Fermate la legge sul biotestamento: appello ai senatori

«Non sia la vostra eredità di morte». Inizia così l’appello ai senatori e alle senatrici che verrà presentato oggi a Roma con un presidio in piazza Vidoni dalle 14 alle 16 dal Comitato Italia per la Vita, organizzazione che raggruppa diverse sigle del mondo pro-life.

Il manifesto è «un ultimo disperato appello ai senatori» perché fermino il Ddl sul biotestamento che potrebbe essere approvato in questi giorni.

«Sia la vostra coscienza a fermare la legge sulle Dat!», recita l’appello che si rivolge direttamente ai senatori: «Chi tra voi lascerà morire di fame e di sete un ammalato? Dar da bere e da mangiare è il segno del rispetto alla Vita, non una terapia medica. Sospendere idratazione e nutrimento è un crimine contro l’uomo e contro se stessi». «È una questione di vita, non di morte», conclude l’appello.

da: La NBQ

ALFIE COME CHARLIE. UNA FAMIGLIA LOTTA PER LA VITA DI UN BAMBINO. I MEDICI NON SANNO CHE COSA ABBIA, MA VOGLIONO “TERMINARLO”.

Un altro Charlie Gard. Sempre in Gran Bretagna, sempre in un ospedale, sempre dei medici che vogliono terminare un bambino di diciotto mesi, e i genitori che lottano per tenerlo in vita, e per portarlo altrove. Alfie Evans è in coma, affetto da una patologia misteriosa, che i medici non sono riusciti a decifrare. È ricoverato all’Alder Hey Children Hospital di Liverpool, i cui medici hanno chiesto all’Alta Corte britannica l’autorizzazione a lasciarlo morire. I suoi genitori, Katie e Thomas, si oppongono: “Stiamo vivendo un incubo. Avevamo trovato un ospedale in Italia disposto ad accogliere Alfie”, dicono. La sorte di Alfie è stata presa a cuore da moltissime persone, che esprimono il loro appoggio soprattutto su un gruppo nato su Facebook, “Alfie’s Army”. Un anno fa, nel dicembre 2016, Alfie è entrato in coma; i medici non sono riusciti a stabilere quale sia la sua malattia. I genitori stanno cercando ovunque ospedali in grado di fare una diagnosi, ma è una lotta contro il tempo, perché per i sanitari dell’Alder Hey non ci sono più speranze. “Pensano che la vita di nostro figlio sia inutile – ha scritto il padre di Alfie su Facebook – Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto”. La pagina FB ha registrato oltre trenta mila utenti, e migliaia di post che vengono scritti ogni giorno a sostegno del piccolo e della sua famiglia. Il gruppo ha anche organizzato una raccolta fondi per aiutare i coniugi Evans a sostenere le visite mediche e la ricerca per scoprire quale sia la malattia di Alfie. “Non stanno dando una chance a nostro figlio, lo stanno ignorando. Un dottore si è offerto volontario, voleva capire meglio la situazione di nostro figlio, ma i medici dell’Alder Hey si sono rifiutati di parlare con lui” dice il padre.

Qui sotto riportiamo un’intervista pubblicata da Provita-Onlus all’avvocato che si sta occupando di cercare di salvare Alfie. Continue reading

Multata l’opinione che per i giudici non è omofobia

Quando il diritto incontra l’ideologia, il diritto è un uomo morto. Bisogna ricorrere al linguaggio degli spaghetti western per riferire dell’ultimo colpo alla democrazia spagnola dove da tempo nel nome dei diritti Lgbt si prende a picconate l’impianto delle libertà e della democrazia. Non importa se una procura ha stabilito che la pubblicazione della piattaforma HazteOir che denuncia l’indottrinamento sessuale nelle scuole non sia affatto da considerara omofoba. Perché, dato che invece una legge regionale dell’Assemblea di Madrid la considera tale, allora questa deve essere considerata più forte. Ed è con questo spirito che il presidente dell’associazione si è visto comminare una multa di 1500 euro dalla segreteria dell’assessorato delle Politiche Sociali e Familiari della Comunità di Madrid dopo aver letto il libro “Lo sai cosa insegnano a tuo figlio in collegio? La legge dell’indottrinamento sessuale”. Continue reading

Corsi per fidanzati gay, l’omoeresia si fa pastorale

Il portale Gionata è una piattaforma che si definisce così: “Portale su fede e omosessualità”. Gionata ha ospitato la testimonianza dei coniugi Corrado e Michela del gruppo Davide, gruppo di genitori con figli omosessuali. La coppia è impegnata da 25 anni nei corsi pre-matrimoniali ed hanno offerto questa loro esperienza sul campo a sette coppie omosessuali, tra cui c’erano anche alcune che volevano unirsi civilmente, organizzando quattro incontri ospitati da alcune comunità cristiane e monasteri. In breve si sono inventati i corsi fidanzati per coppie gay. Continue reading

Legge sul “fine vita” con il benestare della Chiesa cattolica?

Legge sulla cittadinanza e legge su biotestamento o, detto in altri termini, “ius soli” e “fine vita”, sono stati i temi caldi che in questi ultimi mesi hanno monopolizzato e surriscaldato il dibattito politico.

Il Partito democratico del premier Paolo Gentiloni ha infatti individuato in questi due provvedimenti altrettanti obiettivi “sostanziosi”, politicamente parlando, che se messi a segno entro la fine della legislatura, potrebbero rivelarsi molto utili nel corso della prossima campagna elettorale per smuovere e conquistare lo sfiduciato e disilluso elettorato di sinistra. Nelle ultime settimane, tuttavia, i due obiettivi hanno imboccato strade opposte.

Se l’iter per l’approvazione della legge sullo ius soli è apparso sempre più critico e scivoloso per la mancanza di un necessario consenso traversale su una questione ancora troppo rischiosa e impopolare, sull’altro fronte, la strada per l’approvazione al Senato della cosiddetta “legge sul fine vita” sembra essersi improvvisamente spianata anche grazie ad infelice assist di Papa Francesco le cui equivocabili parole (https://www.corrispondenzaromana.it/problematico-discorso-francesco-sulleutanasia/) pronunciate nell’ambito di un messaggio inviato al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, e ai partecipanti ad un meeting dedicato al tema del “fine vita” della World Medical Association, sono state puntualmente amplificate e strumentalizzate per fini politici. Continue reading

I cardinali Burke, Brandmüller e Müller e il “Papa dittatore”

Nelle ultime settimane, sono apparse tre interviste di altrettanti eminenti cardinali. La prima è stata rilasciata il 28 ottobre 2017 dal cardinale Walter Brandmüller a Christian Geyer e Hannes Hintermeier del Frankfurter Allgmeine Zeitung; la seconda è stata accordata il 14 novembre dal cardinale Raymond Leo Burke ad Edward Pentin del National Catholic Register; la terza, del cardinale Gerhard Müller, è apparsa il 26 novembre sulle colonne del Corriere della Sera, a cura di Massimo Franco.

Il cardinale Brandmüller ha manifestato la sua inquietitudine davanti alla possibilità che si apra una divisione nella Chiesa. «Il solo fatto che una petizione con 870.000 firme rivolte al Papa per chiedergli una chiarificazione resti senza risposta – come non ottengono risposta 50 studiosi di rango internazionale – suscita delle questioni. È veramente difficile da capire». «Rivolgere al Papa dei dubia, dei dubbi, delle questioni, è sempre stato un modo per dissipare le ambiguità assolutamente normale. Per dirlo semplicemente, la questione è la seguente: qualcosa che ieri era un peccato può essere oggi buono? Ci si chiede inoltre se ci sono realmente degli atti – è la dottrina costante della Chiesa – che sono sempre e in tutte le circostanze moralmente riprovevoli? Come, per esempio, il fatto di uccidere l’innocente o l’adulterio? È questo il punto. Se si dovesse rispondere effettivamente con un “sì” alla prima questione e con un “no” alla seconda, ciò sarebbe di fatto un’eresia, e quindi uno scisma. Una scissione nella Chiesa». Continue reading

Dopo il Papa in Asia: ha ancora senso la missione?

Diversi sono gli spunti e le domande che provoca il viaggio del Papa in Myanmar e Bangladesh, e ci sarà forse tempo nei prossimi giorni per ritornarci. C’è però una questione che mi pare prioritaria, che i gesti e le parole di papa Francesco (anche in conferenza stampa) hanno posto in primo piano. Vale a dire, il senso della missione. O meglio, e mi si scusi la brutalità: a essere coerenti con le affermazioni del Papa, ha ancora senso la missione? E la missione, così come vissuta dalla Chiesa in duemila anni, è da rottamare?
La domanda sorge pressante anche in considerazione del fatto che Myanmar e Bangladesh sono due paesi di missione, dove la fede cattolica è arrivata 500 anni fa grazie ai missionari europei e il lavoro di evangelizzazione ha avuto un nuovo impulso all’inizio del ‘900. Sebbene le comunità cattoliche rappresentino una piccola minoranza (1% in Myanmar, ancora meno in Bangladesh), hanno una storia importante di fedeltà a Cristo, vissuta fino nel martirio, grazie anche ai tanti missionari che hanno lavorato in questi paesi. Tra questi va almeno ricordato il padre Clemente Vismara, 65 anni trascorsi nelle foreste birmane e beatificato nel 2011. Continue reading

CARTONI GAY ORIENTED Assalto Lgbt all’infanzia arruolati Disney e Netflix

Star Butterfly, una principessa bionda che deve ancora imparare ad usare i suoi poteri, è la leader delle principesse ribelli. Chi cerca di arginare la loro ribellione è miss Heinous, ovviamente dipinta come una perfida dittatrice del riformatorio per principesse ribelli. Sono alcuni dei personaggi della serie di cartoni animanti “Marco e Star contro le forze del male” (“Star vs. the Forces of Evil”), in onda su Disney Channel.

Se la serie aveva già fatto clamore per aver rappresentato una scena di baci fra personaggi dello stesso sesso, ora è la volta di una principessa, Turdina, che si rivela invece essere un maschio. Proprio mentre lo sta per rivelare alle principesse ribelli, arriva sulla scena miss Heinous a svelare a tutti che Turdina è in realtà un maschio e urlando: “Guardate dove vi porta tutta questa libertà…quello che pensavate un eroe vi ha mentito. Perciò avete bisogno di me”. Ma fra le principesse si solleva una voce: “Cosa importa se è un maschio, nulla di quello che ci ha detto era sbagliato”. E un’altra: “Lui può essere una principessa se lo vuole”. Infine: “Turdina è uno stato mentale”. Poi, al grido di “forza ragazze” tutte le bambine inseguono la cattiva direttrice del riformatorio cacciandola via. Continue reading

BIOTESTAMENTO AL SENATO Morte di Stato sotto l’abete: l’Italia affretta l’eutanasia

Buona parte dei politici italiani e dell’associazionismo militante, nonché uomini di cultura di differente estrazione e un’ottima fetta del mondo cattolico – o sedicente tale – hanno deciso di fare un bel regalo di Natale agli italiani: varare una norma che legittimerà l’eutanasia.
Il 20 aprile 2017 veniva approvato dalla Camera un disegno di legge dal titolo “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” che rappresenta un Testo unico di più proposte legislative sul tema. Da allora il testo era fermo al Senato. Ma martedì prossimo verrà calendarizzato il Ddl e, così pare, sembra che potrà venire approvato addirittura prima di Natale.

I numeri per far passare la legge ci sono tutti. Infatti a favore sono PD, M5S, PSI, Movimento democratico e progressista, Sinistra italiana e CP. Invece la Lega e i senatori di Idea voteranno contro (Fratelli d’Italia non ha rappresentanti a Palazzo Madama). In mezzo al guado, ma in realtà molto più spostati sul fronte dell’approvazione della legge, troviamo Forza Italia e Alternativa Popolare che si dichiarano contrari ed infatti hanno proposto alcuni emendamenti al testo di legge, ma lasciano libertà di coscienza ai propri militanti in fase di voto finale, realizzando così uno dei più classici ossimori politici che tanto ricorda le convergenze parallele di Moro.
Come è accaduto con l’approvazione della legge sulle unioni civili, il sistema democratico di voto subirà una forzatura dato che si ricorrerà, al fine di vedere approvata la legge al più presto, al cosiddetto “canguro”, ossia il voto unico su tutti gli emendamenti accorpati che consente di aggirare le manovre ostruzionistiche. Insomma: o prendere o lasciare, senza il voto emendamento per emendamento. Continue reading

•RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA La violenza gender ai bambini passa dalle fiabe

Ammettiamolo. L’omosessualità è stata ormai ben digerita dai più, a parte il solito sparuto gruppo di cattolici radicalizzati. Ed anche la transessualità è ormai percepita come fenomeno normale, tanto quanto la neve d’inverno sulle montagne. Forse qualche fastidio in più la dà invece l’idea che ci siano bambini transessuali. Questo dovrebbe essere il prossimo tabù da infrangere a detta della docente universitaria svedese Susanne Pelger: «Il tema delle coppie omosessuali è diventato ormai mainstream, mentre quello dei bambini transgender è ancora tabù nella società». Già avevamo avuto modo di dimostrare che quando qualche genitore manifesta preoccupazioni in merito all’identità sessuale del figlio, quelli che hanno davvero dei problemi sono i genitori e ciò che deve destare preoccupazione non è tanto e prima di tutto il comportamento dei figli, bensì il tipo di educazione impartita dai genitori.

Rimanendo in tema di preoccupazioni la prof.ssa Pelger si sta battendo per un causa (ig)nobile. Non solo vuole far accettare la transessualità ai bambini, ma vuole indurli a diventare baby-trans. Il mezzo per soddisfare questo intento è sempre il solito: le fiabe. Ecco allora che la Pelger ha dato alle stampe un libro illustrato dal titolo Hästen & Husse (Il cavallo e la casalinga) destinato ai bambini dagli zero ai tre anni e che sta avendo una certa diffusione in Svezia. La Svezia è il paese dove ti multano se sbagli il pronome di un transessuale e dove i bambini e le bambine all’asilo vengono indicati dal pronome neutro “hen”. Continue reading