IV Domenica di Avvento: La visitazione

Due donne si incontrano, mio Dio, due donne si testimoniano l’un l’ altra qualcosa di grande che sta accadendo nella loro esistenza. E il protagonista sei tu: tu che hai donato la gioia di essere madre ad una donna sterile come Elisabetta, già avanti negli anni, perché veda la luce l’ ultimo dei profeti dell’Antico Testamento: Giovanni il Battista; tu che hai chiesto a Maria la vergine promessa sposa a Giuseppe, di diventare la madre del Messia, di Gesù il tuo Figlio..

Due donne si incontrano, mio Dio, e dalla loro bocca sgorga la meraviglia e la gratitudine, la gioia e la speranza. Si tu stai operando in loro e la vita che abita il loro grembo è un dono inestimabile affidato alle loro cure perché si possa realizzare il tuo progetto di salvezza.

Come sarebbe bello mio Dio, se anche noi cristiani, incontrandoci, potessimo provare le stesse sensazioni di Elisabetta e di Maria. Come sarebbe bello se anche noi accettassimo di lasciare cadere tante parole inutili per diventare i testimoni della tua presenza nella nostra vita, in questa storia abitata dal tuo spirito.

R. Laurita

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III domenica di Avvento anno C – 2018- «E noi, che cosa dobbiamo fare?».

Abbiamo incontrato, in questo percorso di Avvento, Domenica scorsa, Giovanni Battista, che” percorrendo la regione del fiume Giordano”, predicava un Battesimo di conversione per accogliere il Signore che viene. La sua predicazione ha un forte impatto sulle folle che accorrono chiedendo: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Io concludevo la mia riflessione sulle letture dicendo che ciascuno di noi deve diventare e assomigliare al Battista, ad essere un po’ questa voce che grida in un mondo che oscilla fra l’ indifferente, il materiale, ma anche angosciato per i tanti segni di violenza, di male, di solitudine, di smarrimento di valori e di verità.
Verrebbe da chiedersi se i cristiani assolvendo alla loro missione di testimoni e di annunciatori e di testimoni sappiano ancora suscitare una domanda simile nelle coscienze degli uomini e delle donne di oggi o se non siano come il sale che sta perdendo il sapore … terribile se il sale perde il sapore, non serve più a nulla!
Chiederci se le nostre vite sono impregnate di Cristo e se lo porgiamo agli altri, con molta umiltà, ma anche con tanta chiarezza oppure se gli altri si allontano perché non riescono a cogliere in noi questa trasparire Gesù. Continue reading

OMOERESIE Trento, in parrocchia si prega per “le famiglie omo”

Festa per le coppie sposate da 5 fino a 61 anni nella parrocchia di Sant’Antonio a Trento. Viene recitata la seguente preghiera dei fedeli durante la celebrazione eucaristica: “Preghiamo infine Dio Padre per quelle famiglie che facciamo ancora fatica a riconoscere: giovani che sperimentano la convivenza; anziani che si incontrano e trovano sostegno nella loro solitudine; coppie che si scompongono e si ricompongono dopo la crisi; coppie dello stesso sesso che convivono e si amano”. Poi scatta l’applauso.

Peccato che non sono famiglia né i conviventi, né gli anziani non coniugati, né i divorziati risposati, né tantomeno le coppie dello stesso sesso il cui affetto, tra l’altro, non può essere qualificato come “amore”. Per fortuna qualche parrocchiano ha scritto una mail protestando contro questo ennesimo caso di omoeresia.

GWNblog – La NBQ

IL GLOBAL COMPACT Migrazione diritto assoluto. Il Vaticano “benedice”

Adottato il Global compact, ma è una mera dichiarazione di intenti inutile perché le condizioni di emigrazione, come la distinzione tra migrante e profugo, sono variabili. Intanto però, con la presenza a Marrakech di Parolin, la Santa Sede dà il via libera ad assolutizzare le migrazioni come un diritto sempre buono e l’accoglienza un dovere sempre e comunque. 

Il “Patto globale per una emigrazione sicura, disciplinata e regolare” è stato adottato senza votazione, previa lettura, dai 164 paesi che hanno partecipato alla conferenza intergovernativa svoltasi il 10-11 dicembre a Marrakech. Il passo successivo, il 19 dicembre al Palazzo di Vetro, sarà l’adozione da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu di una risoluzione che lo approvi formalmente. Diversi paesi hanno rifiutato di aderire al Patto e non hanno partecipato alla conferenza. Anche l’Italia era assente. Il governo italiano ha infatti preferito affidare al parlamento la decisione se sottoscrivere o meno il Patto dopo averne esaminato e discusso i contenuti, in data da stabilire.

Presente alla conferenza con il Segretario di stato Pietro Parolin la Santa Sede, che all’Onu ha lo status di Osservatore permanente e in quanto tale può partecipare alle conferenze e prendere la parola, ha annunciato di aver già “avviato il processo per trovare i modi più efficaci con cui le istituzioni della Chiesa cattolica e le organizzazioni di ispirazione cattolica di tutto il mondo” possono utilizzare il Patto globale.

In realtà è difficile immaginare che cosa si possa fare grazie al Patto, che già non sia fattibile adesso: rispetto degli emigranti e dei loro diritti in quanto persone? Lotta alle organizzazioni criminali che gestiscono il contrabbando di emigranti? Contrasto della tratta che trasforma le vittime in schiavi? Tutti i paesi membri dell’Onu dispongono dei mezzi per realizzare questi e tutti i 23 obiettivi e i 54 punti del documento e per coordinarsi e collaborare con altri stati se opportuno. Il Patto globale è sostanzialmente una mera dichiarazione di intenti, di fatto superflua e operativamente inutile, per almeno due motivi fondamentali.  Continue reading

PREGHIERA ALLA MADONNA DI GUADALUPE

Vergine Immacolata di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, vincitrice del peccato e nemica del Demonio, Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico all’umile e generoso contadino Giandiego. Sul suo mantello impri-mesti la Tua dolce Immagine come segno della Tua presenza in mezzo al popolo e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere e addolcito le sue sofferenze. Maria, Madre amabilissima, noi oggi ci offriamo a te e con-sacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato tutto quanto ci resta di questa vita, il nostro corpo con le sue miserie, la nostra anima con le sue debolezze, il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, le preghiere, le sofferenze, l’agonia. O Madre dolcissima, ricòrdati sempre dei tuoi figli. Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, dal turbamento e dall’angoscia, dovessimo qualche volta dimenticarci di te, allora, Madre pietosa, per l’amore che porti a Gesù, ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, per gioire con Te, con tutti i Santi, nella visione beatifica del Padre. Amen. Salve Regina

– Madonna di Guadalupe, prega per noi.

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Cosa dobbiamo fare – meditazione III Domenica di Avvento

Tu lo sai Signore, non è facile cambiare. Così noi spesso ci limitiamo a restauri di facciata, a qualche operazione di abbellimento, a qualche intervento di poco conto. Ma non è questo che ci chiedi attraverso il tuo profeta, Giovanni Battista. 

Tu domandi una trasformazione che raggiunge il profondo del nostro cuore e si manifesta in scelte e comportamenti nuovi, che toccano da vicino i nostri interessi, il nostro conto in banca e il nostro portafoglio. Tu ci chiedi di operare per una società più equa rinunciando al superfluo, a quello che abbiamo in più, per dare a chi manca del necessario.

Ci chiedi di vivere nell’onestà, praticando la legalità, nel rispetto delle regole, senza approfittare delle occasioni buone per aggiudicarci in poco tempo proventi e ricchezze spropositati.

Ci chiedi di rinunciare alla violenza, alle estorsioni e alle pressioni, e di accontentarci di quello che abbiamo, senza voler vivere a tutti i costi al di sopra delle nostre possibilità. E’ una buona novella, Signore, quella portata dal tuo profeta Giovanni, ma che non lascia le cose come stanno. Esige la decisione seria di cambiare la rotta della nostra esistenza per volgerci verso Dio e il suo progetto d’amore.

E’ difficile abbandonare il vecchio, Signore, ma se lo facciamo diventeremo cittadini del mondo nuovo che stai preparando.

R. Laurita


II Domenica di Avvento C: preparare la via … – riflessione con i ragazzi del catechismo

In questa seconda Domenica di Avvento, in cui ci incontriamo con la figura austera di Giovanni Battista vorrei proporre alcune parole, che possono guidarci nella riflessione.

1 -La prima è storia. [Cos’è la storia?] Andando a vedere cosa significhi questa parola trovo: narrazione, l’esposizione e la ricostruzione ordinata e critica di una serie di fatti.
Disciplina che si occupa di individuare, analizzare e interpretare quanto accaduto nel passato, sia esso prossimo o remoto.

Il signore non viene fuori dal mondo, ma viene nel mondo, nella storia, sentivamo tutta quella serie di nomi all’ inizio del Vangelo che vogliono proprio dirci questo. Viene nella storia del popolo di Israele e viene anche qui oggi nel Natale a cui ci prepariamo, nella Parola di Dio che ascoltiamo, nella Messa che celebriamo. Viene per tutti, sentivamo la conclusione del Vangelo: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”. Il Signore che viene pone delle domande a ciascuno di noi e a tutti gli uomini, con l’annuncio del Vangelo, con la sua vita, con la sua Passione, morte e risurrezione. Continue reading

Immacolata concezione della B. V. Maria: dire di Sì al piano di Dio- Anno C 2018

La festa che stiamo vivendo ci richiama molte realtà sulle quali spesso non riflettiamo con l’adeguata profondità e il tempo necessario. Immaginiamo un dittico, due immagini una accanto all’ altra. La prima è quella costituita dalla prima lettura, la seconda quella del Vangelo.

Prima immagine:
descrive quello che accade dopo il cedimento alla tentazione e la caduta dell’uomo che non rispetta il comandamento che Dio gli ha dato. Dove sei Adamo? Perché ti nascondi da Dio? Perché ti estranei da Me?

Quante volte anche noi ci estraniamo da Dio, ci allontaniamo da Lui allo stesso modo di Adamo, perché, purtroppo, la realtà del peccato si insinua nella nostra vita e noi, anziché rivolgerci al Signore, continuiamo per una strada che ci allontana sempre di più.  Dio, però non demorde e continua a cercarci: “Dove sei? Chi ti ha detto che eri nudo?”. Non accettare la proposta del Signore nella nostra vita significa ritrovarsi nudi, poveri, deboli, tanto che ogni passo che ci allontana da Dio significa morire sempre di più. È la morte dell’uomo sia quella spirituale che quella fisica. Significa avere perso la fiducia in Dio e nella sua proposta di bene per noi. Adamo schiacciato da quello che è accaduto, dal senso di colpa non riesce più a sostenere lo sguardo di Dio, che nonostante questo continua a guardarlo con amore.

 Ecco allora quella promessa, che è anche l’annuncio di una lotta. “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Il serpente che striscia a terra è lo sconfitto, era la posizione assunta dai vinti nei confronti dei vincitori. Il serpente è così l’immagine di una sapienza falsa, che crede di poter stabilire lei i principi che legittimano le proprie scelte, senza dover rendere conto ad un Altro, che è Dio e vi sarà questa lotta tra l’umanità, che Dio non abbandona, e la sapienza insipiente di colui che vuole sostituirsi a Dio.

Seconda immagine: l’Annunciazione.

Ecco questo incontro speciale con la proposta di Dio. Proposta sconvolgente e avviene quello che non era avvenuto con Adamo, che non aveva aderito al comando che Dio gli aveva dato, ritrovandosi “nudo”, nell’umanità di Maria invece vi è il sì alla proposta che Dio le fa e per questo Maria è ricolmata di Grazia, dell’amore preveniente di Dio che fa si che non sia nemmeno sfiorata dal peccato originale.
L’ adesione di Maria è un’adesione libera ed anche la domanda che ella pone: “Come avverrà questo?”  non è l’espressione di una mancanza di fiducia, ma è solo voler conoscere il modo in cui si adempirà l’annuncio, e nella sua umiltà ella si offre a Dio come serva.

Se anche noi non siamo stati preservati dal peccato originale, come Maria, la tutta bella, la tutta santa, ne siamo stati liberati con il nostro Battesimo ed anche a noi Dio fa una proposta, quella di accogliere nel nostro cuore e nella nostra vita Gesù suo Figlio, non solo a Natale ma nella trama consueta di ogni giorno.
Maria crede che è possibile tutto quello che l’angelo le ha annunciato, e che il Figlio di Dio diventi uomo in lei. Chiediamoci se anche noi crediamo con la stessa fede e con lo stesso amore di Maria che rende possibile tutto questo, come un puro ed esclusivo atto d’ amore, come un miracolo d’ amore sta all’inizio dell’ umanità.

Ciascuno di noi è chiamato a rispondere come Maria in quella libertà dei figli di Dio che ci è donata, ma con altrettanta disponibilità che diventa obbedienza e responsabilità; un’adesione che non sminuisce ma realizza pienamente la nostra libertà.
Anche la nostra vita attraverserà, come quella di Maria, momenti difficili, anche di oscurità, momenti in cui non mancherà il disorientamento, momenti di dolore e di sofferenza, ma non dimentichiamo che quel “non temere” che l’angelo dice a Maria è anche per ciascuno di noi. S. Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, diceva: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! (…) Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.”

 Anche noi non dobbiamo aver paura di dire sì a Cristo, come ha fatto Maria, l’Immacolata Di accogliere, Gesù come ha fatto lei, ritroveremo noi stessi, ma soprattutto “riceveremo quel di più che ci viene dalla fiducia nel Signore, che cambia la nostra vita e che ci rammenta il suo amore per noi.”

Deo gratias, qydiacdon

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Quando tutto sembra finire inizia la vita eterna!

“(…) morte, resurrezione ed attesa si intrecciano come una trama che attraversa tutta la nostra esistenza, e la trasfigurano riempiendola di significato”.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». (Lc 21,20-28) Continue reading