OMELIA FOTOCOPIA PER SACERDOTI STANDARD Indipendentemente dalle letture, ricorre spesso il mantra ”Dio ti ama così come sei”, eppure le cose non stanno proprio così…

Da un po’ di tempo noto che gran parte delle omelie che ascolto la domenica durante la Messa dicono sempre la stessa cosa. Qualsiasi siano le letture da commentare, come un singolare mantra ripetono lo stesso concetto che possiamo riassumere in questa frase: Dio ti ama così come sei.
L’attenzione è posta sulla misericordia di Dio, che ci accoglie nonostante le nostre debolezze e fragilità. In genere in queste omelie di “peccato” si parla ormai poco. La parola è sostituita appunto da debolezza e fragilità, davanti alle quali si prova di solito un sentimento di misericordia.
La conclusione di queste omelie fotocopia è quindi che non dobbiamo giudicare, non dobbiamo essere legalisti nel senso di rammaricarci se non riusciamo a rispettare la legge di Dio, e che l’unica cosa importante è ricambiare questo amore di Dio che, appunto, ci ama così come siamo.

SEGUIRE I COMANDAMENTI
In questo tipo di omelia, colui che pensa sia doveroso – proprio per amore di Dio – seguire la legge e i suoi comandamenti, viene considerato come un nuovo fariseo, che cerca la giustificazione seguendo delle regole esteriori e formalistiche. La morale naturale e cattolica viene quindi vista come “moralismo” e la dottrina morale come qualcosa di astratto che non tiene conto delle fragilità e delle debolezze umane. Continue reading

LA GUERRA INTERNA AL PORPORATO Sarah isolato e umiliato, ma combatte da solo

Ora che il cardinale Gerhard Mūller non è più il Prefetto della Congregazione della Fede il nuovo bersaglio principale del gruppo di potere che agisce intorno al Pontefice regnante è il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino. Il Pontefice nei giorni scorsi ha firmato una lettera di correzione a una nota che il cardinale Sarah gli aveva fatto pervenire e che era stata pubblicata da alcuni mass media in Italia, Francia e Spagna.

Il motivo del contendere era questo. Il Pontefice ha emanato un “motu proprio”, “Magnum Principium” con cui permetteva alle singole conferenze episcopali di fare proprie traduzioni dei testi sacri e liturgici. Roma doveva avere solo il compito di ratificare quelle traduzioni, e non di verificare la loro fedeltà al testo originale. In questo modo alcune conferenze episcopali potenti, e insofferenti del controllo di Roma, come quella tedesca acquistavano maggior potere. Il cardinale Sarah, nella sua lettera al Pontefice, cercava di limitare questa indipendenza; il Papa gli ha risposto pubblicamente che non è così, che le Conferenze Episcopali hanno la libertà e la responsabilità e che a Roma spetta solo una ratifica in maniera vaga. Continue reading

IL GENDER BENDER A BOLOGNA Alla fiera dell’erotismo gay anche l’ex suora: paga il Comune

Spettacoli di Drag Queen con tanto di karaoke, mostre fotografiche e disegni erotici; “sex performers”; serate danzanti al ritmo dei successi di icone gay del calibro di Donatella Rettore, Cher, Madonna e Britney Spear; presentazioni di libri sul sesso libero e proiezioni di film gender per le scolaresche. Questo e tanto altro prevede il cartellone del 15.mo Festival Gender Bender di Bologna, prodotto dallo storico circolo lgbt Il Cassero, che ha preso il via il 9 ottobre e si concluderà il 5 novembre.

Quasi un mese di eventi dedicati agli “immaginari prodotti dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale”. Il festival, si legge ancora sul sito dell’iniziativa, “è interdisciplinare e propone un programma che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni”. “È un modello reale – spiegano gli organizzatori – di come le differenze possano dare un contributo concreto alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale”. Continue reading

5 bugie sulla perdita della verginità

1. Non importa a nessuno se sei vergine o no

Sentiamo la parola “sesso” ovunque, e anche se se ne parla tanto è impossibile che a qualcuno importi molto!

La sessualità – e soprattutto il modo in cui si vive – è fondamentale nella vita di ogni essere umano. Se davvero ti importa il sesso non sarai l’unico a pensarla così, e se ti importa vorrai cercare di avere un rapporto di qualità, stando con una persona forte che sappia aspettare e sia sicura di se stessa conoscendosi e valorizzandosi.

2. La verginità pregiudica la donna

Si crede erroneamente che l’idea della verginità sia associata solo alle donne, o che sia stata una forma di repressione nei loro confronti, come se le donne dovessero liberarsene.

La verginità riscatta un valore prezioso che si custodisce per viverlo pienamente, e questo è un motivo eccellente per aspettare l’esperienza positiva che merita ogni donna, piena di un amore profondo e del massimo rispetto.

3. La verginità non è un dono

L’amore è donazione, un dono di se stessi. Senza amore, il sesso si trasforma in qualcosa di puramente superficiale. Se non si sa cosa sia davvero la verginità, non si potrà mai capire e men che meno viverla

Si dice falsamente che la domanda più confusa che si affronta nella vita sia “Sono pronto ad avere rapporti sessuali?” Non deve mai esserci confusione al riguardo! Una decisione tanto importante dev’essere chiarissima, e questo implica tempo e preparazione, come tutto ciò che vale la pena.

4. Perdere la verginità non è una gran cosa

Unirsi sessualmente a un’altra persona implica una grande responsabilità, e ogni incontro sessuale ha conseguenze fisiche, emotive, sociali e lavorative che esigono una maggiore riflessione.

È una cosa speciale che non si può vivere alla leggera o con qualsiasi persona. Un unico incontro sessuale può provocare ferite superflue e cambiare completamente la vita per sempre con una gravidanza o il contagio di una malattia sessualmente trasmissibile.

5. Perdere la verginità implica proteggersi dall’altro

La visione del sesso senza la sicurezza e la pace del vincolo matrimoniale toglie tutto il romanticismo.

Anziché fare l’amore ci si prepara per la guerra: dispositivi, iniezioni, prodotti chimici o preservativi vengono usati per “proteggersi” dall’altro, anche quando non sono efficaci per evitare una gravidanza o il contagio di malattie.

Il sesso non è pensato per dividere le persone, né per danneggiare la loro salute o esporle a esperienze di preoccupazione o timore, ma per viversi in modo pieno, sano e responsabile in un contesto di donazione senza barriere.

Cecilia Zinicola
Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti
Aleteia

Avvenire getta la maschera sulla contraccezione

Venerdì scorso Avvenire ha offerto ai  lettori in modo chiaro quella che sarà la svolta che si va preparando in ambito cattolico: un’apertura alla contraccezione. Luciano Moia, firma del quotidiano sensibilissima ai temi della famiglia e della bioetica, è da tempo impegnata contro i «fustigatori implacabili dei nostri giorni», cioè quelli che si ostinano a non vedere la dottrina cattolica evolvere sotto il fluire della storia.

L’occasione è un corso alla Pontificia Università Gregoriana che è servita al quotidiano dei vescovi per dire che «chi pensa che quanto scritto da Paolo VI in Humanae vitae sia per le coppie credenti un obbligo da perpetuare “nei secoli dei secoli” ignora non solo la storia della Chiesa, soprattutto quella dell’ultimo secolo, ma anche quanto detto dallo stesso pontefice riguardo all’opportunità di non considerare i contenuti dell’enciclica né infallibili né irreformabili». Continue reading

La lettera del Papa al cardinale Sarah

Città del Vaticano, 15 ottobre 2017

A Sua Eminenza Reverendissima

il signor Card. Robert SARAH

Prefetto della Congregazione per il Culto Divino

e la Disciplina dei  Sacramenti

Città del Vaticano

Eminenza,

ho ricevuto la sua lettera del 30 settembre u.s., con la quale Ella ha voluto benevolmente esprimermi la sua gratitudine per la pubblicazione del Motu Proprio Magnum Principium e trasmettermi una elaborata nota, “Commentaire”, sullo stesso finalizzata a una migliore comprensione del testo.

Nel ringraziarla sentitamente per l’impegno e il contributo, mi permetto di esprimere semplicemente, e spero chiaramente, alcune osservazioni sulla sopramenzionata nota che ritengo importanti soprattutto per l’applicazione e la giusta comprensione del Motu Proprio e per evitare qualsiasi equivoco.

Innanzitutto occorre evidenziare l’importanza della netta differenza che il nuovo MP stabilisce tra recognitio e confirmatio, ben sancita nei §§ 2 e 3 del can. 838, per abrogare la prassi, adottata dal Dicastero a seguito del Liturgia authenticam (LA) e che il nuovo Motu Proprio ha voluto modificare. Non si può dire pertanto che recognitio e confirmatio sono “strettamente sinonimi (o) sono intercambiabili” oppure “sono intercambiabili a livello di responsabilità della Santa Sede”. Continue reading

Liturgia: “Correctio paternalis” del Papa al cardinale Sarah

L’interpretazione del cardinale Robert Sarah del Motu Proprio “Magnum Principium” non è corretta; lo spirito del documento pontificio è proprio quello di concedere per le traduzioni liturgiche quell’ampia autonomia e fiducia alle Conferenze episcopali che il cardinale Sarah vorrebbe limitare. A dirlo è proprio papa Francesco con una lettera autografa al prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – il cardinale Sarah appunto –  Era stata infatti proprio la Nuova Bussola Quotidiana a pubblicare il 12 ottobre la nota del cardinale Sarah che, tenendo conto di alcune reazioni già manifestatesi, proponeva una corretta interpretazione del Motu Proprio

Il Papa che chiede che la Nuova Bussola Quotidiana pubblichi la sua lettera dopo aver pubblicata la nota del cardinale Sarah: è un gesto, quello di papa Francesco, senza precedenti. E aldilà delle questioni di merito cui accenneremo, siamo certamente onorati e grati di questa attenzione del Santo Padre che oggettivamente conferisce alla NBQ l’autorevolezza di ospitare un dibattito su temi fondamentali per la vita della Chiesa che lo vede protagonista insieme ad alcuni cardinali. Continue reading

Chiesa polacca sotto torchio a causa di Amoris Laetitiae. Papa e tenerezza, Kafka e Vaticano

La Chiesa polacca è sotto torchio. Non per le bugie che i nostri giornalimainstream raccontano sul Rosario ai confini e così via; si sa, il partito al governo e il suo Ufficio Affari Religiosi, leggi CEI sono profondamente interessati e forse non solo spiritualmente al nodo dell’immigrazione-invasione. E quelli sono giornali sensibili a certi input. No la Chiesa polacca sta pagando ancora una volta, come le è già capitato nella storia, in maniera drammatica e sanguinosa, la sua fedeltà al Magistero della Chiesa. Quello di sempre. Continue reading

Femministe e attivisti Lgbt profanano le Chiese

 Accusati di odio, vengono colpiti fisicamente, verbalmente e minacciati. Tacciati di essere illiberali, vengono ridotti al silenzio con un odio e una violenza crescenti di giorno in giorno. Sono i cristiani, le loro chiese e i loro simboli l’oggetto di un furore ormai bestiale, in società dichiaratamente democratiche che da una parte permettono formalmente la libertà di voto e di opinione, ma dall’altra tollerano coloro che di fatto la negano con azioni illegali.

Gli ultimi atti di vandalismo, blasfemia e profanazione provengono dall’Australia e dall’Argentina. Il primo paese è prossimo al referendum sulla legalizzazione dei cosiddetti matrimoni fra persone dello stesso sesso, il secondo invece è forte di un movimento femminista che ha lanciato un appello mondiale (sostenuto dall’Onu) per l’aborto “sicuro” (come hanno il coraggio di definirlo).

Dopo numerosi episodi di discriminazione già in atto, che stanno creando un clima di caccia alle streghe, in Australia due chiese sono state imbrattate con le scritte “crocifiggi chi vota No” e con disegni delle svastiche naziste, mentre il 15 ottobre la cattedrale della città di Resistencia è stata profanata da centinaia di femministe che hanno appiccato il fuoco, imbrattato la statua della Madonna, appeso assorbenti usati sui cancelli della chiesa e lanciato fumogeni urlando a favore dell’aborto così: “Chiesa, spazzatura, siete voi la dittatura”. Continue reading

Dat, un male minore? No, resta omicidio in camice bianco

Il disegno di legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento, dopo essere stato licenziato dalla Camera, prosegue il suo iter in Senato. Mercoledì 27 settembre la Commissione affari costituzionali ha approvato un “parere non ostativo” con osservazioni che ora passerà al vaglio – insieme a tutto il resto del testo di legge – della Commissione Sanità.

Le modifiche al Ddl sarebbero le seguenti: il termine “disposizioni” dovrebbe mutare in “dichiarazioni”. Le prime infatti esprimono un carattere di obbligatorietà maggiore rispetto al secondo lemma che invece manifesterebbe una semplice opinione del paziente la quale potrebbe anche non essere assecondata dal medico. Il senatore di Democrazia Solidale Lucio Romano, già presidente dell’associazione cattolica Scienza & Vita ed estensore del parere, in merito a questa prima modifica dichiara: “profilo caratterizzante del disegno di legge è e deve essere il bilanciamento tra il principio della inviolabilità della libertà personale (articolo 13 della Costituzione) e il diritto alla salute, che l’articolo 32 della Costituzione qualifica come diritto fondamentale della singola persona e come interesse dalla collettività. Alla luce di questa premessa, nel titolo, nonché ovunque ricorra nel disegno di legge, la parola: ‘disposizioni’ dovrebbe essere sostituita con la seguente: ‘dichiarazioni’, al fine di valorizzare la relazione di cura e di fiducia tra il medico e il paziente, così come afferma l’articolo 1, comma 2, del disegno di legge”. In buona sostanza questo cambiamento lessicale dovrebbe rispettare la libertà di cura del paziente e la sfera di autonomia del medico.

In realtà anche se passerà questa modifica il medico dovrà comunque sottostare alle richieste del paziente, anche a quelle di carattere eutanasico. Ce lo dice il combinato disposto di due articoli del disegno di legge all’esame al Senato. L’art. 1 comma 5 permette al paziente di rifiutare l’attivazione della nutrizione e idratazione artificiali, l’interruzione di questi mezzi di sostentamento vitale e di qualsiasi terapia già in essere, comprese quelle salvavita. Il medico non può sollevare obiezione di coscienza in riferimento a queste richieste, infatti il comma 6 dell’art. 1 così recita: “Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo”. Continue reading