Fede fai da te fuori controllo: “Credo in quello che mi pare”

Dopo il caso del sacerdote che si rifiutava di proclamare il Credo, a Pinerolo si dice una Professione di fede à la carte. Testi adattati alla bisogna e completa assenza di incarnazione, passione e morte, giudizio, perdono dei peccati. Possibile? Sì è la nuova frontiera della fede fai da te. Ma vescovo e parroco non sembrano particolarmente preoccupati. Tanto che al telefono con la Nuova BQ scaricano tutto sul prete responsabile della trovata. Che si rifiuta di spiegare, ma nel frattempo “gestisce” una chiesa trasformata in mercatino delle pulci. 

«Credo in quello che mi pare». Da Pinerolo arriva una nuova formula della professione di fede. Sicuramente meno impegnativa di quella in uso alla Chiesa Cattolica da appena 2 millenni, anno più anno meno. Dopo il sacerdote della Diocesi di Torino che nella notte santa di Natale annunciò che «al Credo non ci credo», rimaniamo sempre in Piemonte per dare conto di una nuova stravaganza portata avanti da un prete con nel totale disinteresse non solo della sua parrocchia, ma anche della Diocesi di Pinerolo.

Qui, da meno di un anno è vescovo monsignor Derio Olivero, che salì agli onori della cronaca perché, nel lasciare la parrocchia del cuneese di cui era amministratore, pensò bene di farsi benedire dai fedeli. Un gesto insolito, se vogliamo, dato che la benedizione spetta ai ministri consacrati, ma sicuramente meno problematica di quella che il pastore si troverà a gestire ai piedi delle Alpi dove nella chiesa di San Domenico è stato proclamato un Credo totalmente fuori dai canoni della Tradizione. Continue reading

• MODA & RELIGIONE Il blasfemo red carpet con la “benedizione” vaticana

Dietro la blasfema sfilata di star del cinema e della musica all’inaugurazione della mostra Moda & Religione del Met di New York c’è un intreccio fittissimo di rapporti con alti ecclesiastici del Vaticano, tra cui Ravasi, i Musei Vaticani e il gesuita Martin. Vogue ha “corteggiato” il Vaticano per farsi dare 40 paramenti sacri utilizzati dai pontefici. Tra questi anche reliquie di San Giovanni Paolo II e il beato Pio IX. Derive di una Chiesa che per apparire più povera è solo più poverina.

La Chiesa povera si spoglia delle sue ricchezze per arricchire il circuito della moda, ma non è una bella notizia. Sarebbe troppo facile derubricare a semplice gossip hollywoodiano la colossale sfilata di moda in stile blasfemo-kitch di starlette del cinema e della musica americana che hanno ostentato mise ispirate all’immaginario cattolico in occasione della vernice inaugurale del MetGala2018, il prestigioso evento benefico modaiolo organizzato dal Metropolitan Museum di New York.

Se si trattasse di dover mandare giù il magone di vedere una prosperosa Rihanna agghindata da papessa con tanto di mitria o di accettare il presepe napoletano in testa con il quale si è presentata Sarah Jessica Parker, si potrebbe anche derubricare il tutto al solito cattivo gusto hoollywoodiano che irride il sacro per i suoi scopi ultra mondani.

Invece l’evento ha fatto da cornice ad una mostra che vede protagonisti una quarantina di paramenti sacri provenienti direttamente dalla sagrestia della Cappella Sistina che dopo una trattativa durata due anni, ha ceduto in prestito fino a ottobre al Metropolitan Museum of Art a prezzi esorbitanti (a proposito, quanto?) pianete, dalmatiche, piviali e altri paramenti sacri appartenuti ai papi degli ultimi due secoli. La mostra si chiama Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination (Corpi paradisiaci: moda & religione nell’immaginario cattolico) e resterà aperta al Met fino ad ottobre.

Vestiario liturgico del passato? Molto di più: testimonianze della bellezza prodotta dall’uomo regalata a Dio e utilizzata non per il red carpet, ma per offrire il perfetto e il bello nel sacrificio perfetto e bello dell’altare. Paramenti benedetti con il solo obiettivo di essere utilizzati per il culto.

Quindi c’è molto di più del kitch nell’evento che è andato in scena domenica a New York. C’è una profanazione e una ridicolizzazione di oggetti che sono sacri e che, ormai musealizzati perché la Chiesa li ha sostituiti con “vili” casule di terital all’insegna della povertà, finiscono ora per arricchire il mondo del fashion con la compiacenza dei vertici vaticani.

La mostra infatti si compone di creazioni esclusive delle principali maison d’alta moda che sfruttano le forme e le linee dei paramenti sacri. E in una parte staccata, ma speculare, ci sono in mostra 40 paramenti sacri fatti arrivare direttamente dalla Città del Vaticano, dove il curatore Andrew Bolton e la boss di Vogue Anne Wintour hanno letteralmente contrattato con alti papaveri vaticani e dirigenti del museo del Papa i pezzi. Moda & paramenti sacri, un accostamento impossibile. Perché la prima serve per abbellire l’uomo, la seconda per presentarsi degni di fronte a Dio. Continue reading

• LINEE GUIDA Giudici contro la legge pur di uccidere Alfie

Le linee guida del General Medical Council sul “miglior interesse” del paziente sono state contraddette da medici e giudici convinti che la morte del piccolo era la risposta alla sua vita. Inoltre, il documento specifica: «Non si dovrebbero formulare supposizioni ingiustificate in merito al superiore interesse di un bambino o di un giovane sulla base di fattori irrilevanti o discriminatori, come il loro comportamento, il loro aspetto o la loro disabilità».

Abbiamo già evidenziato in articoli precedenti che i giudici inglesi avevano ordinato allo staff medico dell’Alder Hey di compiere un atto eutanasico, seppur vietato sul suolo inglese, e non di astenersi da una terapia che configurava accanimento terapeutico.

L’ordine si fondava sul “miglior interesse” di Alfie. La categoria giuridica del best interest non è stata inventata lì per lì dai magistrati, ma vanta una sua tradizione giurisprudenziale ed è stata anche codificata dal General Medical Council (Gmc), un ente pubblico nato per contribuire «alla protezione del paziente ed al miglioramento della pratica medica nel Regno Unito». Continue reading

Pro-Lgbt ed eutanasia il giudice dei “no” ad Alfie

Particolari inquietanti sono stati diffusi sulla stampa circa il giudice inglese, reiteratamente oppostosi alle richieste dei genitori del piccolo Alfie Evans.

Anthony Paul Hayden è il giudice dell’Alta Corte di Manchester, che ha avallato la decisione dell’Alder Hey Hospital di Liverpool di staccare le macchine cui il piccolo era collegato e che poi ne ha rifiutato il trasferimento in Italia, dove almeno due strutture ospedaliere, il «Bambin Gesù» di Roma ed il «Gaslini» di Genova, si erano dette disponibili ad accoglierlo e curarlo. Continue reading

• LIVERPOOL Alfie è morto, la battaglia per la Vita continua

Alfie è morto. È morto alle 2.30 del mattino (3.30 in Italia). Ci ha pensato il Signore a liberarlo, a modo Suo, da quelle quattro mura di ospedale dove era tenuto prigioniero da medici e giudici che ne avevano decretato la condanna a morte. Dopo l’anima, ora anche il suo corpo potrà finalmente uscire da quel luogo di morte.

La preghiera che in tutto il mondo lo ha accompagnato in questi ultimi giorni, ora si fa più intensa e commossa. Per Alfie, perché il Signore gli conceda quella gioia eterna per la quale è stato voluto e creato. Per i suoi fantastici genitori Tom e Kate, perché il Signore li sostenga e dia loro conforto in questo difficilissimo momento; e perché il valore della estenuante battaglia che hanno combattuto eroicamente per tanti mesi contro il Potere, e il dolore che stanno provando in questo momento, si trasformino in un’opera di amore; per tutti quanti abbiamo sostenuto la battaglia di Alfie, perché la scintilla di vita e di amore che ha acceso in tanti cuori diventi un fuoco che – come diceva santa Teresina di Lisieux – «infiammi del tuo Amore la moltitudine dei poveri peccatori». Per i medici e i giudici che lo hanno voluto morto e per intellettuali, politici, ecclesiastici che li hanno sostenuti: che il Signore apra loro il cuore e la mente perché abbiano tempo di pentirsi. Continue reading

26 aprile 2018 – 16:08 I membri della neo-costituita Accademia Giovanni Paolo II per la Vita e la Famiglia rilasciano una dichiarazione sul “caso Alfie”

I membri della neo-costituita Accademia Giovanni Paolo II per la Vita Umana e la Famiglia (JAHLF), che è stata in parte fondata da ex membri della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), hanno deciso di pubblicare una dichiarazione in difesa di Alfie Evans e dei suoi genitori, Tom Evans e Kate James. I seguenti membri – che sono o membri del Board, dell’Advisory-Board o semplici membri dell’Accademia – hanno firmato il seguente testo:

Dame Colleen Bayer, Judie Brown, John Bruchalski, Paul A Byrne, Pilar Calva, Carlos Augusto Casanova, Anca Maria Cernea, Virginia Coda Nunziante, Christine de Marcellus Vollmer, Roberto de Mattei, Richard Fitzgibbons, Luke Gormally, Maike Hickson, Pedro Luis Llera, Maria Madise, Stéphane Mercier, Steven W. Mosher, Doyen Nguyen, Claude Edward Newbury, Paul von Oldenburg, Claudio Pierantoni, Philippe Schepens, Josef Seifert, Jeanne Smits, Gerard van den Aardweg, Thomas Ward, John-Henry Westen, Mercedes Wilson.

Questa la dichiarazione:

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Per Alfie Evans

Nessun uomo e donna di buona volontà può rimanere indifferente guardando la difficile situazione di Alfie Evans e dei suoi genitori – la loro eroica battaglia contro la tirannia di una coalizione medico-legale. Continue reading

LO STATO CHE VUOLE LA MORTE DI ALFIE CI RICORDA IL NAZISMO Ma la radice di ciò che fu messo in pratica in Germania era già, all’inizio del ‘900, nelle Società Eugenetiche che erano (e sono ancora oggi attive) in Inghilterra

Che vantaggio trae l’umanità dalle migliaia di disgraziati che ogni anno vengono al mondo, dai sordi e dai muti, dagli idioti e dagli affetti da malattie ereditarie incurabili, tenuti in vita artificialmente fino a raggiungere l’età adulta?… Quale immenso grumo di sofferenza e dolore tale squallore comporta per gli stessi sfortunati malati, quale incalcolabile somma di preoccupazione e dolore per le loro famiglie, quale perdita in termini di risorse private e costi per lo Stato a scapito dei sani! Quante sofferenze e quante di queste perdite potrebbero venire evitate se si decidesse finalmente di liberare i totalmente incurabili dalle loro indescrivibili sofferenze con una dose di morfina».
Qualcuno potrebbe pensare che queste parole siano state pronunciate da qualche gerarca nazista. E invece no, risalgono a ben prima del nazismo: si trovano nel libro “L’enigma della vita”, scritto nel 1904 da Ernst Haeckel. Conosciuto come il fondatore dell’ecologia, Haeckel è soprattutto un entusiasta discepolo di Charles Darwin e delle sue teorie sulla selezione naturale. E quindi di Francis Galton (1822-1911), cugino di Darwin e padre della Eugenetica. Galton porta alle estreme conseguenze la teoria darwiniana sulla selezione naturale: poggiandosi anche sulla recente scoperta dell’ereditarietà dei geni si pone la domanda sul come “guidare” questa selezione in modo da migliorare la razza umana. Continue reading

Ricostruzione tridimensionale dell’Uomo della Sindone

Mentre la Chiesa vive la sua Passione ed è in pieno caos, tanto a livello privato quanto a livello pubblico, e mentre Rai news, il Lunedì dell’Angelo, ha fatto bella mostra in Tv di un servizio benevolo e positivo sui riti Vudù ad Haiti, asserendo che essi sono il prodotto di una commistione fra credenze locali e Cattolicesimo (cenno subliminale ai frutti sincretici del dialogo interreligioso), nel primo pomeriggio del 20 marzo scorso, nell’Archivio Antico di Palazzo del Bo a Padova (storica sede dell’Università degli Studi di Padova dal 1493, tuttora sede del Rettorato e della Scuola di Giurisprudenza, nonché sede del «Teatro Anatomico» più antico del mondo), si è tenuta la conferenza L’Uomo della Sindone. Ricostruzione tridimensionale del corpo avvolto dalla Reliquia, tenuta dai Professori Giulio Fanti e Gianmaria Concheri dell’Università di Padova, Marco Conca di Milano, Luigi Mattei di Bologna; dall’artista figurativo Sergio Rodella (che rifiuta l’irrazionale astrattismo) e dai Dottori Matteo Bevilacqua e Stefano Concheri.

In tale contesto è stato reso noto il risultato clamoroso a cui un’équipe scientifica dell’Università e dell’Azienda ospedaliera di Padova è giunta: la Tradizione cattolica coincide con la scienza nel valutare il Crocifisso della Sindone. Continue reading

ERDOGAN PROMETTE CHE L’EUROPA SARA’ PRESTO MUSULMANA Il presidente turco festeggia ogni anno la conquista di Costantinopoli, oggi Istanbul (cosa accadrebbe se l’Unione Europea celebrasse la vittoria di Lepanto o la liberazione di Vienna?)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan festeggia ufficialmente, ormai da qualche anno, la data del 29 maggio 1453 che vide la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II, e quella del 26 agosto 1071, quando a Manzinkert i Selgiuchidi di Alp Arslān sconfissero l’esercito bizantino e fondarono il primo Stato turco in Anatolia. Immaginiamo che l’Unione Europea proponesse di celebrare solennemente la vittoria di Lepanto del 1571 o la liberazione di Vienna dai Turchi del 1683.
I mass-media di tutto il mondo, controllati dai “poteri forti” che guidano la politica mondiale, protesterebbero con tutta la loro forza contro questo atto provocatorio e islamofobo. Ma l’Unione Europea non prenderebbe mai una simile iniziativa, perché nel suo atto costitutivo, il Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, ha definitivamente rinunciato ad ogni riferimento alle proprie radici storiche.
E mentre Erdogan rivendica con orgoglio un’identità ottomana, che si è definita contro l’Europa cristiana, l’Unione Europea sostituisce il richiamo alle radici cristiane con l’ideologia del multiculturalismo e dell’accoglienza del migrante. L’offensiva dell’Islam contro l’Europa, nel corso dei secoli, si è sviluppata secondo due linee direttrici ed è stata condotta da due popoli diversi: gli Arabi da Sud Ovest e i Turchi da Sud Est. Continue reading

LA SOCIETA’ MULTICULTURALE E’ CONTRO IL BENE COMUNE L’immigrazionismo sovverte le nazioni (e la Dottrina Sociale della Chiesa)

Osserviamo da tempo una chiara adesione della gerarchia ecclesiastica e di gran parte del mondo cattolico all’idea di favorire una accoglienza degli immigrati pressoché priva di filtri e piuttosto ampia e generalizzata. Si deve notare però che questo nuovo atteggiamento si distingue da quanto tradizionalmente proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa, ossia un governo delle migrazioni guidato dal criterio del bene comune. Conseguenza, infatti, di questo nuovo atteggiamento sembra essere la sostituzione del bene comune con la società multireligiosa, vista come il fine della società. Una accoglienza senza i filtri e senza il governo del bene comune intende come buona in sé la società multireligiosa che ne deriva, al punto che anche i cattolici dovrebbero lavorare per essa piuttosto che per il bene comune o per essa in quanto coincidente col bene comune.
La questione deve il proprio interesse al fatto che una nuova impostazione di questo genere comporterebbe una consistente revisione della Dottrina sociale della Chiesa, della sua struttura e dei suoi fondamenti. Non faccio il processo alle intenzioni, e quindi non posso dire se lo scopo di questa “apertura” al fenomeno immigratorio sia proprio di mutare la Dottrina sociale della Chiesa in alcuni punti fondamentali, però non posso esimermi da una oggettiva verifica della importante questione.

DIRITTO NATURALE E BENE COMUNE
Se la società multiculturale, e non il bene comune, è il fine della politica quando si occupa di immigrazione, allora capita che due principi cardine della Dottrina sociale della Chiesa crollano su se stessi. Continue reading