LUXURIA E LA GUERRA FRA DIO E IL MALE GIOCATA SUI BAMBINI

L’ex deputato Vladimiro Guadagno, che si definisce transessuale facendosi chiamare Luxuria, è furente da giorni. La puntata di “Alla Lavagna”, dove ha parlato di “bullismo” a bambini dai 9 ai 12 anni e che doveva andare in onda su Rai3 il 28 novembre in prima serata, è stata spostata a gennaio in seconda serata (22.30).
Ovviamente la rabbia di Guadagno viene dal fatto che «a quell’ora i bambini sono a letto… Ma io con i bambini voglio parlare mica con gli adulti, perché purtroppo c’è ancora chi pensa che quelle come me non devono parlare con i bambini, altrimenti fanno teoria del gender…che è come credere nel fantasma formaggino», ma poi l’ex deputato si contraddice (ché il mentitore ha le gambe corte) così: «No, io non vado lì per influenzare la loro sessualità, ma per influenzare la loro mentalità». Quindi, ha continuato dopo aver ammesso il suo vero fine, «io farò tanta pubblicità perché voglio che tanti bambini la debbano (letterale, ndr) guardare». Continue reading

I DIRITTI SENZA DOVERI Il grave errore di incensare a priori il no profit

Alcune associazioni senza fini di lucro vanno a trovare gli ammalati negli ospedali ma altre si travestono per diffondere la cultura gay o la contraccezione e l’aborto. Ma nessuno dovrebbe poter agire in proprio senza assolvere doveri eticamente legittimi e senza realizzare fini naturali. Perciò non tutto il non profit è utile alla società, non tutto è solidale né legittimamente sussidiario e, quindi, non tutto sarebbe da finanziare.

Nei giorni scorsi era esplosa una discussione sulla norma della finanziaria che aumentava la tassazione degli enti non profit ed in quel contesto era stato tirato in ballo il principio di sussidiarietà, proprio anche della Dottrina sociale della Chiesa. Questa difesa del non profit è stata però fatta spesso in modo scentrato, proponendo una specie di contrapposizione tra il bene (il non profit appunto) e il male (lo Stato). Anche l’appello alla sussidiarietà è stato spesso scorretto, come se questa fosse sempre e comunque a sostegno del non profit e sempre e comunque contro lo Stato. Non mi sembra che le cose stiano così.

Partiamo intanto da alcune constatazioni di esperienza. Il mondo non profit è molto vario e dentro ci si trova un po’ di tutto. Non può essere incensato a priori e fatto equivalere senza residui alla solidarietà in quanto tale. Ci sono anche cooperative sociali che assomigliano a delle multinazionali e fanno fatturati ingenti. Ce ne sono altre che sono tali solo in apparenza, mentre di fatto sono gestite da un piccolo gruppo di persone per lucrare sugli sconti fiscali e avere manodopera a basso prezzo. Ci sono associazioni di volontariato attigue a questo o a quest’altro personaggio politico tramite il quale ottengono i finanziamenti pubblici. Ce ne sono alcune contigue alla politica e alle istituzioni di cui rappresentano il terminale nella società civile. Ce ne sono altre che sono servite da base di lancio per il consenso elettorale di qualche personaggio locale.

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AUGURI PER IL 2019 Che l’anno nuovo ci doni una santa intolleranza

È un buon momento per chiedere un cambiamento mentre i cristiani vengono trucidati e l’Occidente tollera, anzi giustifica, il terrorismo: che l’anno nuovo ci porti il dono dell’intolleranza al terrorismo islamico. Una santa intolleranza alla menzogna perché nessuno ha due padri o due madri. Che ci porti in dono una santa intolleranza alla pratica dell’utero in affitto. Che ci porti la compassione per tutti i bimbi che non vedranno la luce. Che Dio intervenga, perché noi non siamo capaci.

Buon Capodanno e un bellissimo anno nuovo. Le date sono convenzioni ma hanno un loro valore catartico, un buon momento per cominciare un cambiamento.

Da dove cominciamo? Dalle decine di morti cristiani massacrati dai vicini di casa islamici in Irak, Siria e Nigeria? Stanno fioccando le giustificazioni: la situazione economica, l’attacco contro le organizzazioni islamiche più scatenate. Oppure cominciamo dalle ormai incontabili vittime islamiche del terrorismo islamico? Damasco, Bagdad, il terrorismo islamico si è scatenato in un inevitabile schema: tutti contro tutti. L’acquiescenza occidentale per il terrorismo contro obiettivi israeliani è diventato tolleranza per il terrorismo in generale, incluso quello contro vittime cristiane, schiacciate come scarafaggi sul lungomare di Nizza, nei mercatini di Natale, macellati al Bataclan, e poi le vittime islamiche, spesso dimenticate. Continue reading

INTUIZIONE DA SACERDOTE I bambini non nati o abortiti si sono sacrificati per noi?

È possibile che i bimbi in grembo abortiti, volontariamente e non, abbiano accettato di morire per Cristo a salvezza delle anime dei genitori e di tutto il mondo? È l’ipotesi di un opuscolo, “La via nascosta dei bimbi nati in cielo”, scritto da due semplici sacerdoti e da un teologo, che pone fondamento nella ragione, nella fede e nell’esperienza e che il Magistero della Chiesa non esclude come possibile.

C’è un opuscolo, scritto da due sacerdoti e un teologo, sicuramente destinato a far discutere e magari ad influire sulla vita della Chiesa. In una via di nascondimento. Motivo per cui non troverete le firme degli autori della pubblicazione, che però sappiamo essere persone fortemente fedeli alla tradizione e alla dottrina cattolica. Detto questo, come sempre accade nella Chiesa, l’intuizione di uno di questi preti, avallata dal teologo e dall’altro prete come possibile e ragionevole, è già nella coscienza del popolo.

La tesi di questo piccolo opuscolo, “La via nascosta dei bimbi nati in cielo” (ed. Ancilla), è infatti la conferma di quanto molte madri con un sensum fidei che hanno perso i loro bambini in grembo percepivano già come vera: quei piccoli sono in cielo e il loro sacrificio è servito alla salvezza della loro famiglia. Anche i bambini volontariamente abortiti dai loro genitori espierebbero i peccati del mondo. In queste pagine si trova solo la conferma che questa ipotesi non è esclusa dalla Chiesa, come si evince dal documento del 2007 (ampiamente citato) della Commissione Teologica Internazionale La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo.

Facciamo alcune premesse partendo dal commento del teologo, che interviene nell’opuscolo per ricordare che per il fatto che i bimbi in grembo hanno un’anima la Chiesa non può escludere che abbiano un rapporto reale, seppur misterioso, con Dio. Di più, avendo sì il peccato originale, ma non avendone mai commesso alcuno i non nati vivono in uno stato di purezza tale da godere di un’intimità con il Creatore maggiore. Continue reading

John Henry Newman: un cardinale antiliberale

In questi giorni sui media è ritornata la presenza del Beato John Henry Newman (1801-1890), il grande combattente contro il liberalismo e relativismo moderni, a causa della notizia del riconoscimento della Chiesa di un secondo miracolo avvenuto per sua intercessione.

Con ciò si apre la possibilità della canonizzazione di uno dei convertiti più rilevanti della Storia della Chiesa. La canonizzazione farebbe di Newman il primo inglese santo vissuto nella Gran Bretagna divenuta anglicana nel XVI secolo.

Nell’Ottobre 2005 Paul Chavasse, Rettore dell’Oratorio di Birmingham, a quel tempo Postulatore responsabile per la causa, annunciò che Jack Sullivan, un diacono di Marshfield nel Massachusetts, attribuì la sua guarigione, da una malattia del midollo spinale, a Newman. Il miracolo avvenne nella giurisdizione dell’Arcidiocesi di Boston, la cui responsabilità era quella di determinare la sua validità. In virtù di questo miracolo venne beatificato il 19 settembre 2010 da Papa Benedetto XVI a Birmingham. Continue reading

ONU Patto sui rifugiati, un altro macigno sull’Occidente

Dopo il Patto globale sull’emigrazione, presentato all’Onu quello sui rifugiati, due parti di uno stesso disegno. Oltre ad abolire la distinzione tra profughi e migranti economici, il peso dell’assistenza viene ancor più fatto gravare su Europa e Stati Uniti, che già coprono l’86% dei fondi Onu per i rifugiati.

Il “Patto globale per una emigrazione sicura, disciplinata e regolare”, adottato per acclamazione dai 164 stati che hanno partecipato alla conferenza intergovernativa svoltasi il 10-11 dicembre a Marrakech, sarà presentato il 19 dicembre al Palazzo di Vetro quando si chiederà all’Assemblea generale di votare una risoluzione che lo approvi formalmente.

Intanto, il 17 dicembre, l’Assemblea è stata chiamata a pronunciarsi su un altro documento, il “Patto globale sui rifugiati”. Come quello sull’emigrazione, anche questo Patto emana dalla “Dichiarazione di New York per i rifugiati e gli emigranti”, votata il 19 settembre 2016 dai 193 stati membri dell’Onu, durante un summit di capi di stato e di governo. La “Dichiarazione”, che era stata fortemente sollecitata dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, si proponeva, si legge nella sua presentazione, di far adottare “un atteggiamento più umano e coordinato nei confronti degli emigranti e dei rifugiati”, al fine di “salvare vite, proteggere i diritti e condividere le responsabilità a livello globale”.

Era la prima volta che l’Assemblea generale organizzava un summit del genere, si congratulò all’epoca il Segretario generale dell’Onu Antonio Gutierres, una vera e propria “pietra miliare” nella gestione delle migrazioni internazionali, una “opportunità unica di creare un modo più responsabile di rispondere ai grandi movimenti di rifugiati ed emigranti”. Continue reading

INGHILTERRA Un nuovo battesimo per i trans, le follie anglicane

La Conferenza dei vescovi della Chiesa d’Inghilterra ha promosso una iniziativa che si chiama “affermazione della fede battesimale”. Nella cerimonia la Chiesa d’Inghilterra benedice la nuova vita e viene imposto al transessuale un nuovo nome. Un para-battesimo che rovescia esattamente il significato dell’autentico battesimo. Infatti incardina ancor di più la persona nel peccato e nega l’identità che Dio ha voluto per ognuno di noi.

Siamo onesti. Se un uomo diventa “donna” cambia nome, giusto? E dunque occorre battezzarlo di nuovo perché il vecchio nome di battesimo è ormai scaduto. E’ questione di logica, tutto qui. Questa è la bellissima trovata della Chiesa anglicana che potremmo chiamare “battesimo dei transessuali”.

La Conferenza dei vescovi della Chiesa d’Inghilterra ha promosso una iniziativa che si chiama “affermazione della fede battesimale”. Non si tratta di un nuovo battesimo, tengono a precisare, però ha tutte le caratteristiche per sembrare tale. Infatti durante questa cerimonia la Chiesa d’Inghilterra benedice la nuova vita e viene imposto al transessuale un nuovo nome. Poi questa rinascita sessuale viene sugellata tramite l’aspersione del capo del “battezzato” con acqua e olii benedetti, recitando alcuni versetti del Libro dei Salmi e sottoscrivendo un vero e propri certificato di battesimo bis.

La Conferenza dei vescovi anglicani, che già in passato si è mostrata gay friendly aprendo alle “nozze” gay e ai sacerdoti omosessuali, ha precisato: “La nuova cerimonia non mira affatto a pregiudicare la solennità del sacramento tradizionale. Essa consiste in un formale rinnovo delle promesse battesimali e consentirà a coloro che stanno compiendo una transizione sessuale di ottenere dalla comunità ecclesiale, per intercessione di Nostro Signore Gesù Cristo, una benedizione solenne per il loro mutamento di identità.” Julian Henderson, titolare della diocesi di Blackburn e presidente della Conferenza, ha poi dichiarato: “Tutti gli uomini sono creati a immagine e somiglianza di Dio e ciascun individuo deve essere accolto dalle comunità parrocchiali senza discriminazioni. La recente riforma mira ad aprire le porte della Chiesa ai fedeli che stanno attraversando una fase difficile della loro vita, ossia il mutamento della rispettiva identità sessuale. La famiglia ecclesiale, simbolo del Corpo di Cristo, da oggi in poi non considererà più tale cambio di identità come una devianza, ma lo celebrerà come una vera e propria rinascita.”

“Rinascita” è la parola chiave per comprendere questa blasfema carnevalata. Secondo la dottrina cattolica il battesimo ci permette di rinascere in Cristo perché prima, a causa del peccato originale, eravamo morti. Nella versione anglicana la rinascita interessa l’identità sessuale. Il disagio di vivere in un corpo che non si sente il proprio può essere assimilato alla sensazione di morire conducendo un’esistenza in una certa identità sessuale. La rinascita avviene nel cambio di sesso. Dunque appare ragionevole benedire questa rinascita anche in chiesa. Ed anzi pare obbligatorio concludere che questo secondo “battesimo” valga di più del primo, dato che il primo battesimo era stato fatto su una creatura che non aveva nemmeno iniziato il suo percorso da bruco a farfalla.

C’è poi da appuntare che questo para-battesimo rovescia esattamente il significato dell’autentico battesimo. Infatti incardina ancor di più la persona nel peccato. Se dopo il battesimo dobbiamo far di tutto per rimanere immacolati, il battesimo trans, benedicendo la rettificazione sessuale, benedice il peccato, perché qualifica come giusto buttare nel cestino quell’identità voluta per noi da Dio al fine di sostituirla con un’altra inventata da noi. Un chiaro rifiuto delle leggi naturali volute dal Creatore.

Ma al di là della Manica non tutti sono rimasti in silenzio. Michael Nazir-Ali, già vescovo di Rochester, ha dichiarato: “I transessuali vanno senza alcun dubbio accolti nella comunità dei fedeli, ma la cosiddetta affermazione della fede battesimale mi sembra una vera e propria deformazione del sacramento istituito direttamente da Nostro Signore. Le persone che stanno affrontando una crisi di identità sessuale vanno aiutate ricordando loro la bellezza di valori quali la sacralità della famiglia, l’amore puro e l’intangibilità dell’ordine naturale istituito dal Creatore. Non si può quindi celebrare in Chiesa il palese rifiuto dell’identità conferitaci dall’Onnipotente al momento della nascita.” Gli ha fatto eco Peter Jensen, ex arcivescovo di Sydney: “Le autorità ecclesiastiche hanno il compito di preservare la natura sacra ed eterna della morale cristiana. Tuttavia, le ultime iniziative dei vertici anglicani, a mio avviso, hanno sempre più eroso l’autorità dei comandamenti etici contenuti nelle Sacre Scritture, fino a rasentare, in alcuni casi, la blasfemia. L’introduzione dell’affermazione della fede battesimale, ad esempio, mira a legittimare una condotta palesemente anti-cristiana, ossia il rigetto delle caratteristiche naturali attribuiteci dal Signore”.

Tommaso Scandroglio in La NBQ

OMOERESIE Trento, in parrocchia si prega per “le famiglie omo”

Festa per le coppie sposate da 5 fino a 61 anni nella parrocchia di Sant’Antonio a Trento. Viene recitata la seguente preghiera dei fedeli durante la celebrazione eucaristica: “Preghiamo infine Dio Padre per quelle famiglie che facciamo ancora fatica a riconoscere: giovani che sperimentano la convivenza; anziani che si incontrano e trovano sostegno nella loro solitudine; coppie che si scompongono e si ricompongono dopo la crisi; coppie dello stesso sesso che convivono e si amano”. Poi scatta l’applauso.

Peccato che non sono famiglia né i conviventi, né gli anziani non coniugati, né i divorziati risposati, né tantomeno le coppie dello stesso sesso il cui affetto, tra l’altro, non può essere qualificato come “amore”. Per fortuna qualche parrocchiano ha scritto una mail protestando contro questo ennesimo caso di omoeresia.

GWNblog – La NBQ

IL GLOBAL COMPACT Migrazione diritto assoluto. Il Vaticano “benedice”

Adottato il Global compact, ma è una mera dichiarazione di intenti inutile perché le condizioni di emigrazione, come la distinzione tra migrante e profugo, sono variabili. Intanto però, con la presenza a Marrakech di Parolin, la Santa Sede dà il via libera ad assolutizzare le migrazioni come un diritto sempre buono e l’accoglienza un dovere sempre e comunque. 

Il “Patto globale per una emigrazione sicura, disciplinata e regolare” è stato adottato senza votazione, previa lettura, dai 164 paesi che hanno partecipato alla conferenza intergovernativa svoltasi il 10-11 dicembre a Marrakech. Il passo successivo, il 19 dicembre al Palazzo di Vetro, sarà l’adozione da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu di una risoluzione che lo approvi formalmente. Diversi paesi hanno rifiutato di aderire al Patto e non hanno partecipato alla conferenza. Anche l’Italia era assente. Il governo italiano ha infatti preferito affidare al parlamento la decisione se sottoscrivere o meno il Patto dopo averne esaminato e discusso i contenuti, in data da stabilire.

Presente alla conferenza con il Segretario di stato Pietro Parolin la Santa Sede, che all’Onu ha lo status di Osservatore permanente e in quanto tale può partecipare alle conferenze e prendere la parola, ha annunciato di aver già “avviato il processo per trovare i modi più efficaci con cui le istituzioni della Chiesa cattolica e le organizzazioni di ispirazione cattolica di tutto il mondo” possono utilizzare il Patto globale.

In realtà è difficile immaginare che cosa si possa fare grazie al Patto, che già non sia fattibile adesso: rispetto degli emigranti e dei loro diritti in quanto persone? Lotta alle organizzazioni criminali che gestiscono il contrabbando di emigranti? Contrasto della tratta che trasforma le vittime in schiavi? Tutti i paesi membri dell’Onu dispongono dei mezzi per realizzare questi e tutti i 23 obiettivi e i 54 punti del documento e per coordinarsi e collaborare con altri stati se opportuno. Il Patto globale è sostanzialmente una mera dichiarazione di intenti, di fatto superflua e operativamente inutile, per almeno due motivi fondamentali.  Continue reading

BLITZ SQUADRISTICO CONTRO LA SEDE DI PROVITA ONLUS. LO GUIDAVA UNA MINI-SINDACO DEL PARTITO DEMOCRATICO (SIC).

Ieri a Roma si è svolto un episodio di ordinario squadrismo. E non ci sarebbe niente da stupirsi, dal momento che come sempre le vittime sono quelli che difendono la vita, come le Sentinelle in Piedi, aggredite a più riprese dagli squadristi dei Centri Sociali non solo tollerati ma coccolati e alimentati dalla sinistra (pensate alle dichiarazioni di De Magistris). Stupisce invece che a guidare il blitz squadristico contro la sede di ProVita Onlus sia stata Sabrina Alfonsi, il “sindaco” PD della Prima Circoscrizione. Che una persona eletta, rappresentante di una Istituzione, per quanto piccola e locale, si renda responsabile di un atto del genere la dice lunga su due cose. La prima: in evidente affanno elettorale, e viste le condizioni in cui versa la Circoscrizione di cui la Alfonsi dovrebbe essere responsabile, è necessario cercare di pescare da qualche parte consensi. La seconda: una volta di più si dimostra come valuti la libertà di opinione e la diversità di opzioni quello che a dispetto del ridicolo continua a chiamarsi Partito Democratico. Qui sotto riportiamo il comunicato di Antonio Brandi, presidente di ProVita. Continue reading