Il coraggio di un’Ave Maria “inopportuna

Può un’Ave Maria recitata in un’aula universitaria provocare la reazione rabbiosa di studenti e persino del rettore? La risposta è sì perché quella preghiera è un ostacolo alla realizzazione dei voleri del padrone di questo mondo. Soprattutto se a farsene promotrice è una docente che per quella brevissima, ma potente preghiera, è stata sottoposta ad una gogna mediatica ingiustificata.

Le cronache locali di Macerata non parlano d’altro. Lei si chiama Clara Ferranti, insegna linguistica e glottologia all’ateneo marchigiano e da qualche giorno deve difendersi da una infamante accusa: quella di essere cattolica. Ma non di quei cattolici che vivono la propria fede nel chiuso della loro stanzetta, scendendo a patti con il mondo perché in fondo un conto è la fede e un altro sono il lavoro, lo stipendio e le relazioni sociali. No, la professoressa Clara Ferranti non ha certo il physique du role di una Giovanna D’Arco, però la sua testimonianza la dà. Come? Ad esempio con una “mossa” che ha spiazzato tutti, ma che in coscienza sentiva di fare, anche perché alimentata da una solida vita di preghiera. Continue reading

Ecco la via polacca all’Amoris Laetitia

Ieri avevamo annunciato l’esistenza del documento e le linee guida, ora siamo in grado di proporvi i passaggi fondamentali delle linee guida proposte dal Consiglio episcopale per la Famiglia e in attesa di ratifica dalla Conferenza episcopale dai vescovi polacchi per l’attuazione dell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia.

La Conferenza Episcopale polacca infatti, riunita a Lublino in Assemblea, ha preparato un documento che riguarda il matrimonio, e, in pratica indica ai presuli e ai sacerdoti quelle che sono linee guida di comportamento alla luce della Amoris Laetitia. Si intitola: “Indicazioni pastorali dei vescovi polacchi nel campo della famiglia alla luce dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia”. È un documento ampio e approfondito, in cui si esamina il problema a partire da prima del matrimonio. Fra l’altro si considera necessario, quando ci si trova davanti a dei fidanzati, l’aiuto a far crescere la fede e i legami con la comunità ecclesiastica; l’approfondimento del concetto della vita familiare; l’aiuto a conoscersi reciprocamente e a maturare il legame dell’amore; l’aiuto a riconoscere le discrepanze e a scoprire le sfide nei rapporti. Per fare questo si devono mettere in conto incontri prolungati e parecchi incontri di carattere di seminario-esercizi spirituali. Continue reading

Il sottofondo di Amoris laetitia, dal «sic et non» al Gesù «fatto diavolo»

Da mesi circola in rete una falsa e satirica prima pagina dell’Osservatore Romano (OR) con data del 17 gennaio 2017. Titolo: «Ha risposto!». L’anonimo immagina infatti la risposta del Papa ai Dubia dei 4 Cardinali sull’Amoris Laetitia (AL).

E qual è? Per ciascun dubium è: «sic et non», cioè sì e no. Forse l’anonimo e intelligente giocherellone si riferisce all’opera del filosofo Pietro Abelardo (1079-1142), “Sic et non”, in cui la dialettica rischia di diventare strumento di confusione e di eterodossia? È appunto questo che si vuol rimproverare a Francesco con la satira del falso OR? http://formiche.net/2017/02/11/falso-osservatore-romano-papa-francesco/ Si noti che se da un lato Papa Francesco (si dice) ha riso di gusto sulla “pasquinata” dei manifesti romani («A France’, ‘ndo sta la tua misericordia?»), dall’altro invece non ha tollerato lo scherzo del falso OR e la Gendarmeria Vaticana ha avviato un’indagine: http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/10/papa-ride-manifesti-critici-ma-condanna-falso-osservatore-5cc5c1ba-0569-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml

Non sarà che scherzando scherzando il falso OR ha colto nel segno? In effetti a ben riflettere quel «sic et non» esprime in pieno quella che sembra proprio la cifra fondamentale della mens di Francesco. Alla luce di AL e di altri casi notiamo un dualismo forse senza precedenti: l’uomo-Jorge-Bergoglio (Simone) non è in armonia con il Papa-Francesco (Pietro). Inoltre, con discernimento deviato, usa l’Autorità per zittire cattolici «restaurazionisti» ma lascia fare a progressisti dentro e fuori la Chiesa (istruttivi gli articoli di CR, Socci, Tosatti, Magister). Continue reading

Traduzioni nella liturgia, istruzioni per l’uso La “recognitio” degli adattamenti e la “confirmatio” delle traduzioni nel canone 838

Il 3 settembre 2017, il Santo Padre ha promulgato il Motu Proprio Magnum Principium, sulle traduzioni liturgiche, che modifica i paragrafi 2 e 3 del canone 838 del Codice di Diritto Canonico. È con rispetto e riconoscenza che accogliamo questa iniziativa del Sommo Pontefice, che permette di stabilire ancora più chiaramente e rigorosamente le rispettive responsabilità delle Conferenze Episcopali e della Santa Sede, per una collaborazione di fiducia, fraterna e intensa a servizio della Chiesa. Questo punto, che costituisce, in qualche modo, il cuore del Motu Proprio, viene approfondito nella Lettera dello scorso 26 settembre, che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha indirizzato alle Conferenze Episcopali. È in questa prospettiva che è stato redatto questo umile contributo, a partire dalla seguente osservazione: da parte del nostro Dicastero, la collaborazione al lavoro di adattamento e di traduzione delle Conferenze Episcopali è inclusa totalmente in queste due parole del canone 838: «recognitio» e «confirmatio». Che cosa significano esattamente? Lo scopo di questo semplice testo è rispondere a questa domanda.

Codice di Diritto Canonico

Il canone 838 prima di “Magnum Principium”

Can. 838 — § 1. Sacrae liturgiae moderatio ab Ecclesiae auctoritate unice pendet: quae quidem est penes Apostolicam Sedem et, ad normam iuris, penes Episcopum dioecesanum.

  • 2. Apostolicae Sedis est sacram liturgiam Ecclesiae universae ordinare, libros liturgicos edere eorumque versiones in linguas vernaculas recognoscere, necnon advigilare ut ordinationes liturgicae ubique fideliter observentur.
  • 3. Ad Episcoporum conferentias spectat versiones librorum liturgicorum in linguas vernaculas, convenienter intra limites in ipsis libris liturgicis definitos aptatas, parare, easque edere, praevia recognitione Sanctae Sedis.
  • 4. Ad Episcopum dioecesanum in Ecclesia sibi commissa pertinet, intra limites suae competentiae, normas de re liturgica dare, quibus omnes tenentur.

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Can. 838 – §1. Regolare la sacra liturgia dipende unicamente dall’autorità della Chiesa: ciò compete propriamente alla Sede Apostolica e, a norma del diritto, al Vescovo diocesano.

  • 2. È di competenza della Sede Apostolica ordinare la sacra liturgia della Chiesa universale, pubblicare i libri liturgici e autorizzarne le versioni nelle lingue correnti, nonché vigilare perché le norme liturgiche siano osservate fedelmente ovunque..
  • 3. Spetta alle Conferenze Episcopali preparare le versioni dei libri liturgici nelle lingue correnti, dopo averle adattate convenientemente entro i limiti definiti negli stessi libri liturgici, e pubblicarle, previa autorizzazione della Santa Sede.
  • 4. Al Vescovo diocesano nella Chiesa a lui affidata spetta, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti.

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ALBINI AFRICANI, IL MASSACRO DI CUI NESSUNO PARLA

L’ultimo casosi è verificato nel distretto di Moatize, nel nord ovest del Mozambico. Un ragazzino di 17 anni è stato ucciso barbaramente mutilato. I killer gli hanno amputato gambe e braccia, per portargli via le ossa, gli hanno tagliato i capelli e dopo avergli fracassato il cranio hanno strappato via il cervello. Un rituale macabro eseguito per foraggiare il fiorente mercato degli organi e di parti del corpo degli albini. Un business nato dall’ignoranza, da leggende popolari che, in Africa, sono diventate motivo di persecuzione nei confronti di quanti sono affetti da questa anomalia congenita della pigmentazione di pelle, peli e capelli.

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“Meno messe, più Parola”: è la ricetta “ambro-luterana”

Meno Eucarestia, più Parola. Questa in sintesi la dieta che il neo arcivescovo di Milano Mario Delpini ha prescritto ai fedeli di Busto Arsizio, cittadina del varesotto, quando sabato scorso ha visitato la parrocchia di San Giovanni. Il giorno dopo i fedeli hanno potuto trovare sulle panche un pieghevole in cui a firma di mons. Delpini si indicavano i quattro passi che questa città dovrà compiere in ambito pastorale nel prossimo futuro. Al primo posto si può leggere testuale: «Promuovere decisamente un ritorno alla conoscenza, personale e comunitaria, della Parola di Dio, come forma di evangelizzazione. Dove è necessario si può togliere anche qualche S. Messa, pur di favorire momenti di catechesi e ascolto della Parola».

Meno messe, più Parola, anzi più parole. Una deriva che è schiettamente di matrice luterana. Nell’indicazione di mons. Delpini riverbera il portato teologico di Lutero che con quel suo “sola scriptura” assegnava l’opzione preferenziale alla libera interpretazione dei testi sacri (libero esame) a discapito dell’insegnamento del Magistero: «Un semplice laico armato con le Scritture è più grande del più coraggioso Papa senza essa», aveva una volta dichiarato Lutero. La libertà che rivendicava da Roma però non poteva essere predicata nei suoi confronti. «Io non ammetto che la mia dottrina possa essere giudicata da alcuno – scriveva l’ex agostiniano – neanche dagli angeli. Chi non riceve la mia dottrina non può giungere alla salvezza».  Continue reading

ROSARIO Chi ha paura di Lepanto (e della Polonia)?

In tanti insorgono giustamente davanti alla tendenza nelle scuole di “cancellare” il Natale, raccontando agli studenti che si tratta delle vacanze d’inverno ed evitando accuratamente presepi e qualsiasi simbolo che ricordi il vero significato che sta nella nascita di Gesù. E in questi giorni tanti si sono scandalizzati (giustamente) perché in alcune contee inglesi si è deciso di sostituire nei calendari il “prima” e “dopo Cristo” con “prima dell’Era Comune” e “Era Comune”. Tutto per rispettare le minoranze religiose, leggi i musulmani. Una vera idiozia, un insulto all’intelligenza, perché è anzitutto negazione della realtà. Su questo almeno, i cattolici sembrano convenire.

Eppure nessuno trova nulla da ridire sul fatto che nella Chiesa ormai si censura l’origine della festa liturgica che abbiamo celebrato ieri, la Beata Vergine del Rosario, ovviamente per rispetto dei musulmani. Non so chi abbia avuto il privilegio ieri alla messa di ascoltare un prete ricordare che la festa trae origine dalla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 in cui la flotta cristiana sconfisse la flotta turca salvando l’Europa dall’invasione islamica, una vittoria che si deve alla fede di tanti cattolici europei che accompagnarono la flotta con un esercito di rosari. Credo pochissimi. E anche laddove non si è potuto tacere sulla battaglia di Lepanto, lo si è detto di corsa, circondandolo di frasi vuote sulla pace e sull’umanità unita in un abbraccio. Continue reading

RICONOSCERE IL MALIGNO – Un “angelo di luce”, le mille facce di Satana oggi

Tra le difficoltà incontrate dall’apostolo Paolo a Corinto, ci fu la presenza di falsi apostoli, descritti come un «primo venuto», che se predica «un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi» o un altro spirito o un altro vangelo, «voi siete ben disposti ad accettarlo» (2Cor 11,4-5). E fin qui tutto normale, almeno per san Paolo. Quanto segue invece è una bomba: «Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere» (2Cor 11,14-15). Dunque Satana si maschera come pensiero e suggestione positiva, e con lui altri si mascherano come ministri di giustizia, anche’essi rivestiti di luce a tutta prima rassicurante.
Viene subito da domandarsi: può avvenire ancora oggi? E se sì, come avviene? Un po’ di pazienza: prima di passare all’oggi, bisogna mettere qualcosa a fuoco.

IERI
Che Satana si presenti come angelo di luce è quanto appare nel primo peccato: il serpente era «il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto» e la sua “luminosa catechesi” induce Eva a guardare l’albero e il frutto in modo nuovo e positivo: «buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza» (Gen 3,1.6). Anche il rapporto tra l’angelo di luce e i falsi ministri traspare già dal primo peccato, quando Adamo mangia il frutto semplicemente perché gli viene offerto da Eva (Gen 3,6). Bisogna aggiungere che in Paolo i falsi apostoli non sono né strani né indemoniati, ma persone che si presentano ecclesialmente come normali, oggi diremmo “complementari”. Continue reading

PAPA – Ideologia del gender è contro la vita

Le «manipolazioni della vita» grazie alla «potenza delle biotecnologie» costituiscono una «sfida epocale». E per vincere questa sfida papa Francesco pone al centro «l’alleanza tra l’uomo e la donna», un’alleanza «sigillata dall’unione d’amore, personale e feconda, che segna la strada della trasmissione della vita attraverso il matrimonio e la famiglia».

E’ il cuore dell’intervento che Francesco ha tenuto ieri ai partecipanti alla XXIII assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, guidata dal presidente monsignor Vincenzo Paglia. Contro «l’egolatria» che caratterizza i nostri tempi, in cui l’uomo appare sempre più ripiegato su sé stesso, incapace perfino di alzare gli occhi al Cielo, è «l’alleanza tra l’uomo e la donna» che deve divenire custode della vita e del creato. «L’uomo e la donna non sono chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi, con amore, di ciò che devono fare perché la convivenza umana si realizzi nella luce dell’amore di Dio per ogni creatura».

LA DIFFERENZA SESSUALE E’ UN PRINCIPIO NON NEGOZIABILE

In questa grande sfida affidata agli sposi e alle famiglie, la differenza tra maschio e femmina è «benedetta», vanno abbandonate, ha detto il Papa, «le forme di subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne». Ma per ripartire, per vincere la sfida epocale, occorre una «rinnovata cultura dell’identità e della differenza», la fluidità sessuale, che si può identificare nelle cosiddette teorie del gender, è l’ostacolo più imponente che si innalza di fronte al nuovo umanesimo che Francesco sembra indicare. Continue reading

Come è nata l’ideologia gender? Quali le sue origini?

Il femminismo ne ha spalancato le porte. Una lesbica, Judith Butler ha poi teorizzato la de-costruzione dell’identità sessuale

Nel giorno in cui Papa Francesco lancia un messaggio chiaro contro ogni forme di ideologia sessuale deviata («la manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale rischia di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza tra uomo e donna», ha detto in un incontro alla Pontificia Accademia per la vita), è ancora più emblematico raccontare quali siano le strane origini dell’ideologia gender.

Gabriele Kuby le racconta in “La rivoluzione sessuale globale” (Sugarco edizioni).

«Mai prima d’ora nella storia – premette Kuby – le élites di potere si erano arrogate il diritto di modificare le categorie sessuali di uomo e donna utilizzando strategie politiche e misure legislative: per farlo mancava loro il know-how dell’ingegneria sociale.  Questo però accade oggi sotto ai nostri occhi e su scala mondiale: la strategia di cui stiamo parlando è il gender mainstreaming»,

La battaglia in corso «viene portata avanti con il pretesto della parificazione fra uomo e donna, cosa che in realtà si rivela essere una strategica tappa intermedia». Continue reading