In un’intervista ad Edward Pentin sul National Catholic Register, il cardinale Raymond Burke ha dichiarato: «In quanto cardinali abbiamo ritenuto di assumere la responsabilità di chiedere una chiarificazione, relativa a tali questioni, per porre fine a quel diffondersi di confusione che sta attualmente inducendo la gente in errore. Dovunque vado lo sento. Tutti sono divisi: i preti l’uno con l’altro, i preti dai vescovi, i vescovi tra di loro. Nella Chiesa si è stabilita una tremenda divisione e questa non è la strada che la Chiesa deve seguire. E’ per questo che ci attestiamo sulle fondamentali questioni morali che ci uniscono».
Il cardinale Burke discute quindi sui passi successivi da intraprendere se il Papa non dovesse rispondere al proprio appello. Queste la domanda di Pentin e la risposta del cardinale:
«Che cosa succederebbe se il Santo Padre non rispondesse al vostro atto di giustizia e di carità e se mancasse la chiarificazione magisteriale che richiedete? »
«Dovremmo far fronte a questa situazione. Nella Tradizione della Chiesa c’è la pratica della correzione del Romano Pontefice, anche se chiaramente è abbastanza raro che accada. Ma se non c’è risposta alle nostre questioni, direi che ci sarebbe il problema di compiere un atto formale di correzione di un serio errore». Il cardinale Burke prosegue ricordando che in caso di conflitto tra il Papa e la Tradizione della Chiesa, si impone la Tradizione. «L’autorità ecclesiastica esiste solo al servizio della Tradizione», spiega, ricordando il passaggio di san Paolo nella Lettera ai Galati 1, 8: «Se anche noi stessi, o un angelo dal cielo, vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! »
In un’altra intervista rilasciata a Catholic Action, il cardinale Burke ha così spiegato il suo intervento, e quello degli altri cardinali: «Si tratta del mio dovere come cardinale della Chiesa cattolica. Non sono stato ordinato cardinale per ricevere un titolo onorifico, bensì, Papa Benedetto XVI mi ha eletto cardinale per assistere lui e i suoi successori nel governo della Chiesa e nell’insegnamento della fede. Tutti i cardinali hanno il dovere di operare a fianco del papa per il bene delle anime, e ciò è esattamente quel che sto facendo sollevando questioni di grave importanza sulla fede e sulla morale. Non adempirei al mio dovere di cardinale – cioè di consigliere del papa – se rimanessi in silenzio su questioni così serie».
Emmanuele Barbieri in Corrispondenza Romana