«La scienza non sa tutto. La storia di Charlie Gard è la storia di un potere violento, quello esercitato dalla scienza di fronte all’ignoto: la scienza che non sa, non può aiutare Charlie, si avvale della legge per eliminarlo, eliminare un problema. Ma nessun medico può arrogarsi il diritto di emanare un simile verdetto. Non può sospendere la vita di un bambino solo perché “non è possibile guarirlo”, perché non sa “se soffre”, perché non sa “quali effetti potrebbe avere una terapia sperimentale sul bambino”. Altrimenti si aprono scenari di onnipotenza sull’ignoto». Domenico Coviello è il direttore del Laboratorio di Genetica Umana dell’Ospedale Galliera di Genova. Pur condividendo il parere di molti colleghi che hanno descritto come disperata la situazione di Charlie Gard, arriva però alla conclusione opposta: «Charlie Gard, stando alle conoscenze di cui disponiamo oggi, non si può guarire. E allora? Se non possono guarirlo, se la sua malattia è irreversibile – e questa pare essere l’unica certezza degli inglesi –, i medici si devono arrendere al loro compito che è quello di assistere il malato, fino alla fine. Non quello di accelerare l’esito finale e fatale della sua vita. I medici non sono demiurghi». Dopo aver negato ai genitori di potere portare Charlie a casa, o in un hospice o di concedere loro il weekend per permettere ad amici e parenti di salutarlo, i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra avevano deciso di staccare i supporti vitali di Charlie ieri. Poi il dietrofront, inatteso: «Si sono trovati d’accordo per darci più tempo», ha annunciato la mamma Connie Yates. Continue reading
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Charlie, i medici sono benefattori? La trappola corre anche sui media cattolici. Ma resta eutanasia
Adesso gira e gira su mezzi d’informazione cattolica, ed è avanzata da medici cattolici, l’idea che i medici dell’ospedale inglese decisi a porre fine alla vita di Charlie siano dei benefattori interessati ad evitare l’accanimento terapeutico del povero bambino. Analizziamo con calma i fatti. Che cosa vogliono i medici di Charlie? Non ho motivi per dubitare che desiderino porre fine alla sofferenza del bambino.
Come intendono farlo è evidente, interrompendo un sostegno vitale come la ventilazione. Ora che abbiamo raccontato il fatto andiamo a leggere la definizione di eutanasia presentata dal magistero della Chiesa: “Per eutanasia s’intende un’azione o un’omissione che di natura sua, o nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. L’eutanasia si situa, dunque, al livello delle intenzioni e dei metodi usati” (S. Congr. Dottrina Fede, Dichiarazione sull’eutanasia, 5 maggio 1980).
Descrizione fisica dell’azione: interruzione della ventilazione di Charlie. Oggetto morale dell’azione: procurare la morte di Charlie. Intenzione: eliminare la sofferenza di Charlie. Dunque quello che alcuni commentatori cattolici lodano è nient’altro che l’eutanasia. Ovviamente è nella libertà essere favorevoli all’eutanasia, ritengo però intellettualmente disonesto presentare come cattolica tale posizione. Se è la morte di Charlie quello che si vuole ottenere e la si ottiene mediante un atto, la rimozione del tubo endotracheale, vi sarebbe differenza etica se la morte fosse procurata con l’iniezione letale? Continue reading
COLPO DI SCENA I medici concedono tempo: Rimandata l’esecuzione di Charlie. C’è speranza
Al termine di una giornata angosciante di silenzio e preghiere la mamma di Charlie Gard ha annunciato sulla sua pagina Facebook: “Siamo stati in trattative oggi con Great Ormond Street Hospital e hanno accettato di darci un poco piú di tempo con Charlie. Siamo davvero grati per tutto il sostegno che ci state dando in questo momento estremamente difficile. Stiamo raccogliendo ricordi preziosi che porteremo come un tesoro per sempre nei nostri cuori molto pesanti”.
Ufficialmente, stando a quanto dicono i media inglesi in queste ore, la decisione scaturisce dalla richiesta accordata ai genitori di “prepararsi” al trapasso definitivo, ma questa sospensiva, sembra da un certo punto di vista riaprire i giochi anche perché il Daily Mail ha parlato espressamente di un cambio di idea dei medici. Anzitutto perché concedere quello che la mamma di Charlie, Chris, ha definito “more time”, più tempo, significa un procrastinare sine die il distacco del ventilatore che ad oggi tiene in vita il piccolo di dieci mesi. E questo è un valido argomento per dimostrare che nel caso di Charlie non siamo di fronte ad alcun accanimento terapeutico dal momento che non sembra essere giustificata allora la fretta per accelerare la morte in vista di una cessazione di una sofferenza non più sostenibile. Continue reading
Al piccolo Charlie verranno staccati gli ausili che lo tengono in vita
Charlie morirà oggi come un condannato a morte Con il pavido assenso di vescovi e alti prelati.
Saranno staccati oggi i macchinari che tengono in vita il piccolo Charlie Gard, il neonato di dieci mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per una rara malattia mitocondriale. Lo hanno annunciato i suoi genitori, Chris Gard e Connie Yates, che hanno perso la battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani per portare a proprie spese il bimbo negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale.
L’esecuzione capitale decretata dai giudici di Stato sta per essere applicata sul condannato Charlie Gard, di mesi 10, e la Chiesa nonostante ciò rimane silente. Non tutta a dire la verità. L’arcivescovo Peter Smith, della diocesi di Southwark, ha parlato, ma era meglio che rimanesse in silenzio. Continue reading
Il caso Charlie: accanimento terapeutico?
Qualcuno ha affermato che mantenere in vita Charlie sarebbe accanimento terapeutico, a proposito propongo la lettura di questo interessante articolo apparso su: La nuova Bussola Quotidiana, dqy!
Il grande inganno dell’accanimento terapeutico
di Tommaso Scandroglio
Charlie deve morire. Questa è la sentenza emessa dai giudici inglesi prima e successivamente dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in merito al destino del piccolo Charlie Gard, affetto da una rara patologia genetica.
Qualche commentatore, anche in casa cattolica, ha definito le decisioni dei tribunali giuste perché direbbero “Stop” a terapie che configurano accanimento terapeutico. Le cose non stanno così. Richiamiamo prima di tutto la definizione di accanimento terapeutico così come indicata da Giovanni Paolo II al n. 66 dell’Evangelium vitae: l’accanimento terapeutico si concretizza in “certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza ‘rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi’ (Iura et bona, IV) Si dà certamente l’obbligo morale di curarsi e di farsi curare, ma tale obbligo deve misurarsi con le situazioni concrete; occorre cioè valutare se i mezzi terapeutici a disposizione siano oggettivamente proporzionati rispetto alle prospettive di miglioramento. La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all’eutanasia; esprime piuttosto l’accettazione della condizione umana di fronte alla morte”. Continue reading
Il governo pronto a chiudere i porti in faccia alle Ong
Cambio di rotta del governo. L’accoglienza non è più sostenibile, dunque l’esecutivo Gentiloni si prepara a chiudere i porti. Respingimenti? Non proprio e comunque non se ne può parlare in questi termini (dopo la sentenza europea contraria che diede torto alla politica del governo Berlusconi). Ma il concetto è molto simile: si chiede all’Ue di accettare una chiusura delle nostre frontiere marittime.
Ieri, con un clamoroso colpo di scena, il ministro degli Interni Marco Minniti, una volta appresa l’entità dell’arrivo di massa sulle coste italiane di immigrati dalla Libia, ha fatto invertire la rotta all’aereo che lo stava portando a Washington ed è tornato subito a Roma. Le cifre parlano da sole: 12mila immigrati in arrivo, da 22 navi, nelle ultime 48 ore. Fino a 90mila in partenza dalle coste libiche. Il Viminale ha diffuso una nota per rimarcare che da gennaio a oggi sono sbarcati sulle coste italiane 76.873 migranti, con un’impennata del 13,43% rispetto al medesimo periodo dell’anno passato. Di questi, ben 9.761 sono minori. Le prime misure prese riguardano la distribuzione dei rifugiati sbarcati in massa negli ultimi quattro giorni: due tendopoli in ogni provincia e uso di caserme ed edifici pubblici in disuso. Il piano, però, prevede anche una maggior collaborazione all’estero con la guardia costiera libica da una parte e con gli altri paesi soccorritori europei dall’altra. Sul versante europeo si chiede che anche Spagna, Francia, Malta, Olanda e Irlanda, dopo aver recuperato in mare gli emigranti, li accompagnino sul loro territorio invece che sulle nostre coste meridionali. Continue reading
La Corte europea dei diritti umani ha deciso: “Charlie Gard deve morire
A nulla sono valse la tenacia e la fiducia di Chris e Connie, i suoi genitori. Anche per la Corte europea dei diritti umani il piccolo Charlie Gard, già condannato a morte da medici e giudici britannici, non deve avere altro destino che quello di una precoce dipartita per mano umano.
La tanto agognata decisione è giunta nel tardo pomeriggio di oggi. Ed ha avuto l’esito più temuto dai tanti sostenitori in tutto il mondo di questa giovane coppia di genitori. Strasburgo ha approvato la sentenza dei Tribunali inglesi con cui si autorizza a staccare le spine per l’idratazione e la respirazione al bambino affetto da una rara malattia genetica che gli ha colpito il cervello nell’ottobre scorso, due mesi dopo la nascita. Continue reading
Il Papa, Amoris Laetitia e i cardinali: secondo l’Abbé Barthe, un silenzio assordante Pubblichiamo un’intervista di Philippe Maxence all’abbé Claude Barthe apparsa su L’Homme Nouveau il 21 giugno Traduzione di Claudio Meli.
(Philippe Maxence) Martedì 20 giugno è stata resa pubblica la lettera che i quattro cardinali, autori dei dubia rivolti a Papa Francesco riguardo all’interpretazione di Amoris lætitia, hanno inviato al Sovrano Pontefice lo scorso mese di aprile per chiedergli un’udienza. In entrambi i casi, i cardinali non hanno ricevuto alcuna risposta.
Ricordiamo che i dubia rispondono a una procedura abituale nella Chiesa, prendendo la forma di domande formulate in modo molto preciso al fine di condurre a una risposta non equivoca. Esse sono indirizzate all’autorità legittima da inferiori e costituiscono, in sé, un riconoscimento, non solo di quest’autorità e della sua legittimità, ma anche del fatto che essa sola può fornire i chiarimenti richiesti. Non avendo ottenuto risposta a questi dubia, i cardinali hanno dunque domandato un’udienza.
L’assenza di risposta li ha indotti a rendere pubblica questa richiesta d’udienza. Ciò permette al quotidiano La Croix di parlare stranamente di «cardinali frondisti». Dopo l’interpretazione che di questo passo ha dato il filosofo moralista Thibaud Collin, abbiamo chiesto all’abbé Claude Barthe, specialista di questioni che toccano la Chiesa in generale e il Vaticano in particolare, di decifrare per noi questo avvenimento. Continue reading
Bologna: avvisaglie di gender diktat?
Martedì 20 giugno, nella città più gay friendly d’Italia, i Cobas (comitati di base della scuola), assieme ad altre 17 associazioni della galassia del Partito Democratico, hanno svolto un presidio davanti all’Ufficio Scolastico Regionale (USR).
Cosa ha chiesto la «rete di associazioni, collettivi, spazi sociali, sindacati» di sinistra? Aprite bene le orecchie, perché la cosa ha dell’incredibile: «una nota ufficiale dell’USR che si esprimesse chiaramente contro le indebite ingerenze nel funzionamento delle scuole da parte di sedicenti associazioni di genitori, che hanno l’obiettivo di provocare ingiustificati allarmi e di condizionare le attività delle scuole, inficiando la libertà di insegnamento e subordinando la stessa al cosiddetto “consenso informato”». Continue reading