CASO MCCARRICK Viganò, il Vaticano batte un colpo. Ma è a salve

A oltre quaranta giorni dalla lettera denuncia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, un comunicato della Santa Sede – senza mai nominare l’ex nunzio – annuncia un’inchiesta interna per fare luce sulla vicenda McCarrick. Un comunicato pieno di reticenze e contraddizioni, e soprattutto evita la questione fondamentale: è vero o no che papa Francesco seppe di McCarrick il 23 giugno 2013 dall’allora nunzio Viganò?

La Santa Sede ha emesso ieri un comunicato, in italiano e in inglese, che probabilmente vorrebbe essere una risposta alla testimonianza dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, pubblicata nella notte fra il 25 e il 26 agosto scorsi. Diciamo : “vorrebbe”, perché nel testo non si fa mai riferimento all’ex nunzio, né al primo né al secondo dei documenti dai lui resi pubblici. In pratica si annuncia un’inchiesta basata sull’esame dei documenti disponibili in Vaticano sul cardinale Theodore McCarrick, che sta adesso conducendo una vita di preghiera e penitenza in un convento negli USA. Ma ecco il testo integrale del documento: Continue reading

Ecco il testamento di San Francesco d’Assisi: leggete le sue parole

Lo scritto è rivolto ai suoi fratelli. “Linea dura” su Regola, povertà e Curia
Cosa ha scritto nel testamento, o meglio nei suoi due testamenti San Francesco d’Assisi? Quali “lezioni” ci ha lasciato il santo di Assisi?

Il “primo” testamento
In “La Regola e altri scritti” (edizioni San Paolo), Mariano da Alatri scrive che già a Siena Francesco, credendo ormai vicina la morte, aveva dettato un breve testamento.

«Scrivi che benedico tutti i miei fratelli, che sono nella religione e che vi verranno sino alla fine del mondo… Continue reading

Il rinnegamento dei martiri della Cina comunista

Mentre Papa Francesco era in Lituania ad onorare una Chiesa che, con i suoi martiri, ha resistito alle persecuzioni, nonostante la drammatica Ostpolitik, per la quale era necessario tacere e non denunciare, né condannare il comunismo, la Sala stampa vaticana ha sobriamente annunciato l’accordo «provvisorio» e «soggetto a valutazioni periodiche» raggiunto fra Cina e Santa Sede.

Certamente è stato compiuto un atto che non considera le persecuzioni che continuano a perpetrarsi in Cina, così come avveniva in Unione Sovietica e nei Paesi dell’Est suoi satelliti. Meglio un accordo pastoral-politico, svendendo la fede e con essa tutti coloro che hanno versato il loro sangue per Lei, oppure una Chiesa di Roma che coerente ai suoi principi, non viene a patti con i propri persecutori? Sono i martiri, di cui la Chiesa si è sempre fregiata, che rispondono: non si stipulano contratti di compromesso con il mondo, men che meno con i propri persecutori.

La Cina, che sfida l’Occidente con il suo straordinario sviluppo produttivo ed economico, è una Repubblica popolare in cui il potere è esercitato dal solo Partito Comunista Cinese; ciò significa che la dottrina vigente è quella atea e materialista di Mao e di Marx. Ha scritto il 24 settembre u.s. padre Bernardo Cervellera, missionario del PIME e direttore dell’agenzia Asia News: né «nella notizia dell’accordo, né nelle sue spiegazioni vi è un minimo accenno alla persecuzione che i cattolici e tutti i cristiani stanno sostenendo in questi tempi. Come testimoniato tante volte sull’agenzia, in nome della “sinicizzazione”, in Cina vengono bruciate e distrutte croci, demolite chiese, arrestati fedeli e ai giovani sotto i 18 anni è vietata la partecipazione alle funzioni e l’educazione religiosa. In più ci sono vescovi e sacerdoti scomparsi nelle mani della polizia; vescovi agli arresti domiciliari; vescovi non ufficiali considerati come criminali; controlli d’ogni tipo nella vita delle comunità». Continue reading

La JAHLF esprime il suo appoggio a mons. Viganò

La JAHLF (John Paul II Academy for Life and Family), presieduta dal prof. Josef Seifert, ha espresso il suo appoggio all’arcivescovo Carlo Maria Viganò con questa lettera aperta datata 29 settembre 2018, festa di san Michele arcangelo, diffusa oggi alla stampa, a firma dello stesso prof. Seifert e di molti membri dell’Accademia.

Lettera aperta dell’Accademia Giovanni Paolo II per la Vita umana e la Famiglia a Papa Francesco e a tutti i cardinali, vescovi, sacerdoti, membri, religiosi e laici della Santa Chiesa cattolica e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, a sostegno dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò

Santità, Eminenze, Eccellenze, Sacerdoti, Diaconi, Consacrati, famiglie, uomini e donne laici della Chiesa cattolica e tutte le persone che amano il vero, il giusto e il buono,

Desideriamo esprimere il nostro profondo sostegno al coraggio, alla carità e alla fedeltà di monsignor Viganò a Pietro, poiché riconosciamo che solo al servizio della verità l’arcivescovo Viganò, con grande eroismo e senza alcun ulteriore motivo personale, ha rivelato i più tristi fatti e accadimenti che si sono verificati nella vita della Chiesa.

Come ha affermato l’Arcivescovo Viganò nel suo secondo messaggio, pubblicato il 29 settembre 2018, festa di San Michele Arcangelo, ogni segreto (incluso un segreto pontificio) che non è sotto il sigillo della confessione, cessa di imporre l’obbligo di silenzio non appena tale silenzio possa rappresentare causa di gravi danni alla Chiesa. Certamente, persistere nel rimanere in silenzio sui crimini sessuali commessi da preti e prelati – crimini che causano gravi danni non solo a molte anime ma anche a tutta la Chiesa – è di per sé un grande crimine.

È un grande crimine perché è un silenzio velenoso, che ostacola l’adozione di misure per proteggere i giovani seminaristi, sacerdoti e laici da ulteriori danni. Tale silenzio non è il Santo Silenzio di Gesù davanti a Pilato (al quale aveva già rivolto molte parole importanti prima del Suo silenzio), ma è un silenzio malvagio, che rivela un patto silenzioso con il diavolo. È un silenzio che consegna altre vittime innocenti ad ulteriori abusi sessuali. Continue reading

Cina-Vaticano, il trionfo dei “lapsi”

Nel III secolo vennero definiti lapsi i cristiani che per sfuggire alle persecuzioni accettarono di bruciare incensi alle divinità pagane pretendendo di mantenere segretamente la fede cristiana. Sono sempre stati condannati dalla Chiesa, ma oggi l’accordo Cina-Vaticano rovescia il giudizio: i veri fedeli cattolici sono i lapsi, questa è la vera svolta storica.

Durante le persecuzioni del III secolo, non tutti i cristiani ebbero la forza di resistere fino al martirio. E siccome l’imperatore richiedeva un certificato che attestasse il ritorno al paganesimo dei cristiani, diversi di loro cedettero. Alcuni tornando effettivamente al paganesimo, ma molti altri compiendo un gesto esteriore (tipo bruciare l’incenso alle divinità pagane) per ottenere il certificato ma mantenendosi cristiani nel cuore (almeno nell’intenzione). Furono chiamati lapsi, cioè “caduti, scivolati”. La Chiesa non ha mai giudicato bene i lapsi, malgrado alcuni sicuramente pensassero in buona fede di poter salvare così la fede cristiana dall’annientamento. Così per coloro che, successivamente chiedevano di rientrare nella piena comunione con gli apostoli, fu prescritto un lungo cammino penitenziale. Dovevano davvero dimostrare il desiderio di una piena conversione.

Nel corso della storia, davanti alle tante persecuzioni che la Chiesa ha dovuto subire in tutto il mondo, la vicenda dei lapsi si è ripetuta molte volte e, pur cambiando nel tempo le modalità di gestire la situazione, la Chiesa ha sempre avuto un giudizio chiaro di condanna, pur mantenendo un atteggiamento di accoglienza per quanti si sono poi pentiti e realmente convertiti. Questo almeno fino ad oggi. Continue reading

PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERÒ. UN LIBRO DEL CARDINALE JOSEPH ZEN AL TEMPO DELL’ACCORDO SEGRETO.

Esce in italiano, proprio mentre Pechino e la Santa Sede annunciano un accordo provvisorio segreto per la nomina dei vescovi, un libro del cardinale Joseph Zen: “Per amore del mio popolo non tacerò”.

Un testo che dimostra il suo grande amore per la Chiesa; un testo drammatico. Drammatico perché mette in luce le profonde incomprensioni che stanno accompagnando il cammino della riconciliazione fra Chiesa Cattolica e governo comunista cinese. Un cammino che secondo il Cardinale Zen, cinese e profondo conoscitore della Cina, rischia di trasformarsi in un fallimento grazie ad un accordo imminente che sfavorirebbe enormemente la Chiesa Cattolica e punirebbe i membri della Chiesa clandestina, coloro che non hanno accettato di entrare nelle organizzazioni ufficiali e che hanno già pagato duramente la loro fedeltà alla Sede Apostolica. Continue reading

DISPACCI (DISPERATI) DALLA CINA. SIGLATO L’ACCORDO. NON PUÒ ESSERE VERO. UNA BURLA? O SONO DIVENTATI MATTI?

Marco Tosatti
Cari lettori di Stilum Curiae, è evidente che tutto quello che seguirà queste poche righe di introduzione ai Dispacci del M° Aurelio Porfiri non può essere vero. Non può essere vero, deve trattarsi di uno scherzo grossolano, il fatto che il Pontefice demandi ad altri la scelta più importante fra le tante che fa, e cioè quella dei successori degli Apostoli, per prendersi cura del gregge a lui affidato da Cristo. Non può essere vero che il suo ruolo sia limitato a dire “no, non mi piace” questo vescovo. Non può essere vero che la Santa Sede, in un Paese oppresso da una dittatura sanguinaria e disumana, che manda milioni di persone nei campi di concentramento, affidi la scelta dei vescovi al “popolo”, e all’Associazione Patriottica, vale a dire all’emanazione religiosa del Partito Comunista. Non può essere vero, sarebbe come se Pio XI e Pio XII avessero affidato alla Germania Nazista il compito di scegliere e proporre candidati all’episcopato. Non può essere vero che i media pagati dal Vaticano, o contigui al Vaticano, esaltino questo aborto come una mossa positiva e che sanerà i problemi della Chiesa in Cina. E che creerà un precedente clamoroso per ogni futuro governo dittatoriale che voglia imporre suoi vescovi alla Chiesa. Deve trattarsi di una burla colossale. Di cattivo gusto, per di più. Smettiamola di scherzare, per favore.

Comunque torniamo ai Dispacci.

Comunicato Stampa Santa Sede

“Nel quadro dei contatti tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che sono in corso da tempo per trattare questioni ecclesiali di comune interesse e per promuovere ulteriori rapporti di intesa, oggi, 22 settembre 2018, si è svolta a Pechino una riunione tra Mons. Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, e S.E. il Sig. Wang Chao, Viceministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, rispettivamente Capi delle Delegazioni vaticana e cinese. Nel contesto di tale incontro, i due Rappresentanti hanno firmato un Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi.

Il suddetto Accordo Provvisorio, che è frutto di un graduale e reciproco avvicinamento, viene stipulato dopo un lungo percorso di ponderata trattativa e prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione. Esso tratta della nomina dei Vescovi, questione di grande rilievo per la vita della Chiesa, e crea le condizioni per una più ampia collaborazione a livello bilaterale.

È auspicio condiviso che tale intesa favorisca un fecondo e lungimirante percorso di dialogo istituzionale e contribuisca positivamente alla vita della Chiesa cattolica in Cina, al bene del Popolo cinese e alla pace nel mondo”.

Scisma?

In un articolo di Stefano Magni per “La Nuova Bussola Quotidiana” pubblicato prima della firma dell’accordo, vengono riportati stralci di una intervista al Cardinale Joseph Zen per l’agenzia Bloomberg. In essa il prelato cinese paventa il rischio di uno scisma: “L’oggetto della discussione è l’ultima voce sull’imminenza dell’accordo fra Santa Sede e Pechino, diffusa dal Wall Street Journal la settimana scorsa. Secondo queste indiscrezioni, i vescovi cinesi saranno nominati di comune accordo da Pechino e dalla Santa Sede. In pratica, se i dettagli sono veri, sarebbe la Conferenza Episcopale cinese a proporre il nome e il Papa avrebbe diritto di veto. Ma secondo il cardinal Zen “Non c’è alcuna vera Conferenza, è tutto finto, il regime mantiene il pieno controllo”. La Chiesa ufficiale cinese è controllata dalla Associazione Patriottica, emanazione diretta del Partito Comunista. Nella sua intervista a Bloomberg, il cardinal Zen mette in dubbio che si tratti di un compromesso costruttivo. “Dicono che il Santo Padre abbia sempre l’ultima parola. Quale ultima parola?” “Una volta che la Conferenza presenta il nome del vescovo al Papa, il Santo Padre cosa può fare? Porre il veto a tutti i nomi?””. Voce che grida… Continue reading

L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la verità?

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha portato alla luce l’esistenza di una rete di corruzione in Vaticano, chiamando in causa i responsabili, a cominciare dalle supreme autorità ecclesiastiche, sarà punito per aver detto la verità? Papa Francesco sta esaminando questa possibilità, se è vero, come confermato da più fonti, che ha consultato il cardinale Francesco Coccopalmerio, e qualche altro canonista, per studiare le possibili sanzioni canoniche da irrogare nei confronti dell’arcivescovo, a cominciare dalla sospensione a divinis.

Se la notizia fosse confermata sarebbe di una gravità estrema, e anche un poco surreale, dal momento che l’“esperto” convocato per sanzionare mons. Viganò sarebbe proprio quel cardinale Coccopalmerio, che viene accusato dall’ex nunzio negli Stati Uniti di far parte della “lobby gay” che spadroneggia in Vaticano. Continue reading

L’AGENDA PER LA CHIESA: NORMALITÀ DI ADULTERIO, OMOSESSUALITÀ, SESSO LIBERO E NOZZE GAY.

Credo che sia un momento di sottile, persistente sconcerto per non pochi cattolici. E i motivi per alimentare questo sconcerto sembrano infittirsi, invece che rarefarsi e scomparire. Ve ne offriamo qualcuno in un piccolo bouquet di fiorellini velenosi raccolti qua e là.
Il primo lo conoscete tutti: la non-benedizione di Palermo da parte del Pontefice regnante. Credo che si potrebbe discutere per ore, su questo gesto. Personalmente, mi ha fatto un effetto pessimo. Lo interpreto forse male; ma mi è sembrata una confessione, come dire, sono qui a vedervi per conto mio, non per conto di Qualcun Altro, di cui vi porto il saluto: appunto, la benedizione. E, onestamente, non capisco come si possa offendere qualcuno invocando su di lui delle cose buone. Continue reading

VIGANÒGATE. UNA LETTERA DI SANDRI CONFERMA LA DENUNCIA DELL’EX NUNZIO. IL PAPA TEME DI VEDERE DI NARDO?

Il Viganògate, anche se è quasi scomparso dai media mainstream italiani, timorosi di dare fastidio al Pontefice e al Vaticano, fa registrare nuovi sviluppi. Una lettera dell’ottobre 2006, scannerizzata e fornita al Catholic News Service, conferma quanto denunciato dall’arcivescovo Viganò nella sua testimonianza di undici pagine sulle coperture – a Roma e negli Usa – e sulle complicità di cui ha goduto Theodore McCarrick, omosessuale predatore di seminaristi e giovani preti. E diventato ai tempi di Francesco il master mind delle nomine episcopali e cardinalizie negli Stati Uniti.
La lettera è stata scritta dall’allora Sostituto alla Segreteria di Stato Leonardo Sandri, ora cardinale e Prefetto delle Chiese Orientali. Fa riferimento a una lettera scritta nel novembre 2000 da padre Bonifacio Ramsey al Nunzio Gabriel Montalvo, in cui si gettava l’allarme per gli abusi sessuali commessi da Mc Carrick. Ramsey ha dichiarato al CNS: “Mi lamentavo per le relazioni di McCarrick con i seminaristi e per tutto l’affare di dormire con i seminaristi e così via; tutta la questione che ormai tutti sappiamo”. Ramsey ha insegnato dal 1986 al 1996 nel seminario dell’Immacolata Concezione. Sandri nel 2006 scriveva a Ramsey chiedendogli informazioni su un sacerdote che era stato proposto per un incarico in Vaticano. “Chiedo con particolare riferimento alle serie questioni che riguardavano alcuni studenti del Seminario dell’Immacolata Concezione, che Lei è stato così gentile da portare confidenzialmente all’attenzione dell’allora Nunzio Apostolico nella Stati Uniti, l’arcivescovo Gabriel Montalvo”.
Stranamente, nel messaggio di Sandri non si parla di McCarrick. Questo, secondo Ramsey, perché le accuse verso il cardinale “erano troppo sensibili. La mia lettera del 22 novembre 2000 era su McCarrick, e non accusava i seminaristi di nulla; accusava McCarrick”.
Scrive il Catholic News Service: “La lettera del 2006 (di Sandri, n.d.r.) non solo conferma affermazioni fatte in passato da padre Ramesy, ma anche elementi del documento scritto dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che è stato nunzio negli Stati Uniti dal 2011 al 2016”.
Quindi, almeno su questo punto, anche i detrattori dell’ex Nunzio sono costretti ad ammettere che non si è inventato nulla. E infatti la linea di condotta dei difensori arroccati nel silenzio straordinario del bunker papale è costretta a cambiare. Ne è testimone il gesuita omosessualista James Martin, che scrive: “La lettera fu ricevuta nel 2000, durante il pontificato di San Giovanni Paolo II, che alcuni mesi dopo fece McCarrick cardinale. Ha servito come arcivescovo di Washington fino al 2006, sotto Benedetto XVI. Smettiamola di biasimare ingiustamente papa Francesco per l’ascesa al potere di McCarrick”. Continue reading