Disney Junior promuove la “famiglia” gay

La Disney ancora una volta dà il proprio “pesante” contributo al piano di “normalizzazione” LGBT+ attraverso la rappresentazione di personaggi e situazioni gay-friendly.

Questa volta tocca alla Dottoressa Peluche, una popolare serie animata in onda sul canale tematico di Disney Channel, il cui titolo in lingua originale è Doc McStuffins, che ha come protagonista una bambina afroamericana che svolge il ruolo di medico….di giocattoli. Continue reading

Negri: la libertà di educazione non si tocca

30 ottobre 1999, Piazza san Pietro: decine di migliaia di studenti, insegnanti e genitori delle scuole cattoliche si ritrovano per una grande manifestazione. E al grido di “Li-ber-tà, li-ber-tà”, accompagnano le parole del Papa san Giovanni Paolo II che, a loro nome, chiede «con forza ai responsabili politici e istituzionali che sia rispettato concretamente il diritto delle famiglie e dei giovani ad una piena libertà di scelta educativa».

Diciotto anni, ma sembra passato un secolo. Non per la disparità tra scuole statali e scuole paritarie, che è sostanzialmente rimasta la stessa, ma perché oggi appare completamente mutato il clima culturale in casa cattolica. E alla battaglia per la libertà gradualmente si stanno sostituendo nuove istanze.

Ne sono un esempio le ultime edizioni del Meeting di Rimini, espressione del movimento di Comunione e Liberazione, dove ai temi della scuola è sempre dedicato un ampio spazio. Fece scalpore nel 2015 il titolo di un incontro (“Statale o paritaria, l’importante è che sia migliore”), una notevole virata rispetto al passato; nell’edizione appena conclusa ha invece scandalizzato molti un intervento del professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e organizzatore degli incontri sulla scuola, teso a dipingere come ideologiche le battaglie del passato sulla libertà educativa. «Basta ideologie – ha tuonato Vittadini – è finito quel mondo. Adesso il mondo è il dialogo». E per esplicitare il concetto, ha anche aggiunto che nel dialogo è bene che si perda la certezza dell’identità e si cambi idea: «La scuola deve essere un cambiamento di teoria: alla fine dell’anno non si capisce più chi è il professore comunista, cattolico o agnostico; c’è stato un ripensamento, perché un uomo intelligente cambia idea e i ragazzi sono contenti». Continue reading

Amoris Laetitia, dall’Argentina una sfida sulla comunione

Dalla diocesi di San Luis in Argentina, situata nella regione del Cuyo, ai piedi della Sierra Grandes, arrivano delle linee guida pastorali intitolate “Matrimonio, nuove unioni e eucaristia nel capitolo 8 di Amoris laetitia”.

Il vescovo, monsignor Pedro Daniel Martinez Perea, ha firmato questa lettera lo scorso 29 giugno e si rivolge ai suoi sacerdoti, definendo l’esortazione apostolica come «un gran catecumenato sull’amore nella famiglia che è la cellula della società». Venendo sul tema specifico del capitolo 8 di Amoris laetitia, il pastore argentino dice che «alcune letture della Esortazione hanno suscitato inquietudine, perplessità e anche confusione tra i fedeli, specialmente in quanto si riferisce alla possibilità che le persone unite con vincolo sacramentale precedente valido, e che attualmente vivono, more uxorio, in una nuova unione non sacramentale con un’altra persona, possano accostarsi ai sacramenti, in particolare la Santa Comunione».

La Nuova BQ ha potuto leggere questo documento e, anche se in questa sede non è possibile approfondire le 23 pagine del testo, si può dare l’essenziale.

IL DISCERNIMENTO E LA COSCIENZA

Collocandosi in una linea interpretativa dell’esortazione in continuità con il magistero precedente e costante, monsignor Martinez Perea entra nello specifico delle problematiche sollevate da Amoris laetitia. «Il discernimento del sacerdote con i fedeli che vivono in una nuova unione, permanendo il vincolo sacramentale anteriore con un’altra persona, include necessariamente la “formazione della coscienza” nella verità e nella carità, in cui consiste “la coscienza rettamente formata” (AL n. 302). Si tratta», si legge nella lettera pastorale, «di aiutarli a orientare le loro intenzioni e azioni al vero bene ordinato all’ultimo fine». In questo, ovviamente, hanno un ruolo le norme morali oggettive.

I DIVORZIATI RISPOSATI Continue reading

Bachelet, abortista vittoriosa arriva “da star” in Vaticano

Il Tribunale Costituzionale del Cile ha respinto, con sei voti contro quattro, ieri, la richiesta di giudicare incostituzionale la legge che introduce l’aborto legale nel Paese. Il Cile era uno dei sei Paesi al mondo in cui la soppressione del feto non era permessa. Adesso in Cile l’aborto sarà possibile in tre casi: lo stupro, malattie genetiche tali che rendano impossibile la sopravvivenza del feto, e il rischio per la vita della donna. L’interruzione della gravidanza dovrà avvenire nelle prime dodici settimane di vita del bambini.

Fra una settimana, il 28 agosto, si saprà se e in che modo potrà essere invocato il diritto all’obiezione di coscienza. Nel progetto di legge emanato dal Congresso si afferma che tutti i medici e professionisti della sanità possano ricorrere a un motivo di coscienza, e non giungere a realizzare un aborto. Ma la legge non chiarisce se anche le istituzioni sanitarie in quanto tali possano avvalersi della clausola. Quando “Chile vamos”, il movimento che ha cercato di far giudicare incostituzionale la legge, ha presentato al Tribunale le sue motivazioni, ha sottolineato proprio questo punto. Resta da vedere adesso se la causale dell’obiezione di coscienza sia ritenuta valida, e se anche i centri sanitari possano avvalersene, proibendo al proprio personale di collaborare. Ma c’è anche il pericolo che il Tribunale Costituzionale decida che l’obiezione di coscienza non si può applicare in nessun caso; in questo modo tutti i medici e il personale medico sarebbero obbligati a intervenire, e interrompere la gravidanza, se viene richiesto in base alla legge. Continue reading

AL, correzione o no? Canonisti al lavoro

In questa torrida estate torna di attualità il tema della cosiddetta “correzione formale” del Papa, una eventualità richiamata dal cardinale statunitense Raymond Leo Burke fin dal novembre 2016, poco tempo dopo la pubblicazione dei cinque dubia sottoposti a Francesco per l’ambigua interpretazione di alcuni passaggi dell’esortazione Amoris laetitia.

Burke, che è uno dei 4 cardinali che hanno sottoscritto i dubia, gli altri sono il defunto Jochim Meisner, e i cardinali Walter Brandmuller e Carlo Caffarra, in una recente intervista al sito tradizionalista statunitense The Wonderer, ha spiegato cosa intende quando parla di “correzione formale”. Si tratterebbe, a suo parere, di una affermazione sui punti controversi di «ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio, sulla famiglia, sugli atti intrinsecamente malvagi e così via». Quindi, sarebbe una esplicitazione «degli insegnamenti chiari della Chiesa» rispetto ai dubia. Continue reading

Burke: attenti a non cadere nell’idolatria del papato. Non ogni parola del Papa è magistero…

Il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano militare ordine di Malta, sta tenendo una serie di conferenze negli Stati Uniti. Il 22 luglio parlava al “Forum della Chiesa che insegna”. In quell’occasione ha notato che trattare ogni parola pronunciata dal Pontefice come se fosse insegnamento ufficiale della Chiesa sarebbe “cadere in un’idolatria del papato”.

I cattolici devono cercare di restare fedeli a Cristo e alla Chiesa che ha fondato e imparare a discernere fra “le parole dell’uomo che è papa e le parole del papa come vicario di Cristo in terra”.

“Papa Francesco ha scelto di parlare spesso nel suo primo corpo, il corpo dell’uomo che è papa. In effetti persino in documenti che in passato rappresentavano un insegnamento più solenne, dichiara chiaramente che non sta offrendo un insegnamento magisteriale ma il suo proprio pensiero”.

Ma, ha aggiunto il cardinale. “Quello che sono abituati a un modo diverso di parlare papale vogliono rendere ogni sua dichiarazione in qualche modo parte del Magistero. Agire così è contrario alla ragione e a ciò che la Chiesa ha sempre compreso”.

“È semplicemente sbagliato e dannoso per la Chiesa ricevere ogni dichiarazione del Santo Padre come un’espressione di insegnamento papale o di Magistero”.

Burke ha definito “assurdo” per chiunque pensare che papa Francesco come Vicario di Cristo sulla terra possa ufficialmente “insegnare qualche cosa che non è in accordo con quello che i suoi predecessori, per esempio San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno insegnato solennemente”.

Il porporato ha aggiunto che fare una distinzione fra “le parole dell’uomo che è papa e le parole del Papa come Vicario di Cristo” è cruciale per mostrare “il massimo rispetto” per l’Ufficio Petrino. “Senza la distinzione, perderemmo facilmente rispetto per il papa o saremmo portati a pensare che, se non siamo d’accordo con le opinioni personali dell’uomo che è papa, allora dobbiamo spezzare la comunione con la Chiesa”. Ogni dichiarazione del Papa deve essere capita “nel contesto dell’insegnamento costante e nella pratica della Chiesa, per evitare che confusione e divisione sull’insegnamento e la pratica della Chiesa entrino nel suo corpo per grande danno alle anime e a grande danno all’evangelizzazione del mondo”.

Poco più di un anno fa il porporato, che ha chiesto al Pontefice insieme ad altri cardinali un incontro per chiarire dubbi nati da Amoris Laetitia senza ricevere risposta, aveva espresso perplessità sul fatto che l’esortazione apostolica fosse un atto di magistero.

I cattolici poi devono stare attenti a non farsi ingannare da insegnamenti falsi: “I fedeli non sono liberi di seguire opinioni teologiche che contraddicono la dottrina contenuta nelle Sacre Scritture e nella sacra Tradizione, e confermata dal magistero ordinario, anche se queste opinioni stanno trovando un ampio ascolto nella Chiesa e non sono corrette dai Pastori, come i pastori sarebbero obbligati a fare”.

Marco Tosatti su
www.marcotosatti.com

fonte: Corrispondenza Romana

Se l’albergo è “no kids” va tutto bene

Eravamo stati fin troppo facili profeti. Scegliersi la clientela delle proprie strutture turistiche si sta rivelando sempre più un’attività dalla doppia morale: vietato se l’albergatore non vuole i gay, ma se invece ad essere off limits sono i bambini è semplice esercizio della libertà di decidere chi mettere in casa. Quando abbiamo raccontato dello scandalo dei due albergatori che avevano rifiutato di dare la casa vacanze a una coppia di omosessuali erano insorti più o meno tutti, gridando alla discriminazione e al boicottaggio delle strutture turistiche razziste e omofobe. E ci chiedevamo che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse stoppato l’ingresso di bambini e ragazzini vocianti. Avrebbe ricevuto lo stesso trattamento? Continue reading

SE FOSSI ALBERGATORE CHIEDEREI IL CERTIFICATO DI MATRIMONIO Inoltre favorirei le famiglie numerose… altro che ”gay friendly” e ”children free”!

E’ estate. Fa caldo. I neuroni sono bloccati. E allora affidiamoci alle notiziole da spiaggia. Due in particolare mi hanno colpito in questi giorni di 40 gradi di temperatura percepita.
La prima è che la Duchessa di Cambridge e moglie del principe William di Inghilterra, Kate, ha espresso il desiderio di avere un terzo figlio. Subito una associazione ambientalista le ha scritto una lettera aperta: la Duchessa è stata invitata a non procreare oltre i due figli perché l’equilibrio ambientale ne risentirebbe. Molti altri potrebbero prendere esempio dalla regale coppia e allora per il pianeta sarebbe la fine. Fanfaluche, naturalmente, ma danno bene il termometro dell’impazzimento ecologista. Continue reading

Porno in chiesa, parroco umiliato da legge assurda

La pornografia dilaga e non lascia in pace neppure le chiese. In Olanda non è reato girare di nascosto una scena di un film porno. E non lo è per due motivi: anzitutto perché nell’ordinamento orange il reato di blasfemia è stato derubricato nel 2013. In secondo luogo perché se il parroco non voleva estranei avrebbe dovuto mettere un cartello che espressamente vietava l’ingresso ai malintenzionati. Della serie: entrate se volete pregare e non se avete idea di girare un filmino porno.

Sembra incredibile, ma a tanto bisognerà arrivare per far rispettare un minimo di decenza, in quanto al sentimento religioso ferito, bè quello passa in second’ordine visti i tempi che corrono e la sensibililtà giuridica di molti. Intanto però il parroco ha compiuto un atto di riparazione all’interno del tempio e armato di acqua benedetta e aspersorio ha pregato per la coppia di “attori” perché comprendano la mostruosità che hanno compiuto. Continue reading

Si restringe la libertà religiosa nel mondo Isis, parlare di genocidio non è più tabù

“Nel complesso la situazione è peggiorata, nel 2016 le violazioni della libertà religiosa si sono aggravate ed estese”. Padre Thomas Reese, presidente della Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa nel mondo, ha introdotto con queste parole il rapporto 2017 della Commissione, presentato il 15 agosto, relativo al 2016 e ai primi mesi del 2017. “Gli attacchi aperti – ha proseguito – sono diventati talmente spaventosi – tentati genocidi, massacri di persone innocenti, totale distruzione di luoghi di culto… – da far passare inosservate o quanto meno mettere in secondo piano altre violenze peraltro gravissime. Molti osservatori sono diventati insensibili alle violazioni del diritto di libertà di pensiero, coscienza e religione”.

Il rapporto è diviso in quattro sezioni, una delle quali – la principale – è dedicata ai paesi che presentano situazioni estreme, quelli che la legge Usa sulla libertà internazionale di religione chiede di classificare come “più preoccupanti” (l’acronimo inglese è CPC): paesi in cui violazioni particolarmente gravi della libertà di religione sono massicce, sistematiche e persistenti. Per il 2016 la Commissione ne ha individuati 16: Myanmar, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan, Tagikistan, Turkmenistan, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Pakistan, Russia, Siria e Vietnam. Ad eccezione della Russia, tutti i CPC compaiono nella classifica mondiale 2017 dei 50 stati in cui i cristiani sono più perseguitati, redatta dall’organizzazione non governativa Open Doors. Continue reading