Questo Vangelo di oggi, Gesù non posso proprio digerirlo così com’è. Vorrei poter prendere dal mio tavola la boccetta della scolorina e stenderla a profusione su tutto quello che non mi piace. Perché sono contento quando mi sento dire “Beato”, quando mi sento promettere la felicità, quando mi si annuncia che Dio prende a cuore la sorte della mia vita.
Ma non posso accettare che ci siano anche dei “guai”, degli avvertimenti che incombono come delle minacce. Non posso accettare che si metta in discussione la mia situazione di benessere la mia tranquillità e la mia sicurezza, la mia sazietà ed i miei agi.
Tu porti una speranza ai poveri e a quelli che hanno fame, a quelli che piangono e sono odiati, cacciati e insultati, tu non puoi lasciare le cose come prima. Tu sei disposto a consolare tutti quelli che colpiti dalla vita, tutti quelli che non ce la fanno più, tutti quelli che sono messi ai margini e ai quali si è detto che non contano nulla, che non servono a nulla che non sono capaci di nulla …
Ma tu ci metti anche in guardia: la nostra sazietà, la nostra abbondanza, la nostra sicurezza, la stima di cui godiamo costituiscono un pericolo se il cuore, e la mente, e la volontà si sono intorpiditi …
R. Laurita