su come difendere e rafforzare la vita coniugale e familiare nel mondo.

Il cardinal Caffarra è Arcivescovo emerito di Bologna e presidente fondatore del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. È attualmente membro del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, del Pontificio consiglio per la famiglia e della Pontificia accademia per la vita.

È stato creato cardinale da Papa Benedetto XVI nel marzo 2006. Il cardinal Caffarra è stato uno dei 45 delegati scelti da Papa Francesco per partecipare al Sinodo Ordinario sulla Famiglia nel 2015. Continue reading

Troppi tentennamenti, la Chiesa italiana si schieri

Caro direttore, [ della Nuova Bussola Quotidiana]

tempi duri per i cattolici, su tutti i fronti, a partire da coloro che dichiarano apertamente di essere cattolici.

Ci sono cattolici che hanno votato per la legge Cirinnà sulle unioni civili, arrivando addirittura a difendere apertamente tale scelta scellerata, sconfessando così una storia ultramillenaria ed una tradizione buona, che traeva la sua origine da una civiltà senza pari originata dalla gloriosa presenza giudaico-cristiana.

Ci sono cattolici che, tutto sommato, accetterebbero la legge sul fine vita passata alla Camera dei Deputati, la quale, di fatto, introdurrebbe anche nel nostro Paese l’eutanasia e renderebbe legittimo il suicidio assistito, come qualche incauto magistrato ha già anticipato, anche contro la legislazione tuttora vigente.

C’è la potente lobby LGBT che, con ogni sotterfugio, sta introducendo nelle nostre scuole l’aberrante e irrealistica cultura gender, i cui fautori, paradossalmente, hanno il coraggio di dire che tale cultura non esisterebbe. Intanto, però, dicono ai bambini ed ai ragazzi cose dell’altro mondo, scandalizzandoli e togliendo loro ogni certezza nella solidità della realtà. A fronte di questa avanzata, molte famiglie rimangono indifese e senza reazione, quasi avessero timore ad educare veramente i propri figli. Continue reading

Immigrazione. La marcia di chi non vuol vedere

Che fossero davvero 100 mila o meno poco importa, a sfilare a Milano a favore dell’immigrazione (di ogni tipo di immigrazione) e contro i razzisti (cioè tutti coloro che non vogliono l’immigrazione che sta sommergendo Italia ed Europa) c’erano tutti ma proprio tutti, quelli che grazie agli immigrati illegali provenienti dalla Libia gonfiano i propri fatturati al ritmo di 4/5 miliardi di euro anni. Soldi nostri e in piccola parte dei contribuenti europei.

Cooperative, associazioni enti cattolici e di sinistra che si spartiscono il grosso della torta stanziata per l’accoglienza di immigrati illegali giunti in Italia pagando criminali. Non potevano mancare nell’allegro corteo le organizzazioni che rappresentano le comunità di immigrati, certo preoccupate quanto le associazioni di cui sopra che un giorno l’Italia possa riprendere in mano la sua sovranità ricominciando a controllare le frontiere bloccando i flussi dalla Libia o riassumendo il controllo del territorio nazionale procedendo a rapide e massicce espulsioni dei clandestini. Continue reading

I baroni contro la vita: la Jessen non entra in ateneo

La dittatura del ‘politicamente corretto’ colpisce ancora. All’Università di Roma Tre non si può parlare d’aborto. È stato infatti censurato l’incontro pubblico di Gianna Jessen con gli studenti universitari, in programma questo pomeriggio alle 15 presso l’aula 17 del Dipartimento di Studi Umanistici in via Ostiense. La Jessen avrebbe dovuto semplicemente parlare di sé e raccontare la sua storia. Eppure questo diritto le è stato negato. Perché? Semplicemente perché la Jessen è “nata per un aborto salino”. Si legge questo sul certificato di nascita di Gianna, la quale è incredibilmente sopravvissuta a tale cruenta pratica abortiva diffusa negli Stati Uniti e riservata a feti di ormai 6 mesi. Anche a Gianna è stata iniettata una soluzione salina che avrebbe dovuto corroderla perché fosse partorita morta il giorno seguente. Ma, con grande sorpresa di tutti, Gianna ha potuto venire alla luce, grazie soprattutto al soccorso di un’infermiera che la fece trasferire repentinamente in ambulanza dalla clinica a un ospedale. “Il medico che avrebbe dovuto abortirmi non ha vinto  afferma la Jessen in una testimonianza pubblica tenuta al parlamento di Victoria in Australia, il cui video sottotitolato in italiano è reperibile su YouTube,  anzi ha dovuto firmare il mio certificato di nascita. Io sono la bambina di Dio!”. Continue reading

Alla sbarra perchè non stampa magliette per il Gay pride, ma…

Siamo nel Kentucky e Blaine Adamson si rifiuta di stampare delle magliette per un gay pride. Allora lo citano per quello che qui in Italia si chiama “omofobia”. Finisce a processo ma viene assolto. Il giudice afferma che non c’entra nulla la discriminazione, ma è solo libertà di pensiero e di religione.

In Irlanda del Nord invece il prossimo ottobre la Corte Suprema dovrà pronunciarsi su un giudizio che riguarda la Ashers Baking Company rea di non aver preparato una torta per un “matrimonio” gay.

L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ

PERCHE’ IL PROCURATORE DI CATANIA NON HA I MEZZI PER INTERCETTARE GLI SCAFISTI IN CONTATTO CON LE ONG? Comunque le ong che favoriscono l’immigrazione clandestina dovrebbero già rendere conto pubblicamente del loro operato, eppure il governo italiano non chiede nulla

L’operazione Mare Nostrum è durata da ottobre 2013 a ottobre 2014, e ha impegnato un notevole numero di navi, aeromobili ed elicotteri che hanno garantito il soccorso a partire dal limite delle acque territoriali della Libia. Il governo Renzi decise di concluderla perché costava troppo e impegnava solo l’Italia: fu sostituita da Triton Frontex, con un minor numero di navi e aerei, e col sostegno di altre nazioni europee. In realtà, non fu tanto il bilancio economico di Mare Nostrum a decretarne la fine, quanto l’evidente incremento di partenze che essa determinò dalle coste libiche, e dall’altrettanto significativo aumento dei morti in mare: avviata dopo il naufragio che il 3 ottobre 2013 era costato la vita a 366 persone al largo di Lampedusa, Mare Nostrum ha visto aumentare i decessi nel Canale di Sicilia da un totale di 707 nel 2013 a 3.072 nel 2014. Il ruolo che svolgono le Ong che raccolgono migranti davanti alle acque libiche è nient’altro che Mare Nostrum in gestione privatistica: senza alcun mandato istituzionale, surrogano il minor numero di imbarcazioni inviate dagli Stati europei. Quasi tutti i migranti recuperati sono poi condotti in Italia e dislocati nella rete di accoglienza.

AGIRE SUBITO PER EVITARE LA CATASTROFE Continue reading

Lezioni gender, la preside rifiuta l’esonero dei genitori

Come facciata, l’educazione alle pari opportunità e la lotta agli stereotipi. Nella sostanza, una raffigurazione perlopiù conflittuale della relazione uomo-donna, con il primo dipinto prevalentemente come prevaricatore, e una rappresentazione della famiglia come luogo in cui si limita la libertà del soggetto e lo si influenza con i cosiddetti “stereotipi di genere”. Con il pretesto di svolgere corsi con obiettivi – sulla carta – condivisibili, in alcune scuole non si rispetta più la libertà educativa dei genitori. In particolare, capita che certi corsi vengano tenuti da associazioni con una prospettiva educativa diametralmente opposta al tipo di educazione che molte famiglie desiderano trasmettere ai loro figli. Associazioni vicine alla galassia Lgbt, che uniscono temi del femminismo a concetti tipici del gender.

L’ultima segnalazione ci arriva da Milano, dove la pedagogista Daniela Frizzele – chiaramente d’accordo sull’educazione alle pari responsabilità tra uomo e donna, ma in disaccordo con l’approccio educativo adottato – ha scritto alla dirigente della scuola elementare frequentata dalla figlia, per chiederne l’esonero da un corso sulla “parità di genere”, rivolto a bambini di quinta, motivando la sua richiesta con una puntuale critica pedagogica. E ha domandato che fosse prevista un’attività alternativa. Continue reading