Meditazione nella commemorazione dei fedeli defunti, 2 Novembre 2018

Ci ritroviamo qui oggi, nel cimitero, che significa dormitorio, per prolungare in un certo senso quello che abbiamo già vissuto ieri quando abbiamo celebrato la festa di Ognissanti. Una comunione, cioè, che lega noi e quanti hanno già varcato quella che è una soglia che si apre su una realtà più grande che è quella della vita eterna, della gioia piena, di quella felicità che l’uomo ricerca nella sua vita, magari sbagliando anche strada, ma che è per coloro che hanno accettato di vivere la comunione con il Signore e con i fratelli.

Allora noi ci troviamo a pregare e ad offrire quanto vi è di più grande e prezioso che è l’Eucaristia, la Messa, per tutti coloro che pur avendo già varcato soglia della fine della nostra vita terrena hanno ancora bisogno di purificazione prima di accedere a quella pienezza di vita e di gioia che la festa di tutti i Santi ci ha fatto contemplare.

Questo ritrovarci qui, però, assieme ai nostri cari defunti, ai quali siamo ancora legati e non solo con un ricordo intellettuale o sentimentale, ma con un legame di amore vero, sincero, profondo ci invita a riflettere su come viviamo. Se la nostra vita è orientata alla ricerca di quelle che sono chiamate “le realtà” ultime. Continue reading

XXX Domenica ordinario B -2018 (Mc 10,46-52): La speranza e la fede (omelia con i ragazzi e i genitori del catechismo parrocchiale)

Ci siamo mai chiesti se noi dovessimo spiegare a qualcuno che cos’è la speranza cosa diremmo? Perché oggi voglio parlarvi della speranza? Perché sia nella prima lettura che nel Vangelo se andiamo a vedere troviamo questa cosa, strana, ma mica tanto che si chiama speranza, che è poi quella che permettere a ciascuno di noi, quando è trascorso un giorno un po’ difficile( ET ) di pensare e vedere il domani con occhi nuovi.

Per Geremia e per il popolo di Israele è il ritorno dall’esilio, e Geremia è felice di poterlo annunciare al popolo, per Bartimeo è la speranza di poter riacquistare la vista.

Tanti hanno cercato di dare definizioni della speranza. Io ve ne dico due, anzi tre.

Quando il mondo dice, “Rinuncia”, la speranza sussurra, “Prova ancora una volta.”
(Anonimo)

 Non c’è medicina come la speranza, nessun incentivo così grande, e nessun tonico così potente come l’attesa di qualcosa che accada domani.
(Orison Swett Marden)

Un poeta francese, Peguy la descrive così: La Fede è una Sposa fedele. La Carità è una Madre.La Speranza è una bambina da nulla. (…) La piccola speranza avanza tra le sue due sorelle grandi e non si nota neanche…e dice che la gente crede che siano le due sorelle più grandi a trascinare quella più piccola, in realtà la più piccola, che sta nel mezzo, tira le altre due.

Insomma sembra proprio che sia la speranza che mandi avanti la vita delle persone e anche la storia del mondo.

Vi voglio raccontare una piccola storia … che si racconta in Africa:

 

La favola del colibrì Antica leggenda africana Continue reading

Dolcetto (di Santa Ildegarda) o scherzetto (di San Giovanni Bosco)? – “E ora cosa metto nelle loro zucche … ehm… teste?”. Da mamma cristiana ecco cosa offrirò aprendo la porta a piccoli mostri e streghe

 

Puntuale come il raffreddore autunnale arriva la polemica di Halloween. In realtà non è più un virus stagionale, ma una pandemia annuale.

Festa a vuoto
Cioé: quello che mi dà fastidio per la Festa di Ognissanti, mi dà fastidio anche a Natale e Pasqua; c’è un’occasione di festa, tutti si entusiasmano, ma nessuno sa più perché si fa festa. È triste, come ballare senza musica; si può fare, ma non è la stessa cosa. Il walzer ha un ritmo, il boogie un altro, il tango un altro ancora. Non si fa festa quando ci si rimpinza di dolci, ma quando c’è un motivo per essere lieti.

Che sia Halloween, Natale o Pasqua, la festività ha perso il suo ritmo e guadagnato un sacco di calorie: adesso al supermercato siamo invasi da corsie strapiene di zucche e caramelle, tra un mese – forse prima – lo saremo di panettoni e pandori, a primavera verremo assaliti da uova di cioccolato. In tutti questi casi, ci sono gli addobbi e manca l’invitato principale. A Natale si trabocca di ogni specie di decorazione, tranne quella di una capanna su cui brilla una stella; a Pasqua siamo circondati da conigli e gallinelle, ma neanche l’ombra del Risorto. In queste settimane alcuni entreranno nel merito dell’annosa questione se Halloween sia l’anticamera delle tenebre o una celebrazione santa, non so chi vincerà ma so chi ci guadagna sempre: la logica gaudente e spietata del commercio. Continue reading

 Le persone più felici 

Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia!

Kahlil Gibran

 

ISLAM Anjem Choudary, il predicatore d’odio a piede libero

Il predicatore di odio più famoso d’Inghilterra, Anjem Choudary, è tornato in libertà. Un segno di debolezza dello Stato, secondo le associazioni che si battono contro il radicalismo islamico. Per gli osservatori più attenti, Choudary è un crocevia di associazioni che mirano all’islamizzazione, “l’estremista più pericoloso della Gran Bretagna”

“L’estremista più pericoloso della Gran Bretagna” è di nuovo in libertà da qualche giorno. Anjem Choudary, il predicatore d’odio che ha fatto del Regno Unito la base della missione d’islamizzare, l’Occidente è da una manciata di ore fuori dalla galera, rilasciato prima di aver scontato tutta la pena. Choudary, balzato agli onori della cronaca per le manifestazioni anti-occidentali organizzate in lungo e in largo il Paese, portavoce di Islam4Uk, predicatore d’odio, mentore di oltre cento jihadisti inglesi condannati, tra cui il killer del ponte di Londra, Khuram Butt, è l’uomo che ha avuto più influenza sui terroristi a casa della Regina negli ultimi vent’anni.

L’auto che trasportava Choudary è stata ripresa mentre lasciava la prigione scortata dalle auto della polizia, poco dopo le 4 del mattino di venerdì. E seguita fino al luogo in cui egli trascorrerà diversi mesi sotto sorveglianza, ha lasciato che Choudary venisse immortalato mentre sorrideva ai fotografi. Il costo, sulle spalle dei contribuenti britannici, per tenerlo sotto controllo, dovrebbe superare i 2 milioni di sterline (€ 2,25 milioni) l’anno, a fronte delle 50,000 (€ 57,000) per trattenerlo ancora in prigione. Continue reading

PINEROLO Colpo alla dottrina: “messa” ecumenica di precetto

Gira su internet un volantino della parrocchia di Pinerolo che annuncia una funzione ecumenica coi valdesi. E il vescovo Oliviero stabilisce che assolverà il precetto domenicale. Alla Nuova BQ il segretario parrocchiale conferma: “Sì, chi vuole può fare la comunione”. Eppure lo Ius divinum è chiaro: la messa è cattolica e coloro che deliberatamente non ottemperano l’obbligo domenicale commettono un peccato grave. 

Come si soddisfa il cosiddetto precetto domenicale? Partecipando alla S. Messa ed astenendosi dai lavori servili. Questo è il minimo sindacale per prendere almeno un sei a catechismo… Capita ormai ovunque di constatare che la seconda parte del precetto venga praticamente disattesa anche da coloro che partecipano alla Messa: si taglia la siepe, si va a lavare l’auto, si compra e si vende, senza reale necessità, ci si inventa qualunque cosa, pur di non dedicare il proprio tempo al buon Dio, alla famiglia, al riposo. Anche sulla prima parte, c’è senz’altro da lavorare; è piuttosto diffusa la convinzione che non sia poi così obbligatorio partecipare alla Messa proprio tutte le domeniche e le feste comandate: l’importante è comportarsi bene…

Ma, se la notizia fosse vera , come pare, allora bisogna riconoscere che al peggio non c’è fine. Sembra che un Vescovo si sia inventato una soddisfazione ecumenica del precetto. Stiamo parlando di una “celebrazione ecumenica della Parola di Dio”, domenica prossima 28 ottobre, alle ore 10 nella Cattedrale di Pinerolo, presieduta dal Vescovo S. E. Mons. Olivero Derio e dal pastore valdese Gianni Genre. Ma la ciliegina sulla torta, è la seguente indicazione presente sul foglietto degli avvisi: “Dopo la sua conclusione, i cattolici presenti in chiesa potranno comunque fermarsi per ricevere la comunione. La funzione è valida per il soddisfacimento del precetto festivo” (grassetto nel testo). Continue reading

Il papa, i giovani e la ferula biforcuta

Per la Santa Messa di apertura del sinodo dei giovani papa Francesco ha usato una ferula che gli era stata donata durante l’incontro con i giovani al Circo Massimo. È un bastone che termina con due punte, attraverso le quali passa un grosso chiodo.

Guardando la ferula più da vicino, si vede che alla confluenza dei due rami c’è una protuberanza, una specie di naso. Vuol forse dire che essi sono, o dovrebbero essere, due braccia, ovvero quelle di Gesù in croce? Ma il chiodo messo in quel modo?

Sui social media ovviamente sono fioccati i commenti. Francesco è stato paragonato a Harry Potter che va a un incontro di Quidditch, a Gandalf del Signore degli anelli, al Simon mago degli Atti degli apostoli. Continue reading

BURKE: NELLA CHIESA C’È CHI VUOLE UNA “COESISTENZA” FATALE FINO AD APPROVARE IL PECCATO.

Questa mattina sono capitato abbastanza casualmente verso le 9 nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, vicino a Campo de’ Fiori, e ho trovato una chiesa piena di gente, e all’altare il cardinale Raymond Leo Burke. Nella sua omelia il porporato ha citato varie volte un religioso, Dom Prosper Guèranger, un benedettino francese dell’800, abate di Solesmes.

Il cardinale Burke ha accennato a un incontro di giovani che si è svolto in questi giorni. Non al Sinodo dei Giovani in corso di svolgimento a Roma. Ci siamo occupati poco del Sinodo, lo faremo nelle prossime ore; l’impressione è che si tratti di uno dei sinodi – e degli eventi ecclesiali – più manipolati e diretti da una regia superiore degli ultimi decenni. A cominciare dalla “manina” misteriosa che ha inserito il tema LGBT nel Sinodo stesso, senza che nessuno ne avesse parlato nella fase preparatoria, obbligando il segretario, card. Baldisseri, o a fare la figura dello scemo, o a mentire. Una manina ben più abile di quelle che secondo alcuni aleggerebbero in Consiglio dei Ministri; e di cui subito ha approfittato il card. Cupich (non votato dai vescovi americani, ma invitato, a dispetto delle ascendenze McCarricckiane – o forse proprio per queste benemerenze – dal Pontefice regnante) per fare le sue dichiarazioni inclusive, attive e passive dei giorni scorsi. Continue reading

DISPACCI DALLA CINA. LIBERTÀ DI STAMPA, CONTROLLO SUBLIMINALE, LE NOMINE E IL NODO DELL’INGERENZA

Aurelio Porfiri nei suoi dispacci di oggi si dedica in maniera particolare al tema della libertà, di stampa e di pensiero, in Cina. Con qualche annotazione personale di grande interesse, perché dimostra che la libertà di coscienza e di fede proclamata sulla carta dal governo comunista nella realtà è ampiamente disattesa. Niente di nuovo, direte voi, e avete ragione; ma c’è chi a questa controparte, con un accordo segreto, affida la scelta dei vescovi. Vi pare normale e ragionevole? 

Il controllo subliminale di Pechino

Mi viene da riflettere sul tema della libertà di opinione nella Cina. Papa Francesco nel suo Messaggio ai Cattolici Cinesi dopo la firma dell’accordo provvisorio parlava della “fatica di dire una parola critica”. Per la mia esperienza posso rassicurare sul fatto che il governo cinese quella fatica la fa risparmiare. Nel senso che subliminalmente sa come scoraggiare ogni possibilità di critica. Qui da noi, abbiamo stampa di regime e stampa contro il regime. Le due coesistono legalmente. Ma in Cina? Vediamo due esempi personali da Macao e Hong Kong.

Anni fa sono stato incoraggiato a mandare il curriculum per collaborare con un’università non cattolica. Mi ha risposto un mio ex collega che mi ha riferito che non potevo essere considerato per via del mio background cattolico (ma non c’è libertà di professare la propria religione?).

Hong Kong: ho chiesto ad un media di Hong Kong di fare una recensione di un libro che parla di Cina e Vaticano. Mi hanno detto che erano interessati ma che dovevano leggerlo in quanto questo media era sostenuto dal governo e che quel tema era un poco “sensitive” (ma non c’è libertà di opinione?). Continue reading

«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». – 29 Domenica ordinario B – 2018

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

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«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo».
Giacomo e Giovanni sono “furbi” diremmo noi. Ancora prima di chiedergli quello che vogliono veramente cercano di carpire a Gesù una benevolenza ad acconsentire a quello che gli chiederanno, piccole astuzie che adoperano gli uomini quando sono consapevoli che, forse, quello che chiederanno non potrà essere concesso!

Ed ecco la vera richiesta: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Non è che chiedano poco questi due. È quella ricerca dei primi posti che sempre agita il cuore dell’uomo, che in fin dei conti è la ricerca della propria autoaffermazione a scapito degli altri. Gli altri dieci infatti “si indignano” forse perché avevano anche loro la stessa ambizione. Pur essendo così intimi a Gesù nessuno lo ha ancora capito e continuano a leggere la vicenda di Gesù in un’ottica puramente e semplicemente umana. Pensano ancora ad un regno terreno cercando di prenotarsi per le cariche migliori. Continue reading