Preghiera per la terza settimana di Avvento

Signore Gesù Cristo,
Figlio unigenito del Padre,
noi sappiamo qual’è la luce
che tu hai portato
a tutti gli abitanti della terra:
è la luce del tuo amore!

Tu hai perdonato le offese
hai ridato la gioia
a chi aveva perso la speranza,
hai accolto vicino a te
quelli che erano rifiutati
e guardati con disprezzo,
hai dato da mangiare
a quelli che avevano fame …

Insieme a te, Signore Gesù,
voglio portare anch’io
un po’ di luce, un po’ d’amore
perché tutti siano felici
(Mess. LDC 2011)

 

 

 

Omelia III Domenica di Avvento: Domenica della … consolazione

Dal Vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Oggi è la domenica della gioia, come abbiamo sentito nell’esclamazione del profeta Isaia: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio”.

Il profeta si rivolge al popolo di Israele che è in esilio in Babilonia, lontano dalla sua terra, da Gerusalemme, ha perso tutto … ed ha bisogno di essere consolato. Ha bisogno di essere consolato come ne abbiamo bisogno noi oggi. Una situazione segnata dai tanti morti che vengono tutti catalogati con covid, dalle tante situazioni di difficoltà che, a causa della pandemia, colpiscono i più deboli come gli anziani soli, che , forse, non avranno nemmeno il conforto di essere visitati da chi si ricorda di loro. Una situazione in cui siamo limitati nelle nostre libertà personali, in cui in quella che dovrebbe una grande festa della gioia: il Natale, ma tanti non si potranno ricongiungere ai loro cari.

Si o Signore abbiamo bisogno di consolazione perché il nostro cuore, è pieno di tristezza e di amarezza. Abbiamo bisogno che tu mandi ancora profeti che ci consolino perché siano colmate le valli della nostra insufficienza del pensare di potere sempre fare da soli e comunque di uscirne vincenti. Continue reading

Immacolata Concezione Della Beata Vergine Maria: Tota pulchra

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

Celebriamo questa festa alla quale ci siamo preparati per nove giorni. In questa preparazione per tradizione ci ha accompagnato un canto che è quello del Tota Pulchra.
“Tutta bella sei Maria”.

Vi sono tanti tipi di bellezza. Una bellezza estetica di tipo plastico, con propri parametri e criteri: “simmetria, luminosità… sono belli perché trasmettono segni biologici di salute e fertilità. Oggi, purtroppo, la bellezza e la vita sono state in molti casi divorziate. Se la vera bellezza non solo attira, ma trasforma anche chi ammira (e così un uomo che si innamora diventa un marito e un padre, cioè un donatore e non solo un ricettore), oggi facciamo passi da gigante per riempirci di questa attrazione.” (Garret Johnson)

Ma non vogliamo qui fare un trattato sulla bellezza, questo lo lasciamo agli esperti, vogliamo invece interrogarci sulla bellezza di Maria.
Quale tipo di bellezza è quella di Maria?

Scrive il vescovo vescovo Fulton Sheen: ““La bellezza del corpo attira gli occhi, la bellezza dell’anima attira Dio. Gli uomini guardano il volto, Dio guarda l’anima. La splendida purezza di Maria deve essere stata tale da attirare meno gli occhi che l’anima degli uomini. Nessuno avrebbe amato la sua mente o la sua anima per la bellezza del suo corpo, ma avrebbe amato talmente la bellezza della sua anima da dimenticare quasi che aveva un corpo. È molto probabile che un occhio umano, guardando Maria, sarebbe stato a malapena consapevole del fatto che era bellissima agli occhi. Quando una persona è pazza di gioia per la bellezza del quadro, non fa molta attenzione alla cornice…”

Vi è una bellezza che non è solo quella esteriore, ma quella che riflette le nostre virtù. Oggi molti si adornano, si truccano per apparire più belli, appariscenti e attraenti, vi è una bellezza interiore che va oltre, ma che traspare anche sui volti e negli occhi delle persone che la possiedono.
I nostri progenitori dopo che hanno peccato e si sono accorti di essere nudi, quella bellezza che avevano dal loro rapporto con il creatore e con il creato si è corrotta. Nel momento che l’anima perde la sua veste di grazia anche la bellezza esteriore viene corrotta.

Paolo VI dice di Maria: “Maria è la creatura ‘tota pulchra’; è lo ‘speculum sine macula’; è l’ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è ‘la donna vestita di sole’ (Ap 12,1), nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrumani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale”
Maria è bella perché si pone in ascolto e si apre al mistero di Dio che vuole venire in persona fra noi per liberarci da quel peccato dal quale lei è stata preservata e da quei peccati che deturpano la bellezza dell’uomo. E’ bella perché si abbassa per rendersi serva di un progetto che la coinvolge, ma che è più grande di lei in piena libertà E’ bella perché diventa un riflesso della bellezza di Dio che vuole che noi siamo belli ai suoi occhi e non solo esteticamente, ma totalmente, pienamente realizzati, quella bellezza non deturpata dal peccato e che ci sarà manifesta quando anche noi in Cristo risorgeremo.

In questa festa chiediamo, quindi, che il Signore ci conceda di essere anche noi rivestiti della bellezza di Maria perché Lui si possa compiacere di noi.

Deo Gratias, qydiacdon.

Solennità dell'Immacolata rinnovazione dei santi voti in ricordo della professione solenne di San Camillo

II Domenica di Avvento Anno B omelia – Viene dopo di me colui che è più forte di me.

Dal Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Voce di uno che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore raddrizzate i suoi sentieri “. Nel deserto che è luogo di purificazione Giovanni grida. Perché grida Giovanni? E che cosa e perché grida anche a noi oggi. Forse Giovanni grida perché tante volte con il Signore cerchiamo dei compromessi, perché in qualche modo cerchiamo di sfuggire a ciò che dovrebbe caratterizzare le scelte di una vita vissuta alla luce di una fede adulta e responsabile.
Giovanni ha fatto una scelta di radicale povertà e grida contro la ricchezza che accresce l’egoismo nel cuore dell’uomo, quella ricchezza che troppo spesso lo fa credere autosufficiente, che lo fa credere di non avere bisogno di Dio. Ecco allora il suo grido per scalfire le nostre convinzioni.

Anche quelle di noi cristiani che troppo spesso ci sentiamo a posto, buoni: “non abbiamo fatto niente di male, non abbiamo mai ucciso nessuno e abbiamo fatto anche qualche opera buona, qualche somma data in beneficenza, che secondo le nostre possibilità va data. Continue reading

Preghiera per la II Domenica di Avvento 2020

Signore Gesù vieni!
Ci sono tante guerre,
c’è tanta cattiveria,
c’è tanta tristezza
nel nostro mondo!

Ci sono tante persone
che piangono
o che hanno paura.
Vieni, Signore Gesù,
vieni a dare a tutti
la grande gioia di Dio!

Signore Gesù vieni!
Voglio venirti incontro,
voglio accoglierti
nelle mie giornate.

Col tuo aiuto
sarò anch’io tuo messaggero,
perché i miei amici
e quanti mi stanno attorno
possano riconoscere
che sei tu la luce di Dio
venuta nel mondo.

E’ per noi, quest’oggi,
il grido del Battista.
E’ per noi l’invito
ad una conversione autentica,
che trasformi la nostra vita
e dichiari senza timore
dove si annida il male
che rende opachi i nostri giorni
e ci impedisce di incontrarti.

( Da messalino LDC 2011)

 

I Domenica di Avvento

L’ anniversario- Divorzio, la “conquista” che sfasciò famiglia e società

Non c’è nulla da festeggiare per i 50 anni della legge sul divorzio: ha costituito il primo passo della rivoluzione antropologica che stiamo tuttora vivendo. L’indissolubilità del matrimonio era la linea Maginot di quella società che era ancora in grado di mantenere e garantire una certa solidità. La profezia di Fanfani e gli utili idioti Dc grazie ai quali poi abbiamo avuto anche aborto, unioni gay e prossimamente anche legge sull’omotransfobia.

Poco prima del sorgere dell’alba dell’1 dicembre 1970, al termine di una tra le sedute notturne più lunghe nella storia del Parlamento italiano, l’allora presidente della Camera dei deputati, il socialista Sandro Pertini, annunciò l’approvazione definitiva della contrastata proposta di legge “Fortuna-Baslini” (dal nome dei due deputati che l’avevano promossa), la quale prevedeva l’introduzione dell’istituto del divorzio in Italia. Esattamente cinquant’anni fa la Legge 1 dicembre 1970, n.898, legalizzava lo scioglimento del matrimonio.

In realtà, quell’evento costituì il primo passo della rivoluzione antropologica che stiamo tuttora vivendo. L’indissolubilità del matrimonio, infatti, rappresentava la linea Maginot di quella società che era ancora in grado di mantenere e garantire una certa solidità. Prima di ridursi nell’attuale forma liquida ben descritta da Zygmunt Bauman. Continue reading

CLAMOROSO ERRORE Manca un traduttore al Corriere, ma c’è Paglia

Sul presunto stop alle Messe di Natale chiesto dalla Commissione Europea clamoroso abbaglio del Corriere della Sera: un errore di traduzione trasforma il divieto di “raduni di massa” in divieto di “celebrare le messe”. Era tanto il desiderio di vedere vietate le messe che hanno preso fischi per fiaschi. E per finire ci hanno anche messo un’intervista a monsignor Paglia che ci spiega Gesù in lockdown.

La sera del 30 novembre siamo rimasti molto colpiti quando sul sito del Corriere della Sera è apparsa alle 19.47 la notizia che la Commissione Europea chiedeva lo stop alle Messe natalizie. Per quanto fosse una raccomandazione (valutare di «non permettere la celebrazione delle messe») la gravità della cosa non può sfuggire. Infatti, a seguire altri hanno rilanciato la notizia e noi stessi l’1 dicembre ne abbiamo dato conto nell’articolo in Primo Piano. Quella pubblicata dal Corriere era un’anticipazione del documento poi uscito ieri pomeriggio, “Staying safe…”, 15 pagine di linee guida per mettersi al riparo dal Covid in questo periodo invernale.

Ma nel testo reso pubblico ieri – sorpresa – quella frase sulle Messe non c’è più. C’è invece l’altra parte citata nell’anticipazione del Corriere, ovvero un’indicazione più generale sulle cerimonie religiose, per le quali vanno evitati assembramenti e favorite in streaming, Tv e radio, con proibizione in ogni caso dei canti comunitari (basta canti natalizi, insomma). Continue reading

LIBERTÀ RELIGIOSA Attacco alle Messe di Natale, ora arriva dall’Unione Europea

Le linee guida anti-Covid della Commissione Europea chiederanno agli Stati membri di proibire le Messe di Natale o comunque di celebrarle con un numero minimo di fedeli. Una ingerenza sempre più pesante, avallata finora anche dalla CEI, anche se qualche vescovo – vedi mons. Camisasca – avverte la minaccia alla libertà religiosa. Ma ora si guarda alla risposta da papa Francesco, finora in aperto sostegno dei governi che impongono i lockdown. E i cui interventi sono usati negli Stati Uniti da Jeffrey Sachs – da anni tra i principali consiglieri di Santa Marta – per sostenere la chiusura delle chiese.

Ed eccoci arrivati al «Ce lo chiede l’Europa». Ora è infatti la Commissione Europea a raccomandare a tutti gli Stati membri della UE di non far celebrare le Messe di Natale. Non solo la discussa Messa di mezzanotte, ma proprio tutte le Messe di Natale. È quanto anticipato ieri in una bozza circolata a Bruxelles del documento che verrà ufficialmente presentato domani 2 dicembre e che rappresenta le linee guida per gestire Natale e Capodanno in modo da minimizzare i rischi di contagio del Covid.

“Stay Safe Strategy” (Strategia per stare sicuri) si chiama il documento e, secondo quanto diffuso ieri sera, c’è la raccomandazione agli Stati di valutare di «non permettere la celebrazione delle messe». E in ogni caso si chiede di «considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv o alla radio». Nel caso i governi insistessero a consentire la celebrazione delle Messe con popolo, dovranno essere garantiti posti in cui le famiglie possano isolarsi, distanziate dalle altre persone, e comunque dovranno essere proibiti i canti. Continue reading

IL CORONAVIRUS HA SEPPELLITO DEFINITIVAMENTE LA CREDIBILITA’ DELL’OMS L’Organizzazione mondiale della sanità diffonde aborto e propaganda gay, nasconde i dati scomodi sui farmaci e sul Covid ha collezionato ritardi, errori e indecisioni

L’Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization – Who) è stata fondata il 7 aprile del 1948. Con sede a Ginevra, ha circa 7000 collaboratori di oltre 150 Paesi e conta 194 Stati membri. Dal 2017, il suo direttore generale è l’ex ministro della sanità e degli esteri etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Sul sito istituzionale leggiamo che «L’Oms lavora in tutto il mondo per promuovere la salute, mantenere il mondo un luogo sicuro e servire i più vulnerabili». Un obiettivo certamente nobile e lodevole. Tuttavia quest’anno non si sono contate le critiche all’Oms riguardo alla gestione della pandemia Covid.
Dai tamponi all’uso delle mascherine, fino al dietrofront sugli asintomatici come portatori di infezione da coronavirus, l’Oms ha collezionato ritardi, errori circa le norme di comportamento, indecisioni e indicazioni vaghe e contraddittorie che hanno condizionato l’evolversi dell’emergenza sanitaria, con le autorità sanitarie italiane che si sono affidate totalmente ai dettami della stessa. L’Ente ci ha abituati a notevoli scivoloni nella comunicazione: partendo da quel 28 gennaio quando il direttore Ghebreyesus elogiò apertamente il governo cinese nonostante non avesse ancora fatto neanche un’ispezione in Cina. L’Oms farà la sua prima missione sul campo solo 18 giorni dopo, a febbraio, quando il disastro era già avvenuto. Ha quindi dichiarato la pandemia solo l’11 marzo, quando ormai vi erano già più di 100mila casi in tutto il mondo con oltre 4mila morti sparsi in più di cento Paesi, mentre in Italia si contavano già 827 morti e 12 mila positivi. E se il vice premier nipponico Taro Aso l’ha ribattezzata con sarcasmo “Organizzazione cinese della sanità”, il Wall Street Journal ha preferito l’epiteto “Disinformazione mondiale della sanità sul Coronavirus”. Continue reading

MODIFICA DISCUTIBILE Il Padre Nostro: eppure Dio non abbandona mai

La nuova versione del Padre Nostro sarà ufficialmente introdotta domani, prima domenica di Avvento. Il verbo cambiato è una scelta interpretativa, ma non corrisponde al testo originario. Al più, si poteva cambiare la parola “tentazione” con “prova”, uno dei significati del termine peirasmòs. Perché quello che si chiede a Dio è di risparmiarci da una prova troppo grande. Invece, “non abbandonarci” è una traduzione infelice.

Nel Padre Nostro, la preghiera insegnata da Gesù, l’invocazione rivolta a Dio «non indurci in tentazione» è modificata con la traduzione «non abbandonarci alla tentazione». Si dice che sia più appropriata. La nuova versione sarà ufficialmente introdotta la prima domenica di Avvento, il 29 novembre. Questa traduzione, dunque, viene ritenuta maggiormente fedele sia alle intenzioni che Gesù voleva esprimere sia al testo originale greco. Il termine “indurre”, dal latino inducere, suggerirebbe al fedele che Dio voglia spingerlo a cadere in tentazione. Superfluo precisare che i vescovi italiani hanno risposto alle indicazioni di papa Francesco, il quale in più occasioni aveva manifestato il proprio pensiero su questo passo.

La richiesta rivolta al Padre Nostro di «non indurci in tentazione», pertanto, sarebbe dissonante rispetto al Dio amorevole di Gesù, facendolo apparire un tentatore. Al contrario, l’espressione: «Non abbandonarci alla tentazione», salverebbe Dio, restituendogli – dopo duemila anni – il suo volto paterno e misericordioso, sempre pronto a soccorrerci e a liberarci dalle tentazioni. Continue reading