Messa del prete gay, il tabù di una scomunica doverosa

Come annunciato da più di un mese, don Giuliano Costalunga ha “celebrato” una messa che ha fatto dell’Eucarestia una farsa. Con lui anche alcuni ex parrocchiani. Segno che il diktat omoeretico si sta trasferendo anche ai fedeli. Che fare? Un grave atto sacrilego nei confronti dell’autore della vita è stato compiuto. Ma scomunica e riparazioni sono parole ormai tabù per vescovi che invece preferiscono far finta di nulla limitandosi solo a prendere le distanze.

La casula è rigorosamente arcobaleno e in prima fila c’è Paolo, che ha “sposato” a Gran Canaria l’8 luglio scorso. Don Giuliano Costalunga l’aveva annunciato per tempo che avrebbe celebrato una messa illegittima e illecita in quel di Bergamo come riferisce dettagliatamente il Corriere di Bergamo che pubblica anche alcune foto. Non per nome e conto della chiesa Cattolica, dai cui uffici è separato a causa della sospensione a divinis comminatagli dopo la vicenda delle nozze con il suo uomo. Ma per conto della Chiesa vetero cattolica americana di Bergamo, che ovviamente non è in comunione con Roma, ma che dei riti e delle fede cattolica scimmiotta questo e quello salvo però aprire ai gay persino la celebrazione della liturgia.

In fondo non c’è da stupirsi che don Giuliano prosegua nella sua folle corsa celebrando messa, per la cronaca basta leggere i resoconti giornalistici di giornata. Ma è dalla cronaca che si apprendono alcuni dettagli che non possono non impensierire e non far pensare al grave scandalo che si è perpetrato, anzitutto a danni dell’Eucarestia. Se è vero, come è vero, che don Giuliano è ancora prete, dato che aveva tempo fino al 2 agosto per chiedere la dispensa e conseguente riduzione allo stato laicale. Ma non l’ha fatto e la diocesi di Verona ha dovuto procedere d’ufficio. Solo che la riduzione allo stato laicale, che don Giuliano ha ribadito di non voler chiedere, non è ancora arrivata. Continue reading

«Quello del Papa non è il silenzio di Gesù»

Il silenzio del Papa davanti alla domanda su quando è venuto a conoscenza delle denunce contro McCarrick, sta suscitando molte reazioni negative in tutto il mondo. Eccone alcuni esempi.

La strategia del silenzio offeso scelta dal Pontefice regnante per non rispondere alla semplice domanda «quando è stato messo al corrente dei crimini di McCarrick?», può forse essere accettata da un’opinione pubblica, e dai mass media, compiacenti in Italia; ma nel resto del mondo viene giudicata con durezza. E altrettanto si può dire della teoria “dell’attacco al Papa”, e del “complotto conservatore” sbandierato soprattutto dal padre Spadaro su Twitter e Facebook. Sia l’una che l’altra appaiono surreali, mentre in Cile, in Honduras, in Australia, e negli Stati Uniti (in attesa che bubboni scoppino in altri Paesi) la magistratura si mette in caccia per scoprire e portare alla luce abusi nascosti per anni e decenni.

Così sembrerebbe ancora più assurdo che venisse punito – come pare sia l’intenzione del Pontefice regnante – chi ha denunciato ampie fette di questo marciume, cioè l’arcivescovo Viganò. Questo sì che sarebbe un atto di clericalismo estremo, peraltro in linea con la natura vendicativa del personaggio principale di questo dramma epocale.

Abbiamo raccolto un fascio di commenti, dall’Australia agli Stati Uniti alla Gran Bretagna e alla Germania, utili a far capire in quale clima si vive il rifiuto di parlare del Pontefice. Continue reading

FOLLIE GENDER – Abusi nei bagni unisex e il trans nel carcere femminile

I dati sulle violenze nei bagni “gender free” crescono, mentre un uomo che si identifica come una donna, perciò detenuto nella prigione femminile, è stato spostato in quella maschile per aver abusato di alcune detenute. Ma la stampa continua a chiamarlo “lei” e il sistema non cambierà. Dove bisogna arrivare prima di accorgersi dei danni prodotti dalla menzogna?

Se ne prescindi e se le neghi, la realtà e la natura prima o poi si ribellanno. È per questo che ad un certo punto le ideologie, ossia il tentativo di piegare la verità del mondo alle proprie idee, crollano. Anche se spesso vengono meno solo quando la devastazione prodotta dalla menzogna ha raggiunto livelli tali da aver già convinto gli uomini della sua illusione.

Si vedono già i primi segni del male prodotto dall’ideologia relativista moderna, nella sua variante specifica della “teoria” gender, ma insieme anche il tentativo da parte del potere di continuare ad assecondarla senza però riuscire a non contraddirsi. Continue reading

DERIVE – Prepariamoci anche all’«animismo cattolico»

L’animismo è una forma arretrata e brutale di paganesimo. È una religione che schiavizza l’uomo e lo sottomette a tante forze disumane fuori e dentro di lui. Non è una religione “naturale”, ma naturalistica. Non è una religione spirituale, ma spiritistica. Non ci parla del mistero ma della magia. Non è ragionevole ma superstiziosa. Non ha sacerdoti ma sciamani. Non è in armonia con le forze della natura perché le divinizza. L’animismo produce soggezioni ancestrali, permette la perpetuazione di credenze malefiche, blocca lo sviluppo dei popoli, impedisce di credere nell’uomo. Lo spiritismo è innaturale per l’uomo perché è irrazionale.

L’evangelizzazione libera le culture dai propri aspetti disumani e la fede in Gesù Cristo toglie gli uomini dalla dipendenza degli déi che li rende schiavi. Non solo le encicliche sulla missione ma anche quelle di Dottrina sociale della Chiesa sono ferme su questo punto: il maggior fattore di sviluppo è il Vangelo anche perché libera i popoli oppressi e poveri dalle loro angoscianti fantasie animiste e dai vincoli sociali opprimenti che esse determinano e fissano staticamente. Continue reading

CASO DICIOTTI – Gli immigrati scomparsi non hanno diritto di asilo

 

Metà degli immigrati sbarcati dalla Diciotti e ospitati dalla Cei, si è dileguata. Coloro che gridavano allo scandalo umanitario, ora tacciono. Stupisce piuttosto chi, come don Francesco Soddu (direttore della Caritas) dice che, ovunque arrivino, potranno chiedere diritto di asilo. No, secondo la Convenzione di Ginevra non è legale.

Rocca di Papa
Almeno 50 emigranti sbarcati dalla nave Diciotti nella notte del 26 agosto risultano irreperibili. Alcuni si sono dileguati prima ancora del trasferimento a Rocca di Papa, il centro scelto per ospitarli in attesa di partire per la destinazione definitiva, secondo quanto previsto dall’accordo tra il governo italiano e la Conferenza episcopale italiana. Gli altri se ne sono andati tra il 31 agosto e il 4 settembre. Dove, non si sa, perché, neanche. A questo punto non si sa neanche più chi siano realmente.

Nei giorni in cui il governo italiano negava loro di scendere dalla nave, ci è stato assicurato che erano quasi tutte persone con diritto di asilo: cosa del tutto insolita dato che di profughi in Italia ne arrivano in tutto poche migliaia all’anno. Sul totale degli sbarchi la percentuale di chi ottiene lo status di rifugiato è inferiore al 5% e, anche contando chi ottiene protezione sussidiaria e permesso di soggiorno per motivi umanitari, si arriva a mala pena al 40%. L’anomalia – ci hanno detto – dipendeva dalla nazionalità delle persone a bordo: 130 eritrei, due siriani, sei bengalesi, un egiziano, un somalo e dieci comoriani. “Sono persone che hanno una nazionalità che assicura una protezione internazionale quasi automatica in tutti i paesi europei” spiegava la delegata del garante per le persone private della libertà personale, Daniela de Robert, dopo essere salita a bordo: e assicurava che erano reduci da viaggi terrificanti durati anni e proprio non meritavano quell’ultima prova di vedersi negata accoglienza. Continue reading

L’autore de Le Cronache di Narnia ci dà una buona ragione per amare il Purgatorio

C.S. Lewis, scrittore britannico, fu un grande teologo. Benché fosse anglicano, amava particolarmente l’idea del Purgatorio. Ecco perché.

Clive Staple Lewis (1898-1963) è conosciuto al grande pubblico come l’autore de Le Cronache di Narnia, che sono un’esposizione fiabesca e allegorica della dottrina cristiana. Dopo la sua conversione, nel 1931, e grazie alla lettura di G.K. Chesterton, è diventato uno dei più grandi apologeti (difensore intellettuale delle fede) del XX secolo. Era anglicano, sì – malgrado il suo amico J.R.R. Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli, avesse fatto di tutto per convertirlo alla fede cattolica – ma i suoi scritti sono fruibili con grande giovamento dai cristiani di tutte le confessioni. In particolare nelle Lettere a Malcom, una corrispondenza con un amico fittizio pubblicato postumo, egli spiega perché credeva al Purgatorio.

«Dottrina papista»
La concezione del purgatorio di C.S. Lewis si avvicina all’immagine che Dante ne offre nella Divina Commedia. Egli detesta la visione del purgatorio – comune a diversi altri autori coevi – come un “inferno transitorio”, un luogo di sofferenza. Egli chiama questa la “dottrina papista”. Ciò che ignorava era che molti cattolici sarebbero stati d’accordo con lui nel rigettare una simile descrizione. Basta leggere l’enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI al numero 45 per convincersene. Continue reading

OBBEDIENZA: No, il Papa non ha sempre ragione

Il fedele cattolico deve stare “sempre e comunque” dalla parte dei Pastori? È quello che di questi tempi alcuni sostengono, ma un’affermazione del genere indica un positivismo cristiano che evita di fare i conti con la verità e la ragione, a cui anche i Pastori sono tenuti.

Il fedele cattolico deve stare “sempre e comunque” dalla parte dei Pastori? Molti si fanno questa domanda di questi tempi. Qualcuno dice di sì, qualche altro dice di no. Vorrei provare a dire cosa sembra a me, sulla base di un certo buon senso umano e cristiano più che del diritto canonico di cui non sono esperto.

Se fosse vera l’espressione “sempre e comunque dalla parte dei Pastori”, si cadrebbe in un positivismo cattolico, episcopale o papista che sia. Ossia tutto quello che i Pastori fanno o dicono è vero e buono solo perché lo fanno o lo dicono i Pastori. È evidente che una simile posizione non è condivisibile dal fedele cattolico. Non solo perché (troppo) spesso i Pastori parlano a titolo personale e su argomenti che non sono né di fede né di morale, ma soprattutto perché tutti siamo vincolati alla verità e al bene, primi tra tutti i Pastori quando parlano di fede e di morale.

Essi sono servitori della verità e del bene che non stabiliscono soggettivisticamente, ma per ossequio al vero oggettivo della ragione e della dottrina della fede. Vorrei sottolineare questo punto: il Pastore è vincolato non solo alle verità di fede ma anche a quelle di ragione, dato che la Chiesa cattolica serve e tutela sia l’ordine della creazione che l’ordine della redenzione. Continue reading

“La CEI in politica, per integrare senza evangelizzare”

Ecco l’articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 agosto 2018:
L’inserimento diretto della CEI – Conferenza Episcopale Italiana – nella trattativa e nella conclusione della vicenda della “Diciotti” è qualcosa di nuovo. Risolve qualche problema ma ne pone altri. Non si era ancora mai verificato che i vescovi italiani si inserissero in una decisione istituzionale e politica di spettanza del governo italiano, dei governi di altri Paesi coinvolti, e dell’Unione Europea. Le persone sbarcate dalla “Diciotti” sono state affidate all’Albania, al Irlanda e… appunto alla CEI, che però non è uno Stato come gli altri due. Potrà in futuro ripetersi la cosa? E la CEI chiedere ancora che il governo accolga immigrati affidandoli poi alla Chiesa italiana? E potrà farlo solo la CEI o anche altre realtà religiose presenti in Italia? Potrà farlo anche l’UCOII? Potranno farlo anche altri soggetti non religiosi della società civile? Non esiste più, quindi, il diritto dovere dello Stato di difendere i confini e di decidere in ultima istanza su chi entra? So bene che la decisione politica non è stata presa dalla CEI, ma dal governo italiano, e che si è trattato di uno stratagemma per risolvere una questione che stava diventando sempre più spinosa, ma il governo l’ha presa perché la CEI si era resa disponibile. Chi altri in futuro avrà titolo per rendersi disponibile? E il governo dovrà sempre tenere conto di queste disponibilità? Un atto in apparenza così semplice crea una situazione complessa. Continue reading

LA VERITA’ SUI MIGRANTI DELLA NAVE DICIOTTI Salvini, l’Europa, la Bonino, la CEI… e intanto in Spagna il governo di sinistra manda 800 soldati a respingere i migranti sparando proiettili di gomma (lo sapevate?) di Antonio Socci

Sul caso della nave Diciotti c’è stata molta disinformazione e bisogna fare un po’ chiarezza con alcune domande.
La prima, che si ripropone ad ogni tentato sbarco, è questa: se – come dice Boeri e con lui tutta la sinistra e i media – questi migranti vengono qui da lontani paesi dell’Asia e dell’Africa smaniosi di poterci pagare le pensioni e farci vivere nel lusso, perché nessuno dei paesi europei sgomita per accaparrarseli?
Perché non approfittano di questa straordinaria opportunità per assicurare il futuro dei loro pensionati? Perché fanno il fuggi fuggi?
Perché oppongono un rifiuto totale e vogliono ad ogni costo regalare all’Italia e alla sola Italia, questo privilegio? Possibile che siano così masochisti? Rischiano di far saltare la UE pur di costringere l’Italia ad accettare questo straordinario regalo: un caso estremo di altruismo, si direbbe.

POLEMICHE A SENSO UNICO
I nostri famosi “altruisti”, quelli che fanno i solidali, ma col portafoglio dello Stato, cioè degli italiani, quelli che sono accorsi a Catania, ma non si sono visti ai funerali di Genova (tranne Martina che è stato fischiato), né si vedono nei luoghi del terremoto: perché tutti costoro hanno inveito contro Salvini che non vuole far sbarcare i migranti e non hanno detto una sola parola sui paesi europei che vengono meno agli impegni presi e si rifiutano di prendersi anche quote minime di questi migranti? Continue reading

GENDER-FOLLIE Dite pure “buco frontale”, ma la realtà non cambierà

È tipico del pensiero politicamente corretto il credere che cambiando i nomi alle cose cambi la realtà delle stesse. Ho chiesto lumi a un chirurgo plastico sul fatto del front hole. Mi ha spiegato che è un fatto puramente estetico: non si prova niente, anzi l’eventuale penetrazione può provocare dolore. Ma allora perché accanirsi?

Noi kattolici attardati preconciliari conoscevamo il foro interno e quello esterno, ora invece la prestigiosa Healthline Media ci informa che esiste anche il foro anteriore e quello posteriore. Per la precisione, si parla di «buco» (front hole e back hole) e chi parla non è uno qualsiasi, ma «uno dei principali network al mondo di informazioni sanitarie», un «colosso del marketing medico-sanitario –con sede a San Francisco, California- con un immenso potere di lobbying», come spiegato il 23 agosto da Aleteia.org.

La sede di San Francisco è quasi ovvia, visto che si tratta della capitale morale (absit iniuria verbis) dell’ideologia “gay”. Il colosso suddetto ha pubblicato un lungo documento dal titolo “Lgbtqia Safe Sex Guide”. Cioè, “Guida al Sesso Sicuro per gli Lgbtqia”, dove q sta per queer, i per intersex e a per asessuate. Insomma, ci sono tutti. Il buco di davanti, per chi ce l’ha, è preferibile ai termini vulva e vagina, perché discriminanti. E siccome Healthline Media è fin troppo autorevole nel suo campo, c’è da aspettarsi che le sue sentenze facciano scuola. Continue reading