Il 29 ottobre in Pakistan, nella provincia del Punjab, diversi cristiani che stavano irrigando i loro campi sono stati aggrediti da un gruppo di proprietari terrieri musulmani che hanno aperto il fuoco su di loro ferendone almeno nove, tre delle quali sono ricoverati in ospedale in condizioni critiche. Secondo le testimonianze raccolte dall’agenzia AsiaNews, i musulmani da tempo intendono acquistare i terreni agricoli dei cristiani che però non sono disposti a venderli perché li hanno ereditati dai loro antenati e perché ne ricavano di che vivere.
Author: maprampo
XXXII domenica ordinario anno B: dare tutto..
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
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Le letture di questa Domenica ci presentano due vedove. Una nella prima lettura, (1 Re 17, 10-16) e il Vangelo.
Cosa hanno in comune queste due vedove? Tutte e due sono in una situazione di indigenza, di povertà. Al tempo di Gesù rimanere vedove era una vera e propria tragedia, per vivere spesso si vedevano costrette a mendicare o peggio ancora a prostituirsi. Inoltre disprezzate perché mendicanti e prostitute. Direi che le donne, purtroppo, nell’arco della storia umana, quelle che non avevano un certo stato sociale, hanno subito delle grandi ingiustizie, e questo per certi aspetti continua ancora oggi pur sentendo parlare di parità di genere e non di parità di dignità, di valore pur nella diversa specificità maschile/femminile.
Cosa accomuna queste due vedove nella loro condizione di indigenza?
La generosità, il dare quello che hanno pur nella loro condizione.
Governo in Delirio di Onnipotenza, e la Colossale Menzogna del Green Pass. 4 Novembre 2021 Pubblicato da Marco Tosatti
Che in Italia vigesse un sistema informativo completamente succube se non direttamente gestito dalla politica ne abbiamo avuto prova in questi ultimi due anni. Ma che si arrivasse ad attaccare duramente un programma per aver osato porre delle domande, doveva ancora succedere. Ed è successo a Report, celebre programma in onda su Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci reo di aver messo in questione il regime sanitario in vigore in Italia attraverso delle semplici domande e, soprattutto, di aver definito la somministrazione della terza dose un “grande business” per le case farmaceutiche che preferiscono offrire terze e quarte dosi ai paesi industrializzati piuttosto che le prime ai paesi del terzo mondo. Parole che per la verità, afferma il conduttore, sono state pronunciate da un manager della Pfizer.
Il programma Rai è ora bersaglio della critica della politica che accusa ferocemente il conduttore di diffondere “tesi no vax”. Secondo quanto riferito da Il Corriere l’ira funesta è esplosa proprio nel mondo politico. Forza Italia e PD, assieme a Matteo Renzi, chiedono alla RAI di intervenire contro il programma. Per il PD «su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No vax e No Green Pass». Mentre da Forza Italia arriva l’accusa di «lagna qualunquista». Secondo PD e FI Report diffonderebbe quelle falsità che incoraggiano e alimentano le manifestazioni “no green pass” contro il governo. Dando così per scontato che le molte manifestazioni contro il “passaporto verde” (tutte rigorosamente silenziate o strumentalizzate dai media di regime e ora vietate dalla politica che d’altro canto tollera i rave party) siano mosse da falsità e violenza. Continue reading
CONTRO LA FEDE Sepoltura green, la trovata da brividi del vescovo Usa
Michael Jackels, arcivescovo di Dubuque, ha scritto un messaggio alla sua diocesi suggerendo due alternative alla sepoltura classica, per “salvare” il pianeta: l’idrolisi alcalina e il compostaggio. Un’idea che si inchina all’utilitarismo del mondo e ignora che la sepoltura è “segno” con cui si confessano precise realtà di fede trasmesse dalla Bibbia.
Un vescovo decide di inviare, in prossimità della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, un messaggio alla sua diocesi. Titolo: Alternative ai metodi tradizionali di sepoltura (qui l’originale e qui la traduzione in italiano). In tempi normali ci sarebbe da rallegrarsi che un pastore abbia a cuore che le proprie pecorelle comprendano il senso profondo dell’inumazione e che prendano le distanze dalle alternative, come la cremazione, ormai molto diffusa, la quale, anche quando vi si ricorre senza negare il dogma della risurrezione della carne o mancare di rispetto per quel corpo che è stato tempio dello Spirito Santo, dal punto di vista del segno si allontana fortemente dal significato espresso dall’inumazione.
In tempi normali, appunto, non nel nostro tempo. Perché monsignor Michael Jackels, arcivescovo di Dubuque, negli Stati Uniti, ha invece pensato bene di spronare i fedeli a forme alternative di sepoltura, decisamente più green. La lettera di Jackels è perfettamente in linea con la metodologia “eco” che fa della descrizione catastrofista della situazione attuale la sua chiave di volta, e scarica immancabilmente sull’essere umano la responsabilità di tutto. Già, perché per il vescovo di Dubuque, sull’uomo pesa la colpa di inquinare l’ambiente non solo da vivo, ma anche da morto. Leggere per credere: «Nel mondo, ogni secondo muoiono due persone. Negli Stati Uniti ogni anno muoiono circa 2,5 milioni di persone. Ciò rende la questione delle pratiche di sepoltura un problema ambientale significativo. Si stima che più di 130 miglia quadrate di terra saranno necessarie per le sepolture in terra delle persone che si prevede moriranno nei prossimi vent’anni». Insomma, il pianeta Terra è destinato a divenire un cimitero. Continue reading
Comunione agli abortisti, l’assist del Papa a Biden
La visita di Biden a Roma e il clamoroso assist del Papa che lo avrebbe definito un «buon cattolico» dicendogli di «continuare a ricevere la Comunione». Il presidente Usa ha tirato fuori l’asso dalla manica per sferrare un colpo da ko ai vescovi USA a pochi giorni dal voto sulla coerenza eucaristica. Ma Bergoglio ha già detto di non aver mai negato la Comunione ad alcuno. Nuovo appello del cardinal Burke.
Joe Biden non è al debutto in Vaticano, avendo già incontrato San Giovanni Paolo II nel 1980 da semplice senatore e Benedetto XVI e Francesco in qualità di vicepresidente nel 2011, 2013, 2015 e 2016. Ma forse l’incontro di ieri è andato oltre le sue più rosee aspettative. Papa Bergoglio, infatti, ha concesso al presidente degli Stati Uniti un colloquio di ben 75 minuti durante i quali i due hanno parlato di ambiente, lotta al Covid e migranti.
Se i numeri dicono qualcosa, basta confrontare la durata dell’udienza di ieri con quelle concesse in passato ai predecessori: 50 minuti a Barack Obama, appena 30 minuti a Donald Trump. Che tra i due si sia instaurato un clima di cordialità nient’affatto cerimoniale lo si è potuto costatare nelle immagini video trasmesse in differita dai media vaticani: larghi sorrisi, ripetute battute, strette di mano prolungate. Una cornice impreziosita anche dalla presenza di Elisabetta Savigni Ullmann, l’interprete ufficiale della Casa Bianca diventata un idolo social della ‘bolla’ di Twitter per l’espressione contrariata durante un colloquio tra Trump e Mattarella. Questa volta niente bronci per la traduttrice di origini livornesi che ha dispensato sorrisi durante tutto il corso dell’incontro. Continue reading
Chiunque vede il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna. Dal Vangelo Gv 6,40 – Commemorazione dei defunti
È VIVO!
Quanta è strana la nostra fede: per noi che crediamo, morire significa vivere. Ci pensiamo forse troppo poco o forse ci lasciamo prendere dal senso forte di un distacco insuperabile e drammatico. Eppure, la morte dice il sì definitivo a un Dio in cui abbiamo creduto, di cui ci siamo fidati, anche nei momenti più difficili, anche quando la sofferenza stava consumando la carne, le relazioni, la fiducia… anche quando la paura del dopo stava lentamente togliendo ossigeno alla nostra preghiera. Continue reading
2 Novembre fedeli defunti
Solennità di tutti i Santi – 2021
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore
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Celebriamo oggi questa bella solennità di tutti i Santi. Gesù ha detto: “2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». (Gv 14)
In questa solennità noi guardiamo a coloro che hanno già raggiunto quel posto di cui Gesù parlava.
Ma che idea abbiamo noi dei santi, cosa pensiamo di loro che la chiesa ci propone, di fronte alle immagini o alle statue davanti alle quali ci fermiamo per una preghiera, per una richiesta? Quando pensiamo ai santi vi è un rischio molto grosso quello di pensare che un santo sia estraneo alla vita normale, che si sia estraniato un po’ dal mondo e allora si tende ad esaltare le qualità, che indubbiamente anno, facendoli diventare come dei supereroi, delle star, dimenticandoci di Gesù. Come quella vecchietta che candidamente confessava: “Ho chiesta a Gesù che interceda presso santa Rita perché mi ottenga la grazia”. Il santo curato d’Ars ha avuto grossi problemi con gli studi per diventare sacerdote, eppure è diventato quel santo che conosciamo. Continue reading
XXXI Domenica ordinario B (2 omelia) – Amerai Dio, amerai il prossimo come te stesso
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
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Il Vangelo di questa Domenica ci invita, nella domanda e nella risposta che viene data, a riflettere su una componente fondamentale dell’animo e della vita umana: la capacità di amare, la qualità dell’amore, e quanto bisogna amare, Vi possono essere dei limiti?
La parola amore deriva dal Sanscrito, alcuni sostengono derivi dal latino, se andiamo a leggere nell’enciclopedia Treccani viene data questa definizione:
“Sentimento di viva affezione verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.”
Alla domanda dello Scriba, una persona che è sinceramente in ricerca su qual’è “il comandamento più grande” potremmo tradurre qual’ è il senso della vita; ebbene gli viene indicato l’ amore. Sembrerebbe un assurdo non si può comandare di amare a nessuno. Non si può essere costretti ad amare, amare implica una scelta, la libertà, il sentimento. Io posso rispettare, ubbidire, temere ma nessuno mi può imporre di amare.
Questa parola è come un diamante che presenta diverse sfaccettature, proviamo a distinguerne alcune. Potremmo caratterizzare e parlare dell’amore coniugale, dell’amore dei genitori nei confronti dei figli, dei figli verso i genitori, ma io vorrei esplorare assieme a voi quel particolare tipo di amore che è l’amicizia. Anche perché Gesù dice ai suoi “non vi chiamo più servi, ma amici” (Gv 15, 9-17) Continue reading
IL GREENPASS E LE MINACCE ”MISERICORDIOSE” A SACERDOTI E FEDELI
Piano piano nelle diocesi italiane ci si adegua al ricatto di una delle leggi dello Stato più divisive (ma dove sono finite la tolleranza, l’inclusione e la non discriminazione finora così sbandierate dai vescovi?)
(articolo di Luisella Scrosati)
A macchia d’olio. Il lasciapassare verde si sta rapidamente estendendo nelle diocesi italiane, sempre più preoccupate di uniformarsi alle leggi civili. Dopo la calorosa raccomandazione della Conferenza Episcopale Italiana a sottoporsi alla vaccinazione e dopo l’immediata imposizione dell’Arcidiocesi di Milano agli operatori pastorali delle tre condizioni che abilitano ad avere il green-pass (vaccinazione, guarigione dalla Covid, tampone molecolare negativo), altre diocesi italiane si allineano.
L’Arcidiocesi di Firenze, con una lettera dell’11 settembre, firmata dal cardinal Betori, si mette nella scia della diocesi ambrosiana: autodichiarazione obbligatoria, nella quale si esplicita di rientrare in una delle tre categorie “benedette” dallo Stato, senza la quale accoliti, ministri straordinari della comunione, catechisti, educatori, animatori, volontari, persino segretari ed archivisti parrocchiali non potranno più svolgere il loro servizio. Anche la diocesi di Firenze, come quella di Milano precisa, che «quanto previsto nell’autodichiarazione per gli “operatori stabili” è richiesto anche per i ministri ordinati (vescovo, presbiteri e diaconi); in virtù del particolare vincolo di obbedienza assunto al momento dell’ordinazione, per loro quindi non è necessario compilare il modulo». Un’obbedienza che ormai nella Chiesa è intesa in modo alquanto singolare: liberi di proclamare eresie, ma non di scegliere le cure adeguate alla propria salute.
LA DIOCESI DI AREZZO: PRIMA IL DIALOGO, SE POI I PRETI NON SONO D’ACCORDO LI CACCIAMO Continue reading