Il “mea culpa” di RaiDue per “eccesso di pudore” nel tagliare la scena di “amore” gay simboleggia il folle clima di “normalizzazione” dell’omosessualità e di ogni tendenza sociale nel quale siamo profondamente immersi.
Il “gender diktat” detta le regole e la RAI si adegua. Lo scorso venerdì è infatti, in brevissimo tempo, dilagata sui social l’accesa protesta dell’attivismo LGBT contro l’oscuramento di un appassionato bacio tra due uomini della serie “Le regole del delitto perfetto”, andata in onda in prima serata su RaiDue all’interno di una puntata vista da 965 mila spettatori, pari al 5,62% di share.
Nello spazio di poche ore #RaiOmofoba è diventato trending topic su Twitter e la contestazione per il mancato bacio gay è arrivata a coinvolgere anche uno dei protagonisti, l’attore Jack Falahee che ha denunciato il taglio della scena sul proprio profilo Twitter, scrivendo: «Un altro paese che censura #coliver? È una follia».
La polemica è progressivamente montata fino al punto ché la RAI, secondo un ormai rodato copione, ha deciso di fare marcia indietro, chiedendo scusa ai propri telespettatori per il suo “eccessivo” ed “inopportuno” pudore e decidendo di rimandare in onda integralmente la scena gay tagliata.
«ECCESSO DI PUDORE»
Il neo direttore di RaiDue, Ilaria Dallatana, si è giustificata scaricando la responsabilità dell’ “improvvida” scelta sul personale aziendale incaricato di “confezionare” il programma televisivo:
«Non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time».
Dallatana ha poi rincarato, sottolineando come RaiDue sia particolarmente attenta e impegnata a rappresentare la complessa e variegata realtà contemporanea:
«Capisco l’irritazione, ma mi preme far notare che dopo anni e anni di serie esclusivamente poliziesche. RaiDue ha cominciato a proporre titoli di diverso contenuto, quali Le regole del delitto perfetto e Jane the Virgin, che tratta di maternità surrogata. Anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure per il futuro. Come dimostrano anche le scelte fatte per i nuovi palinsesti, Rai2 sarà sempre più sensibile alla complessità del mondo contemporaneo».
LA DENUNCIA DEL “MARIO MIELI”
Tra i primi a chiedere l’intervento della vigilanza il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli che, attraverso il suo presiedente Mario Colamarino, ha espresso in un comunicato «tutto il suo sdegno» per la censura, scrivendo:
«È stato censurato l’amore fra i due personaggi maschili Connor e Oliver, decidendo invece di mantenere inalterate, invece, tutte quelle riguardanti le storie eterosessuali. Nella stagione dei Pride, in un Paese che dopo anni di attesa ha da poco previsto un sistema minimo di tutele per le coppie omosessuali scopriamo che il servizio pubblico opera un’omofoba censura chirurgica. (…) Chiediamo l’immediato intervento della Commissione di Vigilanza».
ASSERVIMENTO AL RELATIVISMO
Il “mea culpa” di RaiDue per “eccesso di pudore” nel tagliare la scena di “amore” gay simboleggia il folle clima di “normalizzazione” dell’omosessualità e di ogni tendenza sociale nel quale siamo profondamente immersi. La TV pubblica rinuncia così al suo fondamentale e delicato ruolo educativo, rappresentando e valorizzando acriticamente qualsiasi tipo comportamento sociale al di là di ogni opportuna e doverosa valutazione etica.
In altre parole, la decantata sensibilità di RaiDue alla, sempre mutevole, complessità contemporanea non è altro che ossequioso asservimento all’ideologia dominante del relativismo culturale.
Rodolfo de Mattei in Osservatorio Gender.it