III Domenica tempo ordinario – Sono venuto a proclamare…

Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
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Quello che viene descritto nel Vangelo, quello che Gesù dice nella sinagoga di Nazareth appare come un sogno. Isaia annuncia il ritorno del popolo di Israele dall’Esilio di babilonia, è un brano che proclama liberazione, salvezza, gioia. Chi non vorrebbe sentire, in modo particolare di questi tempi, un annuncio lieto e non sempre annunci che spaventano, che rendono schiavi sempre di più gli uomini della paura e anche di regole che vanno a ledere i diritti e le libertà personali.
Tutti vorremmo la liberazione dei prigionieri che i ciechi riacquistassero la vista, anche quelli che pur credendo di vedere in realtà non vedono, che tutti coloro che sono oppressi e calpestati fossero liberati e avere un tempo di pace, di fraternità, di giustizia, di amore. Continue reading

Domenica anno C – A Cana di Galilea meditazione – 16 Gennaio 2022

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

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In questa II Domenica del tempo ordinario in cui siamo chiamati ad approfondire il mistero della fede nella quotidianità del nostro vivere, sperare ed amare, dopo il Battesimo di Gesù con quella teofania, cioè una manifestazione sensibile della divinità, ecco ancora ci viene presentata una manifestazione particolare del divino legata alla persona di Gesù. Questo perché anche in un tempo incerto come quello che stiamo trascorrendo non rimaniamo smarriti, non venga meno il coraggio e per i credenti la Fede. Ritroviamo Gesù in contesto che non gli è estraneo, come ci testimoniano i Vangeli seduto a tavola, ad un banchetto. Egli non ha paura, come accadrà, delle critiche che può suscitare e di essere additato come un beone e un mangione. Non è estraneo alle pratiche di digiuno e di preghiera, ma che fa nella notte, in luoghi deserti, fuori da ogni esibizionismo religioso; accetta di essere come tutti in pubblico apprezzando la buona cucina e il buon vino. Continue reading

Festa del BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C) – Umiltà

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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Questa festa che chiude il ciclo natalizio e ci introduce nel tempo ordinario, certamente richiama e dovrebbe farci pensare al nostro Battesimo, una realtà che molti di noi non hanno vissuto in modo consapevole, ma che è stato dopo quello della vita un supplemento di un altro dono da parte dei nostri genitori. Come un seme che viene messo nel cuore e nella vita
dell’uomo che deve crescere, germogliare e produrre frutti. I genitori, però, come il contadino, non sanno se questo seme crescerà, se darà frutti e quando: si semina nella speranza. Nella speranza di una consolazione

Anche oggi nella lettura del profeta un troviamo un invito alla speranza e alla consolazione: “Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme Continue reading

EPIFANIA DEL SIGNORE 2022 – tornarono per un’altra strada

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore
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L’ uomo è sempre stato affascinato dalle stelle e non vi niente di così bello come un cielo sereno e stellato d’inverno. Facendoci riflettere sulla piccolezza e sulla finitezza dell’uomo esse ci introducono al mistero.
Se l’uomo si fermasse più spesso a guardare il cielo, la terra sarebbe migliore. Nelle vicende della storia umana, anche la nostra, non mancano i momenti di buio. Quanti ce ne ricorda la storia, probabilmente anche quello che stiamo vivendo sarà etichettato così, ma oggi in questa festività dell’Epifania, cioè di una manifestazione di Dio, per chi crede, ci viene dato un messaggio di speranza attraverso le parole del profeta Isaia.
“Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.” Continue reading

II Domenica dopo Natale

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

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In questa seconda Domenica dopo Natale ci viene riproposta la lettura del prologo del Vangelo di Giovanni. L’ evangelista vuole rivolgersi a noi cristiani, noi che siamo qui in Chiesa e non pensiamo, come potrebbe accadere, che voglia rivolgersi ai non credenti o a chi ha fatto scelte diverse da quella di accettare Gesù nella propria vita. Dio lascia libero ognuno di accettarlo oppure no. Quindi di fronte alla rappresentazione grande e bellissima del Prologo chiediamoci se noi con la nostra vita, con quanto facciamo, scegliamo siamo coerenti o se ci accade di fare come fanno tanti personaggi, anche pubblici che si riempiono la bocca di parole, poi nella concretezza della vita puntualmente smentiscono quello che dicono.
“E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi”
Tutti gli anni nella lettura del prologo sentiamo questa frase, ma abbiamo mai pensato a cosa può significare?
Voi sapete certamente che vi sono molte teorie sull’ origine dell’universo. Continue reading

1 Gennaio 2022, Maria SS. Madre di Dio

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore
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Siamo nell’ ultimo giorno dell’ottava di Natale, questi otto giorni che costituiscono un tutt’uno nella contemplazione della grande realtà e nel tempo stesso del Natale. Anche noi, come i pastori del Vangelo abbiamo ascoltato nelle varie celebrazioni cosa ci è stato detto di questo Bambino, di questo evento che non solo celebriamo, ma al quale partecipiamo.
L’ annuncio degli Angeli è: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” Quell’ oggi non è solo riferito all’ oggi che stanno vivendo i pastori, ma anche al nostro oggi. Il Signore è nato e rinasce continuamente se noi gli apriamo il nostro cuore, la nostra vita, la nostra storia. Nasce in ogni Eucaristia e in ogni Sacramento, nasce nella e per la
l’umanità e la Chiesa che Lui ha edificato. Continue reading

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE 2021

 

Dal Vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

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Questa Domenica ci porta a riflettere, attraverso Gesù a quello che dovrebbe essere una cosa che coinvolge ogni bambino, ogni uomo e donna. Che è l’esperienza della famiglia. Padre, madre, figlio/a.  Questa cellula base della società a parole così valorizzata, ma nei fatti, spesso non sostenuta da interventi di sostegno adeguati. Una famiglia così umana, come quella di cui ci narra il Vangelo, alle prese con un figlio che pur rimanendo a loro sottomesso ci rammenta una realtà più grande a cui tutte le famiglie devono guardare. “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Così anche noi ci occupiamo delle cose di Dio? Sia a livello di singoli che come famiglia? È bello quando in chiesa si vedono famiglie, papà, mamme assieme ai loro bimbi e il nostro cuore si riempie di gioia. Il nostro cuore si vela di tristezza quando vediamo solo i bimbi senza avere accanto i loro genitori. Poi crescendo i figli faranno le loro scelte che potranno anche non essere in sintonia con le attese che avevamo, ma non per questo loro cessano di essere nostri figli e noi genitori. Continue reading

Natale del Signore 2021 –Messa dell’ aurora: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva l’universo e la notte nella sua rapida corsa era giunta nel mezzo del suo cammino, il Verbo onnipotente, dagli altissimi cieli, balzò dal suo trono regale” (Liturgia).

Dal Vangelo secondo Luca

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
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Innanzi tutto buon Natale.
Natale deriva dal latino natalis «natalizio, che riguarda la nascita», così in tutto il mondo, che ne siamo o meno consapevoli celebrare il Natale significa celebrare una nascita, speciale, particolare, anche per i non credenti perché comunque ha segnato in due la storia, per i cristiani perché quel bambino che nasce pur essendo simile a tutti gli altri è molto, molto di più é: l’ Emmanuele, che significa il Dio con Noi.

Del Natale sono state date molte accezioni, ve ne propongo alcune.
 Festa della speranza e dell’ attesa . Ed è vera. Mai come la nascita di un bimbo è depositaria di attese e speranze. Per i genitori, per quello che quel bambino diventerà, per quello che i genitori desiderano si realizzi su di lui. Non solo, però, ma anche delle attese della collettività per questo suo nuovo membro che ne viene a fare parte. Quale contributo darà alla storia del mondo del suo tempo. Anche al tempo di Gesù vi erano attese e speranze di Colui che era stato annunciato dalle profezie e che avrebbe salvato il popolo di Israele. Penso, però, che anche ciascuno di noi abbia delle attese e della speranza nel proprio cuore, ognuno le proprie, assieme alla richiesta della forza di superare i momenti della prova che la vita ci presenta e spesso così numerosi. Allora che il Natale sia anche festa di luce, cosi come lo ha definito un bimbo di una scuola materna: Gesù è disceso per noi dal cielo… E’ luce in ogni cuore. Anche per chi non avendo il dono della fede si abbandona e cerca di vivere quell’insegnamento, quei valori che quel piccolo bimbo nato a Betlemme come un seme ha messo nella storia dell’umanità. Continue reading

IV Domenica di Avvento: Quale Natale?

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

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Stiamo quasi per giungere a Betlemme, presto sarà Natale penso allora che sia importante Interrogarci su quale Natale ci viene proposto e vogliamo vivere. Tutti gli spot che ci fornisce la pubblicità vogliono rappresentare un Natale luminoso, felice, gioioso, dove gente sorridente si scambia regali. Vi è un motivo ricorrente di cui abusiamo forse anche noi predicatori: pace, serenità, gioia, bontà. Già bontà, ma abbiamo mai riflettuto cosa significa quando pronunciamo questa parola?

Eccovi un significato che non ho inventato io, ma che ho trovato e ve lo propongo: “L’essere buono; carattere di chi è d’animo buono e gentile, e particolarmente di chi, sensibile alla sorte degli altri, cerca di procurare loro tutto il benessere possibile e di evitare tutto ciò che li può fare soffrire”.

Possiamo così forse capire meglio la risposta che Gesù dà quando gli dicono: “Maestro buono” e Lui risponde: “Solo Dio è buono”. Infatti, ha vissuto in pienezza l’essere buono. Continue reading

3 Domenica di Avvento: Gaudete

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore
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A questa domenica è dato il nome Gaudete, l’incipit (la prima parola) del testo della messa nel rito romano. Di tale testo il primo elemento è l’antifona d’ingresso ossia l’introito, che in latino comincia con la frase “Gaudete in Domino semper: iterum dico, gaudete. Dominus enim prope est”: in italiano, “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino.”

Si tratta di una citazione di Paolo dalla Lettera ai Filippesi (4,4-5), anticipa la gioia del Natale che si avvicina.

Al tempo di Gesù il popolo di Israele era in attesa del Messia. Proviamo allora a calare questa attesa nella nostra vita quotidiana, nel nostro tempo, in questo tempo che appare così complicato. Quale Salvatore, quale salvezza ci attendiamo, quale Messia unto di Dio? Chiediamoci anche quale importanza ha questa attesa per la nostra vita? Se veramente vi è un’attesa.
C’è un’attesa per essere liberati da questo virus  assieme ad errori e ad una scienza che dà le risposteche riesce , in quanto imperfetta. C’è un’attesa per tanti poveri che ci sono nel mondo, ma anche in una realtà vicina, vicinissima a noi; per chi sta perdendo il posto di lavoro e il regalo che troverà sarà una lettera di licenziamento, per tante famiglie che non sanno come arrivare alla fine del mese … attese. Continue reading